Emissioni ad alta energia da stelle giovani - Kataweb
Emissioni ad alta energia da stelle giovani - Kataweb
Emissioni ad alta energia da stelle giovani - Kataweb
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
H-H 7-11<br />
•<br />
nibili per due sorgenti infrarosse molto<br />
simili, AFGL 490 e AFGL 961, suggeriscono<br />
la presenza di un disco attorno all'oggetto<br />
centrale. In questa fase i risultati<br />
sono tutt'altro che conclusivi, ma sta crescendo<br />
la convinzione che la maggior parte<br />
delle <strong>stelle</strong> di recente formazione siano<br />
circon<strong>da</strong>te <strong>da</strong> un disco di gas e di polvere.<br />
La natura della fonte di <strong>energia</strong><br />
Più incerta è la natura della fonte di<br />
<strong>energia</strong> sufficiente a sostenere le emissioni<br />
<strong>ad</strong> <strong>alta</strong> velocità. Nel caso di AFGL 490,<br />
30 masse solari di gas molecolare fuoriuscente<br />
sono in qualche modo alimentate<br />
<strong>da</strong> un oggetto centrale di non più di 15<br />
masse solari. In altre parole, qualunque<br />
possa essere il processo energetico, esso<br />
concentra <strong>energia</strong> sufficiente a spazzare e<br />
<strong>ad</strong> accelerare <strong>ad</strong> alte velocità una massa di<br />
materiale circa doppia della massa centrale.<br />
Basandosi su osservazioni nell'infrarosso<br />
lontano eseguite a un'altezza di 12<br />
chilometri <strong>da</strong>l Kuiper Airbone Observatory<br />
della NASA, Harvey, Murray F.<br />
Campbell e William F. Hoffmann dell'Università<br />
dell'Arizona hanno calcolato<br />
42<br />
NGC 2071<br />
•<br />
•<br />
AFGL 490<br />
AFGL 961<br />
•<br />
ORIONE •<br />
CEFEO A<br />
•<br />
I I I<br />
10 10 102 10 104 105<br />
LUMINOSITÀ TOTALE DELLA STELLA CENTRALE (UNITA SOLARI)<br />
In questo diagramma si può prendere atto dell'in<strong>ad</strong>eguatezza della pressione di r<strong>ad</strong>iazione <strong>ad</strong><br />
accelerare i sette sistemi di getti molecolari la cui mappa è rappresentata a pagina 40. La massa<br />
del gas molecolare in un flusso bipolare spesso è superiore a 10 masse solari. La forza necessaria<br />
per accelerare una massa cosi grande alle alte velocità osservate dei getti molecolari è enorme. La<br />
linea obliqua indica la forza massima che può essere generata <strong>da</strong>lla pressione di r<strong>ad</strong>iazione<br />
ottenibile <strong>da</strong>i <strong>giovani</strong> oggetti stellari che si trovano nel centro dei flussi. Anche per <strong>stelle</strong> che<br />
emettono una r<strong>ad</strong>iazione pari a 10 000 volte qdella solare, cioè 4 x 10 37 erg al secondo, la<br />
pressione di r<strong>ad</strong>iazione non è sufficiente per fornire la forza necessaria: la differenza rimane<br />
di molti ordini di grandezza. Il diagramma si basa su <strong>da</strong>ti compilati <strong>da</strong> Bally e <strong>da</strong>ll'autore.<br />
che AFGL 490 ha una luminosità totale<br />
1400 volte superiore a quella del Sole. Ci<br />
vorrebbero perciò 1000 anni perché<br />
AFGL 490 emetta un'<strong>energia</strong> luminosa<br />
sufficiente a pareggiare la quantità di<br />
<strong>energia</strong> meccanica trasportata nel gas<br />
molecolare fuoriuscente. Se l'emissione è<br />
continuata per 10 000 anni, come si è calcolato,<br />
ne consegue che il 10 per cento<br />
dell'<strong>energia</strong> r<strong>ad</strong>iante emessa <strong>da</strong>ll'oggetto<br />
centrale è stata trasformata in <strong>energia</strong><br />
meccanica. O le cose stanno così oppure<br />
l'<strong>energia</strong> meccanica viene fornita <strong>da</strong><br />
un'altra fonte energetica che opera parallelamente<br />
alla sorgente r<strong>ad</strong>iante.<br />
Altre possibili fonti energetiche appartengono<br />
a due categorie: un processo che<br />
riguar<strong>da</strong> una o più emissioni esplosive di<br />
gas <strong>da</strong>ll'oggetto centrale o un processo<br />
che porta a una emissione stazionaria di<br />
materiale gassoso <strong>da</strong>ll'oggetto centrale.<br />
Se i getti furono originati <strong>da</strong> un singolo<br />
evento esplosivo, l'<strong>energia</strong> iniziale dell'esplosione<br />
dovnebbe essere molto maggiore<br />
dell'<strong>energia</strong> cinetica oggi osservata nel<br />
gas molecolare <strong>ad</strong> <strong>alta</strong> velocità. La ragione<br />
è che la maggior parte dell'<strong>energia</strong> iniziale<br />
dell'esplosione dovrebbe essere sta-<br />
ta irr<strong>ad</strong>iata sotto forma di onde d'urto<br />
generate <strong>da</strong>l materiale espulso. Solo una<br />
frazione dell'<strong>energia</strong> potrebbe essere stata<br />
direttamente depositata sotto forma di<br />
<strong>energia</strong> meccanica. Ciononostante, un'esplosione<br />
di supernova sepolta in una<br />
nube molecolare potrebbe facilmente liberare<br />
una quantità di <strong>energia</strong> sufficiente<br />
a spiegare l'emissione. Il punto debole di<br />
questa ipotesi è che il tasso di natalità<br />
delle supernove in prossimità del sistema<br />
solare è di circa 20 volte inferiore al tasso<br />
di natalità delle emissioni molecolari bipolari.<br />
Le prove osservative forniscono un'argomentazione<br />
più diretta contro l'ipotesi<br />
dell'esplosione singola. Con il r<strong>ad</strong>iotelescopio<br />
<strong>da</strong> 11 metri di Kitt Peak ho eseguito<br />
delicate osservazioni dei getti fuoriuscenti<br />
<strong>da</strong> AFGL 490 e ho scoperto che il<br />
gas di massima velocità copre soltanto<br />
una piccola frazione dell'area totale del<br />
gas in moto. È evidente che il flusso <strong>ad</strong><br />
<strong>alta</strong> velocità sta decelerando fortemente<br />
mentre si allontana <strong>da</strong>lla sorgente. Ci si<br />
attenderebbe anche che il materiale<br />
espulso in una singola esplosione deceleri<br />
quando entra in collisione con la nube<br />
circostante; in tal caso non si osserverebbe<br />
una gamma di velocità attraverso il<br />
getto perché tutto il materiale spazzato in<br />
una singola esplosione decelererebbe allo<br />
stesso modo e avrebbe oggi la stessa velocità.<br />
Un'altra obiezione all'ipotesi dell'esplosione<br />
singola è che un solo grande<br />
scoppio di <strong>energia</strong> probabilmente distruggerebbe<br />
il disco circumstellare necessario<br />
per mantenere bipolare il flusso.<br />
Sorgenti continue di <strong>energia</strong><br />
Per tutti questi motivi si ottiene una<br />
migliore spiegazione delle osservazioni o<br />
con l'ipotesi di un'emissione stazionaria o<br />
con quella di una serie di impulsi esplosivi.<br />
Pur non potendosi scartare una successione<br />
di piccoli impulsi, pare più probabile<br />
un'emissione stazionaria. Esistono dei<br />
precedenti, in astrofisica. È risaputo che<br />
la maggior parte delle <strong>stelle</strong>, e tra queste il<br />
Sole, perdono massa sotto forma di un<br />
vento stellare. Attualmente per il Sole il<br />
tasso di perdita è molto piccolo, circa<br />
10- 14 della massa totale del Sole all'anno.<br />
La quantità di moto e l'<strong>energia</strong> di tale<br />
leggera brezza sono di gran lunga troppo<br />
piccole per <strong>da</strong>r luogo all'emissione osservata<br />
nei getti molecolari. Sembra tuttavia<br />
probabile che, quando il Sole era giovane,<br />
il suo tasso di perdita di massa fosse molto<br />
maggiore, forse di 10- 7 della sua massa<br />
all'anno. Le osservazioni odierne indicano<br />
che le <strong>stelle</strong> T Tauri, oggetti ritenuti<br />
progenitori di <strong>stelle</strong> simili al Sole, perdono<br />
massa proprio a quel tasso. Anche in<br />
questo modo, la quantità di moto trasferita<br />
<strong>da</strong> un tale vento al gas molecolare circostante<br />
sarebbe inferiore di un fattore 10<br />
alla quantità di moto necessaria per spiegare<br />
l'emissione attorno a L1551 e di un<br />
fattore 10 000 per spiegare l'emissione<br />
attorno <strong>ad</strong> AFGL 490 e alla nube molecolare<br />
di Orione.<br />
Rimane <strong>da</strong> prendere in considerazione<br />
un'ultima sorgente di <strong>energia</strong>: la pressio-<br />
ne centrifuga della stessa r<strong>ad</strong>iazione stellare.<br />
Abbiamo già visto che l'<strong>energia</strong> cinetica<br />
totale trasportata <strong>da</strong>i getti molecolari<br />
è uguale a non più del 10 per cento dell'<strong>energia</strong><br />
luminosa emessa <strong>da</strong>lle <strong>stelle</strong> centrali<br />
durante il periodo dinamico dei flussi.<br />
Potrebbe allora essere la r<strong>ad</strong>iazione la<br />
forza che alimenta le emissioni?<br />
Per poter valutare l'efficacia della r<strong>ad</strong>iazione<br />
in questo senso, dobbiamo calcolare<br />
la pressione in un campo di r<strong>ad</strong>iazione:<br />
l'effettiva quantità di moto trasportata<br />
<strong>da</strong>i fotoni. In una collisione tra un fotone<br />
e una particella di gas o di polvere.<br />
viene trasferita quantità di moto <strong>da</strong>l fotone<br />
alla particella. Secondo la teoria della<br />
relatività ristretta, la quantità di moto, p,<br />
trasportata <strong>da</strong> un fotone è legata all'<strong>energia</strong><br />
del fotone, E, <strong>da</strong>ll'equazione p = Elc,<br />
dove c è la velocità della luce. La luminosità<br />
totale, L, di una stella è uguale alla<br />
quantità di <strong>energia</strong> emessa, in fotoni al<br />
secondo. Perciò, se ogni fotone viene assorbito<br />
almeno una volta, la quantità di<br />
moto totale che la stella può trasferire in<br />
un secondo al gas e alla polvere circostanti<br />
è proprio Llc. Per esempio, nel caso<br />
delle <strong>stelle</strong> O calde e giganti, la quantità di<br />
moto che può essere trasferita <strong>da</strong>i fotoni è<br />
superiore a quella trasportata <strong>da</strong>lle particelle<br />
nei venti stellari. Tale intensa pressione<br />
di r<strong>ad</strong>iazione sarebbe sufficiente a<br />
spiegare i getti molecolari?<br />
John Bally dei Bel! Laboratories e io<br />
abbiamo recentemente in<strong>da</strong>gato su tale<br />
possibilità, confrontando la forza della<br />
pressione di r<strong>ad</strong>iazione con la forza necessaria<br />
per alimentare l'emissione per i<br />
getti molecolari meglio studiati. In tutti i<br />
casi abbiamo trovato che la quantità di<br />
moto nel gas fuoriuscente era <strong>da</strong> 100 a<br />
1000 volte superiore alla quantità di moto<br />
alla pressione di r<strong>ad</strong>iazione, se ogni fotone<br />
viene assorbito esattamente una sola<br />
volta. Quindi la pressione di r<strong>ad</strong>iazione<br />
non sembra in gr<strong>ad</strong>o di alimentare le<br />
emissioni di gas molecolare osservate.<br />
Se né la liberazione esplosiva di <strong>energia</strong><br />
né la pressione di r<strong>ad</strong>iazione possono<br />
spiegare i getti molecolari osservati attorno<br />
alle <strong>giovani</strong> <strong>stelle</strong>, qual è il meccanismo<br />
operante? Questa doman<strong>da</strong> fon<strong>da</strong>mentale<br />
è destinata a tenere occupati gli<br />
astrofisici teorici per un bel po' di tempo.<br />
Qualunque sia la risposta, potrà illuminare<br />
non solo la nostra conoscenza della<br />
formazione e della primitiva evoluzione<br />
delle <strong>stelle</strong>, ma forse anche la nostra conoscenza<br />
dei processi che <strong>da</strong>nno origine<br />
agli enigmatici getti scoperti nei pressi di<br />
quasar e di r<strong>ad</strong>iogalassie (si ve<strong>da</strong> l'articolo<br />
Getti cosmici di Roger D. Blandford.<br />
Mitchell C. Begelman e Martin J. Rees in<br />
«Le Scienze», n. 167, luglio 1982). Le<br />
osservazioni in onde infrarosse e millimetriche<br />
hanno messo a posto un'altra tessera<br />
del rompicapo della formazione e dell'evoluzione<br />
delle <strong>stelle</strong>. Quali altre tessere<br />
restano <strong>da</strong> scoprire? Quante altre tessere<br />
saranno necessarie prima che il rompicapo<br />
venga infine risolto? Questi sono<br />
gli eccitanti problemi del presente e del<br />
futuro, problemi che saranno posti a confronto<br />
con i continui progressi dei fronti<br />
dell'astrofisica, sia osservativi sia teorici.<br />
Barletta<br />
può molto.<br />
Quando si parla di fisica tecnica la Barletta è chiamata in causa.<br />
Anche in questo settore, infatti, la Barletta può molto. Perché ha<br />
esperti in gr<strong>ad</strong>o di collaborare alla soluzione di problemi anche<br />
complessi.. Perché dà un servizio su cui contare in ogni momento.<br />
Perché può fornire una serie completa di apparecchiature di classe<br />
internazionale che coprono ogni esigenza di utilizzazione<br />
nei seguenti settori:<br />
IGROMETRIA<br />
di aria ed atmosfere gassose con Strumenti <strong>da</strong> laboratorio e <strong>da</strong> processo,<br />
basati su tutti i più noti sensori elettronici.<br />
CRIOGENIA<br />
Apparecchiature <strong>da</strong> ricerca operanti in circuito chiuso o a fluidi criogenici.<br />
Liquefattori. Trappole e pompe criogeniche per alto vuoto.<br />
CALCOLATORI SCIENTIFICI<br />
analogici / ibridi, per ricerca e di<strong>da</strong>ttica. Simulatori.<br />
FOTOMETRIA E<br />
SPETTRORADIOMETRIA<br />
Sistemi modulari, anche gestiti <strong>da</strong> calcolatori, per le misure di parametri<br />
legati alla luce. Spettror<strong>ad</strong>iometri per U.V.-VIS ed I.R.<br />
SISTEMI LASER<br />
a stato solido ed a CO 2 , per ricerca, olografia dinamica, diagnostica di plasmi,<br />
microsal<strong>da</strong>ture ed altre applicazioni industriali.<br />
MISURE TERMICHE<br />
Strumenti per la misura del flusso, dell'isolamento e della conducibilità termica.<br />
Termometri e pirometri senza contatto <strong>ad</strong> I.R. portatili e <strong>da</strong> impianto.<br />
RUMORE E VIBRAZIONI<br />
Misuratori, analizzatori, monitori, portatili e <strong>da</strong> impianto. Stroboscopi.<br />
Barletta Apparecchi Scientifici<br />
20121 Milano - Via Fiori Oscuri, 11<br />
Tel. (02) 865.96113/5 - Telex 334126 BARLET-I