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Titolo tesi: Studio mutazionale del gene della proibitina (phb) in ...

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<strong>Titolo</strong> <strong>tesi</strong>: <strong>Studio</strong> <strong>mutazionale</strong> <strong>del</strong> <strong>gene</strong> <strong>del</strong>la <strong>proibit<strong>in</strong>a</strong><br />

(<strong>phb</strong>) <strong>in</strong> spermatozoi di di pazienti <strong>in</strong>fertili e controlli<br />

Candidata: Maria Crist<strong>in</strong>a Lupp<strong>in</strong>o Relatore: Prof. E. Baldi<br />

Correlatore: Prof. C. Orlando Controrelatore: Prof. S.R. Giglio<br />

Riassunto<br />

Le cause <strong>del</strong>l’<strong>in</strong>fertilità si dividono <strong>in</strong> 4 maggiori categorie: fattore<br />

femm<strong>in</strong>ile puro (circa nel 35% dei casi), fattore maschile puro (circa<br />

nel 30% dei casi), fattore misto (circa nel 20% dei casi) e <strong>in</strong>fertilità<br />

<strong>in</strong>spiegata (nel restante 15%).<br />

Per quanto riguarda il fattore maschile le cause possono essere<br />

raggruppate <strong>in</strong>: pre-testicolari (10%); post-testicolari (15%) e<br />

testicolari (75%). In quest’ultimo gruppo circa il 35-50% <strong>del</strong>le cause<br />

sono sconosciute e pertanto si parla di <strong>in</strong>fertilità maschile idiopatica.<br />

Svariati fattori <strong>gene</strong>tici sono co<strong>in</strong>volti nello sviluppo e nel<br />

funzionamento <strong>del</strong>l'apparato riproduttivo maschile, e oggi sono<br />

conosciute numerose alterazioni <strong>del</strong> patrimonio <strong>gene</strong>tico autosomico<br />

e non, che sono <strong>in</strong> grado di <strong>in</strong>terferire con la fertilità maschile. In<br />

particolare mutazioni a carico dei geni autosomici causano <strong>in</strong>fertilità<br />

associata ad <strong>in</strong>versione di sesso, a<strong>gene</strong>sia gonadica, surrenale e ad<br />

altri fenotipi complessi (Prueitt RL, 2001).<br />

Tutte queste osservazioni concordano nel ritenere che molti dei geni<br />

<strong>del</strong>l’<strong>in</strong>fertilità umana siano trasmessi <strong>in</strong> maniera autosomica e<br />

present<strong>in</strong>o effetto pleiotropico.<br />

L’identificazione di nuovi geni può essere attuata associando l’analisi<br />

proteomica con le tecniche <strong>del</strong>la biologia molecolare.<br />

In uno studio proteomico effettuato precedentemente presso il<br />

laboratorio dove è stata sviluppata la presente <strong>tesi</strong>, è stata<br />

identificata una correlazione tra l'espressione di diverse prote<strong>in</strong>e ed il<br />

ratio preP1/P2 (rapporto tra protam<strong>in</strong>a1 e 2, considerato un segno di<br />

immaturità degli spermatozoi). In particolare furono identificate<br />

c<strong>in</strong>que prote<strong>in</strong>e, tra cui la <strong>proibit<strong>in</strong>a</strong> (PHB), ad essere over-espresse<br />

quando il ratio P1/P2 è basso e pertanto associato a scarsa maturità<br />

degli spermatozoi (Sara de Mateo, 2007). È <strong>in</strong>teressante notare che la<br />

prote<strong>in</strong>a PHB oltre che negativamente correlata al ratio P1/P2, è<br />

risultata anche correlata positivamente alla presenza di DNA<br />

frammentato negli spermatozoi (valutata mediante tecnica TUNEL).<br />

Lo scopo di questo studio è stato quello di analizzare tramite un<br />

opportuno protocollo d’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e molecolare le regioni esoniche ed<br />

<strong>in</strong>troniche <strong>del</strong> <strong>gene</strong> <strong>del</strong>la PHB al f<strong>in</strong>e di poter <strong>in</strong>dividuare mutazioni o<br />

SNP che potessero alterare la funzionalità <strong>del</strong>la PHB potendola<br />

<strong>in</strong>cludere o escludere dall’elenco dei geni <strong>in</strong>ducenti l’<strong>in</strong>fertilità.


A tal f<strong>in</strong>e abbiamo proceduto all’estrazione <strong>del</strong> DNA dagli spermatozoi<br />

<strong>in</strong> 11 soggetti affetti da astenozoospermia e <strong>in</strong> 14 soggetti di controllo<br />

normozoospermici. Sono stati <strong>in</strong>oltre studiati altri 23 soggetti <strong>in</strong>fertili<br />

con patologia sem<strong>in</strong>ale di varia natura (oligozoo-, oligoasteno-, terato-<br />

, e oligoastenoterato-zoospermia). Applicando le tecniche di PCR,<br />

abbiamo proceduto al sequenziamento e all<strong>in</strong>eamento di tutti e sette<br />

gli esoni nei diversi soggetti. Lo studio ha permesso di <strong>in</strong>dividuare<br />

alcuni SNP (IVS5-70 A/G; IVS5-12 C/G; IVS5-229 G/A) che però<br />

sono stati ritrovati con frequenza simile sia nei soggetti <strong>in</strong>fertili (con<br />

astenosperma o altre patologie sem<strong>in</strong>ali) che nei controlli. Alcuni di<br />

questi SNP non risultano essere stati precedentemente descritti <strong>in</strong><br />

letteratura (5927_5939 <strong>del</strong> AAAAAAAA).<br />

I risultati di questa <strong>tesi</strong>, seppur prelim<strong>in</strong>ari, sembrano escludere un<br />

ruolo <strong>del</strong>la <strong>phb</strong> nell’<strong>in</strong>fertilità maschile e <strong>in</strong> particolare<br />

nell’astenozoospermia, ma hanno contribuito alla def<strong>in</strong>izione <strong>del</strong> più<br />

opportuno protocollo d’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e molecolare per <strong>in</strong>dividuare gli<br />

elementi di sequenza codificanti <strong>del</strong>la PHB.

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