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Manuale di olivicoltura<br />

6.7 COMPATIBILITA TRA SISTEMI INTENSIVI DI COLTIVAZIONE ED OLI-<br />

VICOLTURA BIOLOGICA.<br />

Le considerazioni da fare al riguardo dell’olivicoltura biologica vanno distinte tra <strong>il</strong><br />

primo modello di olivicoltura intensiva IRO-CNR ed <strong>il</strong> secondo ad alta densità.<br />

Per quanto riguarda <strong>il</strong> primo modello se si intendono rispettare le norme che <strong>il</strong> regolamento<br />

CEE impone in linea di massima non si ravvisano contraddizioni tra i principi<br />

che lo regolano e la coltivazione nel rispetto del biologico. Per quanto riguarda <strong>il</strong><br />

controllo della produttività dell’oliveto nel citato regolamento comunitario non si<br />

ravvisano limitazioni all’ottenimento di produzioni elevate ad ettaro, tuttavia per<br />

quanto riguarda la nutrizione della pianta, vanno segnalate la difficoltà che si possono<br />

riscontrare in nel sistema intensivo di coltivazione dove è fac<strong>il</strong>e regolare la produzione<br />

con l’impiego di concimi chimici soprattutto azotati seguendo <strong>il</strong> metodo<br />

convenzionale, più complicato invece e particolarmente costoso quando si è costretti<br />

a fare affidamento alla esclusiva concimazione con prodotti di natura organica.<br />

Nel caso di impianti ad alta densità essendo determinante l’aspetto che riguarda la rapidità<br />

di crescita delle piante e <strong>il</strong> raggiungimento di una precoce ed abbondante produttività<br />

dell’oliveto <strong>il</strong> problema della nutrizione azotata, si pone in termini ancora più<br />

accentuati rispetto al modello precedente. Di conseguenza si viene a perdere uno degli<br />

elementi caratterizzanti <strong>il</strong> sistema di coltivazione inoltre questo modello non può prescindere<br />

dall’impiego dell’irrigazione ai fini sempre dell’accrescimento delle piante e<br />

dell’esaltazione, del rapido conseguimento della produzione a regime e della sua costanza<br />

nel tempo. Relativamente ai problemi connessi con la difesa fitosanitaria è possib<strong>il</strong>e<br />

per entrambi i modelli seguire i criteri previsti per la olivicoltura biologica<br />

ut<strong>il</strong>izzando i mezzi di difesa ammessi.<br />

Per quanto riguarda invece <strong>il</strong> reperimento di piante idonee per la realizzazione dell’oliveto<br />

per l’agricoltura biologica è sufficiente fare riferimento a vivai ab<strong>il</strong>itati che dispongono<br />

delle varietà ut<strong>il</strong>izzab<strong>il</strong>i.<br />

Infine relativamente all’impatto ambientale, l’olivo coltivato in forma intensiva seguendo<br />

i criteri già indicati per i due modelli colturali messi a punto dall’ IRO-CNR<br />

e provvedendo alle pratiche sostitutive e complementari previste per la coltivazione<br />

biologica dell’olivo, si può affermare che risulta minimo e che anzi integra quanto <strong>il</strong><br />

regolamento prevede.<br />

Si può concludere pertanto che, in linea di massima, non esistono contraddizioni tra<br />

i due sistemi intensivi di coltivazione negli elementi che li caratterizzano e la possib<strong>il</strong>ità<br />

del loro impiego in coltivazione biologica, salvo <strong>il</strong> problema della maggiore difficoltà<br />

per <strong>il</strong> raggiungimento del massimo livello di produttività conseguib<strong>il</strong>e con la<br />

coltivazione convenzionale.<br />

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