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Manuale di olivicoltura<br />

durre a temperature elevate accompagnate da alta umidità relativa o eccessiva secchezza<br />

dell’aria che influiscono direttamente sulla vitalità del polline, mentre la mancanza<br />

di movimento dell’aria (bassa ventosità) crea difficoltà di spostamento dello<br />

stesso.<br />

Alla fecondazione dell’ovulo segue la formazione dell’embrione <strong>il</strong> cui sv<strong>il</strong>uppo avviene<br />

attraverso successive divisioni cellulari che comunque hanno inizio dopo circa<br />

7-10 giorni dall’atto fecondativo. L’avvio della divisione cellulare dell’embrione coincide<br />

con la fase di allegagione vera e propria che determina stab<strong>il</strong>ità del frutto legata<br />

alla produzione di ormoni da parte dell’embrione. L’intervallo di tempo che intercorre<br />

tra l’atto fecondativo e la fase di allegagione condiziona la persistenza del frutticino<br />

nel senso che eventuali fenomeni di stress della pianta legati a carenza idrica,<br />

temperature elevate con eccesso di umidità e deficienze nutrizionali, impedendo l’avvio<br />

della divisione cellulare dell’ovulo fecondato, determinano la cascola dei frutticini<br />

in maniera più o meno accentuata.<br />

L’accrescimento iniziale del frutto, così come dell’embrione, nella fase iniziale è legata<br />

alla moltiplicazione cellulare di tutti i suoi componenti che prosegue fino alla fase<br />

successiva di indurimento del nocciolo che, nell’ambiente dell’<strong>It</strong>alia centrale, avviene<br />

tra luglio ed agosto.<br />

La fase di indurimento del nocciolo coincide con una forte richiesta della pianta sia<br />

di acqua che di nutrienti (azoto) la cui carenza può essere ulteriore causa di caduta dei<br />

frutti in percentuale variab<strong>il</strong>e in funzione delle condizioni metaboliche della pianta.<br />

Dall’indurimento del nocciolo in poi lo sv<strong>il</strong>uppo successivo del frutto in termini volumetrici<br />

è legato alla distensione cellulare conseguente all’assorbimento di acqua.<br />

L’ingrossamento del frutto prosegue fino a ottobre-novembre ed è strettamente connesso<br />

con la disponib<strong>il</strong>ità idrica del suolo; successivamente, con <strong>il</strong> sopraggiungere di<br />

basse temperature, si verifica una riduzione volumetrica e ponderale del frutto che si<br />

raggrinzisce per effetto di disidratazione. Nel periodo che intercorre tra l’indurimento<br />

del nocciolo e la invaiatura che, come si è detto, corrisponde alla variazione di colore<br />

dell’epidermide da giallo a rosso vinoso, si determina <strong>il</strong> massimo accumulo di olio<br />

nella polpa; l’incremento di contenuto in olio successivo risulta di entità minima,<br />

mentre con <strong>il</strong> procedere della maturazione del frutto fino al raggiungimento della maturazione<br />

fisiologica (colorazione dell’epidermide e della polpa) si osserva una perdita<br />

progressiva della qualità dell’olio da ricondurre soprattutto a riduzione di componenti<br />

antiossidanti (biofenoli), fino alla loro scomparsa, mentre inizia la cascola naturale<br />

delle drupe.<br />

Il ciclo riproduttivo si conclude con la maturazione fisiologica delle olive mentre la fase<br />

vegetativa risulta anticipata. Quest’ultima, come si è detto, ha inizio con la ripresa ve-<br />

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