Il melone d'inverno - Portale dell'innovazione - Regione Siciliana

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Bibliografia 47 I ) Brigati S., Gori P, 1986. Prevenzione dei marciumi da Fusarium oxysporum dei meloni dopo la raccolta. Informatore Fitopatologico, 37, 5, 33-34. 2) Cappell C, Stravato V.M., Buonaurio R., 1995. Tracheofusariosi del melone, osservazioni nel periodo 84-94. Colture Protette, 12, 69-71. 3) Ferrari V., 1988. Fusarium e nematodi galligeni, due avversità del melone di difficile controllo chimico. L'Informatore Agrario, 53, suppl. 3,48- 50. 4) Garibaldi A., 1988. Recenti sviluppi concernenti le malattie fungine del melone. Agricoltura Ricerca, 10,86,67-70. 5) Marois J.J., Dunn M.T., Papavizas G.C., 1982. Reinvasion of fumigated soil by Fusarium oxysporum f. sp. melonis. Phytopathology, 73, 680- 684. 6) Marziano E, Vanni B., Noviello C, 1993. Marciume dei frutti di melone da Fusarium incarnatum. Informatore Fitopatologico, 43, 11, 29- 32. 7) Tamietti G., D'Ercole N., Zoina A., 1994. Frequenza e distribuzione delle razze fisiologiche di Fusarium oxysporum f. sp. melonis in Italia. Petria, 4, 103-110. 8) Vannacci G., Panattoni A., Materazzi A., Triolo E., 1993. Esperienze di solarizzazione del terreno per la lotta contro Fusarium oxysporum in coltura protetta. Colture Protette, 1/Suppl., 69- 72. 9) * Estratto della relazione presentata alla Giornata di Studio "Il melone d'inverno", il 7 Novembre 1997, Buseto Palizzolo (TP).
La qualità del melone: caratteristiche e fattori che la modificano' Romano D., Leonardi C. - (Istituto di Orticoltura e Floricoltura - Università di Catania) 1. Premessa Il melone occupa un posto di grande rilievo nel panorama dell'orticoltura, testimoniato dai circa 20.000 ettari di superficie e dagli oltre 5 milioni di quintali di produzione (Tognoni e La Malfa, 1996). In Sicilia, in particolare, la coltivazione si è estesa negli ultimi anni ed incide ormai per circa il 30% della superficie nazionale; le aree elettive di diffusione sono localizzate in provincia di Trapani, di Agrigento (Alessandri, 1995) e più recentemente di Ragusa e di Siracusa. In questa regione la coltivazione fa riferimento a diverse varietà botaniche, tra cui la inodorus molto diffusa in Sicilia occidentale. In rapporto a tale diffusione sempre più avvertito è il problema della qualificazione del prodotto per dare riscontro alle specifiche esigenze del mercato. Il problema "qualità" si pone, per molteplici aspetti, in maniera diversa in rapporto ai gruppi varietali, più o meno riconducibili alle diverse varietà botaniche, ai quali corrispondono diversificate tipologie di prodotto; tra l'altro anche le informazioni disponibili sul profilo di qualità per alcuni di questi gruppi (es. meloni cantalupo e retati) sono più numerose di quelle riguardanti altri, quali ad esempio il melone d'inverno. Negli ultimi anni, tuttavia, l'interesse nei confronti di quest'ultimo ha portato ad una maggiore attenzione verso i diversi aspetti della qualità dei corrispondenti peponidi (Cassisa et al., 1995). La breve rassegna che segue costituisce una sintesi delle conoscenze disponibili in tema di caratteristiche di qualità delle principali tipologie di melone e dei fattori che possono influenzarle. 2. Caratteristiche di qualità 2.1. Caratteristiche esteriori Le caratteristiche prese più frequentemente in considerazione sono forma, pezzatura, consistenza, colorazione (tab. 1 ). Ad alcune di queste fanno riferimento le norme di commercializzazione stabilite dal- la Comunità europea (Regolamento n. 1093/97, GU- CE 17/6/1997). Tali caratteristiche sono notevolmente variabili in rapporto ai differenti gruppi varietali, almeno per quanto riguarda dimensioni del peponide e colorazione dell'epicarpo. Quest'ultima può rappresentare in alcuni casi un indice del grado di maturazione, anche se non sempre risulta correlata al contenuto in solidi solubili, che a sua volta è un parametro analitico oggettivo della maturazione dei peponidi (Aulenbach e Worthington, 1974). La consistenza dei fratti è sempre più presa in considerazione poiché ad essa sono largamente legate la serbevolezza (carattere "long shelf lite" e "long life") e la resistenza alle manipolazioni, caratteri che si esprimono ai massimi livelli nei meloni d'inverno ed anche nelle più recenti costituzioni del gruppo dei reticulatus. La maggiore consistenza e serbevolezza dei peponidi di molte nuove cultivar e di conseguenza la maggiore resistenza alle manipolazioni post raccolta ed al trasporto, rappresentano l'elemento che ha negli ultimi anni consentito la localizzazione della coltivazione in aree talvolta distanti da quelle di consumo. 2.2. Caratteristiche intrinseche Le caratteristiche intrinseche più frequentemente considerate sono colorazione, consistenza, sapore (tab. 1); anche in questo caso esse si differenziano notevolmente in funzione della tipologia varietale e, nell'ambito di questa, in funzione della culti- Tab. 1 - Caratteristiche di qualità dei peponidi. Esteriori: - colorazione - consistenza - forma - pezzatura Intrinseche: - colorazione - consistenza - sapore - valore nutrizionale Lavoro sviluppato nell 'ambito del Programma Operativo CNR-MURST su "Applicazioni di tecnologie innovative per il miglioramento dell 'orticoltura meridionale ". 49
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