La Biodiversità del Terminillo - Lynx - Natura & Ambiente

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12.06.2013 Views

Quando l’ultimo albero sarà stato abbattuto, l’ultimo fiume avvelenato, l’ultimo pesce pescato, vi accorgerete che non si può mangiare il denaro. Anonimo 28 29

A Roma, dalle alture del Gianicolo, nelle giornate con vento di tramontana è possibile ammirare il profilo del Terminillo al fianco del Cupolone. Geografie e paesaggi di Giancarlo Cammerini Quando si parla dei Monti Reatini si ha sempre un piccolo disagio a non riuscire comunicare con completezza a quali montagne ci si riferisce, tanto la loro conoscenza è legata alla sua vetta più alta e famosa, il monte Terminillo. In effetti, le vette, pur rappresentando una sintesi orografica, quasi mai ci offrono la complessità delle montagne di cui sono il punto culminante. Così è anche per i Monti Reatini, dove i paesaggi talvolta nascondono una geografia articolata, a volte sorprendente che, anche nell’era della cartografia satellitare, può riservare piacevoli sorprese al viaggiatore curioso. Infatti, se la percezione del paesaggio delle montagne reatine normalmente lo fa apparire come familiare, domestico, tanto siamo abituati a osservarlo velocemente tra le strade che lo attraversano, così non è per la visione geografica che ha sempre bisogno di uno sforzo per conquistare una conoscenza più approfondita, per scoprire il Genius Loci che inevitabilmente si nasconde tra l’evoluzione storica e la natura dei luoghi. Così, se l’immagine paesaggistica del Mons Tetricus appare già nelle fonti classiche, la sua rappresentazione cartografica ha il proprio battesimo in una pergamena della fine del XIII secolo (anche se con rappresentazioni fantasiose), con caratteristiche che in seguito saranno una costante anche nelle definite carte del XVIII e XIX sec. Queste caratteristiche mostrano il gruppo dei Monti Reatini come una serie di aspri pinnacoli, isolati e rivolti verso sud, verso la Capitale, orientati verso il paesaggio visivo che s’incrocia percorrendo la via consolare Salaria. Ancora oggi, percorrendo l’antica Via del Sale, già dalle colline della Sabina il Terminillo appare 30 31

A Roma, dalle alture <strong>del</strong><br />

Gianicolo, nelle giornate<br />

con vento di tramontana è<br />

possibile ammirare il profilo<br />

<strong>del</strong> <strong>Terminillo</strong> al fianco <strong>del</strong><br />

Cupolone.<br />

Geografie e paesaggi<br />

di Giancarlo Cammerini<br />

Quando si parla dei Monti Reatini si ha sempre un piccolo disagio<br />

a non riuscire comunicare con completezza a quali montagne ci<br />

si riferisce, tanto la loro conoscenza è legata alla sua vetta più alta<br />

e famosa, il monte <strong>Terminillo</strong>. In effetti, le vette, pur rappresentando una<br />

sintesi orografica, quasi mai ci offrono la complessità <strong>del</strong>le montagne di<br />

cui sono il punto culminante.<br />

Così è anche per i Monti Reatini, dove i paesaggi talvolta nascondono una<br />

geografia articolata, a volte sorprendente che, anche nell’era <strong>del</strong>la cartografia<br />

satellitare, può riservare piacevoli sorprese al viaggiatore curioso.<br />

Infatti, se la percezione <strong>del</strong> paesaggio <strong>del</strong>le montagne reatine normalmente<br />

lo fa apparire come familiare, domestico, tanto siamo abituati a osservarlo<br />

velocemente tra le strade che lo attraversano, così non è per la visione geografica<br />

che ha sempre bisogno di uno sforzo per conquistare una conoscenza<br />

più approfondita, per scoprire il Genius Loci che inevitabilmente si<br />

nasconde tra l’evoluzione storica e la natura dei luoghi.<br />

Così, se l’immagine paesaggistica <strong>del</strong> Mons Tetricus appare già nelle fonti<br />

classiche, la sua rappresentazione cartografica ha il proprio battesimo in<br />

una pergamena <strong>del</strong>la fine <strong>del</strong> XIII secolo (anche se con rappresentazioni<br />

fantasiose), con caratteristiche che in seguito saranno una costante anche<br />

nelle definite carte <strong>del</strong> XVIII e XIX sec. Queste caratteristiche mostrano<br />

il gruppo dei Monti Reatini come una serie di aspri pinnacoli, isolati e<br />

rivolti verso sud, verso la Capitale, orientati verso il paesaggio visivo che<br />

s’incrocia percorrendo la via consolare Salaria. Ancora oggi, percorrendo<br />

l’antica Via <strong>del</strong> Sale, già dalle colline <strong>del</strong>la Sabina il <strong>Terminillo</strong> appare<br />

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