La Biodiversità del Terminillo - Lynx - Natura & Ambiente
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imponente rispetto a tutte le altre alture vicine.<br />
Così la visione da sud dei tre “coni” di Terminilletto,<br />
Terminilluccio e <strong>Terminillo</strong> nel corso<br />
dei secoli ha fissato l’icona geografica e mentale<br />
di tutto il gruppo montuoso. Un’immagine<br />
cuneiforme che in antichità ha fatto pensare a<br />
un vulcano spento: in realtà non è così, infatti, è<br />
sufficiente girargli intorno per scoprire i versanti<br />
a nord-est e capire immediatamente che la loro<br />
conformazione è quella tipica dei massicci calcarei<br />
<strong>del</strong>l’Appennino.<br />
<strong>La</strong> vetta <strong>del</strong> Monte <strong>Terminillo</strong> è alta 2.217 m.s.l.m.,<br />
questa quota, rilevata recentemente dalle apparecchiature<br />
satellitari <strong>del</strong>la Facoltà d’Ingegneria<br />
<strong>del</strong>l’Università <strong>La</strong> Sapienza, è stata misurata in un<br />
punto poco più a nord rispetto alla storica vetta<br />
dove ancora oggi è ubicata la colonnina <strong>del</strong>l’Istituto<br />
Geografico Militare. Ecco dalla vetta, e dalle circostanti<br />
alture l’orizzonte è sempre quello di altri<br />
gruppi montuosi, alcuni più imponenti, altri che<br />
degradano verso la pianura e il mare.<br />
A nord, dal sistema montuoso umbro si stagliano<br />
i monti Sibillini fino a giungere nelle marche<br />
con il M.te Vettore 2.476 m.s.l.m. Il fiume Tronto<br />
segna lo spartiacque dal quale s’innalzano le<br />
montagne abruzzesi che rappresentano certamente<br />
l’orografia più rappresentativa degli Appennini.<br />
I Monti <strong>del</strong>la <strong>La</strong>ga (M.te Gorzano 2.458<br />
m.s.l.m.) aprono il panorama che tuttavia è rimpicciolito<br />
dalla vicinanza <strong>del</strong> Gran Sasso (Corno<br />
Grande 2.912 m.s.l.m.), la più alta <strong>del</strong>le vette degli<br />
Appennini. Poi lo sguardo si sposta verso le<br />
montagne <strong>del</strong> Velino-Sirente (M.te Velino 2.487<br />
m.s.l.m.). A sud-ovest si apre la grande pianura<br />
reatina contornata dai monti Sabini che degradano<br />
nel sistema collinare <strong>del</strong>la Sabina fino alla<br />
pianura fluviale <strong>del</strong> Tevere. Questi gruppi montuosi<br />
hanno altezze e uno sviluppo orografico<br />
molto ampio, fanno da quinta teatrale alle montagne<br />
più vicine ai Monti Reatini, nella provincia<br />
di Rieti. Sempre partendo da nord abbiamo<br />
monte Pozzoni (1.903 m.s.l.m.) dalle cui pendici<br />
nasce il fiume Velino, poi a est monte Giano<br />
(1.820 m.s.l.m.) che con i suoi scoscesi versanti<br />
da origine alle gole di Antrodoco; al fianco si ergono<br />
il monte Nuria (1.888 m.s.l.m.) e il sistema<br />
montuoso <strong>del</strong> Cicolano che si estende fino<br />
alle montagne <strong>del</strong>la Duchessa. A sud troviamo i<br />
gruppi montuosi che circondano le valli dei fiumi<br />
Salto e Turano, prima con i rilievi di monte<br />
Cervia e Navegna (1.508 m.s.l.m.), più a sud con<br />
i monti Lucretili (M.te Pellecchia 1.368 m.s.l.m.).<br />
A sud-ovest si apre la pianura reatina, attraversata<br />
dal fiume Velino, stretta tra i rilievi dei monti<br />
Sabini (M.te Tancia 1.292 m.s.l.m.) e i Monti Reatini<br />
per questo può essere anche definita come<br />
conca intramontana.<br />
Il gruppo dei Monti Reatini ha un’estensione ben<br />
circoscritta: i crinali, le valli, gli spartiacque definiscono<br />
nei dettagli la sua forma ed è possibile<br />
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Versante Nord-est dei Monti Reatini in estate<br />
Versante sud Monti dei Reatini in inverno