Economia dei Sistemi finanziari - Dipartimento di Economia Politica

Mario Tonveronachi
what had been carried on its balance sheet as a positive value now has none, which now has to
be taken as a charge against earnings and then against capital. If the lender had issued
liabilities, as most financial institutions do, then the value of these liabilities becomes
questionable and its lenders may withdraw, leading to what Minsky, following Irving Fisher,
called a debt deflation. Borrowers attempt to sell assets to repay liabilities, which causes the
value of the assets to plunge further, as investors ‘sell position to make position’, creating a
downward spiral in which everyone is a seller and prices continue to fall, causing even hedge
units to be driven into speculative and then Ponzi financing. The result is a crisis in which no
borrower or lender is able to meet commitments and debt servicing is suspended. (J. Kregel,
“External Financing for Development and International Financial Instability”, UNCTAD, G-24
Discussion Paper Series, n. 32, 2004, p. 5)
Le potenzialità di una crisi, la sua forza e i suoi meccanismi di trasmissione dipendono anche dalla
morfologia del sistema economico, in particolare da come i rischi si formano e sono allocati. Se,
per esempio, le banche sopportano la maggior parte dei rischi, sono esse i parafulmini sui quali
con maggior probabilità si scaricheranno i primi effetti della crisi, quindi sui finanziamenti erogati e
per questa via sull’economia in generale. Se sono le famiglie a sopportare la maggior parte dei
rischi, che appare essere la tendenza attuale in molti sistemi finanziari, è la loro reazione alla non
convalida delle loro posizioni, principalmente tramite le decisioni di spesa e la loro capacità di
servire il debito, che provoca una reazione a catena nella sfera finanziaria e reale.
Secondo Minsky lo Stato dovrebbe agire per contenere il livello della fragilità finanziaria sistemica
e dovrebbe intervenire con forza al verificarsi di una crisi. Minsky spiega il non ripetersi nel secolo
scorso di crisi rovinose come quella degli anni trenta per l'avvento di un mix di politiche pubbliche
basate su un’elevata spesa pubblica (Big Government), anche caratterizzata da un andamento
automatico anticiclico, e sulla prontezza delle autorità monetarie ad intervenire con significative
iniezioni di liquidità.
Se ci rifacciamo alle precedenti equazioni del moltiplicatore del reddito e della generazione dei
profitti totali vediamo che il valore dei consumi pubblici, G, costituisce un limite inferiore alla
discesa del reddito e dei profitti qualora gli investimenti si annullino e il saldo estero divenga
sempre più negativo. Tanto maggiore è G in relazione alle altre componenti della domanda
aggregata, tanto minore è la discesa del reddito e dei profitti in caso di caduta degli investimenti e
del saldo con l'estero. Inoltre, se alcune componenti della spesa pubblica, come i sussidi di
disoccupazione, hanno andamento anticiclico, la spesa pubblica aumenta quando il reddito
diminuisce per la caduta delle altre componenti della domanda aggregata, provocando così una
spinta che si oppone alla diminuzione del PIL.
La politica monetaria, tramite la sua influenza sui tassi d'interesse, produce effetti sia sulle
decisioni d’investimento, sia, in quanto influenzi a mezzo dei tassi il valore della ricchezza, sulle
decisioni di consumo. Crucialmente, essa influenza anche la vitalità delle posizioni speculative.
Materiale per il Corso di Economia dei sistemi finanziari 24