Rogo Christe, tibi laudes? - ager veleias

loro nomi sono i più vari ma sono anche molto comuni nell’Africa del IV secolo. Ad oggi
non vi è traccia di epigrafi che li serbino tutti insieme né si hanno notizie di basiliche a loro
dedicate. Ciò appare alquanto singolare visto il fatto che la loro Passio doveva aver
conosciuto un certo successo in terra d’Africa per tutto il IV secolo, se i vescovi donatisti la
presentarono in loro favore alla Conferenza di Cartagine. Forse la motivazione è da
ricercarsi proprio nella folta composizione del gruppo e nel fatto che, come recita il testo,
gli abitinensi conobbero il martirio diversis locis temporibusque discretis. Ciò potrebbe
aver portato ad una dispersione dei componenti e delle loro spoglie mortali provocando il
sorgere di una epigrafia individuale, e non più collettiva, e sita in zone diverse, il che
renderebbe pressoché impossibile ricondurre singole epigrafi di martiri al gruppo degli
abitinensi. Yvette Duval 33 ha condotto un’indagine molto approfondita, ricercando possibili
collegamenti tra alcune epigrafi recanti alcuni nomi inclusi nell’elenco degli abitinensi e il
gruppo medesimo. La studiosa francese alla fine ha, de facto, dovuto ammettere che, a
parte in un caso 34 , non vi possono essere elementi probanti a riguardo.
L’enorme diffusione dei nomi, la loro dispersione, l’assenza di menzioni precise al gruppo
di Abitina, l’assenza di cariche, se si esculdono Dativo e Saturnino, titoli o altro atti ad
identificare i soggetti, e la straordinaria abbondanza di martiri in terra d’Africa non possono
che lasciare spazio solo ed esclusivamente a ipotesi e supposizioni.
4. Gesta collationis Carthaginiensis
Gli Atti della Conferenza di Cartagine del 411 35 sono un’ulteriore importante fonte per lo
33 Y. Duval, Loca Sanctorum Africae, Le culte des martyrs en Afrique du IV e au VII e siècle, I (Collection de
l’École française de Rome, 58), Roma 1982, pp. 684-691. Su alcuni personaggi oggetto del lavoro della
studiosa francese cfr. A. Mandouze, Prosopographie de l’Afrique chrétienne (303-533), in A.M. La
Bonnardière (cur.), Prosopographie chrétienne du Bas-Empire, I, Paris 1982, pp. 267-268 (Dativus 1), p.
411 (Felix 4), p. 1037 (Saturininus 4), p. 66 (Ampelius 1), p. 339 (Emeritus 1), pp. 1100-1101 (Tazelita),
pp. 1185-1186 (Victoria 2).
34 “La liste d’Upenna, dans son second état, comporte quatre fois le nom de Saturninus. Trois d’entre eaux
désignent sans doute des homonymes étroitement locaux; mais la première mention unit aux noms des
apôtres Pierre et Paul celui d’un Saturninus dont le titre presbiter est précisé, les trois noms étant placés
en exergue, détachés du rest de la liste. Il ne paraît pas douteux que l’inscription d’Upenna invoque, en
même temps que les apôtres, le chef du groupe d’Abitina. Mais c’est l’unique mention épigraphique de ce
très célèbre martyr, et on doit souligner qu’elle ne désigne pas une relique (nomina marturum annonce la
liste)” (Y. Duval, Loca sanctorum, p. 686). Non concorda con tale conclusione Dolbeau, che discute
riguardo al contributo su cui fonda la propria analisi la studiosa francese: “très fragile est la construction
de D. Raynal, Culte des martyrs et propagande donatiste à Upenna, “Les Cahiers de Tunisie” 21 (1973),
pp. 33-72. En dehors de l’homovaleur, avec le confesseur d’Abitina; les autres noms sont différentes, ce
qui suggère plutôt l’existence d’un groupe de martyrs locaux, dont le protagoniste se serait appelé
Saturnin (un nom courant en Afrique)” (Dolbeau, La Passion, p. 275, nota 11)
35 S. Lancel, Actes de la Conférence de Carthage en 411, 4 voll., I (Sources chrétiennes, 194, 195, 224 e
373), Paris 1972-1991, in particolare vol. I, (Sources chrétienne 194) p. 95-96 e vol. II (Sources
chrétienne 195), pp. 528-531. Cfr. Gesta collationis Carthaginiensis, capitula gestorum III, 433 et 444-
447, ed. S. Lancel, CCL 149, pp. 43-44. Cfr anche Maier, Le Dossier, pp. 57-58; Dolbeau, La Passion, pp.
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