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Rogo Christe, tibi laudes? - ager veleias

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per dirimere la controversia riguardo l'episcopato cartaginese furono proprio i donatisti. Da<br />

parte cattolica vi fu invece una attiva collaborazione con l’autorità imperiale per<br />

combattere la Chiesa di Donato.<br />

Per la seconda volta il redattore utilizza un gergo militare per designare i cristiani che,<br />

impavidi, si preparano a scendere sul campo per dare battaglia. Una battaglia combattuta<br />

su due fronti: da un lato lo scontro terreno, il certamen in cui il martire affronta i tormenti<br />

inflitti dai carnefici imperiali e, dall’altro, una prefigurazione in chiave escatologica di quella<br />

che sarà l’estrema battaglia che opporrà, alla fine dei tempi, le armate celesti, qui<br />

impersonate dai martiri, alle forze del male rappresentate dal proconsole. Ma il martire e il<br />

proconsole, tipi di Chiesa e Impero, non sono altro che il Cristo e Satana. Il redattore ne è<br />

convinto quando scrive che il martire “non tam contra homines quam contra diabolum<br />

pugnaturus”, parafrasando la lettera agli Efesini innanzi menzionata.<br />

I primi effetti della persecuzione non tardarono però a manifestarsi ma, a dispetto di quello<br />

che ci si potrebbe aspettare, osserviamo come solo nonnulli obbedirono agli editti<br />

imperiali, mentre la maggior parte perseverò nella propria fede, opponendosi alla<br />

consegna delle Scritture e non collaborando con le autorità. Il dato potrebbe essere<br />

falsato: l’agiografo, che mira a dipingere i traditores come cattolici e i martiri e confessori<br />

come donatisti, avrebbe avuto tutto l’interesse a mostrare in gran numero i secondi e in<br />

piccolo i primi. In questo modo avrebbe sottolineato l’ampiezza della pars donatista in<br />

confronto alla parte cattolica. Allo stesso tempo è però vero che la notizia di una piccola<br />

apostasia, se paragonata all’insieme, ci viene fornita anche dalla controparte cattolica<br />

attraverso le parole di Ottato, secondo il quale la persecuzione fece “alios (...) martyres,<br />

alios confessores et solo nonnullos funestam prostravit in mortem 54 . “Dans ce bref résumé<br />

du premier édit de persécution, l’auteur de la Passion apporte une précision importante<br />

omise par Eusébe et Lactance: non seulement les lieux de culte doivent être détruits ou<br />

du moins fermés, mais encore le culte lui-même est interdit. De fait pendant la persécution<br />

les assemblées chrétiennes furent interrompues dans la plupart des villes” 55 . Il redattore<br />

formula immediatamente una nuova sentenza di condanna nei confronti dei traditores che<br />

ab ecclesia communione reiecerant poichè fas enim non fuerat ut in ecclesia dei simul<br />

essent martyres et traditores.<br />

La Chiesa rompe la sua comunione con loro: troppo grande sarebbe lo scandalo e<br />

l’ingiustizia di vedere seduti gli uni accanto agli altri i veri imitatori di Cristo, ovvero i martiri,<br />

e i traditores. Il consegnare la Parola del Signore alle autorità non può che essere visto<br />

54 Optati Libri I, 13, ed. C. Ziwsa, CSEL 26, p. 15<br />

55 Maier, Le Dossier, p. 61 nota 19<br />

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