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Manuale di olivicoltura<br />

L’inizio dell’accumulo di olio nella polpa, come si è già ricordato, coincide con <strong>il</strong> completamento<br />

dell’indurimento del nocciolo ed aumenta progressivamente con <strong>il</strong> procedere<br />

della maturazione, fatto salvo <strong>il</strong> periodo più caldo quando si verifica<br />

rallentamento o addirittura arresto temporaneo di accumulo di olio dopodichè tale<br />

processo riprende per concludersi praticamente con l’invaiatura del frutto. In corrispondenza<br />

di tale stadio di maturazione delle olive l’olio che ne deriva risulta caratterizzato<br />

da una concentrazione ottimale di componenti minori (polifenoli, vitamine,<br />

aromi, ecc.) che vanno a costituire in parte la quota insaponificab<strong>il</strong>e dell’olio. Incrementi<br />

successivi di olio nel frutto dopo l’invaiatura risultano minimi, tali comunque<br />

da non compensare ne perdita di qualità dovuta a forte riduzione di componenti antiossidanti<br />

e modificazione degli aromi che di quantità dovuta a perdite conseguenti<br />

a caduta naturale di olive fisiologicamente mature.<br />

Con <strong>il</strong> procedere della maturazione cresce <strong>il</strong> volume del frutto per accumulo di acqua,<br />

fatto salvo fenomeni di carenza idrica, mentre in prossimità della raccolta l’acqua del<br />

frutto si riduce per progressiva disidratazione, soprattutto in coincidenza con abbassamenti<br />

autunnali di temperatura. Pertanto la resa delle olive in frantoio sarà dipendente<br />

dallo stato di idratazione delle olive ma anche legata alla caratteristica genetica<br />

della varietà in funzione della capacità di accumulare più o meno olio.<br />

Ai fini della qualità dell’olio è poi fondamentale che le olive portate in frantoio risultino<br />

integre prive cioè di attacchi parassitari e di lesioni più o meno profonde che innescano<br />

processi degenerativi della polpa con conseguente aumento dell’acidità<br />

nell’olio che ne deriva, del numero di perossidi e comparsa di difetti organolettici connessi<br />

a fenomeni fermentativi. Ai fini sempre della qualità oltre all’integrità del frutto<br />

è importante la tempestività di lavorazione che preferib<strong>il</strong>mente va effettuata non oltre<br />

48 ore dalla raccolta; mentre le olive, nell’attesa di essere lavorate, vanno mantenute<br />

in contenitori bassi e forati posti ambiente fresco e vent<strong>il</strong>ato.<br />

Relativamente al terzo punto, la modesta pezzatura dei frutti, tipica delle varietà da<br />

olio, implica <strong>il</strong> superamento della tradizionale raccolta manuale dall’albero (brucatura)<br />

che pur garantendo l’integrità del frutto comporta costi eccessivi. Altrettanto<br />

dicasi per gli altri due metodi di raccolta tradizionale: la bacchiatura e la raccattatura<br />

da terra o su rete di olive per caduta naturale; metodi entrambi da scartare, non soltanto<br />

in quanto legati a largo impiego di manodopera ma soprattutto irrazionali per<br />

danni alla pianta nel primo metodo e per perdita qualità dell’olio per eccessiva maturazione<br />

dei frutti nel secondo metodo.<br />

L’evoluzione alla quale si è assistita negli ultimi 30 anni della pratica di raccolta manuale<br />

dall’albero in oliveti tradizionali anche di piante vetuste riguarda l’introduzione<br />

di sistemi agevolati che ut<strong>il</strong>izzano diversi dispositivi, quali pettini manuali, pettini<br />

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