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Il melone d'inverno - Portale dell'innovazione - Regione Siciliana

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Tab. 3 - Principali caratteristiche dei frutti dei diversi tipi varietali (Fonte: Gry, 1996 con modifiche).<br />

1. Charentais liscio (frutto rotondo, epicarpo liscio o retato, polpa arancio)<br />

2. Vauclusien (frutto rotondo, epicarpo verde, liscio o retato, polpa arancio, buona serbevolezza)<br />

3. Charentais retato (frutto rotondo, superficie retata, polpa arancio)<br />

4. Galia (frutto rotondo, epicarpo molto retato, verde, giallo a maturità, polpa verde chiaro)<br />

5. Italiano (frutto allungato, epicarpo retato, polpa arancio)<br />

6. Canarino (frutto allungato, epicarpo giallo, polpa gialla o verde)<br />

7. Spagnolo (frutto allungato, epicarpo verde, polpa bianca o verde)<br />

8. Rochet (epicarpo verde scuro, retato e puntegiato)<br />

9. Piel de Sapo (epicarpo verde a maculature giallastre)<br />

10. Tendral (epicarpo verde scuro, screpolato)<br />

11. Euromarket = retati americani (frutto ovale, epicarpo molto retato, polpa salmone molto consistente)<br />

12. Harper (frutto rotondo, epicarpo liscio, verde grigiastro, polpa arancio)<br />

13. Ananas (frutto allungato, epicarpo rugoso verde, giallo a maturità, polpa arancio<br />

14. Honey dew (frutto rotondo, epicarpo liscio di colore beige chiaro, polpa bianca)<br />

stati riscontrati valori di solidi solubili compresi tra<br />

8,4 e 11,5 °Brix (Canzoneri, 1997). Ampia variabilità<br />

è stata riscontrata anche per altri parametri chimici:<br />

nel caso della vit. C ad esempio, in rapporto alle varietà<br />

è stato riscontrato un campo di variabilità compreso<br />

tra 0,16 e 0,57 mg per grammo di peso fresco<br />

(Odet, 1991).<br />

3.2. Fattori ambientali<br />

<strong>Il</strong> calendario di offerta dei meloni, ancorché significativamente<br />

ampliatosi a motivo della diffusione<br />

delle coltivazioni in ambiente protetto, intercetta<br />

solo alcuni periodi dell'anno. L'articolazione degli<br />

agrosistemi (sotto il profilo stagionale, geografico e<br />

dei sistemi e/o delle tecniche colturali) è tuttavia così<br />

rilevante da determinare una elevata variabilità nelle<br />

condizioni che possono influenzare il profilo di qualità<br />

dei frutti.<br />

Temperature notturne relativamente basse ( 10 °C<br />

—> 16 °C) determinerebbero un aumento del residuo<br />

ottico ed un miglioramento del sapore (Moschini et<br />

al., 1987); per contro le più elevate temperature della<br />

serra possono comportare un incremento delle dimensioni<br />

dei frutti (Wacquant, 1974). <strong>Il</strong> fattore termico<br />

si eserciterebbe tuttavia in interazione con quello<br />

luminoso: alla coltivazione del <strong>melone</strong> nel periodo<br />

estivo rispetto a quello primaverile farebbe riscontro<br />

un peggioramento di molti parametri della qualità<br />

(grado rifrattometrico e contenuto in zucchero, ser-<br />

51<br />

bevolezza, consistenza) riconducibile ad una disponibilità<br />

luminosa insufficiente rispetto al livello di<br />

temperature raggiunte (Pardossi et al. 1996). <strong>Il</strong> contenuto<br />

in solidi solubili si abbassa al diminuire dell'intensità<br />

luminosa (Honda e Amano, 1972). In generale<br />

sembra che le condizioni che rallentano, entro<br />

determinati limiti, il ritmo di crescita dei frutti ne migliorino<br />

la qualità (Pardossi et al., 1996); quando i<br />

processi di accrescimento sono più accelerati, come<br />

avviene con l'avanzare della stagione, la qualità dei<br />

frutti per alcuni parametri può risultare modificata in<br />

senso non favorevole (tab. 4).<br />

3.3. Mezzi e tecniche colturali<br />

La natura del terreno, anche per i riflessi sulle<br />

caratteristiche idrologiche, influenzerebbe la qualità<br />

del <strong>melone</strong> (Davis e Schweers 1971): il sapore<br />

è risultato migliore per i frutti ottenuti sui terreni<br />

pesanti rispetto a quelli leggeri (Nerson, 1992; Odet,<br />

1991).<br />

I rilevanti effetti delle disponibilità idriche del terreno<br />

emergono chiaramente dalle reiterate prove condotte<br />

sul <strong>melone</strong> <strong>d'inverno</strong>, riguardanti apporti differenziati<br />

di acqua e contenimento dell'evaporazione<br />

attraverso la pacciamatura (Curatolo e Incalcaterra,<br />

1996a e 1996b). In altri tipi in condizioni di stress idrico,<br />

a fronte di una riduzione del peso unitario, è stato<br />

registrato un significativo aumento del contenuto<br />

zuccherino (Bhella, 1985; Tei e Onofri, 1994; Wells

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