Economia dei Sistemi finanziari - Dipartimento di Economia Politica

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Mario Tonveronachi elemento aggiuntivo del costo dell'investimento e per semplicità grafica lo sommiamo al prezzo d'offerta, otteniamo una curva crescente del costo degli investimenti, dopo lo scalino dovuto all'applicazione dello spread minimo. Data l'avversione del management all'evento fallimento, il rischio di default viene considerato anche dall'impresa nella sua determinazione del prezzo di domanda. L'equazione per il prezzo di domanda degli investimenti può essere riscritta considerando un fattore di sconto del rischio, r 1 (equazione 9). Questo parametro diminuisce all'aumentare dell'indebitamento esterno, vale a dire della probabilità di fallimento. Ne risulta che il prezzo di domanda, al netto del rischio, diminuisce all'aumentare del volume degli investimenti. n q j (9) pd r j ( 1 i) 1 La figura 2 mostra che il volume di investimenti dipende da fattori: Aspettative di profitti futuri Tradizionali Tasso di sconto Prezzo d'offerta Prezzo di domanda Fondi interni Non tradizionali Valutazione del rischio crescente da parte del mercato finanziario Valutazione del rischio crescente da parte dell'impresa Dato che i fondi interni derivano dall'accumulo dei risparmi d'impresa, che sono a loro volta una quota dei profitti realizzati, essi costituiscono il collegamento sequenziale tra le decisioni d’investimento e la generazione dei profitti. Ovvero, un maggior volume di investimenti a livello aggregato produce un aumento del reddito nazionale e dei profitti totali; l’accumularsi nel tempo di maggiori profitti aumenta lo stock dei fondi interni delle imprese, spostando la curva K verso destra, producendo quindi maggiori investimenti. Nel tempo si assiste quindi a un processo che si autoalimenta, per cui qualsiasi causa che aumenti il reddito o gli investimenti mette in moto un processo cumulativo verso l’alto; e viceversa. Materiale per il Corso di Economia dei sistemi finanziari 6
Mario Tonveronachi Il processo dinamico può iniziarsi per cause diverse, tutte da ricondurre alla generazione del reddito e delle decisioni d’investimento. Migliori aspettative sui cash flows futuri, minori tassi d’interesse risk-free, migliori aspettative di solvibilità che abbassino gli spread di rischio, agiscono tutti direttamente sulla redditività degli investimenti tramite i prezzi di domanda e di offerta. Anche l’accumularsi nel tempo di fondi interni conduce a un aumento degli investimenti. Come causa principale della dinamica economica l’accento è stato fin qui posto sulle decisioni d’investimento. La domanda per consumi privati è rimasta passiva, con la propensione media al consumo, riferita al reddito corrente, funzione della sola distribuzione del reddito. Sappiamo però che i consumi dipendono da fattori più complessi che non il reddito corrente, quali la ricchezza, reale e finanziaria, e i vincoli di liquidità. Se la crescita trainata dagli investimenti si associa a migliori prospettive future di redditività delle attività finanziarie, aumenta il valore di quest’ultime e quindi la ricchezza finanziaria percepita dalle famiglie. Sovente a fasi di crescita reale si associano anche aumenti del valore della ricchezza reale, in particolare del prezzo delle abitazioni. Il vincolo di liquidità, ovvero il limite alla capacità di indebitamento delle famiglie, diminuisce sia per l’aumento della ricchezza, che può essere usata come garanzia, sia per la percezione di minore rischiosità che accompagna le fasi di espansione. Questi tre elementi possono quindi dare una spinta significativa alla propensione al consumo, misurata in termini di reddito corrente, e costituiscono pertanto un fattore che rafforza la crescita prodotta dagli investimenti. Considerazioni simmetriche valgono per le fasi discendenti della crescita economica. Si ricorda che tra le componenti della domanda aggregata figura anche il saldo delle partite correnti della bilancia dei pagamenti. In quanto gli investimenti producano nel tempo un aumento dell’efficienza produttiva, essi possono anche aumentare la competitività dell’economia verso l’estero e migliorare quindi la componente estera della domanda aggregata. Siamo allora in presenza di un ulteriore elemento che spinge nella stessa direzione impressa dagli investimenti. Un risultato rilevante di questa teoria è che il sistema tende a muoversi cumulativamente verso l'alto o verso il basso. Il sistema presenta quindi un'instabilità intrinseca. Ci riferiremo a questa come dinamica minskyana. Veniamo quindi al ruolo della terza componente della domanda aggregata, i consumi pubblici. Come si esprime Minsky, un big government, cioè un’elevata spesa pubblica, limita la caduta alla quale può essere sottoposta la domanda aggregata (nel caso che cadano gli investimenti e/o le esportazioni al netto delle importazioni). Essa tiene quindi alto il livello di soglia minima dei profitti totali e pone quindi un freno alla discesa degli investimenti e del reddito nazionale. Inoltre, Materiale per il Corso di Economia dei sistemi finanziari 7
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