Il melone d'inverno - Portale dell'innovazione - Regione Siciliana

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32 rivante dalla variabilità climatica, dalla diversa tipologia dei suoli, dalla morfologia, dall' esposizione, dall'altimetria ha determinato un'ampia variabilità delle perfomance delle varietà coltivate. Le prove agronomi che effettuate a Palermo mettendo a confronto le varietà più coltivate con gli ecotipi locali hanno fatto emergere alcune interessanti considerazioni. In particolare nel 1993 furono messe a confronto su suolo nudo e pacciamato le seguenti cultivar a buccia gialla : Amarillo-Amber F1 - Cartucciaro Diogene F1-Giallo delle Canarie, Gigante, Honey Dew, Madras, Napoletano ed altre a buccia verde: Manchado F12 - Pinonet - Purceddu - Viking F1. In tutte le prove la risposta produttiva e vegetativa di tutte le cultivar sperimentate sono state sempre a favore di quelle allevate con la tecnica della pacciamatura. Peraltro utilizzando la tenica del trapianto le migliori risposte qualiquantitative si ottengono soltanto allevando le piante con la pacciamatura di film trasparente rispetto a quelle allevate su suolo nudo. Infatti nelle parcelle pacciamate l'attività vegetativa è stata per tutto il ciclo biologico sempre maggiore di quelle allevate su suolo nudo. Inoltre l'elevato ritmo di accrescimento impresso dal trattamento pacciamante si è tradotto anche in una rilevante precocità di emissione dei fiori pistilliferi. Tutte le cultivar messe a confronto hanno fatto mediamente registrare un anticipo dell'antesi fiorale di circa 10 giorni rispetto alle stesse allevate su suolo nudo. Tra le più precoci cultivar in prova va ricordato Tab. 1 - Aspetti qualitativi dei frutti. l'ibrido Manchado F1 e la cv. Madras, mentre tutti gli altri tipi hanno avuto una fioritura contemporanea. Dalla elaborazione dei dati per quel che concerne la produzione è emerso che la pacciamatura, indipendentemente dai tipi utilizzati, ha determinato una significativa precocità di maturazione dei frutti. Le cultivar più precoci sono state Manchado F1, Amber F1 e Cartucciaro per i tipi gialli e Purceddu e Viking per quelli a buccia verde. In generale la migliore adattabilità all'ambiente di coltivazione fu dimostrato dalla cv. Madras, Amarillo, Gigante, Napoletano e Manchado a buccia gialla; tra quelle ad epiacarpo verde le più interessanti furono la Viking F1 e l'ecotipo Purceddu. Un'altra ricerca effettuata nel 1995 realizzata in territorio di Paceco (TP) mise a confronto gli ecotipi Cartucciaro e Purceddu con le cv. Madras, Helios F1, Amariullo, Campero F1 a buccia gialla e Tendral, Viking F1, Manchado e Pinonet ad epicarpo verde. Anche in questa prova la migliore risposta produttiva (1,9 t.ha- 1 ) venne fornita dalla cv. Manchado che peraltro si confermò la più precoce, mentre interessanti risultati produttivi furono forniti dalle cv. Madras ed Helios F1. le cui rese si attestarono intorno a 1,7 t.ha- 1 . Minori quantitativi furono ottenuti con gli ecotipi locali Purceddu (14 t.ha- 1 ) e Cartucciaro (12,8 t.ha-'). Aspetti qualitativi Le favorevoli condizioni edafiche che si vengono a determinare su suolo pacciamato consentono una esaltazione dell'attività fisiologica che si riflette sugli aspetti qualitativi dei frutti. Peso medio Grado Spess. buccia Spess. polpa (gr.) rifrattometrico (mm) (mm) Madras 2700 ab 14,5 ab 10.0 a 31.7 bc Helios Fl 2195 ce 15.5 ce 9.0 a 35.7 a Amarillo 2527 ab 12.6 e 6.3 cd 32.0 bc Campero Fl 2287 bc 13.2 de 6.5 bd 32.1 bc Cartucciaro 1926 ef 12.7 e 4.3 d 28.9 d VikingFl 2340 bc 14.5 ab 8.3 ac 37.0 a Purceddu 2293 bc 14.0 bd 4.7 d 32.5 b Tendral 2218 cd 13.8 bd 6.2 cd 33.3 b Machado Fl 1713 f 15.0 a 5.4 d 30.0 cd Pinonet 2000 e 14.2 ac 4.0 d 28.3 d
34 to del film pacciamante opaco rispetto a quello trasparente, vengono peraltro mantenuti nel corso della coltura grazie all'ombreggiamento che il fogliame delle piante è capace di realizzare durante il progressivo accrescimento. Un esperimento effettuato nel 1982, utilizzando come test l'ecotipo Cartucciaro, mise in evidenza i limiti dell'applicabilità della tecnica irrigua alle coltivazioni melonicole da destinare alla conservazione. Infatti cadenzando l'irrigazione per l'intero ciclo biologico le rese unitarie subivano un significativo incremento rispetto alla coltura condotta in asciutto, ma la conservabilità dei frutti ne risentiva negativamente. (Incalcaterra 1982). Al contrario l'irrigazione di soccorso con uno - tre interventi praticati fino alla fase iniziale d'ingrossamento dei frutti determina incrementi produttivi significativi rispetto alla coltura seccagna, se pure sensibilmente inferiori a quelli delle colture irrigate per tutto il ciclo biologico, ma la conservabilità dei frutti risulta meno compromessa anche se inferiore a quella dei frutti ottenuti in regime asciutto (lnalcaterra 1982). Sottoponendo a conservazione i frutti di diverse cultivar provenienti da culture condotte in regime asciutto senza pacciamatura è risultato che la cv. Helios dimostra discrete capacità di conservazione (70% dei frutti dopo tre mesi), mentre con l'ecotipo Cartucciaro raggiungono i tre mesi di conservazione post raccolta il 90% dei peponidi. (Curatolo 1996). Tra le cultivar a buccia verde il Tendral ed il Viking F1 hanno dimostrato una conservabilità dei frutti dell'85% dopo tre mesi, mentre i frutti dell'ecotipo Purceddu resistono per oltre il 90% dopo tre mesi di conservazione in cassette in cui i peponidi erano posti su due strati in magazzino non termocondizionato, ma aerato. (Curatolo 1996). Conclusioni Tutte le ricerche effettuate dimostrano la marcata influenza dell'ambiente di coltivazione sulla scelta della varietà che può anche vanificare le tecniche di coltivazione più sofisticate. La sinergia tra cultivar ed ambiente tende quindi anche a definire la vocazionalità. Per tali ragioni la scelta di una nuova varietà Fig. I - L'introduzione dell'Helios FI sta assumendo un ruoto importante nelle coltivazioni melonicole della Sicilia Occidentale in quanto si dimostrata in grado di soddisfare le nuove esigenze di mercato e dei consumatori. Infatti la forma globosa del frutto risulta adatta al confezionamento in cassette senza sprechi di spazio, il peso medio dei frutti intorno a 1500 gr: appare idoneo ad assecondare le richierste dei consumatori verso frutti medio piccoli, di elevato grado zuccherino e con elevata percentuale di parte edule. pone alcuni condizionamenti dipendenti dalle intrinseche capacità di valorizzare le risorse ambientali; di garantire il massimo grado di affidabilità della risposta, di soddisfare specifiche esigenze aziendali e di esaltare il significato economico della coltura. Tra le cultivar provate l'introduzione dell'Helios F1 sta assumendo un ruolo importante nelle coltivazioni melonicole della Sicilia Occidentale ai fini della economicità della coltura in quanto si è dimostrata in grado di soddisfare le esigenze di mercato e dei consumatori. Infatti la forma globosa del frutto Fig. 2 - La cv Madras a frutto medio grosso, particolarmente ricercata nei mercati meridionali, allo stato attuale risulta la più coltivata nell'entroterra siciliano. Tale diffusione è favorita sopratutto dalla buona adattabilità all'ambiente di coltivazione e dal basso costo del seme. Tuttavia a partire dal 1997 si è notata una flessione delle superflci destinate a tale varietà in seguito all'espansione della cultivar Helios FI che si è dimostrata la più ricercata su tutti ì mercati.
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