Le anfore puniche di Solunto - Area Download - Scuola Normale ...
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LE ANFORE PUNICHE DI SOLUNTO<br />
tata), con <strong>di</strong>stribuzione areale non omogenea, un basso<br />
addensamento (3-10%) ed una scarsa classazione. Il costituente<br />
predominante è il quarzo. Subor<strong>di</strong>nati ma comuni sono i granuli<br />
<strong>di</strong> selce, i litoclasti calcarei, il quarzo policristallino ed i frammenti<br />
<strong>di</strong> rocce metamorfiche. Da spora<strong>di</strong>ci a rari risultano i<br />
frammenti <strong>di</strong> quarzarenite, le lamelle <strong>di</strong> mica bianca, il feldspato<br />
(anche sericitizzato) ed i granuli <strong>di</strong> tormalina (tav. CCXLIII, 1).<br />
Ipotesi <strong>di</strong> provenienza: Spagna (?).<br />
Impasto E (campione So/An 8 - anfora tipo Ramón 4.2.1.5<br />
e campione So/An 15 anfora tipo Ramón 4.2.1.4). <strong>Le</strong> due tipologie<br />
anforiche possiedono lo stesso impasto, caratterizzato da un<br />
degrassante sabbioso da fine a molto fine (0,25-0,1 mm), con<br />
<strong>di</strong>stribuzione areale me<strong>di</strong>amente uniforme, classazione moderata<br />
ed addensamento alto (20-30%). Il quarzo monocristallino è il<br />
componente prevalente, seguito da abbondanti quarzo<br />
policristallino, litici calcarei e microfossili (spesso fortemente<br />
decomposti). Spora<strong>di</strong>ci risultano feldspato potassico (anche<br />
microclino), plagioclasio e litici metamorfici. Spora<strong>di</strong>ci o rari<br />
sono mica, anfiboli e tormalina (tav. CCXLIII, 2). Ipotesi <strong>di</strong><br />
provenienza: Africa settentrionale (Cartagine ?).<br />
3. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE<br />
I dati archeometrici sopra esposti rappresentano soltanto<br />
l’avvio dello stu<strong>di</strong>o sistematico delle caratteristiche<br />
composizionali della ceramica prodotta a <strong>Solunto</strong> dal VII a tutto<br />
il III sec. a.C., secondo la linea <strong>di</strong> ricerca già prospettata, in forma<br />
estremamente schematica, nella parte introduttiva dell’articolo.<br />
La possibilità <strong>di</strong> <strong>di</strong>stinguere le manifatture siciliane attraverso<br />
criteri oggettivi e non soltanto stilistici, molto probabilmente<br />
offrirà nuove opportunità a coloro che stu<strong>di</strong>ano la circolazione<br />
della ceramica fenicio-punica nel Me<strong>di</strong>terraneo occidentale. È<br />
estremamente importante, a tal proposito, che vi sia una interazione<br />
sinergica tra archeologi ed operatori scientifici, per fare in modo<br />
che gli sforzi analitici vengano concentrati su problematiche <strong>di</strong><br />
stu<strong>di</strong>o selezionate e ben fondate, ovvero su tipologie ceramiche<br />
e contesti cronologici, dove l’apporto dell’archeometria sia vera-<br />
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