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Manuale di olivicoltura<br />
6.3 SECONDO MODELLO DI OLIVETO IRO-CNR<br />
Secondo una certa logica <strong>il</strong> primo modello di oliveto intensivo CNR precedentemente<br />
trattato, potrebbe apparire così avanzato ed economicamente conveniente; tuttavia a<br />
partire dalla prima metà degli anni ottanta presso <strong>il</strong> medesimo Istituto, viene concepita<br />
l’idea per l’evoluzione del precedente modello, basata su criteri di piantagione ad<br />
alta densità.<br />
Il presupposto di partenza si è legato al fatto che, pur verificando nel primo modello<br />
la concreta possib<strong>il</strong>ità di ridurre drasticamente la manodopera rispetto agli oliveti tradizionali,<br />
si r<strong>il</strong>evava che nella operazione di raccolta si ha una perdita di tempo legata<br />
alla discontinuità dell’operazione. Infatti <strong>il</strong> tipo di raccolta con vibratori del tronco<br />
comporta tempi morti legati alle operazioni di spostamento della macchina da una<br />
pianta all’altra, all’agganciamento e sganciamento della pinza la cui durata risulta decisamente<br />
superiore rispetto a quella richiesta dalla vibrazione della pianta per ottenere<br />
<strong>il</strong> distacco dei frutti. Il superamento di tale inconveniente può avvenire passando<br />
dalla raccolta meccanica discontinua a continua con l’impiego di macchine scavallatrici<br />
come in viticoltura. L’idea era basata inoltre sulla possib<strong>il</strong>ità di accelerare <strong>il</strong> raggiungimento<br />
della produzione a regime e di incrementare la produttività<br />
dell’impianto.<br />
Il nuovo modello così concepito è stato basato sulla:<br />
disponib<strong>il</strong>ità di varietà di olivo decisamente differenti dalle varietà tradizionali<br />
la cui elevata vigoria non consente un contenimento della chioma entro limiti<br />
compatib<strong>il</strong>i con una macchina scavallatrice;<br />
disponib<strong>il</strong>ità di macchine specifiche per la raccolta che, pur sfruttando i principi<br />
fondamentali delle vendemmiatrici, necessitano di modifiche ed applicazioni<br />
appropriate.<br />
Per quanto riguarda <strong>il</strong> primo aspetto, presso l’IRO-CNR è iniziata a partire dalla seconda<br />
metà degli anni ‘70 del secolo scorso una selezione di varietà a vigoria contenuta,<br />
nell’ambito dell’ampia collezione dell’istituzione che ha portato alla<br />
individuazione del clone “I-77” (in cui <strong>il</strong> ‘77 indica l’anno di selezione). Essa da prove<br />
di campo risultava di avere caratteristiche compatib<strong>il</strong>i con <strong>il</strong> sistema di impianti ad alta<br />
densità predisposto per la raccolta in continuo. La stessa varietà, oltre ad avere vigoria<br />
contenuta e portamento eretto presenta altre caratteristiche fondamentali quali la<br />
precocità di entrata in produzione, buona resa in olio, elevato livello di autofert<strong>il</strong>ità e<br />
buona pezzatura del frutto. Sulla base di tali r<strong>il</strong>ievi, agli inizi degli anni ‘80, è stato impostato<br />
<strong>il</strong> nuovo modello sperimentale di coltivazione dell’olivo, basato sul notevole<br />
aumento di numero di pianta ad ettaro (1200 circa) ut<strong>il</strong>izzando <strong>il</strong> sesto 4 x 2 m. I<br />
primi tentativi di raccolta in continuo furono effettuati nel 1985 ut<strong>il</strong>izzando una vec-<br />
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