Economia dei Sistemi finanziari - Dipartimento di Economia Politica

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12.06.2013 Views

Mario Tonveronachi futuro; più limitatamente si afferma che occorrono seri motivi e fondate informazioni per modificare il quadro ereditato dal recente passato. In altri termini, l’esperienza recente costituisce una base più solida per le decisioni rispetto ad aspettative su di un futuro per il quale le informazioni rilevanti sono fortemente incomplete. Quanto precede fornisce la direzione per una possibile risposta in merito alla relazione tra dinamica economica e fragilità finanziaria. Si è visto a proposito della dinamica minskyana che una fase di espansione si autoalimenta anche perché la convalida delle aspettative passate tende a essere traslata nel futuro. Un’economia in espansione produce profitti crescenti, la diminuzione dei fallimenti, l’accumularsi di fondi interni delle imprese e quindi un rafforzamento della loro struttura finanziaria. Ciò significa che le unità economiche realizzano margini di sicurezza crescenti e, se non esistono fondati motivi a contrario, questi si traslano come maggiori margini di sicurezza attesi per il futuro. Per creditori e debitori la storia creditizia del vicino passato produce un grado crescente di fiducia, alla quale corrisponde la valutazione di minori rischi operativi e finanziari. Ne risulta che posizioni che in fasi meno favorevoli sarebbero state valutate come troppo rischiose per essere finanziate, ora accedono più facilmente al credito; posizioni speculative possono ora essere valutate come posizioni coperte; posizioni speculative e Ponzi prima considerate ad alto rischio sono considerate più sicure. In altri termini, l’intero spettro delle posizioni coperte, speculative e Ponzi è progressivamente valutato come di minore rischiosità e le posizioni godono pertanto di accessi meno costosi e più abbondanti alle fonti di finanziamento. Occorre vedere tutto ciò in un’ottica periodale, per la quale questi processi si autoalimentano periodo dopo periodo, sia in termini della dinamica quantitativa (aumento del reddito, della domanda, dei profitti, ecc.), sia in termini di strutture finanziarie delle unità economiche che si spostano verso configurazioni che si ritengono resilienti per effetto di un miglioramento delle aspettative sui flussi futuri di cassa e sui rischi finanziari. Il fatto è che se queste posizioni fossero valutate in relazione a scenari economici meno favorevoli i margini di sicurezza risulterebbero invece in discesa e le singole posizioni e l’intero sistema apparirebbe più fragile. È caratteristica della teoria di Minsky che prolungate fasi di prosperità generino al loro interno un aumento della fragilità finanziaria. In altri termini, si ha una generazione endogena di fragilità finanziaria. Nella dinamica di fragilità appena descritta sono ricompresi i casi che abbiamo analizzato a proposito del rischio di liquidità. Fasi prolungate di prosperità comportano un aumento del valore degli attivi finanziari e quindi un aumento della capacità di indebitarsi. Inoltre, posizioni con leva che siano finanziate in base a margini o haircut vedono questi diminuire durante le fasi di prosperità, aumentando anche per questa via il grado di indebitamento. Materiale per il Corso di Economia dei sistemi finanziari 22

Mario Tonveronachi Una crescente fragilità finanziaria rende il sistema economico più esposto alla generazione di crisi finanziarie e alla loro trasformazione in crisi generali. Ricordiamo che un maggior grado di fragilità finanziaria significa che maggiore è la sensibilità della solvibilità delle posizioni a cambiamenti nei mercati finanziari. Ne discende che qualsiasi causa che conduca a inasprire le condizioni del credito e nei mercati finanziari produce un peggioramento dei margini di sicurezza delle unità economiche, potendo condurre alla loro insolvenza. In certe condizioni lo stesso aumento della fragilità finanziaria può produrre le condizioni che portano a una revisione delle condizioni sui mercati finanziari e, loro tramite, ad influenzare negativamente la dinamica economica. Se le posizioni esplicitamente speculative e Ponzi aumentano di peso durante la fase di espansione, aumenta quella quota di domanda di finanziamenti che è rigida rispetto al tasso d’interesse. Infatti, quelle posizioni si caratterizzano per difetti di liquidità e quindi per la necessità di rifinanziarsi sul mercato, a qualsiasi costo. La maggiore rigidità della domanda di finanziamenti comporta la tendenza a produrre aumenti dei tassi d’interesse con la conseguenza di appesantire la situazione debitoria di quelle stesse posizioni. Come alternativa, le posizioni possono far fronte a deficit di liquidità vendendo parte dell’attivo disponibile; ciò non produce comunque risultati diversi: il riversarsi sui mercati di questa offerta di attivi ne riduce il prezzo, il che equivale ad un aumento del costo di finanziamento. Questo processo può spingersi fino al punto di provocare aumenti dei tassi d’interesse che non sono più compatibili con la solvibilità di alcune di queste posizioni. Il loro fallimento costituisce sia un segnale convincente che impone una revisione verso il basso delle aspettative delle altre posizioni, sia una sottrazione diretta alla dinamica del sistema. In altri termini, alcuni margini di sicurezza risultano ex post non sufficienti per evitare l’insolvenza; maggiore è il peso di queste posizioni nel sistema (maggiore è il suo grado di fragilità), più probabile è una revisione generalizzata delle aspettative con peggiori valutazioni ex ante dei nuovi contratti e del rinnovo di quelli esistenti, quindi maggiori spread di rischio, minore crescita degli investimenti e del reddito. Si avvia in questo modo un rallentamento della dinamica che peggiora i risultati delle altre posizioni (correlazione macroeconomica), portando al fallimento di quelle marginali; il tutto si può man mano convertire in una crisi finanziaria ed economica che avvia un processo di recessione e al limite di profonda depressione dell’attività economica. Nel processo di generazione e di trasmissione delle crisi è essenziale guardare alle relazioni reciproche tra le unità economiche, alle perdite indotte dal default di un’unità sul patrimonio di altre unità, agli effetti sul valore delle attività. Once negative net present values start to predominate, the problems of the borrowers also become the problems of the lenders, since the firms’ liabilities are on the balance sheets of the lenders as assets. Thus a decision by a lender to stop lending is a decision to recognize that Materiale per il Corso di Economia dei sistemi finanziari 23

Mario Tonveronachi<br />

Una crescente fragilità <strong>finanziari</strong>a rende il sistema economico più esposto alla generazione <strong>di</strong> crisi<br />

<strong>finanziari</strong>e e alla loro trasformazione in crisi generali. Ricor<strong>di</strong>amo che un maggior grado <strong>di</strong> fragilità<br />

<strong>finanziari</strong>a significa che maggiore è la sensibilità della solvibilità delle posizioni a cambiamenti nei<br />

mercati <strong>finanziari</strong>. Ne <strong>di</strong>scende che qualsiasi causa che conduca a inasprire le con<strong>di</strong>zioni del<br />

cre<strong>di</strong>to e nei mercati <strong>finanziari</strong> produce un peggioramento <strong>dei</strong> margini <strong>di</strong> sicurezza delle unità<br />

economiche, potendo condurre alla loro insolvenza.<br />

In certe con<strong>di</strong>zioni lo stesso aumento della fragilità <strong>finanziari</strong>a può produrre le con<strong>di</strong>zioni che<br />

portano a una revisione delle con<strong>di</strong>zioni sui mercati <strong>finanziari</strong> e, loro tramite, ad influenzare<br />

negativamente la <strong>di</strong>namica economica. Se le posizioni esplicitamente speculative e Ponzi<br />

aumentano <strong>di</strong> peso durante la fase <strong>di</strong> espansione, aumenta quella quota <strong>di</strong> domanda <strong>di</strong><br />

finanziamenti che è rigida rispetto al tasso d’interesse. Infatti, quelle posizioni si caratterizzano per<br />

<strong>di</strong>fetti <strong>di</strong> liqui<strong>di</strong>tà e quin<strong>di</strong> per la necessità <strong>di</strong> rifinanziarsi sul mercato, a qualsiasi costo. La<br />

maggiore rigi<strong>di</strong>tà della domanda <strong>di</strong> finanziamenti comporta la tendenza a produrre aumenti <strong>dei</strong><br />

tassi d’interesse con la conseguenza <strong>di</strong> appesantire la situazione debitoria <strong>di</strong> quelle stesse<br />

posizioni. Come alternativa, le posizioni possono far fronte a deficit <strong>di</strong> liqui<strong>di</strong>tà vendendo parte<br />

dell’attivo <strong>di</strong>sponibile; ciò non produce comunque risultati <strong>di</strong>versi: il riversarsi sui mercati <strong>di</strong> questa<br />

offerta <strong>di</strong> attivi ne riduce il prezzo, il che equivale ad un aumento del costo <strong>di</strong> finanziamento.<br />

Questo processo può spingersi fino al punto <strong>di</strong> provocare aumenti <strong>dei</strong> tassi d’interesse che non<br />

sono più compatibili con la solvibilità <strong>di</strong> alcune <strong>di</strong> queste posizioni. Il loro fallimento costituisce sia<br />

un segnale convincente che impone una revisione verso il basso delle aspettative delle altre<br />

posizioni, sia una sottrazione <strong>di</strong>retta alla <strong>di</strong>namica del sistema. In altri termini, alcuni margini <strong>di</strong><br />

sicurezza risultano ex post non sufficienti per evitare l’insolvenza; maggiore è il peso <strong>di</strong> queste<br />

posizioni nel sistema (maggiore è il suo grado <strong>di</strong> fragilità), più probabile è una revisione<br />

generalizzata delle aspettative con peggiori valutazioni ex ante <strong>dei</strong> nuovi contratti e del rinnovo <strong>di</strong><br />

quelli esistenti, quin<strong>di</strong> maggiori spread <strong>di</strong> rischio, minore crescita degli investimenti e del red<strong>di</strong>to. Si<br />

avvia in questo modo un rallentamento della <strong>di</strong>namica che peggiora i risultati delle altre posizioni<br />

(correlazione macroeconomica), portando al fallimento <strong>di</strong> quelle marginali; il tutto si può man mano<br />

convertire in una crisi <strong>finanziari</strong>a ed economica che avvia un processo <strong>di</strong> recessione e al limite <strong>di</strong><br />

profonda depressione dell’attività economica.<br />

Nel processo <strong>di</strong> generazione e <strong>di</strong> trasmissione delle crisi è essenziale guardare alle relazioni<br />

reciproche tra le unità economiche, alle per<strong>di</strong>te indotte dal default <strong>di</strong> un’unità sul patrimonio <strong>di</strong> altre<br />

unità, agli effetti sul valore delle attività.<br />

Once negative net present values start to predominate, the problems of the borrowers also<br />

become the problems of the lenders, since the firms’ liabilities are on the balance sheets of the<br />

lenders as assets. Thus a decision by a lender to stop len<strong>di</strong>ng is a decision to recognize that<br />

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