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Manuale di olivicoltura<br />
dall’oliveto da sopportare ad analisi. In caso di terreno uniforme <strong>il</strong> campione finale<br />
sarà unico e deriverà dalla omogeneizzazione di più prelievi (almeno 5) effettuati in<br />
vari punti del campo alla profondità compresa tra 20-60 cm. Quando, invece, si tratta<br />
di terreni disformi, come spesso si verifica in collina, soprattutto dopo bonifica recente,<br />
è opportuno effettuare l’analisi su più campioni, ciascuno dei quali dovrà essere<br />
rappresentativo delle singole zone che dall’osservazione diretta risulteranno disomogenee,<br />
sia per natura del suolo che per profondità. Anche in questo caso i singoli campioni<br />
da analizzare deriveranno da una miscela di più di più prelievi della zone<br />
ritenuta omogenea. Il prelievo di campioni di foglie per l’analisi va fatto preferib<strong>il</strong>mente<br />
nel periodo di riposo vegetativo ed interessa le foglie del tratto mediano di rami<br />
rappresentativi delle piante dell’oliveto. L’interpretazione delle analisi, attraverso la<br />
lettura dei singoli dati e, quindi, i programmi di concimazione vanno fatti tenendo<br />
conto della reale fert<strong>il</strong>ità del terreno, delle disponib<strong>il</strong>ità naturali dei singoli elementi<br />
e della esigenza dell’oliveto in rapporto all’età e al suo potenziale produttivo.<br />
Facendo riferimento agli aspetti pratici della concimazione dell’oliveto è possib<strong>il</strong>e distinguere<br />
tre tipi di intervento: concimazione d’impianto (di cui si è già parlato), concimazione<br />
di allevamento, concimazione di produzione.<br />
La concimazione di allevamento è quella che si effettua durante i primi tre anni di<br />
vita dell’oliveto, nei termini in cui è stata indicata nel capitolo dell’impianto, e serve<br />
come già detto a stimolare un rapido sv<strong>il</strong>uppo dell’albero e predisporlo ad una precoce<br />
fioritura e fruttificazione. In questo senso la concimazione dovrà agire in modo<br />
da accelerare la formazione della chioma e dell’apparato radicale. Gli apporti nutrizionali<br />
risulteranno pertanto correlati all’età della pianta e alla sua dimensione, dunque<br />
dovranno essere crescenti nel tempo.<br />
Non è possib<strong>il</strong>e fornire in senso assoluto le dosi di azoto da somministrare durante la<br />
fase successiva di accrescimento delle piante, essendo dipendente da diversi fattori ma,<br />
principalmente, dalla specifica condizione pedologica, desumib<strong>il</strong>e comunque dall’analisi<br />
del terreno.<br />
Data l’impossib<strong>il</strong>ità di costituire scorte di azoto nel terreno, la concimazione azotata<br />
va fatta annualmente e, preferib<strong>il</strong>mente, in modo frazionato; a partire dal quarto anno<br />
di impianto la concimazione azotata va fatta sempre annualmente e preferib<strong>il</strong>emte in<br />
due tempi. Il primo apporto dovrà precedere la fase di germogliamento e, di conseguenza,<br />
si effettuerà all’inizio della primavera o a fine inverno a seconda dell’ambiente;<br />
mentre <strong>il</strong> secondo verrà eseguito in primavera inoltrata o all’inizio dell’estate in corrispondenza<br />
della fase di piena attività vegetativa.<br />
Disponendo di irrigazione è possib<strong>il</strong>e frazionare ulteriormente la concimazione azo-<br />
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