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Manuale di olivicoltura<br />
super intensivo spagnolo e quello messo a punto dall’IRO-CNR, per le differenze significative<br />
che ne emergono. Mentre <strong>il</strong> sistema spagnolo ut<strong>il</strong>izza varietà tradizionali<br />
quali “Arbequina” ed “Arbosana” di vigoria relativamente contenuta, caratterizzate da<br />
bassa resa in olio e qualità limitata per aspetti connessi sopratutto con la ridotta stab<strong>il</strong>ità<br />
del prodotto, <strong>il</strong> modello IRO-CNR supera decisamente tali limiti proprio perché<br />
impiega varietà nuove come la “Fs-17”, “Don Carlo” e “Giulia” costituite per tale<br />
finalità ed in quanto presentando epoca differenziata di maturazione che, attraverso<br />
la loro combinazione, consente l’allungamento del periodo di raccolta. Un’altra critica<br />
al modello spagnolo riguarda l’elevata intensità di impianto proposta con sesti che<br />
scendono fino a 3 x 1,2 m. (pari a circa 2800 piante), che si configurano più a distanze<br />
da vivaio di allevamento di barbatelle di olivo che a sistema produttivo data la difficoltà<br />
di gestione nel tempo, del controllo della produttività e della difesa parassitaria.<br />
Una considerazione conclusiva riguardante gli impianti di olivi ad alta densità va fatta<br />
facendo riferimento alle esperienze maturate nel settore della frutticoltura industriale,<br />
dove ormai per specie come <strong>il</strong> melo, <strong>il</strong> pero, <strong>il</strong> pesco l’alta densità di coltivazione è stata<br />
resa possib<strong>il</strong>e grazie a nuove linee genetiche compatte o a portinnesti nanizzanti; nel<br />
caso dell’olivo l’esperienza, se pure ancora iniziale, indica che un sistema di tale tipo<br />
in relazione al modello ut<strong>il</strong>izzato, è possib<strong>il</strong>e soltanto se si dispone di nuove varietà con<br />
caratteristiche specifiche; ecco perché si auspica che si vada avanti con <strong>il</strong> miglioramento<br />
genetico della specie per ampliare la gamma varietale di olivo idonee per un sistema<br />
così avanzato di coltivazione.<br />
6.4 REALIZZAZIONE DI OLIVETI AD ALTA DENSITA’<br />
Il punto di partenza per la realizzazione di oliveti ad alta densità è la scelta dell’ambiente,<br />
tenendo presente che le poche varietà oggi ut<strong>il</strong>izzab<strong>il</strong>i non presentano esigenze<br />
differenti dalle altre varietà di olivo per quanto riguarda <strong>il</strong> tipo di suolo e di clima,<br />
fatto salvo la tolleranza più o meno al freddo e la disponib<strong>il</strong>ità idrica di azienda o territorio<br />
che va commisurata con l’esigenza delle piante sensib<strong>il</strong>mente superiore rispetto<br />
a sistemi di media densità. Diventa invece significativa la scelta della dimensione da<br />
dare all’impianto nel caso di meccanizzazione integrale con macchine scavallatrici per<br />
la raccolta. Tuttavia va sottolineato che le varietà oggi disponib<strong>il</strong>i per questo sistema<br />
possono trovare impiego anche in piccoli impianti di tipo fam<strong>il</strong>iare o di dimensioni<br />
tali da risultare compatib<strong>il</strong>i con la disponib<strong>il</strong>ità di mano d’opera nell’ambito dell’azienda<br />
agraria. In questo caso la dimensione dell’impianto può osc<strong>il</strong>lare da mezzo<br />
ettaro nel caso di oliveto fam<strong>il</strong>iare volto all’autoconsumo, a pochi ettari nel caso di<br />
piccole aziende, dove la densità di piantagione e la vigoria contenuta delle piante consente<br />
di ottenere alte produzioni per unità di superficie mentre la fac<strong>il</strong>itata di potatura<br />
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