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Economia dei Sistemi finanziari - Dipartimento di Economia Politica

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II<br />

La teoria <strong>di</strong> Minsky<br />

1. Dinamica economica<br />

<strong>Economia</strong> <strong>dei</strong> <strong>Sistemi</strong> <strong>finanziari</strong><br />

2. La teoria della fragilità <strong>finanziari</strong>a<br />

Materiali per il Corso<br />

3. Fragilità <strong>finanziari</strong>a, instabilità e crisi<br />

Università <strong>di</strong> Siena<br />

Facoltà <strong>di</strong> <strong>Economia</strong> “R.M. Goodwin”<br />

A.A. 2011-12


Introduzione<br />

Mario Tonveronachi<br />

Nella prima parte del Corso si sono descritti e analizzati casi emblematici <strong>di</strong> crisi <strong>finanziari</strong>e<br />

i<strong>di</strong>osincratiche. Si sono visti casi nei quali gravi deficienze in uno o più aspetti della gestione <strong>dei</strong><br />

rischi conducono un’impresa <strong>finanziari</strong>a verso una situazione <strong>di</strong> crisi. In quel contesto la grande<br />

<strong>di</strong>mensione dell’istituzione e/o una forte caduta <strong>di</strong> fiducia da parte degli investitori nei riguar<strong>di</strong> delle<br />

altre istituzioni sono in grado <strong>di</strong> propagare la crisi, potendola così generalizzarla all’intero sistema.<br />

Da notare che in quest’ottica una buona gestione <strong>dei</strong> rischi da parte <strong>dei</strong> singoli interme<strong>di</strong>ari e <strong>dei</strong><br />

mercati dovrebbe rendere trascurabile la probabilità del generarsi <strong>di</strong> crisi generali e comunque<br />

conferire un’elevata efficacia a pronti interventi da parte delle autorità pubbliche.<br />

Nell’analizzare le crisi sistemiche occorre includere non solo eventi derivanti dalla propagazione <strong>di</strong><br />

crisi che partono come i<strong>di</strong>osincratiche, ma anche crisi derivanti da eventi negativi che interessano<br />

contemporaneamente il complesso delle istituzioni <strong>finanziari</strong>e e/o <strong>dei</strong> mercati <strong>dei</strong> capitali. Queste<br />

crisi possono anche svilupparsi in sistemi <strong>finanziari</strong> nei quali le singole unità presentano standard<br />

ritenuti più che accettabili <strong>di</strong> gestione microeconomica <strong>dei</strong> rischi. Ovviamente se gli eventi negativi<br />

<strong>di</strong> natura sistemica si verificano in contesti <strong>di</strong> insufficiente qualità della gestione <strong>dei</strong> rischi le<br />

probabilità <strong>di</strong> generare crisi acute risulta maggiore.<br />

Quanto segue si basa sul contributo che l’economista statunitense Hyman Minsky ha dato alla<br />

spiegazione delle crisi <strong>finanziari</strong>e sistemiche. 1 L’interesse per questa teoria risiede nel fatto che<br />

essa permette <strong>di</strong> spiegare le crisi sistemiche non solo con riferimento a shock esterni che<br />

colpiscono un sistema economico (cause esogene), ma specialmente per l’autonomo evolversi <strong>di</strong><br />

configurazioni interne sempre più fragili che alla fine possono convertirsi in crisi generali (cause<br />

endogene).<br />

Con la teoria <strong>di</strong> Minsky si passa a un piano teorico <strong>di</strong> natura sistemica e tendenzialmente <strong>di</strong>namico<br />

nel caratterizzare le strutture <strong>finanziari</strong>e, le decisioni e i rapporti reciproci tra le unità economiche.<br />

Si inizia col presentare una versione semplificata <strong>dei</strong> processi <strong>di</strong>namici attinenti all’intero sistema<br />

economico con l’intento <strong>di</strong> mostrare l’esistenza <strong>di</strong> fattori endogeni che spingono incessantemente<br />

al cambiamento. Adottando una visione prospettica, come conviene fare analizzando i processi<br />

decisionali, si passa poi a definire <strong>di</strong>fferenti strutture <strong>finanziari</strong>e che possono caratterizzare ogni<br />

tipo <strong>di</strong> unità economica; il fine è collegare la fragilità <strong>finanziari</strong>a a specifiche tipologie <strong>di</strong> posizioni<br />

<strong>finanziari</strong>e. La fragilità <strong>finanziari</strong>a, ossia la possibilità che la conversione <strong>di</strong> rischi <strong>finanziari</strong> in<br />

per<strong>di</strong>te possa condurre a situazioni <strong>di</strong> default delle unità economiche, costituisce una situazione <strong>di</strong><br />

1 In lingua italiana è <strong>di</strong>sponibile il volume <strong>di</strong> Minsky, Potrebbe ripetersi? Instabilità e finanza dopo la crisi del<br />

'29, Einau<strong>di</strong>. Chi è interessato può leggere in particolare i capitoli X, V e VI e l'Introduzione dell'autore.<br />

Materiale per il Corso <strong>di</strong> <strong>Economia</strong> <strong>dei</strong> sistemi <strong>finanziari</strong> 2


Mario Tonveronachi<br />

pericolo solo potenziale: un cristallo finissimo può sopravvivere per secoli in assenza <strong>di</strong> shock<br />

ambientali. Il terzo passo consiste nell’inserire la fragilità <strong>finanziari</strong>a all’interno <strong>dei</strong> processi<br />

<strong>di</strong>namici alla Minsky, al fine <strong>di</strong> comprendere le mutue interazioni tra <strong>di</strong>namica e fragilità e come da<br />

quelle interazioni possano scaturire situazioni <strong>di</strong> crisi <strong>finanziari</strong>a ed economica.<br />

1. La <strong>di</strong>namica minskyana<br />

Dalla consueta identità del red<strong>di</strong>to nazionale e da una forma elementare <strong>di</strong> funzione del consumo<br />

si deriva il noto moltiplicatore del red<strong>di</strong>to.<br />

(1) Y = C + I + G + CAB<br />

(2) C = cY<br />

da cui:<br />

(3)<br />

I G CAB<br />

Y <br />

1<br />

c<br />

dove Y = red<strong>di</strong>to nazionale <strong>di</strong>sponibile; C = consumo privato; c = propensione me<strong>di</strong>a al consumo; I<br />

= investimenti; G = consumi pubblici; CAB = saldo del conto corrente della bilancia <strong>dei</strong> pagamenti.<br />

Gli investimenti, i consumi pubblici e il saldo del conto corrente della BdP vengono ipotizzati come<br />

componenti autonome della domanda.<br />

Il red<strong>di</strong>to nazionale è anche la somma <strong>dei</strong> red<strong>di</strong>ti <strong>di</strong>stribuiti, poniamo per semplicità sotto forma <strong>di</strong><br />

salari (W) e profitti (P). Quin<strong>di</strong>:<br />

(4) Y = W + P<br />

Il consumo privato può essere espresso come funzione della <strong>di</strong>stribuzione del red<strong>di</strong>to:<br />

(5) C = cwW + cpP<br />

dove<br />

cw è la propensione al consumo <strong>dei</strong> percettori <strong>di</strong> salario<br />

cp è la propensione al consumo <strong>dei</strong> percettori <strong>di</strong> profitto<br />

Dalle equazioni (1), (4) e (5) si ottiene:<br />

(6)<br />

I G CAB swW<br />

P <br />

s<br />

p<br />

dove sw è la propensione al risparmio <strong>dei</strong> percettori <strong>di</strong> salario (=1-cw) e sp è la propensione al<br />

risparmio <strong>dei</strong> percettori <strong>di</strong> profitto (=1-cp).<br />

Materiale per il Corso <strong>di</strong> <strong>Economia</strong> <strong>dei</strong> sistemi <strong>finanziari</strong> 3


Mario Tonveronachi<br />

Una variazione delle componenti autonome della domanda aggregata produce una variazione<br />

dello stesso segno nel red<strong>di</strong>to e nei profitti totali (equazioni 3 e 6); un aumento delle propensioni al<br />

consumo produce un aumento del red<strong>di</strong>to nazionale e <strong>dei</strong> profitti totali. La spiegazione <strong>di</strong> questi<br />

risultati si basa sulla costanza <strong>dei</strong> profitti per unità <strong>di</strong> prodotto, per cui all’aumentare del red<strong>di</strong>to<br />

nazionale aumentano anche in proporzione i profitti totali.<br />

L’impostazione keynesiana, seguita da Minsky, pone gli investimenti privati al centro della<br />

<strong>di</strong>namica economica. Un elemento caratteristico della teoria <strong>di</strong> Minsky è la formulazione <strong>di</strong> una<br />

teoria degli investimenti che pone in risalto gli aspetti <strong>finanziari</strong> legati alle loro decisioni.<br />

Secondo la formulazione tra<strong>di</strong>zionale, un investimento è profittevole se il valore attuale del flusso<br />

atteso <strong>dei</strong> suoi profitti Q è non inferiore al loro costo C, cioè:<br />

n Q j<br />

(7) Va<br />

C j<br />

( 1<br />

i)<br />

1<br />

La (7) può essere riscritta in termini unitari, cioè in termini del prezzo <strong>di</strong> domanda, pd, e del costo<br />

unitario dell'investimento, cioè del suo pezzo d’offerta, ps:<br />

n q j<br />

(8) pd<br />

p j<br />

( 1<br />

i)<br />

1<br />

s<br />

Ovvero il prezzo <strong>di</strong> domanda deve essere non inferiore al costo unitario dell’investimento.<br />

L'impostazione tra<strong>di</strong>zionalmente riportata nei libri <strong>di</strong> testo rende determinato il livello degli<br />

investimenti ipotizzando profitti unitari decrescenti e costi unitari crescenti al crescere del volume <strong>di</strong><br />

investimento, come è mostrato in fig. 1.<br />

Prezzo <strong>di</strong><br />

domanda<br />

Costo unitario<br />

dell’investimento<br />

Fig. 1<br />

Investimenti<br />

Materiale per il Corso <strong>di</strong> <strong>Economia</strong> <strong>dei</strong> sistemi <strong>finanziari</strong> 4


Mario Tonveronachi<br />

Minsky introduce il tema del finanziamento degli investimenti ipotizzando che l'impresa preferisca<br />

finanziarli ricorrendo in primo luogo a mezzi propri; si attinge a fonti esterne <strong>di</strong> finanziamento solo<br />

se sia conveniente un ammontare d’investimenti che eccede quelli finanziabili con fon<strong>di</strong> interni.<br />

In un dato momento l'impresa ha a sua <strong>di</strong>sposizione un ammontare K <strong>di</strong> fon<strong>di</strong> interni che, dato un<br />

prezzo d'offerta ps permettono <strong>di</strong> acquisire un volume fisico <strong>di</strong> investimenti pari a K/ps. Nella<br />

successiva figura 2, il valore <strong>di</strong> K corrisponde ad un ramo <strong>di</strong> iperbole equilatera nel piano<br />

prezzo/quantità. Per un dato prezzo d'offerta si deriva la quantità d'investimenti finanziabili con soli<br />

fon<strong>di</strong> interni, pari a Ii.<br />

Prezzo <strong>di</strong><br />

domanda<br />

Prezzo<br />

d’offerta<br />

I i<br />

Fon<strong>di</strong> interni<br />

Fig. 2<br />

Per rischio crescente valutato dall'impresa<br />

Investimenti totali<br />

Per rischio crescente<br />

valutato dai finanziatori<br />

Spread minimo<br />

Quantità <strong>di</strong> investimenti<br />

Ipotizziamo per semplicità che non esistano profitti unitari decrescenti né costi unitari crescenti, per<br />

cui il prezzo <strong>di</strong> domanda e il prezzo d'offerta non variano al variare della quantità fisica<br />

programmata degli investimenti. In questo caso, alla quantità Ii il prezzo <strong>di</strong> domanda eccede il<br />

prezzo d'offerta e la massimizzazione <strong>dei</strong> profitti spinge l'impresa a effettuare un volume superiore<br />

<strong>di</strong> investimenti. A tal fine occorre però ricorrere alla finanza esterna. Per un iniziale limitato volume<br />

d'investimenti il mercato <strong>finanziari</strong>o richiederà un tasso d'interesse correlato alla rischiosità<br />

dell'impresa, verosimilmente superiore al tasso <strong>di</strong> sconto (costo opportunità privo <strong>di</strong> costi <strong>di</strong><br />

agenzia) usato per il calcolo del prezzo <strong>di</strong> domanda. Volumi man mano superiori d’investimenti<br />

significano maggiori finanziamenti esterni, quin<strong>di</strong> un crescente grado d'indebitamento (leverage).<br />

Dato che quest'ultimo costituisce uno <strong>dei</strong> fattori considerati nel calcolo del rischio d'impresa da<br />

parte del mercato <strong>finanziari</strong>o, il tasso d'interesse richiesto è una funzione crescente del volume<br />

d'investimenti (a partire da Ii) in quanto correlato a un aumento della probabilità <strong>di</strong> per<strong>di</strong>ta in caso<br />

<strong>di</strong> fallimento dell'impresa (rischio crescente). Se consideriamo questo spread <strong>di</strong> rischio come un<br />

Materiale per il Corso <strong>di</strong> <strong>Economia</strong> <strong>dei</strong> sistemi <strong>finanziari</strong> 5


Mario Tonveronachi<br />

elemento aggiuntivo del costo dell'investimento e per semplicità grafica lo sommiamo al prezzo<br />

d'offerta, otteniamo una curva crescente del costo degli investimenti, dopo lo scalino dovuto<br />

all'applicazione dello spread minimo.<br />

Data l'avversione del management all'evento fallimento, il rischio <strong>di</strong> default viene considerato<br />

anche dall'impresa nella sua determinazione del prezzo <strong>di</strong> domanda. L'equazione per il prezzo <strong>di</strong><br />

domanda degli investimenti può essere riscritta considerando un fattore <strong>di</strong> sconto del rischio, r 1<br />

(equazione 9). Questo parametro <strong>di</strong>minuisce all'aumentare dell'indebitamento esterno, vale a <strong>di</strong>re<br />

della probabilità <strong>di</strong> fallimento. Ne risulta che il prezzo <strong>di</strong> domanda, al netto del rischio, <strong>di</strong>minuisce<br />

all'aumentare del volume degli investimenti.<br />

n q j<br />

(9) pd<br />

r j<br />

( 1<br />

i)<br />

1<br />

La figura 2 mostra che il volume <strong>di</strong> investimenti <strong>di</strong>pende da fattori:<br />

Aspettative <strong>di</strong> profitti futuri<br />

Tra<strong>di</strong>zionali Tasso <strong>di</strong> sconto<br />

Prezzo d'offerta<br />

Prezzo <strong>di</strong> domanda<br />

Fon<strong>di</strong> interni<br />

Non tra<strong>di</strong>zionali Valutazione del rischio crescente da parte del mercato <strong>finanziari</strong>o<br />

Valutazione del rischio crescente da parte dell'impresa<br />

Dato che i fon<strong>di</strong> interni derivano dall'accumulo <strong>dei</strong> risparmi d'impresa, che sono a loro volta una<br />

quota <strong>dei</strong> profitti realizzati, essi costituiscono il collegamento sequenziale tra le decisioni<br />

d’investimento e la generazione <strong>dei</strong> profitti. Ovvero, un maggior volume <strong>di</strong> investimenti a livello<br />

aggregato produce un aumento del red<strong>di</strong>to nazionale e <strong>dei</strong> profitti totali; l’accumularsi nel tempo <strong>di</strong><br />

maggiori profitti aumenta lo stock <strong>dei</strong> fon<strong>di</strong> interni delle imprese, spostando la curva K verso<br />

destra, producendo quin<strong>di</strong> maggiori investimenti. Nel tempo si assiste quin<strong>di</strong> a un processo che si<br />

autoalimenta, per cui qualsiasi causa che aumenti il red<strong>di</strong>to o gli investimenti mette in moto un<br />

processo cumulativo verso l’alto; e viceversa.<br />

Materiale per il Corso <strong>di</strong> <strong>Economia</strong> <strong>dei</strong> sistemi <strong>finanziari</strong> 6


Mario Tonveronachi<br />

Il processo <strong>di</strong>namico può iniziarsi per cause <strong>di</strong>verse, tutte da ricondurre alla generazione del<br />

red<strong>di</strong>to e delle decisioni d’investimento. Migliori aspettative sui cash flows futuri, minori tassi<br />

d’interesse risk-free, migliori aspettative <strong>di</strong> solvibilità che abbassino gli spread <strong>di</strong> rischio, agiscono<br />

tutti <strong>di</strong>rettamente sulla red<strong>di</strong>tività degli investimenti tramite i prezzi <strong>di</strong> domanda e <strong>di</strong> offerta.<br />

Anche l’accumularsi nel tempo <strong>di</strong> fon<strong>di</strong> interni conduce a un aumento degli investimenti.<br />

Come causa principale della <strong>di</strong>namica economica l’accento è stato fin qui posto sulle decisioni<br />

d’investimento. La domanda per consumi privati è rimasta passiva, con la propensione me<strong>di</strong>a al<br />

consumo, riferita al red<strong>di</strong>to corrente, funzione della sola <strong>di</strong>stribuzione del red<strong>di</strong>to. Sappiamo però<br />

che i consumi <strong>di</strong>pendono da fattori più complessi che non il red<strong>di</strong>to corrente, quali la ricchezza,<br />

reale e <strong>finanziari</strong>a, e i vincoli <strong>di</strong> liqui<strong>di</strong>tà. Se la crescita trainata dagli investimenti si associa a<br />

migliori prospettive future <strong>di</strong> red<strong>di</strong>tività delle attività <strong>finanziari</strong>e, aumenta il valore <strong>di</strong> quest’ultime e<br />

quin<strong>di</strong> la ricchezza <strong>finanziari</strong>a percepita dalle famiglie. Sovente a fasi <strong>di</strong> crescita reale si associano<br />

anche aumenti del valore della ricchezza reale, in particolare del prezzo delle abitazioni. Il vincolo<br />

<strong>di</strong> liqui<strong>di</strong>tà, ovvero il limite alla capacità <strong>di</strong> indebitamento delle famiglie, <strong>di</strong>minuisce sia per<br />

l’aumento della ricchezza, che può essere usata come garanzia, sia per la percezione <strong>di</strong> minore<br />

rischiosità che accompagna le fasi <strong>di</strong> espansione. Questi tre elementi possono quin<strong>di</strong> dare una<br />

spinta significativa alla propensione al consumo, misurata in termini <strong>di</strong> red<strong>di</strong>to corrente, e<br />

costituiscono pertanto un fattore che rafforza la crescita prodotta dagli investimenti. Considerazioni<br />

simmetriche valgono per le fasi <strong>di</strong>scendenti della crescita economica.<br />

Si ricorda che tra le componenti della domanda aggregata figura anche il saldo delle partite<br />

correnti della bilancia <strong>dei</strong> pagamenti. In quanto gli investimenti producano nel tempo un aumento<br />

dell’efficienza produttiva, essi possono anche aumentare la competitività dell’economia verso<br />

l’estero e migliorare quin<strong>di</strong> la componente estera della domanda aggregata. Siamo allora in<br />

presenza <strong>di</strong> un ulteriore elemento che spinge nella stessa <strong>di</strong>rezione impressa dagli investimenti.<br />

Un risultato rilevante <strong>di</strong> questa teoria è che il sistema tende a muoversi cumulativamente verso<br />

l'alto o verso il basso. Il sistema presenta quin<strong>di</strong> un'instabilità intrinseca. Ci riferiremo a questa<br />

come <strong>di</strong>namica minskyana.<br />

Veniamo quin<strong>di</strong> al ruolo della terza componente della domanda aggregata, i consumi pubblici.<br />

Come si esprime Minsky, un big government, cioè un’elevata spesa pubblica, limita la caduta alla<br />

quale può essere sottoposta la domanda aggregata (nel caso che cadano gli investimenti e/o le<br />

esportazioni al netto delle importazioni). Essa tiene quin<strong>di</strong> alto il livello <strong>di</strong> soglia minima <strong>dei</strong> profitti<br />

totali e pone quin<strong>di</strong> un freno alla <strong>di</strong>scesa degli investimenti e del red<strong>di</strong>to nazionale. Inoltre,<br />

Materiale per il Corso <strong>di</strong> <strong>Economia</strong> <strong>dei</strong> sistemi <strong>finanziari</strong> 7


Mario Tonveronachi<br />

tempestive politiche fiscali anticicliche possono impe<strong>di</strong>re il verificarsi <strong>di</strong> crisi profonde dato che<br />

quelle politiche sostengono non solo la domanda aggregata, ma anche i profitti delle imprese e<br />

loro tramite il volume degli investimenti.<br />

Infine il ruolo svolto dalla politica monetaria. Si è già visto come nel fissare i tassi <strong>di</strong> riferimento e<br />

nel fornire al sistema segnali <strong>di</strong> una sua funzione <strong>di</strong> reazione tesa a non permettere crisi generali <strong>di</strong><br />

liqui<strong>di</strong>tà (funzione <strong>di</strong> prestatore <strong>di</strong> ultima istanza) essa possa essere utilizzata per contrastare<br />

situazioni <strong>di</strong> stress <strong>finanziari</strong>o che potrebbero condurre a crisi <strong>finanziari</strong>e e reali.<br />

2. La teoria della fragilità <strong>finanziari</strong>a<br />

Ci si è fin qui concentrati sugli elementi <strong>di</strong> rischio derivanti dall’indebitamento che le imprese<br />

assumono per finanziare gli investimenti. Il prossimo passo è <strong>di</strong> seguire Minsky in un’analisi che<br />

amplia sia le tipologie <strong>di</strong> unità economiche considerate, sia l’analisi <strong>dei</strong> rischi cui sono soggette.<br />

Minsky parte dal definire le caratteristiche <strong>di</strong> ciò che chiama 'posizione' <strong>di</strong> un'unità economica. In<br />

un dato momento, un’unità economica si caratterizza per ciò che ere<strong>di</strong>ta dal passato, che<br />

sinteticamente possiamo rappresentare da un lato con le dotazioni <strong>di</strong> capitale fisico, <strong>finanziari</strong>o e<br />

immateriale e dall'altro con i vincoli contrattuali assunti, cioè una determinata struttura debitoria. Le<br />

varie forme <strong>di</strong> capitale sono la sorgente <strong>dei</strong> flussi <strong>di</strong> cassa netti (cash flow) attesi per il futuro<br />

(red<strong>di</strong>ti al netto <strong>dei</strong> costi <strong>di</strong> sostentamento della posizione), mentre la struttura debitoria è fonte <strong>di</strong><br />

uscite <strong>finanziari</strong>e determinate dalle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> servizio del debito stesso.<br />

Una famiglia, un'impresa, un interme<strong>di</strong>ario <strong>finanziari</strong>o, lo Stato e un intero Paese possono essere<br />

analizzati in termini delle loro posizioni; <strong>di</strong>fferenti saranno per ciascuno gli elementi dai quali<br />

ricavano i red<strong>di</strong>ti presenti e futuri e la struttura degli esborsi, relativi in particolare al servizio del<br />

debito. Ad esempio, una famiglia si presenta in un certo momento con una data caratterizzazione<br />

in termini <strong>di</strong> capitale umano, dal quale derivano sia parte del red<strong>di</strong>to corrente, sia le aspettative sui<br />

red<strong>di</strong>ti futuri; con dati stock <strong>di</strong> ricchezza reale e <strong>finanziari</strong>a, anch'essi fonte <strong>di</strong> red<strong>di</strong>ti; con date<br />

situazioni debitorie (ad esempio un mutuo acceso nel passato per l'acquisto dell'abitazione), fonte<br />

<strong>di</strong> esborsi <strong>finanziari</strong> presenti e futuri.<br />

Particolare è la posizione dello Stato che è in grado <strong>di</strong> variare le proprie entrate per mezzo della<br />

tassazione. Si consideri comunque che esistono limiti alla effettiva esigibilità delle imposte e che<br />

strette fiscali possono determinare rallentamenti dell’attività economica e per questa via produrre<br />

entrate inferiori a quelle programmate.<br />

Materiale per il Corso <strong>di</strong> <strong>Economia</strong> <strong>dei</strong> sistemi <strong>finanziari</strong> 8


Mario Tonveronachi<br />

Si noti che le varie forme <strong>di</strong> capitale e <strong>di</strong> debito possiedono gra<strong>di</strong> <strong>di</strong>versi <strong>di</strong> rigi<strong>di</strong>tà. Se a un<br />

estremo troviamo la non commerciabilità del capitale umano, spesso le decisioni prese nel passato<br />

sulle altre componenti della ricchezza e sul debito possono essere riviste e cambiate solo<br />

affrontando costi <strong>di</strong> transazione e rischi <strong>di</strong> liquidazione. Questo restringe l’insieme delle azioni che<br />

una posizione può trovare conveniente perseguire quando affronta la necessità <strong>di</strong> variare i risultati<br />

presenti e futuri.<br />

Partiamo da un’identità stilizzata <strong>dei</strong> flussi in entrata e uscita <strong>di</strong> un’impresa non <strong>finanziari</strong>a in un<br />

qualsiasi periodo t.<br />

(10)<br />

Y t t<br />

O YF<br />

it<br />

Dt1<br />

AD r K AF<br />

K<br />

D<br />

t<br />

t<br />

t<br />

t<br />

Materiale per il Corso <strong>di</strong> <strong>Economia</strong> <strong>dei</strong> sistemi <strong>finanziari</strong> 9<br />

t<br />

dove: YO e YF sono rispettivamente i red<strong>di</strong>ti operativi e i red<strong>di</strong>ti <strong>finanziari</strong> al netto <strong>dei</strong> costi <strong>di</strong> mantenimento<br />

della posizione; i è il tasso d’interesse me<strong>di</strong>o sul debito; D è il debito; AD il debito in scadenza; r il tasso <strong>di</strong><br />

remunerazione del patrimonio; K il patrimonio; AF attivi <strong>finanziari</strong>.<br />

L’identità (10) mostra che eventuali surplus o deficit <strong>dei</strong> red<strong>di</strong>ti rispetto alle uscite <strong>finanziari</strong>e si<br />

accompagnano a variazioni in una o più delle grandezze stock, cioè delle attività <strong>finanziari</strong>e, del<br />

patrimonio e del debito. Se si realizza un surplus, questo può essere utilizzato per aumentare il<br />

capitale <strong>finanziari</strong>o, per riacquisti <strong>di</strong> capitale o per <strong>di</strong>minuire il debito. Se si verificano deficit, il gap<br />

<strong>di</strong> liqui<strong>di</strong>tà è coperto dalla ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> attivi <strong>finanziari</strong> e/o da aumenti del capitale e/o del debito.<br />

Per famiglie e Stato, che sono unità che non si finanziano raccogliendo capitale, i termini ∆K e rK<br />

sono assenti e un surplus o un deficit si traduce in variazioni del capitale <strong>finanziari</strong>o e/o del debito.<br />

Considerando le sue caratteristiche operative, la posizione semplificata <strong>di</strong> una banca può essere<br />

espressa come:<br />

(10 bis)<br />

Y t<br />

t<br />

I YNI<br />

it<br />

Dt1<br />

r K<br />

t<br />

t<br />

AF<br />

K<br />

D<br />

t<br />

t<br />

t<br />

dove YI e YNI sono rispettivamente i red<strong>di</strong>ti da interesse e i red<strong>di</strong>ti non interest (ricavi netti da<br />

servizi, ecc.) al netto <strong>dei</strong> costi operativi e delle per<strong>di</strong>te attese. Il ripagamento del debito in scadenza<br />

non compare dato che il rinnovo del debito è caratteristica specifica dell’interme<strong>di</strong>azione bancaria.<br />

Per esplicitare i possibili surplus o deficit <strong>di</strong> liqui<strong>di</strong>tà associati alla formazione interna <strong>di</strong> risorse<br />

esclu<strong>di</strong>amo dalla (10) i conseguenti aggiustamenti esterni alla posizione, consistenti in variazioni<br />

del debito e del capitale. L’identità (10) si trasforma così nella <strong>di</strong>suguaglianza (11), dove L<br />

rappresenta un flusso positivo derivante dalla eventuale liquidazione <strong>di</strong> parte dello stock <strong>di</strong> capitale<br />

<strong>finanziari</strong>o.<br />

t


(11) Y L<br />

i D AD t 1,<br />

..., n<br />

Y F t t t1<br />

t<br />

Ot t<br />

Mario Tonveronachi<br />

La (11) è applicabile anche a famiglie e stato, ovviamente attribuendo ai red<strong>di</strong>ti operativi e<br />

<strong>finanziari</strong> i significati specifici all’unità economica. Per una banca, la (10 bis) si trasforma in:<br />

(11 bis) Y L<br />

i D t 1,<br />

..., n<br />

Y NI t t t1<br />

It t<br />

Per valutare una posizione occorre assumere una visione prospettica, che può essere<br />

schematicamente rappresentata in termini <strong>di</strong> una successione <strong>di</strong> perio<strong>di</strong> futuri entro un dato<br />

orizzonte temporale (t = 1, …, n). Le variabili contenute nelle (11) e (11bis) rappresentano quin<strong>di</strong><br />

valori attesi per ognuno <strong>dei</strong> perio<strong>di</strong> futuri.<br />

L’equazione (11) esprime un misto <strong>di</strong> aspettative e <strong>di</strong> pianificazione. In genere la posizione è<br />

strutturata in modo che i red<strong>di</strong>ti futuri attesi eccedano il servizio del debito, lasciando così un<br />

surplus che rappresenta i profitti (per un’impresa) o i risparmi (per una famiglia). Può anche darsi il<br />

caso che si preveda fin dal momento iniziale che in alcuni perio<strong>di</strong> futuri i red<strong>di</strong>ti saranno<br />

insufficienti a servire il debito; per quei perio<strong>di</strong> si viene a produrre in conseguenza un deficit <strong>di</strong><br />

liqui<strong>di</strong>tà che si può programmare <strong>di</strong> poter colmare, in tutto o in parte, attingendo alle attività<br />

<strong>finanziari</strong>e che l’unità ha costituito nel tempo anche in vista <strong>di</strong> tali circostanze. Se comunque<br />

residuerà un deficit <strong>di</strong> liqui<strong>di</strong>tà l’unità economica dovrà ricorrere a nuovi finanziamenti,<br />

aggiungendo così nuovo debito a quello ere<strong>di</strong>tato dal passato (e/o raccogliendo nuovo capitale per<br />

le imprese e le banche).<br />

Per valutare la red<strong>di</strong>tività e solvibilità della posizione si parte da una stima del valore economico<br />

del patrimonio, in termini del valore attuale <strong>dei</strong> red<strong>di</strong>ti futuri attesi, degli attivi <strong>finanziari</strong> esistenti al<br />

netto del valore attuale <strong>dei</strong> loro eventuali smobilizzi futuri e del valore attuale del debito:<br />

(12) ( Y ) AF V<br />

( L)<br />

V<br />

( D)<br />

Patrimonio<br />

Va a<br />

a<br />

dove l’operatore Va in<strong>di</strong>ca il valore attuale. La posizione è solvibile se il valore del patrimonio è<br />

positivo. Questo calcolo prospettico si <strong>di</strong>fferenzia da quello basato sul valore contabile del<br />

patrimonio esistente. Mentre il primo tende a valutare i fattori da cui <strong>di</strong>pende la solvibilità <strong>di</strong> me<strong>di</strong>olungo<br />

termine, il secondo registra la situazione in corso ed è più significativo per la valutazione<br />

della ripartizione delle per<strong>di</strong>te tra azionisti e cre<strong>di</strong>tori in una procedura fallimentare.<br />

Materiale per il Corso <strong>di</strong> <strong>Economia</strong> <strong>dei</strong> sistemi <strong>finanziari</strong> 10


Mario Tonveronachi<br />

Cruciale per Minsky è il riferimento a con<strong>di</strong>zioni d’incertezza i<strong>di</strong>osincratica e sistemica. Ciò significa<br />

che le parti in causa sanno che le aspettative sui flussi <strong>di</strong> cassa, sul valore degli attivi liqui<strong>di</strong> e sul<br />

servizio del debito - sui quali si fonda il calcolo prospettico <strong>di</strong> solvibilità della posizione - potranno<br />

non venire convalidati (per il meglio o per il peggio) dai risultati che si otterranno nel futuro, così<br />

come i risultati o<strong>di</strong>erni possono non convalidare le aspettative che in passato hanno condotto a<br />

prendere le decisioni che si sono incorporate nell’attuale struttura dell’attivo e del passivo. Il<br />

concetto <strong>di</strong> convalida si riferisce a risultati che sono sostanzialmente in linea con quelli attesi, sui<br />

quali si sono basate nel passato le decisioni sull’accumulazione degli stock delle varie forme <strong>di</strong><br />

capitale. La mancata convalida delle aspettative in un periodo può essere <strong>di</strong> valore tale da<br />

generare un <strong>di</strong>fetto <strong>di</strong> liqui<strong>di</strong>tà non colmabile smobilizzando gli attivi liqui<strong>di</strong>, richiedendo quin<strong>di</strong> un<br />

ricorso al mercato <strong>finanziari</strong>o per contrarre nuovo debito o raccogliere nuovo capitale. Il costo<br />

dell’operazione <strong>di</strong>pende dai tassi d’interesse o dalla valutazione <strong>di</strong> mercato dell’impresa, vigenti al<br />

momento. In entrambi i casi aumentano le uscite future con conseguenze negative sui relativi flussi<br />

netti.<br />

L’incertezza sui valori attesi richiede <strong>di</strong> considerare i downside risks. A tale scopo, si può in primo<br />

luogo tener conto della variabilità storica, sottraendo dai valori attesi <strong>dei</strong> red<strong>di</strong>ti e della liqui<strong>di</strong>tà e<br />

aggiungendo al tasso d’interesse sul debito un multiplo delle relative deviazioni standard.<br />

Nell’ottica <strong>di</strong> Minsky, i valori attesi e quei moltiplicatori sono il risultato delle valutazioni convergenti<br />

tra prestatore e debitore al momento del perfezionamento del contratto <strong>di</strong> debito. Riaggiustando i<br />

termini per isolare il servizio del debito, le (11) e (11 bis) <strong>di</strong>vengono pertanto:<br />

(13) ( ) ( Y <br />

) (<br />

L ) ( i ) D 1 AD t 1,...,<br />

n<br />

YO <br />

t O Ft<br />

F<br />

t L t i t<br />

t<br />

(13 bis) ( ) ( Y <br />

) (<br />

L ) ( r ) D 1 t 1,...,<br />

n<br />

YI <br />

t I NIt<br />

NI<br />

t L t r t<br />

dove i rappresentano la deviazione standard ed i moltiplicatori φ, η, ρ e λ sono maggiori<br />

dell’unità e proporzionali al grado <strong>di</strong> fiducia nella stima.<br />

Una valutazione prudenziale del patrimonio può allora essere condotta in base al valore attuale<br />

delle grandezze attese al netto <strong>dei</strong> downside risks.<br />

(14) Y AF V<br />

L<br />

V<br />

D)<br />

Valutazione<br />

prudenziale<br />

del patrimonio<br />

~<br />

~<br />

~<br />

( ) ( ) (<br />

Va a<br />

a<br />

dove la tilde in<strong>di</strong>ca che la grandezza è al netto della variabilità storica<br />

Materiale per il Corso <strong>di</strong> <strong>Economia</strong> <strong>dei</strong> sistemi <strong>finanziari</strong> 11


Mario Tonveronachi<br />

Il prossimo passo è quello <strong>di</strong> introdurre il concetto <strong>di</strong> margine <strong>di</strong> sicurezza. Tenendo conto che<br />

anche al netto della variabilità passata i calcoli circa il futuro potrebbero non venire convalidati, il<br />

margine <strong>di</strong> sicurezza misura la <strong>di</strong>stanza che separa quei calcoli dai valori che azzerano il<br />

patrimonio. Dal punto <strong>di</strong> vista del cre<strong>di</strong>tore si tratta <strong>di</strong> calcolare quanto margine esiste prima che il<br />

debitore incontri <strong>di</strong>fficoltà nel servizio del debito. Quin<strong>di</strong>:<br />

(15) )<br />

~<br />

~<br />

~<br />

( 1<br />

)[ V ( Y ) AF V<br />

( L)]<br />

V ( D<br />

MS a<br />

a<br />

a<br />

Dove il margine <strong>di</strong> sicurezza, MS, è < 1.<br />

A parità <strong>di</strong> rischi assunti, il merito <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>to <strong>di</strong> una posizione è funzione del suo margine <strong>di</strong><br />

sicurezza. Se questo è esiguo, un piccolo scostamento rispetto ai valori attesi al netto della<br />

variabilità storica è sufficiente per condurre all’insolvenza.<br />

In questo contesto il grado <strong>di</strong> indebitamento (leverage) <strong>di</strong> cui abbiamo <strong>di</strong>scusso a proposito della<br />

<strong>di</strong>namica minskyana è rilevante per due motivi. In primo luogo, maggiore è l’indebitamento,<br />

maggiore è la sensibilità del valore della posizione a cambiamenti del costo <strong>di</strong> finanziamento. In<br />

secondo luogo, la rischiosità avvertita dai cre<strong>di</strong>tori è anche funzione della percentuale <strong>di</strong><br />

ripagamento <strong>dei</strong> debiti in caso <strong>di</strong> fallimento, che <strong>di</strong>minuisce all’aumentare della leva <strong>finanziari</strong>a. A<br />

parità <strong>di</strong> altre con<strong>di</strong>zioni, ex ante il margine <strong>di</strong> sicurezza e la leva <strong>finanziari</strong>a sono collegati:<br />

maggiore la leva, maggiore la per<strong>di</strong>ta potenziale per i cre<strong>di</strong>tori, per cui maggiore è il tasso<br />

d’interesse richiesto per il finanziamento; ne deriva un maggior valore attuale del debito e un<br />

minore margine <strong>di</strong> sicurezza.<br />

Fin qui il margine <strong>di</strong> sicurezza ex ante, cioè quello che, data la struttura <strong>finanziari</strong>a della posizione,<br />

risulta dalle aspettative, cioè dalla stima <strong>dei</strong> futuri flussi <strong>di</strong> cassa. Nel trascorrere del tempo le<br />

aspettative su quei flussi si confrontano con i risultati. Essi possono convalidare le aspettative o<br />

rivelarsi significativamente migliori o peggiori <strong>di</strong> quanto atteso. Se con lo svolgersi <strong>dei</strong> perio<strong>di</strong> la<br />

posizione vede convalidate le aspettative me<strong>di</strong>e sui flussi <strong>di</strong> cassa, essa beneficerà <strong>di</strong> un eccesso<br />

cumulativo <strong>di</strong> red<strong>di</strong>ti rispetto alle necessità del servizio del debito in misura proporzionata ai<br />

parametri <strong>di</strong> sconto della variabilità passata e all’ampiezza del margine <strong>di</strong> sicurezza; ne consegue<br />

che essa accumulerà surplus <strong>finanziari</strong>. Per le imprese questi surplus saranno utilizzati per<br />

remunerare il capitale e per accumulare fon<strong>di</strong> interni; per le famiglie costituiscono liqui<strong>di</strong>tà che può<br />

aggiungersi ai risparmi e/o dar luogo a maggiore spesa.<br />

Quanto più i risultati eccedono le attese, tanto più quei surplus <strong>finanziari</strong> permettono all’unità <strong>di</strong><br />

rafforzare la propria struttura <strong>finanziari</strong>a (ad esempio <strong>di</strong>minuendo il suo indebitamento) o <strong>di</strong><br />

Materiale per il Corso <strong>di</strong> <strong>Economia</strong> <strong>dei</strong> sistemi <strong>finanziari</strong> 12


Mario Tonveronachi<br />

acquisire nuove attività, in parte anche assumendo nuovo debito per valori che possono lasciare<br />

inalterata la valutazione iniziale del suo margine <strong>di</strong> sicurezza complessivo. La relazione tra profitti<br />

crescenti, accumulo <strong>di</strong> fon<strong>di</strong> interni, maggiori investimenti delle imprese e maggiore crescita<br />

economica che abbiamo analizzato nella <strong>di</strong>namica minskyana costituisce a livello aggregato il<br />

risultato <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zioni che convalidano o più che convalidano le aspettative iniziali <strong>di</strong> quelle unità<br />

economiche. Analoghi effetti positivi si hanno se le famiglie ottengono risultati in eccesso rispetto<br />

alle aspettative.<br />

Se al contrario in uno o più perio<strong>di</strong> futuri la posizione non convalida le proprie aspettative in una<br />

misura in cui i flussi <strong>di</strong> cassa e la liqui<strong>di</strong>tà <strong>di</strong>sponibile risultano inferiori al servizio del debito, essa si<br />

vede obbligata ad assumere nuovo debito. Questa situazione non prevista <strong>di</strong> illiqui<strong>di</strong>tà può<br />

trasformarsi in insolvenza se l’aggiunta <strong>di</strong> debito e i costi ad esso associati (cioè il tasso<br />

d’interesse del momento) sono tali che i nuovi valori attuali <strong>dei</strong> red<strong>di</strong>ti e della liqui<strong>di</strong>tà <strong>di</strong>vengono<br />

inferiori al nuovo valore attuale del debito. 2 L’ampiezza del margine <strong>di</strong> sicurezza ex ante risulta<br />

quin<strong>di</strong> cruciale per ridurre la probabilità <strong>di</strong> una futura insolvenza. La non convalida delle aspettative<br />

indebolisce comunque la struttura <strong>finanziari</strong>a e peggiora i risultati economici dell’unità anche per il<br />

futuro. Se un consistente livello del margine <strong>di</strong> sicurezza può scongiurare l’insolvenza della<br />

posizione, il suo indebolimento conduce però a ridurre significativamente i surplus <strong>finanziari</strong>, quin<strong>di</strong><br />

la capacità <strong>di</strong> nuovo indebitamento e <strong>di</strong> spesa. A livello aggregato ciò corrisponde a ridurre la<br />

crescita dell’economia e, al limite, a innescare fasi <strong>di</strong> recessione (crescita bassa o negativa).<br />

In sostanza, il margine <strong>di</strong> sicurezza costituisce un primo in<strong>di</strong>catore della fragilità <strong>finanziari</strong>a <strong>di</strong> una<br />

posizione. Un secondo e rilevante fattore riguarda la struttura <strong>finanziari</strong>a della posizione. A questo<br />

proposito Minsky <strong>di</strong>stingue tra posizioni coperte, speculative e Ponzi (o ultraspeculative).<br />

Posizioni coperte (hedge positions)<br />

Una posizione è coperta quando è soggetta a rischi operativi, relativi alla variabilità <strong>dei</strong> risultati<br />

operativi, ma non a rischi <strong>finanziari</strong>.<br />

Affinché i rischi <strong>finanziari</strong> siano assenti occorre che siano sod<strong>di</strong>sfatte due con<strong>di</strong>zioni:<br />

1. I valori <strong>di</strong> Yf, r e L non devono variare e devono quin<strong>di</strong> essere predeterminati: per Yf e r questo<br />

significa che l’unità è entrata in contratti con tassi d’interesse fissi; per L dobbiamo supporre esse<br />

siano composte da attività, come la moneta e i depositi bancari, il cui valore <strong>di</strong> realizzo non<br />

<strong>di</strong>pende dai prezzi <strong>dei</strong> mercati secondari.<br />

2 E’ quin<strong>di</strong> evidente l’importanza <strong>di</strong> detenere extra-liqui<strong>di</strong>tà o la possibilità, in genere garantita alle banche, <strong>di</strong><br />

accedere alla liqui<strong>di</strong>tà primaria a prezzi non troppo punitivi.<br />

Materiale per il Corso <strong>di</strong> <strong>Economia</strong> <strong>dei</strong> sistemi <strong>finanziari</strong> 13


Mario Tonveronachi<br />

2. In ogni periodo futuro ci si aspetta che i red<strong>di</strong>ti attesi e la <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> liqui<strong>di</strong>tà siano sempre<br />

sufficienti per servire il debito.<br />

Per un’impresa si può quin<strong>di</strong> scrivere:<br />

(16) ( ) Y<br />

F L<br />

t it<br />

D 1 ADt<br />

t 1,..., n<br />

YOt O<br />

t <br />

t<br />

dove la barra in<strong>di</strong>ca valori predeterminati. L’incertezza, e quin<strong>di</strong> il rischio <strong>di</strong> convalida della<br />

posizione, si riferisce in questo caso ai soli red<strong>di</strong>ti operativi YO. Espressioni analoghe si ricavano<br />

per le altre tipologie <strong>di</strong> unità economiche.<br />

Se in ciascun periodo futuro le aspettative sul red<strong>di</strong>to operativo si realizzano, non si formano deficit<br />

<strong>di</strong> liqui<strong>di</strong>tà e la posizione non sarà obbligata a cercare nuovi finanziamenti. Ex ante ci si attende<br />

che non sarà necessario in futuro assumere nuovo debito per cui, anche considerando che le<br />

variabili <strong>finanziari</strong>e sono predeterminate, la posizione non sarà soggetta a rischi <strong>finanziari</strong>. Una<br />

posizione coperta è quin<strong>di</strong> programmata per essere oltre che solvibile, anche liquida in ogni<br />

periodo futuro.<br />

Come si è visto <strong>di</strong>scutendo delle posizioni in generale, la mancata convalida delle aspettative può<br />

generare illiqui<strong>di</strong>tà o al limite insolvenza. Nel caso delle posizioni coperte la mancata convalida<br />

riguardo solo il flusso <strong>dei</strong> red<strong>di</strong>ti netti attesi dato che le altre variabili sono bloccate su valori<br />

predeterminati. La fragilità <strong>di</strong> una posizione coperta si misura quin<strong>di</strong> per mezzo del suo margine <strong>di</strong><br />

sicurezza.<br />

Posizioni speculative (speculative positions)<br />

Una posizione speculativa è soggetta a rischi operativi e <strong>finanziari</strong>. Per essere significativi i rischi<br />

<strong>finanziari</strong> devono essere, in valore e natura, tali da generare insolvenza.<br />

Per convenienza espositiva consideriamo due casi. Si ha il primo caso quando i valori <strong>di</strong> Yf, r e L<br />

non sono predeterminati, e possono quin<strong>di</strong> variare al variare delle con<strong>di</strong>zioni <strong>dei</strong> mercati <strong>finanziari</strong>.<br />

È questo il caso <strong>di</strong> attivi <strong>finanziari</strong> con ren<strong>di</strong>menti variabili, <strong>di</strong> liqui<strong>di</strong>tà detenuta in strumenti con<br />

prezzi <strong>di</strong> realizzo variabili e <strong>di</strong> un debito con tasso d’interesse in<strong>di</strong>cizzato (o <strong>di</strong> debito a breve<br />

termine). Il secondo caso si ha quando la posizione è programmata fin dall’inizio con un deficit <strong>di</strong><br />

liqui<strong>di</strong>tà in alcuni, pochi, perio<strong>di</strong>. In entrambi i casi la <strong>di</strong>pendenza della liqui<strong>di</strong>tà e della solvibilità<br />

della posizione dalle aspettative si estendono anche alle variabili <strong>finanziari</strong>e. Ve<strong>di</strong>amo in dettaglio.<br />

Materiale per il Corso <strong>di</strong> <strong>Economia</strong> <strong>dei</strong> sistemi <strong>finanziari</strong> 14


Mario Tonveronachi<br />

Se la posizione assume rischi <strong>finanziari</strong> come conseguenza della variabilità <strong>di</strong> Yf, L e i, torniamo<br />

all’equazione 13 dove però il saldo atteso in ogni periodo futuro è non negativo:<br />

(13) ( Y ) ( Y <br />

) (<br />

L ) ( i ) D 1 AD t 1,..., n<br />

O <br />

t O Ft<br />

F<br />

t L t i t t<br />

La <strong>di</strong>fferenza rispetto a una posizione coperta sta nel fatto che ora la non convalida delle<br />

aspettative può derivare anche dall’andamento delle variabili <strong>finanziari</strong>e. Si noti che le banche,<br />

assumendo tipicamente rischi <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>to, <strong>di</strong> mercato e <strong>di</strong> fun<strong>di</strong>ng, si trovano strutturalmente in<br />

posizione speculativa.<br />

La seconda tipologia <strong>di</strong> posizione speculativa, pur ipotizzando valori predeterminati <strong>di</strong> YF, L e i, è<br />

programmata fin dall’inizio con un deficit <strong>di</strong> liqui<strong>di</strong>tà in alcuni perio<strong>di</strong> futuri. Minsky parla <strong>di</strong> pochi<br />

perio<strong>di</strong> iniziali, com’è per molti investimenti industriali che nella fase iniziale non producono red<strong>di</strong>ti<br />

netti positivi. Nei perio<strong>di</strong> successivi i red<strong>di</strong>ti netti attesi sono superiori al servizio del debito.<br />

Possiamo quin<strong>di</strong> scrivere:<br />

(17)<br />

( YO O)<br />

Y Ft<br />

L<br />

t1<br />

it<br />

Dt1<br />

ADt<br />

t 1,..., d<br />

t <br />

( YO O)<br />

Y Ft<br />

L<br />

t1<br />

( it<br />

i ) Dt1<br />

ADt<br />

t d 1,...,<br />

n<br />

t<br />

Il deficit <strong>di</strong> liqui<strong>di</strong>tà <strong>dei</strong> primi perio<strong>di</strong> obbliga l’unità a tornare sul mercato <strong>finanziari</strong>o per ottenere<br />

nuovi fon<strong>di</strong>, il cui ammontare <strong>di</strong>penderà anche dai valori nel frattempo realizzati <strong>dei</strong> flussi <strong>di</strong> cassa<br />

e dai costi effettivi dell’investimento. Dato che le con<strong>di</strong>zioni alle quali si assume il nuovo debito<br />

influenzano i pagamenti futuri per il servizio del nuovo valore del debito, il tasso me<strong>di</strong>o d’interesse<br />

per i successivi perio<strong>di</strong> (d+1, … n) non è più predeterminato, come non lo è AD data la <strong>di</strong>pendenza<br />

del debito dalla precedente realizzazione <strong>dei</strong> flussi <strong>di</strong> cassa. Eventuali tassi d’interesse<br />

significativamente superiori ai valori inizialmente attesi (sui quali la posizione è stata strutturata),<br />

un aumento non previsto <strong>dei</strong> costi d’investimento o un allungamento non previsto del periodo con<br />

deficit <strong>finanziari</strong>o possono trasformare la prevista illiqui<strong>di</strong>tà temporanea in insolvenza. Un esempio<br />

<strong>di</strong> questo tipo <strong>di</strong> posizione speculativa è dato dalla costruzione <strong>di</strong> centrali termonucleari:<br />

… nuclear plants cost a lot to build but are relatively cheap to run, unlike gas-fired ones, for<br />

which the reverse is true. So to be profitable they must be built quickly, to minimise the period<br />

when no revenue is coming in and interest payments are piling up on construction loans. Yet<br />

America’s previous generation of nuclear plants was plagued by safety scares, design<br />

revisions and time-consuming regulatory procedures, which resulted in ruinously protracted<br />

construction. (The Economist, 8 September 2007, p. 66)<br />

Materiale per il Corso <strong>di</strong> <strong>Economia</strong> <strong>dei</strong> sistemi <strong>finanziari</strong> 15


Mario Tonveronachi<br />

Un secondo esempio, al quale Minsky attribuisce giustamente forte rilievo, è quello <strong>di</strong> una<br />

posizione caratterizzata da debito <strong>di</strong> breve termine che è in grado <strong>di</strong> servire solo per la parte del<br />

pagamento degli interessi; il debito deve quin<strong>di</strong> essere necessariamente rinnovato alle con<strong>di</strong>zioni<br />

esistenti nei mercati.<br />

Nella realtà le posizioni speculative possono assommare le caratteristiche delle due tipologie<br />

precedenti, variamente sommando le <strong>di</strong>verse categorie <strong>di</strong> rischi <strong>finanziari</strong>. Si noti che la presenza<br />

<strong>di</strong> attività <strong>finanziari</strong>e potrebbe permettere una compensazione, in genere parziale, tra attivo e<br />

passivo, quin<strong>di</strong> una copertura parziale <strong>dei</strong> rischi <strong>finanziari</strong>. Più in generale, un’unità economica la<br />

cui struttura <strong>finanziari</strong>a la collochi in posizione speculativa può adottare le tecniche <strong>di</strong> mitigazione<br />

<strong>dei</strong> rischi che abbiamo <strong>di</strong>scusso nella prima parte del Corso, non potendo comunque per questa<br />

via porsi in posizione coperta. 3 Ciò significa però che il rischio <strong>finanziari</strong>o è traslato ad altre unità<br />

economiche, che assumono pertanto carattere <strong>di</strong> posizioni speculative.<br />

In entrambi i casi esaminati i rischi <strong>finanziari</strong> si sommano ai rischi operativi propri delle posizioni<br />

coperte. Si noti che nei perio<strong>di</strong> nei quali si verifica un deficit <strong>di</strong> liqui<strong>di</strong>tà la posizione deve essere<br />

necessariamente rifinanziata quali che siano le con<strong>di</strong>zioni imposte dai mercati <strong>finanziari</strong>, pena il<br />

default. Se queste con<strong>di</strong>zioni risultano più stringenti <strong>di</strong> quelle previste e tali da provocare nei flussi<br />

netti scostamenti superiori al margine <strong>di</strong> sicurezza complessivo, la posizione entra comunque in<br />

default. Affinché il rischio complessivo <strong>di</strong> una posizione speculativa non sia superiore a quello <strong>di</strong><br />

un’omologa posizione coperta, occorrerebbe che i margini <strong>di</strong> sicurezza fossero proporzionalmente<br />

superiori. Se ciò non si verifica, la posizione presenta una rischiosità superiore a quella coperta ed<br />

è quin<strong>di</strong> soggetta a più elevati spread <strong>di</strong> rischio per l’interesse sul debito.<br />

In ogni caso, con l’assunzione <strong>di</strong> rischi <strong>finanziari</strong> una posizione speculativa si caratterizza per un<br />

certo grado <strong>di</strong> fragilità <strong>finanziari</strong>a, essendo la sua solvibilità funzione degli andamenti <strong>dei</strong> mercati<br />

<strong>finanziari</strong>. Il grado totale <strong>di</strong> fragilità <strong>di</strong> una posizione speculativa <strong>di</strong>pende quin<strong>di</strong> sia dalla sua<br />

sensibilità ai rischi <strong>finanziari</strong>, sia dal suo margine <strong>di</strong> sicurezza. Per queste posizioni uno scenario<br />

assolutamente negativo è quello che pone in correlazione positiva i rischi operativi con quelli<br />

<strong>finanziari</strong>; ad esempio una <strong>di</strong>scesa <strong>dei</strong> red<strong>di</strong>ti operativi, dovuta a una recessione macroeconomica,<br />

che si accompagna a un marcato aumento <strong>dei</strong> tassi d’interesse, nella loro componente base e/o <strong>di</strong><br />

spread per il rischio.<br />

E’ importante sottolineare che la finanza speculativa può caratterizzare qualsiasi tipo <strong>di</strong> unità<br />

economica e non solo l’interme<strong>di</strong>azione <strong>finanziari</strong>a. Per fare solo alcuni esempi, famiglie con mutui<br />

3<br />

La copertura <strong>di</strong> un rischio per mezzo <strong>di</strong> contratti derivati <strong>di</strong> tipo assicurativo comporta comunque<br />

l’assunzione del rischio <strong>di</strong> controparte.<br />

Materiale per il Corso <strong>di</strong> <strong>Economia</strong> <strong>dei</strong> sistemi <strong>finanziari</strong> 16


Mario Tonveronachi<br />

a tasso variabile sono in posizione speculativa; imprese del settore reale con investimenti in fase <strong>di</strong><br />

realizzazione non protetti da un ‘periodo <strong>di</strong> grazia’ sono in posizione speculativa; un paese con<br />

debito estero in parte <strong>di</strong> breve periodo è in posizione speculativa. Anche per questa ragione<br />

Minsky invita ad analizzare unitariamente i fenomeni reali e <strong>finanziari</strong>.<br />

Il grado <strong>di</strong> fragilità <strong>finanziari</strong>a <strong>di</strong> un sistema economico è definito da Minsky in relazione<br />

all’importanza in esso assunta dalle posizioni speculative. Egli afferma che “the larger the weight of<br />

speculative finance, the greater the importance of preventing the emergence of very high interest<br />

rates”.<br />

Posizioni Ponzi (Ponzi positions)<br />

Le posizioni Ponzi derivano il nome da schemi fraudolenti, <strong>di</strong> tipo piramidale, nei quali ren<strong>di</strong>menti<br />

inusualmente elevati attraggono una quantità crescente <strong>di</strong> investitori. Il trucco consiste nel fatto<br />

che il capitale raccolto non viene investito e il pagamento degli interessi attinge al capitale <strong>dei</strong><br />

nuovi arrivati. Quando il ritmo <strong>dei</strong> nuovi contributi rallenta è il momento <strong>di</strong> chiudere bottega e<br />

sparire col bottino.<br />

Questa denominazione è però usata da Minsky al <strong>di</strong> fuori <strong>di</strong> schemi fraudolenti, quando ci si<br />

attende che durante molti perio<strong>di</strong> futuri il servizio del debito richiederà <strong>di</strong> accendere nuovi debiti e/o<br />

<strong>di</strong> vendere attivi liqui<strong>di</strong>. Come risultato <strong>di</strong> numerosi perio<strong>di</strong> d’illiqui<strong>di</strong>tà il grado <strong>di</strong> indebitamento<br />

cresce e si produce una continua <strong>di</strong>minuzione del capitale netto dell’unità. La struttura è<br />

programmata nell’aspettativa che uno o pochi eventi finali renderanno solvibile la posizione. In un<br />

certo senso essa rappresenta l’estremizzazione <strong>di</strong> una posizione speculativa, da qui il termine <strong>di</strong><br />

ultraspeculativa che Minsky usa in alcuni suoi lavori in alternativa a Ponzi.<br />

Per il caso limite <strong>di</strong> un solo evento finale positivo si ha:<br />

(18)<br />

YO YF<br />

Lt<br />

it<br />

Dt1<br />

AD<br />

t t<br />

t<br />

Y t t<br />

O YF<br />

itDt<br />

1 ADt<br />

per t n<br />

per t 1, ..., n 1<br />

dove durante i primi (n-1) perio<strong>di</strong> l’uguaglianza è ottenuta vendendo attività liquide e<br />

particolarmente aumentando il grado <strong>di</strong> indebitamento, con ciò accrescendo il costo del servizio<br />

del debito nei perio<strong>di</strong> successivi.<br />

Ovviamente questa struttura è estremamente fragile data la lunga successione <strong>di</strong> perio<strong>di</strong> nei quali<br />

la posizione deve rifinanziarsi a qualsiasi con<strong>di</strong>zione che il mercato richieda, e/o deve<br />

Materiale per il Corso <strong>di</strong> <strong>Economia</strong> <strong>dei</strong> sistemi <strong>finanziari</strong> 17


Mario Tonveronachi<br />

continuamente <strong>di</strong>minuire il suo patrimonio vendendo attività. Inoltre, la sua solvibilità è legata a<br />

pochi benigni eventi futuri, al limite a un singolo El Dorado, come suggestivamente si esprime<br />

Minsky.<br />

Gran<strong>di</strong> schemi d’investimento in opere pubbliche possono caratterizzarsi come Ponzi se devono<br />

iniziare con una forte dose <strong>di</strong> liqui<strong>di</strong>tà e devono comunque aumentare in continuazione il loro<br />

debito, mentre ricevono pagamenti in poche e <strong>di</strong>stanti rate, soggette all’osservanza <strong>di</strong> clausole<br />

sull’avanzamento <strong>dei</strong> lavori: aumenti inattesi <strong>dei</strong> costi, ritar<strong>di</strong> nell’avanzamento <strong>dei</strong> lavori e aumenti<br />

nei tassi d’interesse possono facilmente rendere insolvente la posizione. Ancor più chiaro è<br />

l’esempio <strong>di</strong> un fondo d’investimento che utilizzi una quota <strong>di</strong> debito per assumere posizioni <strong>di</strong><br />

arbitraggio, ad esempio sulla convergenza <strong>di</strong> due valute: che tale convergenza si verifichi, e presto,<br />

è essenziale per la solvibilità della posizione.<br />

Ciò che caratterizza una posizione Ponzi è quin<strong>di</strong> una cronica deficienza nel suo cash flow per il<br />

servizio del debito, anche per quanto riguarda il solo pagamento degli interessi, che vengono <strong>di</strong><br />

conseguenza capitalizzati. A <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> una posizione speculativa che è in grado <strong>di</strong> pagare gli<br />

interessi per cui il suo debito resta invariato, una posizione Ponzi si caratterizza per un aumento<br />

endogeno del debito dovuto alla capitalizzazione degli interessi. Inoltre, dato che la sua solvibilità<br />

<strong>di</strong>pende da pochi eventi favorevoli che sono attesi per un futuro piuttosto <strong>di</strong>stante, il grado <strong>di</strong><br />

fiducia sulla sua solvibilità è piuttosto basso. Poiché per questo tipo <strong>di</strong> posizione il cash flow è per<br />

definizione inesistente o insufficiente per lunghi perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> tempo, margini <strong>di</strong> sicurezza affidabili<br />

possono solo consistere in riserve <strong>di</strong> attività liquide, il cui volume non può comunque che essere<br />

limitato dati i loro elevati costi-opportunità. Rispetto a una posizione speculativa, uno schema<br />

Ponzi si caratterizza quin<strong>di</strong> per: una <strong>di</strong>versa struttura temporale <strong>dei</strong> suoi futuri cash flow, che sono<br />

in esso molto più concentrati; per una solvibilità molto più sensibile all’accesso al cre<strong>di</strong>to e a<br />

variazioni nei tassi d’interesse; e per una continua erosione della sua capitalizzazione netta fino al<br />

momento in cui eventualmente si verifichi la convalida degli eventi favorevoli attesi. Mercati<br />

<strong>finanziari</strong> con un minimo <strong>di</strong> razionalità dovrebbero fornire a tali posizioni finanziamenti solo a breve<br />

termine. Minsky afferma che in queste con<strong>di</strong>zioni:<br />

“the emergence of a skeptical attitude toward the big event materializing leads to funds not being<br />

available to keep the project afloat. An increase in the ratio of Ponzi finance, so that it is no<br />

longer a rare event, is an in<strong>di</strong>cator that the fragility of the financial structure is in a danger zone<br />

for a debt-deflation” (corsivo nell’originale).<br />

Come si è già accennato e come vedremo più avanti, la deflazione da debito (debt deflation) è una<br />

delle modalità con la quale si può presentare lo svolgimento delle crisi <strong>finanziari</strong>e.<br />

Materiale per il Corso <strong>di</strong> <strong>Economia</strong> <strong>dei</strong> sistemi <strong>finanziari</strong> 18


Mario Tonveronachi<br />

Le posizioni minskyane in economia aperta<br />

Le equazioni con le quali si sono caratterizzate le posizioni coperte, speculative e Ponzi<br />

contengono variabili che descrivono in termini sintetici i risultati della struttura operativa e<br />

<strong>finanziari</strong>a dell’unità economica. Abbiamo così flussi <strong>di</strong> cassa che risultano da attività economiche<br />

che sono a volte complesse, da red<strong>di</strong>ti <strong>finanziari</strong> che sono il frutto <strong>di</strong> portafogli <strong>finanziari</strong>, e così via.<br />

Se volessimo abbassare il livello <strong>di</strong> aggregazione per caratterizzare in maniera più specifica<br />

singole unità dovremmo, ad esempio, esplicitare il o i tipi <strong>di</strong> attività svolta, se questi avvengono in<br />

un solo paese o in più paesi, se i portafogli <strong>finanziari</strong> sono ad esempio <strong>di</strong> tipo azionario o<br />

obbligazionario, se essi contengono attivi denominati in valute estere, se il debito è a lungo o breve<br />

termine, se una parte <strong>di</strong> questo è denominata in valuta estera, ecc.<br />

Come si è visto nella prima parte del Corso, l’accresciuta internazionalizzazione <strong>dei</strong> sistemi<br />

economici ha reso più rilevante esplicitare le posizioni operative e <strong>finanziari</strong>e nei confronti<br />

dell’estero. Ciò conduce a dover considerare i rischi <strong>di</strong> cambio come una componente rilevante <strong>dei</strong><br />

rischi <strong>finanziari</strong> assunti dalle posizioni speculative e Ponzi, in termini sia <strong>di</strong> flussi (red<strong>di</strong>ti e<br />

pagamenti in valuta), sia <strong>di</strong> stock (valore delle attività e passività).<br />

Non è complicato introdurre nelle equazioni che descrivono le <strong>di</strong>verse tipologie <strong>di</strong> posizioni la<br />

<strong>di</strong>stinzione tra flussi <strong>di</strong> red<strong>di</strong>ti e <strong>di</strong> pagamenti in valuta nazionale e quelli in valuta estera, tra debito<br />

e liqui<strong>di</strong>tà in valuta nazionale e quelli denominati in valuta estera, riconducendo il tutto a valuta<br />

nazionale per tramite del tasso <strong>di</strong> cambio. Essendo quest’ultimo proiettato nel futuro, dovrà essere<br />

trattato alla stregua delle altre grandezze attese, scontando la sua varianza storica e imponendo<br />

su <strong>di</strong> esso un nuovo parametro <strong>di</strong> sicurezza. In altri termini, un’unità economica con posizioni in<br />

valuta estera dovrebbe presentare margini <strong>di</strong> sicurezza maggiori <strong>di</strong> un’analoga posizione che non<br />

sia soggetta al rischio <strong>di</strong> cambio. Gli studenti possono, se vogliono, applicarsi in questo esercizio<br />

formale.<br />

Lo Stato come posizione minskyana<br />

Un’implicazione che conviene comunque <strong>di</strong>scutere riguarda il debito pubblico che specie nel<br />

periodo successivo alla Seconda Guerra Mon<strong>di</strong>ale è <strong>di</strong>venuto consistente e alle volte assai<br />

corposo, come nel caso dell’Italia.<br />

Volendo caratterizzare lo Stato in termini delle posizioni <strong>di</strong> Minsky ci troviamo <strong>di</strong> fronte alla<br />

singolarità <strong>di</strong> un’unità economica che, tramite il suo potere sovrano, ha un’ampia capacità <strong>di</strong><br />

determinazione <strong>dei</strong> suoi flussi in entrata, vale a <strong>di</strong>re le imposte. Se quin<strong>di</strong> formalmente un bilancio<br />

pubblico con deficit primario viene accostato ad una posizione Ponzi, in quanto porta a<br />

Materiale per il Corso <strong>di</strong> <strong>Economia</strong> <strong>dei</strong> sistemi <strong>finanziari</strong> 19


Mario Tonveronachi<br />

capitalizzare gli interessi, <strong>di</strong> fatto si afferma che lo Stato non può fallire per debiti espressi nella<br />

propria valuta. Lo Stato può incidere sulle proprie entrate tramite le imposte e non sono rari i casi<br />

nel passato <strong>di</strong> Stati che hanno indotto forti processi inflazionistici per ridurre il valore reale del<br />

proprio debito. Si può comunque argomentare che una volta che il debito sia andato fuori controllo,<br />

il ripristino <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zioni sostenibili tramite quegli interventi produce con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> stress se non <strong>di</strong><br />

vera e propria crisi nel sistema <strong>finanziari</strong>o ed economico.<br />

Il tema ha connotati <strong>di</strong>versi quando parte del debito pubblico è denominato in valuta estera. Nei<br />

confronti del debito estero lo Stato si trova sostanzialmente in una posizione non <strong>di</strong>versa dalle<br />

unità economiche private dato che l’approvvigionamento <strong>di</strong> valuta avviene secondo le modalità<br />

descritte nel conto <strong>finanziari</strong>o della bilancia <strong>dei</strong> pagamenti. Con debito estero netto, lo Stato si<br />

trova necessariamente in posizione speculativa, dato ha entrate in valuta nazionale e uscite in<br />

valuta estera, per cui è soggetto al rischio <strong>di</strong> cambio. Se continua a dover finanziare parte del<br />

deficit <strong>di</strong> bilancio in valuta estera, si trova in posizione Ponzi, dovendo capitalizzare la parte<br />

d’interessi non pagata accendendo nuovo debito estero.<br />

Posizioni speculative e Ponzi in valuta estera, <strong>di</strong> qualsiasi unità economica – Stato compreso -<br />

hanno come riflesso la necessità <strong>di</strong> attrarre flussi <strong>di</strong> capitale estero, col conseguente accumularsi<br />

del debito estero netto dell’intero paese che ne aumenta il grado <strong>di</strong> fragilità sistemica. Nel<br />

momento in cui la finanza internazionale inizia ad avere dubbi sulla capacità del paese <strong>di</strong><br />

riassestare la sua bilancia <strong>dei</strong> pagamenti, e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> poter servire il debito in valuta estera nel<br />

futuro, si riducono i flussi <strong>di</strong> capitale in entrata potendosi, come è spesso successo, invertire <strong>di</strong><br />

segno (deflussi netti). A quel punto si sviluppa una crisi della bilancia <strong>dei</strong> pagamenti e si può<br />

verificare il default del paese sul debito estero.<br />

Se il default è dovuto a posizioni debitorie delle unità economiche private, i cre<strong>di</strong>tori esteri possono<br />

iniziare le usuali procedure <strong>di</strong> liquidazione della loro posizione, ma nelle valute nelle quali gli attivi<br />

sono denominati, in genere in preponderanza nella valuta locale. I risultati della liquidazione in<br />

termini della valuta nella quale il debito era originariamente espresso <strong>di</strong>pendono da se e come si<br />

sviluppa la crisi della bilancia <strong>dei</strong> pagamenti. Se essa porta, come spesso accade, a una forte<br />

svalutazione della moneta locale, per<strong>di</strong>te sui cambi si sommano alle eventuali per<strong>di</strong>te sulla<br />

realizzazione <strong>dei</strong> cre<strong>di</strong>ti. Ciò può spingere parte <strong>dei</strong> cre<strong>di</strong>tori esteri ad adottare un’ottica <strong>di</strong> più<br />

lungo termine e ad acquisire il controllo dell’impresa debitrice.<br />

Di nuovo il caso <strong>di</strong> default dello Stato presenta connotati <strong>di</strong>versi. Come ente sovrano esso non può<br />

essere soggetto ad azioni <strong>di</strong> liquidazione. I cre<strong>di</strong>tori possono al limite chiedere in giuris<strong>di</strong>zioni<br />

Materiale per il Corso <strong>di</strong> <strong>Economia</strong> <strong>dei</strong> sistemi <strong>finanziari</strong> 20


Mario Tonveronachi<br />

estere <strong>di</strong> congelare i beni che lo Stato può possedere all’estero, ma non per i beni in regime <strong>di</strong><br />

extraterritorialità come le se<strong>di</strong> delle ambasciate. Nei fatti l’unica via d’uscita per i cre<strong>di</strong>tori è un<br />

accordo sulla ristrutturazione del debito. Su questi temi torneremo più avanti quando analizzeremo<br />

la crisi debitoria <strong>dei</strong> paesi in via <strong>di</strong> sviluppo verificatasi negli anni ’80 e la crisi del debito sovrano in<br />

Europa.<br />

3. Fragilità <strong>finanziari</strong>a, instabilità e crisi<br />

Consideriamo ora congiuntamente la <strong>di</strong>namica e la fragilità <strong>finanziari</strong>a. Abbiamo visto che il<br />

sistema è inerentemente instabile in termini quantitativi, nel senso che un movimento in una<br />

<strong>di</strong>rezione tende ad autoalimentarsi. Ve<strong>di</strong>amo ora se <strong>di</strong>namica e fragilità <strong>finanziari</strong>a interagiscono,<br />

potendo dar luogo a crisi <strong>finanziari</strong>e e reali.<br />

Dobbiamo innanzitutto ricordare che l’incertezza costituisce un presupposto forte della teoria <strong>di</strong><br />

Minsky. Ciò a <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> altre teorie, come quella delle aspettative razionali, che<br />

‘addomesticano’ l’incertezza ipotizzando l’esistenza <strong>di</strong> un unico modello <strong>di</strong> funzionamento<br />

dell’economia perfettamente conosciuto da tutti gli agenti e <strong>di</strong> risultati che in me<strong>di</strong>a corrispondono<br />

alle aspettative. La teoria <strong>di</strong> Keynes, che Minsky segue, si basa sul fatto che le decisioni<br />

riguardano necessariamente un futuro per il quale le informazioni sono incomplete. Quanto più<br />

spingiamo lo sguardo nel futuro, tanto più ampia è tale incompletezza, anche in quanto il sistema è<br />

più sicuramente soggetto a cambiamenti strutturali (si pensi al progresso tecnologico). Forti ondate<br />

d’innovazioni rendono più incerto anche il futuro meno lontano. Dato che le aspettative circa il<br />

futuro riguardano non solo elementi quantitativi (come la domanda futura, i tassi d’interesse, ecc.),<br />

ma anche elementi qualitativi e strutturali, l’incompletezza delle conoscenze sul futuro concerne<br />

anche il modello <strong>di</strong> funzionamento dell’economia. Un comportamento che si può definire razionale<br />

in un contesto informativo può non esserlo in un contesto <strong>di</strong>verso. Ad esempio, una maggiore<br />

incompletezza sistemica delle informazioni riduce l’orizzonte temporale sul quale è possibile<br />

razionalmente basare le proprie aspettative. Cercare <strong>di</strong> adottare in queste con<strong>di</strong>zioni una visione <strong>di</strong><br />

lungo termine risulta non razionale, perché ci si baserebbe su informazioni con un grado <strong>di</strong> fiducia<br />

basso e decrescente man mano che esploriamo il futuro più lontano. Estrapolare l’esperienza più<br />

recente non sarebbe razionale in un contesto <strong>di</strong> informazioni complete; lo è invece con incertezza<br />

e lo è tanto più quanto maggiore è il grado <strong>di</strong> incertezza circa il futuro. Quando si parla <strong>di</strong> convalida<br />

delle aspettative si intende affermare che la situazione che si verifica corrisponde sostanzialmente<br />

alle aspettative passate; se non esistono oggi ragioni per rivedere il quadro a suo tempo delineato,<br />

si hanno valide ragioni per estrapolare nel futuro la <strong>di</strong>namica sperimentata nel recente passato.<br />

Con ciò non s’intende affermare che la convalida determina meccanicamente le aspettative per il<br />

Materiale per il Corso <strong>di</strong> <strong>Economia</strong> <strong>dei</strong> sistemi <strong>finanziari</strong> 21


Mario Tonveronachi<br />

futuro; più limitatamente si afferma che occorrono seri motivi e fondate informazioni per mo<strong>di</strong>ficare<br />

il quadro ere<strong>di</strong>tato dal recente passato. In altri termini, l’esperienza recente costituisce una base<br />

più solida per le decisioni rispetto ad aspettative su <strong>di</strong> un futuro per il quale le informazioni rilevanti<br />

sono fortemente incomplete.<br />

Quanto precede fornisce la <strong>di</strong>rezione per una possibile risposta in merito alla relazione tra<br />

<strong>di</strong>namica economica e fragilità <strong>finanziari</strong>a. Si è visto a proposito della <strong>di</strong>namica minskyana che una<br />

fase <strong>di</strong> espansione si autoalimenta anche perché la convalida delle aspettative passate tende a<br />

essere traslata nel futuro. Un’economia in espansione produce profitti crescenti, la <strong>di</strong>minuzione <strong>dei</strong><br />

fallimenti, l’accumularsi <strong>di</strong> fon<strong>di</strong> interni delle imprese e quin<strong>di</strong> un rafforzamento della loro struttura<br />

<strong>finanziari</strong>a. Ciò significa che le unità economiche realizzano margini <strong>di</strong> sicurezza crescenti e, se<br />

non esistono fondati motivi a contrario, questi si traslano come maggiori margini <strong>di</strong> sicurezza attesi<br />

per il futuro. Per cre<strong>di</strong>tori e debitori la storia cre<strong>di</strong>tizia del vicino passato produce un grado<br />

crescente <strong>di</strong> fiducia, alla quale corrisponde la valutazione <strong>di</strong> minori rischi operativi e <strong>finanziari</strong>. Ne<br />

risulta che posizioni che in fasi meno favorevoli sarebbero state valutate come troppo rischiose per<br />

essere finanziate, ora accedono più facilmente al cre<strong>di</strong>to; posizioni speculative possono ora essere<br />

valutate come posizioni coperte; posizioni speculative e Ponzi prima considerate ad alto rischio<br />

sono considerate più sicure. In altri termini, l’intero spettro delle posizioni coperte, speculative e<br />

Ponzi è progressivamente valutato come <strong>di</strong> minore rischiosità e le posizioni godono pertanto <strong>di</strong><br />

accessi meno costosi e più abbondanti alle fonti <strong>di</strong> finanziamento. Occorre vedere tutto ciò in<br />

un’ottica periodale, per la quale questi processi si autoalimentano periodo dopo periodo, sia in<br />

termini della <strong>di</strong>namica quantitativa (aumento del red<strong>di</strong>to, della domanda, <strong>dei</strong> profitti, ecc.), sia in<br />

termini <strong>di</strong> strutture <strong>finanziari</strong>e delle unità economiche che si spostano verso configurazioni che si<br />

ritengono resilienti per effetto <strong>di</strong> un miglioramento delle aspettative sui flussi futuri <strong>di</strong> cassa e sui<br />

rischi <strong>finanziari</strong>. Il fatto è che se queste posizioni fossero valutate in relazione a scenari economici<br />

meno favorevoli i margini <strong>di</strong> sicurezza risulterebbero invece in <strong>di</strong>scesa e le singole posizioni e<br />

l’intero sistema apparirebbe più fragile. È caratteristica della teoria <strong>di</strong> Minsky che prolungate fasi <strong>di</strong><br />

prosperità generino al loro interno un aumento della fragilità <strong>finanziari</strong>a. In altri termini, si ha una<br />

generazione endogena <strong>di</strong> fragilità <strong>finanziari</strong>a.<br />

Nella <strong>di</strong>namica <strong>di</strong> fragilità appena descritta sono ricompresi i casi che abbiamo analizzato a<br />

proposito del rischio <strong>di</strong> liqui<strong>di</strong>tà. Fasi prolungate <strong>di</strong> prosperità comportano un aumento del valore<br />

degli attivi <strong>finanziari</strong> e quin<strong>di</strong> un aumento della capacità <strong>di</strong> indebitarsi. Inoltre, posizioni con leva<br />

che siano finanziate in base a margini o haircut vedono questi <strong>di</strong>minuire durante le fasi <strong>di</strong><br />

prosperità, aumentando anche per questa via il grado <strong>di</strong> indebitamento.<br />

Materiale per il Corso <strong>di</strong> <strong>Economia</strong> <strong>dei</strong> sistemi <strong>finanziari</strong> 22


Mario Tonveronachi<br />

Una crescente fragilità <strong>finanziari</strong>a rende il sistema economico più esposto alla generazione <strong>di</strong> crisi<br />

<strong>finanziari</strong>e e alla loro trasformazione in crisi generali. Ricor<strong>di</strong>amo che un maggior grado <strong>di</strong> fragilità<br />

<strong>finanziari</strong>a significa che maggiore è la sensibilità della solvibilità delle posizioni a cambiamenti nei<br />

mercati <strong>finanziari</strong>. Ne <strong>di</strong>scende che qualsiasi causa che conduca a inasprire le con<strong>di</strong>zioni del<br />

cre<strong>di</strong>to e nei mercati <strong>finanziari</strong> produce un peggioramento <strong>dei</strong> margini <strong>di</strong> sicurezza delle unità<br />

economiche, potendo condurre alla loro insolvenza.<br />

In certe con<strong>di</strong>zioni lo stesso aumento della fragilità <strong>finanziari</strong>a può produrre le con<strong>di</strong>zioni che<br />

portano a una revisione delle con<strong>di</strong>zioni sui mercati <strong>finanziari</strong> e, loro tramite, ad influenzare<br />

negativamente la <strong>di</strong>namica economica. Se le posizioni esplicitamente speculative e Ponzi<br />

aumentano <strong>di</strong> peso durante la fase <strong>di</strong> espansione, aumenta quella quota <strong>di</strong> domanda <strong>di</strong><br />

finanziamenti che è rigida rispetto al tasso d’interesse. Infatti, quelle posizioni si caratterizzano per<br />

<strong>di</strong>fetti <strong>di</strong> liqui<strong>di</strong>tà e quin<strong>di</strong> per la necessità <strong>di</strong> rifinanziarsi sul mercato, a qualsiasi costo. La<br />

maggiore rigi<strong>di</strong>tà della domanda <strong>di</strong> finanziamenti comporta la tendenza a produrre aumenti <strong>dei</strong><br />

tassi d’interesse con la conseguenza <strong>di</strong> appesantire la situazione debitoria <strong>di</strong> quelle stesse<br />

posizioni. Come alternativa, le posizioni possono far fronte a deficit <strong>di</strong> liqui<strong>di</strong>tà vendendo parte<br />

dell’attivo <strong>di</strong>sponibile; ciò non produce comunque risultati <strong>di</strong>versi: il riversarsi sui mercati <strong>di</strong> questa<br />

offerta <strong>di</strong> attivi ne riduce il prezzo, il che equivale ad un aumento del costo <strong>di</strong> finanziamento.<br />

Questo processo può spingersi fino al punto <strong>di</strong> provocare aumenti <strong>dei</strong> tassi d’interesse che non<br />

sono più compatibili con la solvibilità <strong>di</strong> alcune <strong>di</strong> queste posizioni. Il loro fallimento costituisce sia<br />

un segnale convincente che impone una revisione verso il basso delle aspettative delle altre<br />

posizioni, sia una sottrazione <strong>di</strong>retta alla <strong>di</strong>namica del sistema. In altri termini, alcuni margini <strong>di</strong><br />

sicurezza risultano ex post non sufficienti per evitare l’insolvenza; maggiore è il peso <strong>di</strong> queste<br />

posizioni nel sistema (maggiore è il suo grado <strong>di</strong> fragilità), più probabile è una revisione<br />

generalizzata delle aspettative con peggiori valutazioni ex ante <strong>dei</strong> nuovi contratti e del rinnovo <strong>di</strong><br />

quelli esistenti, quin<strong>di</strong> maggiori spread <strong>di</strong> rischio, minore crescita degli investimenti e del red<strong>di</strong>to. Si<br />

avvia in questo modo un rallentamento della <strong>di</strong>namica che peggiora i risultati delle altre posizioni<br />

(correlazione macroeconomica), portando al fallimento <strong>di</strong> quelle marginali; il tutto si può man mano<br />

convertire in una crisi <strong>finanziari</strong>a ed economica che avvia un processo <strong>di</strong> recessione e al limite <strong>di</strong><br />

profonda depressione dell’attività economica.<br />

Nel processo <strong>di</strong> generazione e <strong>di</strong> trasmissione delle crisi è essenziale guardare alle relazioni<br />

reciproche tra le unità economiche, alle per<strong>di</strong>te indotte dal default <strong>di</strong> un’unità sul patrimonio <strong>di</strong> altre<br />

unità, agli effetti sul valore delle attività.<br />

Once negative net present values start to predominate, the problems of the borrowers also<br />

become the problems of the lenders, since the firms’ liabilities are on the balance sheets of the<br />

lenders as assets. Thus a decision by a lender to stop len<strong>di</strong>ng is a decision to recognize that<br />

Materiale per il Corso <strong>di</strong> <strong>Economia</strong> <strong>dei</strong> sistemi <strong>finanziari</strong> 23


Mario Tonveronachi<br />

what had been carried on its balance sheet as a positive value now has none, which now has to<br />

be taken as a charge against earnings and then against capital. If the lender had issued<br />

liabilities, as most financial institutions do, then the value of these liabilities becomes<br />

questionable and its lenders may withdraw, lea<strong>di</strong>ng to what Minsky, following Irving Fisher,<br />

called a debt deflation. Borrowers attempt to sell assets to repay liabilities, which causes the<br />

value of the assets to plunge further, as investors ‘sell position to make position’, creating a<br />

downward spiral in which everyone is a seller and prices continue to fall, causing even hedge<br />

units to be driven into speculative and then Ponzi financing. The result is a crisis in which no<br />

borrower or lender is able to meet commitments and debt servicing is suspended. (J. Kregel,<br />

“External Financing for Development and International Financial Instability”, UNCTAD, G-24<br />

Discussion Paper Series, n. 32, 2004, p. 5)<br />

Le potenzialità <strong>di</strong> una crisi, la sua forza e i suoi meccanismi <strong>di</strong> trasmissione <strong>di</strong>pendono anche dalla<br />

morfologia del sistema economico, in particolare da come i rischi si formano e sono allocati. Se,<br />

per esempio, le banche sopportano la maggior parte <strong>dei</strong> rischi, sono esse i parafulmini sui quali<br />

con maggior probabilità si scaricheranno i primi effetti della crisi, quin<strong>di</strong> sui finanziamenti erogati e<br />

per questa via sull’economia in generale. Se sono le famiglie a sopportare la maggior parte <strong>dei</strong><br />

rischi, che appare essere la tendenza attuale in molti sistemi <strong>finanziari</strong>, è la loro reazione alla non<br />

convalida delle loro posizioni, principalmente tramite le decisioni <strong>di</strong> spesa e la loro capacità <strong>di</strong><br />

servire il debito, che provoca una reazione a catena nella sfera <strong>finanziari</strong>a e reale.<br />

Secondo Minsky lo Stato dovrebbe agire per contenere il livello della fragilità <strong>finanziari</strong>a sistemica<br />

e dovrebbe intervenire con forza al verificarsi <strong>di</strong> una crisi. Minsky spiega il non ripetersi nel secolo<br />

scorso <strong>di</strong> crisi rovinose come quella degli anni trenta per l'avvento <strong>di</strong> un mix <strong>di</strong> politiche pubbliche<br />

basate su un’elevata spesa pubblica (Big Government), anche caratterizzata da un andamento<br />

automatico anticiclico, e sulla prontezza delle autorità monetarie ad intervenire con significative<br />

iniezioni <strong>di</strong> liqui<strong>di</strong>tà.<br />

Se ci rifacciamo alle precedenti equazioni del moltiplicatore del red<strong>di</strong>to e della generazione <strong>dei</strong><br />

profitti totali ve<strong>di</strong>amo che il valore <strong>dei</strong> consumi pubblici, G, costituisce un limite inferiore alla<br />

<strong>di</strong>scesa del red<strong>di</strong>to e <strong>dei</strong> profitti qualora gli investimenti si annullino e il saldo estero <strong>di</strong>venga<br />

sempre più negativo. Tanto maggiore è G in relazione alle altre componenti della domanda<br />

aggregata, tanto minore è la <strong>di</strong>scesa del red<strong>di</strong>to e <strong>dei</strong> profitti in caso <strong>di</strong> caduta degli investimenti e<br />

del saldo con l'estero. Inoltre, se alcune componenti della spesa pubblica, come i sussi<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>soccupazione, hanno andamento anticiclico, la spesa pubblica aumenta quando il red<strong>di</strong>to<br />

<strong>di</strong>minuisce per la caduta delle altre componenti della domanda aggregata, provocando così una<br />

spinta che si oppone alla <strong>di</strong>minuzione del PIL.<br />

La politica monetaria, tramite la sua influenza sui tassi d'interesse, produce effetti sia sulle<br />

decisioni d’investimento, sia, in quanto influenzi a mezzo <strong>dei</strong> tassi il valore della ricchezza, sulle<br />

decisioni <strong>di</strong> consumo. Crucialmente, essa influenza anche la vitalità delle posizioni speculative.<br />

Materiale per il Corso <strong>di</strong> <strong>Economia</strong> <strong>dei</strong> sistemi <strong>finanziari</strong> 24


Mario Tonveronachi<br />

Quin<strong>di</strong>, a fronte <strong>di</strong> una situazione <strong>di</strong> red<strong>di</strong>to calante, profitti in ribasso, aumento degli spread <strong>di</strong><br />

rischio e crescenti <strong>di</strong>fficoltà delle posizioni speculative, una decisa politica monetaria espansiva<br />

può contrastare questi fenomeni tramite significative iniezioni <strong>di</strong> liqui<strong>di</strong>tà e <strong>di</strong>minuzioni <strong>dei</strong> tassi<br />

d'interesse. Nei mercati monetari situazioni d’illiqui<strong>di</strong>tà derivano anche da per<strong>di</strong>te <strong>di</strong> fiducia degli<br />

investitori nei confronti delle istituzioni <strong>finanziari</strong>e e <strong>di</strong> quest’ultime tra <strong>di</strong> loro. Al <strong>di</strong> là degli effetti sui<br />

tassi d’interesse, la funzione <strong>di</strong> prestatore <strong>di</strong> ultima istanza della banca centrale è quin<strong>di</strong> volta<br />

anche a ridare fiducia sulla liqui<strong>di</strong>tà degli operatori e del sistema nel suo complesso.<br />

Gli interventi pubblici seguiti alla crisi economica e <strong>finanziari</strong>a iniziata negli Stati Uniti nel 2001,<br />

prima del <strong>di</strong>sastro delle Torri gemelle ma da questo acuito, sono un ottimo esempio <strong>di</strong> quel mix <strong>di</strong><br />

politiche. Aumenti della spesa pubblica e <strong>di</strong>minuzioni del carico fiscale hanno velocemente portato<br />

il bilancio statale da un surplus pre-crisi pari al 2,5% del PIL a un deficit del 3,5%; nel corso del<br />

2001 la banca centrale statunitense ha ridotto il suo tasso <strong>di</strong> riferimento (Fed Funds) per ben 11<br />

volte, portandolo da più del 6% al 1,25% e poi all’1 %. Scongiurata la crisi, e ancora in presenza <strong>di</strong><br />

un significativo deficit federale, la Fed ha poi invertito la marcia rialzando progressivamente il suo<br />

tasso <strong>di</strong> riferimento, anche preoccupata da un risveglio inflazionistico (fig. 3). Vedremo poi,<br />

stu<strong>di</strong>ando la crisi più recente, gli sviluppi successivi.<br />

Figura 3<br />

Fonte: Dati Federal Reserve<br />

Occorre precisare che non si tratta <strong>di</strong> promuovere le cosiddette politiche <strong>di</strong> fine tuning, usare cioè<br />

finemente le politiche monetaria e fiscale per eliminare le fluttuazioni del red<strong>di</strong>to. Quello che<br />

Minsky <strong>di</strong>scute è l’uso <strong>di</strong> quelle politiche per evitare eccessi nelle fasi <strong>di</strong> espansione e, soprattutto,<br />

nell’evitare rovinose depressioni. Se efficaci, quelle politiche sono <strong>di</strong>rette a evitare fluttuazioni<br />

Materiale per il Corso <strong>di</strong> <strong>Economia</strong> <strong>dei</strong> sistemi <strong>finanziari</strong> 25


Mario Tonveronachi<br />

eccessive, quin<strong>di</strong> a far mantenere il sistema entro limiti sostenibili <strong>di</strong> variabilità delle grandezze<br />

macroeconomiche. Ed è questo un importante punto <strong>di</strong> saldatura tra variabili micro e<br />

macroeconomiche. In aggregato, le posizioni delle unità economiche - siano esse coperte,<br />

speculative o Ponzi – devono la realizzazione delle loro aspettative all’andamento delle variabili<br />

macroeconomiche e <strong>dei</strong> rischi sistemici. Se efficaci, quelle politiche pubbliche garantiscono ex post<br />

minori allontanamenti verso il basso nella convalida delle aspettative. In un sistema economico nel<br />

quale le politiche monetaria e fiscale (e valutaria) sono ritenute ex ante efficaci nell’evitare gli<br />

eccessi dell’instabilità, le unità economiche inglobano nelle loro aspettative una minore variabilità<br />

sistemica <strong>dei</strong> flussi <strong>di</strong> cassa, mercati <strong>finanziari</strong> più liqui<strong>di</strong>, minori spread <strong>di</strong> rischio paese. Quelle<br />

politiche costituiscono quin<strong>di</strong> un cuscino contro variabilità eccessive e possono quin<strong>di</strong> essere<br />

intese come un margine <strong>di</strong> sicurezza sistemico <strong>di</strong> cui beneficiano tutte le unità economiche. Più<br />

elevati margini <strong>di</strong> sicurezza derivanti da una minore variabilità macroeconomica sono anche, a<br />

parità <strong>di</strong> altre con<strong>di</strong>zioni, una precon<strong>di</strong>zione per la sostenibilità <strong>di</strong> più elevati tassi <strong>di</strong> crescita.<br />

Lo stesso Minsky era consapevole <strong>dei</strong> rischi <strong>di</strong> azzardo morale che possono derivare da quelle<br />

politiche, avvezzando le unità economiche a essere protette contro le calamità estreme. Il too big<br />

to fail è solo un aspetto <strong>di</strong> un fenomeno complesso che porta a sottovalutare i rischi e quin<strong>di</strong> a<br />

spostare stabilmente l’intero sistema verso configurazioni più fragili. Da qui l’importanza <strong>di</strong> un tipo<br />

d’intervento pubblico che si aggiunge alle politiche fiscali e monetarie: la formulazione <strong>di</strong> regole<br />

alle quali sottoporre il sistema <strong>finanziari</strong>o e un’attenta supervisione sulla loro corretta adozione.<br />

Valuteremo il rilievo della tendenza alla sottovalutazione <strong>dei</strong> rischi nel <strong>di</strong>scutere lo svolgersi <strong>di</strong><br />

alcune crisi sistemiche. De<strong>di</strong>cheremo l’ultima parte del Corso all’analisi <strong>dei</strong> criteri <strong>di</strong><br />

regolamentazione del sistema <strong>finanziari</strong>o.<br />

Materiale per il Corso <strong>di</strong> <strong>Economia</strong> <strong>dei</strong> sistemi <strong>finanziari</strong> 26

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