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Manuale di olivicoltura<br />
“Giulia” non necessita l’impollinatore in quanto si tratta di varietà totalmente autofert<strong>il</strong>i.<br />
Più complessa ed articolata si presenta la situazione di una azienda che volesse realizzare<br />
su media e più ancora su larga scala nuovi impianti e puntare su una produzione<br />
costante e su un prodotto di alta qualità con aspetti organolettici particolari. Tenendo<br />
presente che la costanza di produzione di una data varietà di olivo oltre che da fattori<br />
genetici è condizionata da fattori metereologici, la presenza di più varietà nella medesima<br />
azienda riesce meglio ad equ<strong>il</strong>ibrare la produzione da un anno all’altro; mentre<br />
la coltivazione di più varietà offre maggiori garanzie ai fini dell’impollinazione.<br />
Inoltre, al di la degli aspetti particolari che si intendono accreditare agli oli monovarietali<br />
in relazione alla loro specifica tipicità, è noto che attraverso blend legati alla<br />
combinazione di oli di differenti varietà si riesce più fac<strong>il</strong>mente ad ottenere un prodotto<br />
equ<strong>il</strong>ibrato dal punto di vista chimico fisico e più ancora organolettico, <strong>il</strong> che,<br />
tra l’altro potendo giocare da un anno all’altro sulla variazione delle percentuali di<br />
ciascun olio per la composizione della miscela, diventa più fac<strong>il</strong>e ottenere le caratteristiche<br />
organolettiche desiderate, rendendo così anche organoletticamente più costante<br />
<strong>il</strong> prodotto da un anno all’altro.<br />
Nel caso di scelte aziendali di quest’ultimo tipo è preferib<strong>il</strong>e effettuare impianti monovarietali<br />
su parcelle di dimensioni medie (1-4 ha) per ciascuna delle varietà scelte<br />
in modo da semplificare la raccolta che va effettuata nello stadio ottimale di maturazione<br />
separatamente per varietà avendo così l’opportunità di costituire la miscela finale<br />
partendo da oli distinti per cultivar combinando opportunamente le percentuali<br />
tra loro.<br />
Per quanto riguarda <strong>il</strong> tipo di pianta da ut<strong>il</strong>izzare per i nuovi impianti la scelta risulta<br />
estremamente semplificata. La ormai trentennale esperienza ha consolidato la validità<br />
dell’impiego di piante provenienti da propagazione per talea allevate in contenitore,<br />
fac<strong>il</strong>mente reperib<strong>il</strong>i sul mercato a prezzi concorrenziali rispetto a piante<br />
tradizionali innestate su generico portainnesto franco (da seme). Nel caso di varietà<br />
di diffic<strong>il</strong>e propagazione per talea è preferib<strong>il</strong>e fare ricorso a piante provenienti da innesto<br />
su portainnesto clonale resesi oggi disponib<strong>il</strong>i.<br />
Normalmente per l’impianto si fa ricorso a piante di un anno di allevamento in vivaio<br />
per <strong>il</strong> costo contenuto rispetto a piante di età superiore più comunemente ut<strong>il</strong>izzate<br />
per impianti fam<strong>il</strong>iari o per sostituzioni di fallanze. Quello che è importante verificare<br />
al momento dell’acquisto la rispondenza varietale attraverso conoscenza personale<br />
delle singole varietà o affidandosi alla serietà del vivaista; rispondenza varietale che comunque<br />
è possib<strong>il</strong>e verificare attraverso analisi biomolecolari per cui teoricamente si<br />
potrebbe disporre di certificazione genetica.<br />
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