Interazioni uomo patogeni - Itisacqui.It
Interazioni uomo patogeni - Itisacqui.It
Interazioni uomo patogeni - Itisacqui.It
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
<strong>Interazioni</strong> <strong>uomo</strong> <strong>patogeni</strong>.doc<br />
INTERAZIONI UOMO –PATOGENI<br />
~ Lezione del corso di Microbiologia / classe quinta / indirizzo biologico ~<br />
Programma ministeriale:<br />
- meccanismi delle malattie infettive<br />
Prerequisiti: saprofitico, simbionte, commensale, patogeno, leucociti e fagociti, opportunisti, difese specifiche e<br />
aspecifiche<br />
Parole chiave: <strong>patogeni</strong>cità, invasività, virulenza, tossine, trasmissione<br />
Tra la fine dell‟800 e l‟inizio del „900 il medico tedesco Koch rivolge i suoi studi su alcune<br />
malattie ( in particolare il carbonchio causato dal Bacillus anthracis) per studiarne il rapporto<br />
causa-effetto.<br />
Arrivò a famosi postulati che possono essere riassunti qui di seguito in quattro punti (fig. 2.4 p. 37):<br />
il presunto agente responsabile della malattia in esame deve essere presente in tutti i casi<br />
riscontrati di quella malattia.<br />
deve essere possibile isolare il microrganismo dall'ospite malato e farlo crescere in coltura pura<br />
ogni volta che una coltura pura del microrganismo viene inoculata in un ospite sano<br />
(ma suscettibile alla malattia), si riproduce la malattia<br />
il microrganismo deve poter essere isolato nuovamente dall'ospite infettato sperimentalmente<br />
Questi postulati possono essere suscettibili di alcuni limitazioni.<br />
Alcuni <strong>patogeni</strong> non sono coltivabili in brodo di coltura come i virus, in certi casi la malattia non è<br />
conclamata ma rimane allo stadio latente (subclinico) e resta asintomatica , certi <strong>patogeni</strong> agiscono<br />
solo in presenza di particolari situazioni debilitate del nostro organismo e solo in tali casi<br />
manifestano la loro <strong>patogeni</strong>cità (sono i microrganismi opportunisti) vedi definizione a pag. 501.<br />
Con il termine di simbiosi parassitica si stabilisce che un parassita ricava evidenti vantaggi<br />
dall‟ospite che subisce danni (p. 501).<br />
Con agente eziologico si definisce un parassita in grado di arrecare danni e sintomi collegabili ad<br />
una malattia.<br />
Il fatto di arrecare danni all‟ospite il microrganismo (batterio, virus, protista ecc) presenta<br />
<strong>patogeni</strong>cità (ovvero, la capacità di dare infezione).<br />
Il patogeno possiede meccanismi con i quali riesce a creare danni, l‟ospite reagisce con le sue difese<br />
immunitarie per contrastarlo.<br />
Quando il sistema immunitario blocca l‟azione patogena senza sconfiggere il microrganismo si ha n<br />
portatore sano (p. 501).<br />
Quindi, con il termine <strong>patogeni</strong>cità si definisce la capacità di un batterio o altro parassita (virus,<br />
protozoo, micete o alga) di invadere i tessuti umani e di moltiplicarsi, danneggiando la funzionalità<br />
normale dell‟ospite con l‟eventuale liberazione di tossine.<br />
I parassiti penetrano nell‟organismo e si insediano nei liquidi extracellulari (es. Batteri) o penetrano<br />
nelle cellule (parassiti intracellulari)come i virus. I virus sono anche un esempio di parassiti<br />
obbligati perché hanno perso la capacità di riprodursi nell‟ambiente esterno. (p. 502)<br />
Un parassita può dimostrare più gradi di <strong>patogeni</strong>cità il che fa nascere un‟altra proprietà la<br />
virulenza.<br />
1
<strong>Interazioni</strong> <strong>uomo</strong> <strong>patogeni</strong>.doc<br />
Virulenza: con questo termine si “misura” il grado di <strong>patogeni</strong>cità del microrganismo, ovvero la<br />
minor o maggior attitudine a determinare una malattia. Spesso la virulenza è variabile da un ceppo<br />
all‟altro della medesima specie (p. 503).<br />
La virulenza viene espressa in percentuale, valutando la dose letale (DL) che uccide il 50% degli<br />
ospiti (animali di laboratorio).<br />
La quantità di microrganismi sufficiente ad infettare è detta carica infettante o dose infettante<br />
(p.503).<br />
La <strong>patogeni</strong>cità e la virulenza di un batterio dipendono:<br />
- dalla capacità di produrre tossine (tossigenicità)<br />
- dalla capacità di superare le barriere difensive dell‟ospite (invasività)<br />
Invasività (p. 504)<br />
I batteri che diventano invasivi possiedono diversi meccanismi per aggirare le difese.<br />
Adesività: capacità di legarsi alle strutture di membrana superficiale (glicoproteine) con strutture<br />
dette adesine – organelli o molecole di superficie (p.504).<br />
Non tutti i batteri le possiedono.<br />
Un tipi di adesine sono la fimbrie (o pili), appendici filamentose, possedute da numerosi Gram-<br />
(Neisseria, Enterobacter, Pseudomonas ecc.).<br />
Produzione di enzimi (p. 505): si tratta di enzimi extracellulari che contrastano le difese dell‟ospite.<br />
Gli enzimi più noti e diffusi sono coagulasi, chinasi e ialuronidasi.<br />
Coagulasi: stafilococchi <strong>patogeni</strong> lo utilizzano per coagulare il plasma e creare un punto di attacco<br />
(rivestimento di fibrina) per proteggersi dai fagociti.<br />
Ialuronidasi: enzima che idrolizza l‟acido iarulonico, la sostanza che cementa il tessuto connettivo<br />
Inibizione alla fagocitosi (fig. 14.4 p.504): la produzione dell‟enzima coagulasi (p. 505) può<br />
determinare resistenza alla fagocitosi.<br />
La presenza di una capsula può essere utile difesa contro i fagociti. Molti Gram- hanno questa<br />
capacità. La capsula permette anche la vita all‟interno dei fagociti ( es. Streptococcus pneumoniae)<br />
Anche sostanze antifagocitarie possono essere prodotte esternamente (secrezione di Leucocidine) e<br />
danneggiano i fagociti (p.505).<br />
2
ESOTOSSINE – ENDOTOSSINE (p. 506)<br />
<strong>Interazioni</strong> <strong>uomo</strong> <strong>patogeni</strong>.doc<br />
La tossigenicità è legata alla produzione di tossine.<br />
Le esotossine sono di natura proteica e vengono prodotte da Gram+.<br />
Le endotossine sono prodotte dai Gram- , la loro natura è lipopolisaccaridica.<br />
Le esotossine si dividono in 4 gruppi:<br />
- pantrope: uccidono le cellule provviste di recettori (bersagli molecolari) che fissano la<br />
molecola della tossina (t. della pertosse, t. difterica);<br />
- citolitiche: ledono le membrane cellulari;<br />
- enterotossine: attive sulla mucosa intestinale (diarrea, colera);<br />
- neurotrope: se le cellule bersaglio sono localizzate nel sistema nervoso centrale (SNC) o<br />
periferico (t. botulinica) – (p.505 fig. 14.5).<br />
Le esotossine rimangono attive senza la presenza delle cellule batteriche che la ha prodotte.<br />
Si comportano anche da antigeni stimolando la risposta immunitaria anticorpale (o umorale)<br />
Le endotossine sono i complessi lipopolisaccaridici (LPS) presenti sulla membrana esterna della<br />
parete dei Gram- (p. 77 fig. 3.16).<br />
Queste sostanze vengono liberate dalle cellule per autolisi (disgregazione per lisi).<br />
La porzione tossica delle endotossine è detta Lipide A (p.507).<br />
L‟azione delle endotossine si ha quando si staccano dalla superficie della cellula batterica (per<br />
morte della cellula stessa o durante la loro duplicazione)<br />
Una volta liberate le endotossine stimolano i macrofagi a produrre mediatori chimici (es.<br />
interleuchine) che attivano la risposta immunitaria. Subentra una situazione di debolezza con<br />
liberazione di sostanze piogene cui segue innalzamento della temperatura corporea.<br />
Nei casi più gravi si arriva alla morte per shock cardiaco.<br />
Nel caso di meningite provocata da N. meningitidis (p.507).<br />
Le endotossine batteriche, in genere, sono meno aggressive delle esotossine.<br />
Oltre ai batteri, anche alcuni tipi di funghi possiedono endotossine.<br />
Nei funghi Amanita phalloides l‟esito delle rispettive endotossine è quasi sempre mortale.<br />
Endotossine sono prodotte anche da alghe (dinoflagellati).<br />
La presenza di endotossine scatena comunque la risposta immunitaria con produzione di interferone<br />
e interleuchine.<br />
3
<strong>Interazioni</strong> <strong>uomo</strong> <strong>patogeni</strong>.doc<br />
TRASMISSIONE DEGLI AGENTI PATOGENI<br />
La sorgente d‟infezione principale delle infezioni umane è rappresentata dall‟<strong>uomo</strong> stesso, dagli<br />
animali e alimenti), secondariamente dall‟ambiente (per i <strong>patogeni</strong> ambientali).<br />
Malattie comuni fra animali – <strong>uomo</strong>: rabbia, carbonchio, tubercolosi bovina, toxoplasmosi e<br />
leptospirosi.<br />
Dal terreno, parassiti comuni sono: Clostridium botulinum e Clostridium tetani.<br />
La trasmissione può essere diretta: <strong>uomo</strong>-<strong>uomo</strong> (compreso un portatore sano), <strong>uomo</strong>-animale<br />
(p. 508).<br />
La trasmissione è indiretta quando avviene tramite veicoli, quali aria, acqua, alimenti, giocattoli,<br />
siringhe, biancheria e terreno).<br />
Anche gli animali possono partecipare alla veicolazione come vettori: mosche, zanzare, pulci,<br />
cimici, pidocchi, acari e zecche).<br />
Talora il microrganismo patogeno si fa semplicemente trasportare dal vettore, altre volte svolge una<br />
parte del proprio ciclo vitale all‟interno del vettore (Plasmodium vivax e Toxoplasma – p. 477 e<br />
479).<br />
Quando la trasmissione avviene attraverso le feci si ha la trasmissione oro-fecale (es. Epatite A) : è<br />
necessario che l'agente patogeno abbia la caratteristica di inserirsi tra le feci degli individui malati (e quella<br />
di riuscire ad infettare un individuo giungendo nel canale orale dell'individuo sano). La trasmissione avviene<br />
quando l'agente patogeno passa, in qualche modo, dall'apparato digerente di un individuo malato (che<br />
eventualmente può essere anche solo un portatore sano della malattia) a quello di un altro individuo sano.<br />
Tipicamente, questo avviene tramite ingestione di cibo o acqua contaminati, anche se questo non è l'unico<br />
caso; in particolare, i mezzi con i quali la malattia giunge all'<strong>uomo</strong> vengono riassunti, in ambito<br />
anglosassone, con le cosiddette "5 F":<br />
Faeces (feci)<br />
Fingers (dita)<br />
Foods (cibo nel quale è già presente l'agente patogeno)<br />
Flies (mosche e altri insetti volanti)<br />
Fomites (oggetti e superfici, sporche o infette a causa delle feci, e con le quali si viene a contatto<br />
prima di toccare del cibo che verrà ingerito)<br />
Trasmissione ematica: quando la trasmissione è legata a contatto di sangue si ha la trasmissione<br />
ematica. Avviene tramite contatto di sangue fra un individuo infetto e uno sano. Il contatto è diretto con lo<br />
scambio di siringhe o trasfusioni. (es. HIV)<br />
La trasmissione sessuale si ha quando il contagio avviene in occasione di attività sessuali. (es. epatite B)<br />
Trasmissione transplacentare: malattie trasmesse dalla madre al feto, durante la gravidanza (es. rosolia)<br />
Trasmissione perinatale: trasmesse dalla madre al bambino, in particolare durante il parto o con<br />
l'allattamento (es. H. simplex di tipo 2)<br />
4
<strong>Interazioni</strong> <strong>uomo</strong> <strong>patogeni</strong>.doc<br />
Situazioni di infezione<br />
Infezioni epidemiche: si hanno quando si verifica un‟epidemia in un breve periodo e in un numero<br />
elevato di casi.<br />
Infezioni endemiche: si verificano casi continui con frequenza bassa.<br />
La pandemia è un‟epidemia quando si verifica a livello mondiale (p.509)<br />
La scienza che studia la natura degli agenti eziologici (batterici, virali, ecc.) e le cause predisponenti<br />
delle malattie è definita Epidemiologia.<br />
La scarsa igiene, le acque inquinate, l‟ambiente ospedaliero, cibi avariati, rapporti sessuali, sono<br />
tutte cause di infezione (tab 14.4 p. 510) .<br />
I vaccini (p. 532)<br />
Il termine vaccino deriva da “linfa di vacca”, materiale ottenuto dalle pustole indotte dal vaiolo<br />
bovino, che fu per primo utilizzato da Jenner nel 1796 per la prevenzione del vaiolo umano.<br />
1) vaccini tradizionali: sono costituiti generalmente da una sospensione di antigeni microbici<br />
(microrganismi uccisi o inattivati, componenti microbici o estratti – tossine)<br />
2) vaccini di bioingegneria: prodotti costituiti da antigeni proteici o polipeptidi prodotti con<br />
tecniche di ingegneria genetica (tecnica del DNA ricombinante)<br />
Le vie di somministrazione dei vaccini sono diverse: per via cutanea, intradermica, sottocutanea,<br />
intramuscolare e inalatoria.<br />
-Esempi di vaccini tradizionali (1) poliomielite, tubercolosi, morbillo, parotite e rosolia.<br />
-Esempi di vaccini di bioingegneria (2): vaccino contro virus dell’epatite B.<br />
Sieri immuni (antisieri)<br />
Sono sieri provenienti da animali (eterologhi) o umani (omologhi) contenenti alte concentrazioni di<br />
anticorpi specifici verso uno o più antigeni.<br />
I sieri eterologhi sono ricavati da animali (bue e cavallo) che sono stati iperimmunizzati mediante<br />
vaccinazione con antigeni <strong>patogeni</strong> per l‟<strong>uomo</strong>. Gli animali sviluppano il siero attivo (ricco di<br />
immunoglobuline) che viene prelevato e utilizzato.<br />
I sieri omologhi vengono ottenuti da soggetti adulti donatori che sono già immunizzati verso<br />
antigeni specifici in quanto hanno superato la malattia o perchè vaccinati.<br />
Fra i sieri immuni si possono ricordare quelli contro: la parotite, rosolia, morbillo, tetano, pertosse<br />
e difterite.<br />
Il caso dell‟eritoblastosi fetale<br />
Le immunoglobuline anti-Rh costituiscono un indispensabile strumento terapeutico/preventivo di<br />
immunizzazione passiva della madre Rh negativa prima e dopo la nascita di bambini Rh positivi e<br />
quindi di controllo della malattia emolitica del neonato.<br />
Lo stato di immunità ha un tempo di durata limitato per i sieri: 10-15 giorni per i sieri eterologhi;<br />
25-30 giorni per le immunoglobuline umane ottenute con sieri omologhi.<br />
5