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Manuale di olivicoltura<br />

vera inoltrata. Con l’inizio dell’estate si passa alla lavorazione superficiale del terreno<br />

con erpici a dischi o estirpatori evitando comunque l’impiego di macchine con organi<br />

di lavorazione come le frese che determinano la formazione di suola di lavorazione a<br />

danno della permeab<strong>il</strong>ità del suolo. L’uso di diserbo nell’oliveto, al fine di ridurre impatto<br />

ambientale va contenuto al massimo e limitato, in casi di assoluta necessità alle<br />

zone prossime al tronco della pianta ut<strong>il</strong>izzando prodotti chimici non residuali a base<br />

di glyphosate. In alternativa all’inerbimento permanente o temporaneo e limitatamente<br />

ai casi in cui si può ravvisare <strong>il</strong> timore di incendi dolosi, va attuata la gestione<br />

del suolo attraverso lavorazioni periodiche che dovranno comunque essere ridotte al<br />

minimo ed effettuate con attrezzi, che come si è detto precedentemente, evitino danni<br />

all’apparato radicale ed effetti di compattazione ed impermeab<strong>il</strong>izzazione del suolo.<br />

Nel caso di assenza di un sistema drenante predisposto per l’impianto, in presenza di<br />

terreni tendenzialmente arg<strong>il</strong>losi, si può invece ravvisare la necessità di favorire <strong>il</strong> drenaggio<br />

di acqua in eccesso attraverso periodiche rippature da praticare al centro dell’interf<strong>il</strong>a.<br />

Le pratiche di gestione del suolo in termini di lavorazione e inerbimento<br />

sono identiche anche per la olivicoltura biologica, anzi costituiscono <strong>il</strong> sistema di<br />

fondo per un tipo di coltura dove la nutrizione della pianta deve avvenire per via esclusivamente<br />

organica. L’unica variante può essere rappresentata dal sovescio periodico<br />

(biennale o triennale), con essenze di leguminose a rapido sv<strong>il</strong>uppo caratterizzate da<br />

apparato radicale superficiale ed in grado di produrre notevole biomassa, come favino,<br />

veccia, trifoglio, trigonella notevolemte caratterizzate da importante fissazione<br />

di azoto atmosferico. Al sovescio, praticato con mezzi leggeri di movimento della terra<br />

è opportuno far seguire un rapido inerbimento del suolo in relazione alla disponib<strong>il</strong>ità<br />

idrica passando alla gestione dello sfalcio periodico, relativamente frequente, per<br />

evitare forte accumulo temporaneo di biomassa sul suolo.<br />

La corretta gestione dell’oliveto ai fini della salvaguardia ambientale secondo <strong>il</strong> criterio<br />

di sostenib<strong>il</strong>ità comprende, come si è accennato, altri aspetti connessi con le pratiche<br />

agronomiche come <strong>il</strong> trattamento dei residui della potatura, la concimazione,<br />

l’irrigazione ed <strong>il</strong> trattamento dei sottoprodotti in fase di raccolta e lavorazione delle<br />

olive di cui si parlerà nel capitolo quinto.<br />

4.3 CONCIMAZIONE<br />

La concimazione serve ad assicurare costantemente alla pianta quantità adeguate dei<br />

diversi elementi nutritivi, in rapporto equ<strong>il</strong>ibrato tra loro. Per una corretta impostazione<br />

della nutrizione dell’olivo vanno considerati diversi fattori che agiscono sul metabolismo<br />

della pianta, così come la fert<strong>il</strong>ità naturale del terreno, la disponib<strong>il</strong>ità idrica,<br />

la vigoria e la produttività della cultivar nonché le tecniche di gestione del suolo.<br />

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