La Biodiversità del Terminillo - Lynx - Natura & Ambiente

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12.06.2013 Views

Anche questa formazione forestale è tutelata dalla normativa comunitaria ed è riferibile all’habitat di interesse comunitario prioritario “9180 *-Foreste di versanti, ghiaioni e valloni del Tilio-Acerion”. Foreste decidue submediterranee Al di sotto dei 900 m di quota, si rinvengono consorzi di latifoglie decidue sub-mediterranee distinti nei seguenti tipi: Boschi dominati dal carpino nero Nel settore settentrionale del comprensorio, alla base dei pendii della bassa Vallonina e bacino di Fosso Ranaro, con esposizione verso i quadranti meridionali, si accantonano formazioni dominate dal carpino nero (Ostrya carpinifolia). Questi ostrieti si sviluppano su pendii particolarmente scoscesi con roccia affiorante, in contesti dominati dalla cerreta mista. Querceti a cerro e roverella Nel territorio fra Rivodutri e Poggio Bustone e sulle pendici meridionali di M. Calcarone, al di sotto del bosco dominato dal carpino nero, sono diffusi querceti dominati da cerro e roverella. Cerrete a carattere zonale sembrano essere presenti esclusivamente lungo i distretti a NE del comprensorio di Cittareale: in alcuni siti, infatti, il cerro si associa ad Acer obtusatum in popolamenti misti che assumono aspetto di comunità durevole. I querceti dominati dalla roverella (Quercus pubescens s.l) costituiscono invece le boscaglie di sostituzione che hanno riconquistato parte dei pascoli abbandonati del settore occidentale del comprensorio. Rimboschimenti di conifere Le aree interessate dai rimboschimenti di conifere (prevalentemente Pinus nigra) ricadono esclusivamente in una fascia altitudinale compresa tra le quote medie e basse. Fenomeni di inselvatichimento sono di portata limitata e pertanto facilmente controllabili. 60 61 In primo piano un semprevivo maggiore (Sempervivum tectorum) sullo sfondo il Monte di Cambio

Formazioni arbUsTive e cesPUGLieTi Ginepreti a ginepro nano Si tratta di comunità arbustive di alta quota dominate dal ginepro nano (Juniperus communis subsp. nana), a cui si accompagnano la codolina alpina (Phleum alpinum), la festuca dei nardeti (Festuca nigrescens) e il mirtillo nero (Vaccinium myrtillus). Queste formazioni arbustive in passato dovevano ricoprire gran parte dell’attuale estensione dei pascoli di alta quota, occupando le vette secondarie e lasciando alle praterie subalpine le sommità più elevate. Questo tipo di vegetazione può essere riferito all’habitat di interesse comunitario “5130 Formazioni a Juniperus communis su lande o prati calcicoli”. Nei Monti Reatini questi habitat sono abbsatanza comuni sopra i 1700 metri di quota. Brughiere altomontane: popolamenti a mirtillo nero Di estremo interesse nel comprensorio sono alcuni lembi residuali di brughiera altomontana a mirtillo nero (Vaccinium myrtillus); questa è presente in maniera discontinua in numerose località poste al di sopra del limite della vegetazione forestale (Sella di Leonessa); rispetto a testimonianze relative a una sua precedente diffusione locale sembrerebbe in una fase di regresso, cosa che impone urgenti misure di tutela. I Monti Reatini possono essere considerati il limite meridionale del mirtillo nero nella nostra penisola, sebbene esistano popolazioni molto ridotte anche nel Parco Nazionale d’Abruzzo. Nel comprensorio reatino questa specie può costituire delle vere e proprie brughiere a Vaccinium myrtillus e può far parte di cespuglieti altomontani nei quali si accompagna al ginepro nano (Juniperus communis subsp. nana). Alcuni aspetti di questo tipo di vegetazione possono essere riferiti all’habitat di intereresse comunitario “4060 - Lande alpine e boreali”. Boscaglia alveale a salice ripaiolo Lungo le sponde del corso superiore dei torrenti si rileva la presenza abbastanza diffusa di saliceti a salice ripaiolo (Salix eleagnos); si tratta di un piccolo alberello, adattato al disturbo meccanico del regime torrentizio dei 62 63 Paesaggio altomontano dei Monti Reatini, caratterizzato da estese faggete di quota, praterie montane e praterie subalpine diffuse oltre il limite degli alberi.

Anche questa formazione forestale è tutelata dalla normativa comunitaria<br />

ed è riferibile all’habitat di interesse comunitario prioritario “9180 *-Foreste<br />

di versanti, ghiaioni e valloni <strong>del</strong> Tilio-Acerion”.<br />

Foreste decidue submediterranee<br />

Al di sotto dei 900 m di quota, si rinvengono consorzi di latifoglie decidue<br />

sub-mediterranee distinti nei seguenti tipi:<br />

Boschi dominati dal carpino nero<br />

Nel settore settentrionale <strong>del</strong> comprensorio, alla base dei pendii <strong>del</strong>la<br />

bassa Vallonina e bacino di Fosso Ranaro, con esposizione verso i quadranti<br />

meridionali, si accantonano formazioni dominate dal carpino nero<br />

(Ostrya carpinifolia). Questi ostrieti si sviluppano su pendii particolarmente<br />

scoscesi con roccia affiorante, in contesti dominati dalla cerreta<br />

mista.<br />

Querceti a cerro e roverella<br />

Nel territorio fra Rivodutri e Poggio Bustone e sulle pendici meridionali di<br />

M. Calcarone, al di sotto <strong>del</strong> bosco dominato dal carpino nero, sono diffusi<br />

querceti dominati da cerro e roverella. Cerrete a carattere zonale sembrano<br />

essere presenti esclusivamente lungo i distretti a NE <strong>del</strong> comprensorio<br />

di Cittareale: in alcuni siti, infatti, il cerro si associa ad Acer obtusatum<br />

in popolamenti misti che assumono aspetto di comunità durevole. I querceti<br />

dominati dalla roverella (Quercus pubescens s.l) costituiscono invece<br />

le boscaglie di sostituzione che hanno riconquistato parte dei pascoli abbandonati<br />

<strong>del</strong> settore occidentale <strong>del</strong> comprensorio.<br />

Rimboschimenti di conifere<br />

Le aree interessate dai rimboschimenti di conifere (prevalentemente Pinus<br />

nigra) ricadono esclusivamente in una fascia altitudinale compresa tra le<br />

quote medie e basse. Fenomeni di inselvatichimento sono di portata limitata<br />

e pertanto facilmente controllabili.<br />

60<br />

61<br />

In primo piano un semprevivo<br />

maggiore (Sempervivum<br />

tectorum) sullo sfondo<br />

il Monte di Cambio

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