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Le anfore puniche di Solunto - Area Download - Scuola Normale ...

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4<br />

R. ALAIMO - G. MONTANA - I. ILIOPOULOS<br />

2.2 Tipologie anforiche soluntine realizzate dall’inizio del V<br />

a tutto il III sec. a.C.<br />

Tipi anforici <strong>di</strong> età classica ed ellenistica, <strong>di</strong> accertata<br />

manifattura soluntina, sono risultati i tipi Ramón 1.4.5.1 (5<br />

campioni su 6 analizzati), 4.2.1.4 (6 campioni su 7 analizzati),<br />

7.1.2.1 (5 campioni su 5 analizzati), 4.2.2.6 (4 campioni su 5<br />

analizzati), 1.4.2.1 (4 campioni su 4 analizzati), 1.4.5.1/4.2.2.6<br />

(tipo <strong>di</strong> transizione, 3 campioni su 3 analizzati) 7.1.1.2 (1 campione<br />

analizzato), 7.2.1.1 (1 campione analizzato), 7.5.2.1 (1 campione<br />

analizzato), 1.2.3.1 (1 campione analizzato) e 1.3.1.2 (1<br />

campione analizzato).<br />

Tutti i reperti esaminati e identificati come manifatture<br />

locali (32 campioni su 39 analizzati) sono caratterizzati da un<br />

scheletro degrassante ben classato, con <strong>di</strong>stribuzione areale uniforme<br />

ed addensamento per lo più compreso tra il 10 ed il 20%.<br />

<strong>Le</strong> <strong>di</strong>mensioni dei clasti ricadono nell’intervallo granulometrico<br />

della sabbia molto fine (0.06-0.125 mm) e del silt grossolano<br />

(0.04-0,06 mm).<br />

Dal punto <strong>di</strong> vista composizionale, a livello puramente<br />

qualitativo, non esistono marcate <strong>di</strong>fferenze tra le manifatture<br />

arcaiche e quelle classiche ed ellenistiche, come ovvio attendersi<br />

visto che l’argilla utilizzata come materia prima è la stessa<br />

(argille grigio-azzurre del Pleistocene inferiore). Nelle tipologie<br />

<strong>di</strong> età arcaica la componente silico-clastica appare, nel complesso,<br />

più abbondante rispetto ai tipi anforici prodotti in età classica<br />

ed ellenistica, in conseguenza dell’aggiunta <strong>di</strong> sabbia me<strong>di</strong>a<br />

(verosimilmente prelevata dal vicino Vallone Cefalà) come<br />

degrassante artificiale. Lo scheletro sabbioso dei frammenti cotti<br />

a temperature inferiori agli 800°C, che ancora preservano abbastanza<br />

integrale la componente calcarea, risulta costituito da<br />

prevalenti granuli <strong>di</strong> quarzo monocristallino, quin<strong>di</strong>, da bioclasti<br />

e subor<strong>di</strong>natamente da litoclasti carbonatici <strong>di</strong> varia natura. Sono<br />

presenti anche quarzo policristallino, selce, litoclasti<br />

quarzarenitici, feldspato e, raramente, piccole lamelle <strong>di</strong> mica<br />

(tavv. CCXXXIX, 2; CCXL, 1-2, CCXLI, 1). Anche in questo<br />

caso, come già visto per i manufatti arcaici, vi sono delle apparen-

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