Il melone d'inverno - Portale dell'innovazione - Regione Siciliana

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Tab. 3 - Effetti dei diversi film pacciamanti sulla coltura del melone Rilievi effettuati PE Fotodegr. PE Fotodegr. Controllo Trasparente Trasparente opaco opaco nudo Rilievi biometrici: Epoca fioritura (gg. dalla semina) 42.5c 44.5c 54.8b 59a 57.3ab Rilievi produttivi: Prod. frutti comm. del 20/07 (g) I2.4a 12.5a 4.5b 3.8b 0.2c Prod. frutti corani, del 03/08 (g) 3.6c 4.7c 10.8a lOa 7.lb Prod. frutti comm. totale ló.0b 17.2a 15.3b 13.8c 7.3d Rilievi qualitativi: Peso unit. frutti comm. del 20/07 (g) 223% 2307b 2742a 2773a 1866c Peso unit. frutti comm. del 20/07 (g) 1446b !490b 2372a 2528a I438b Peso unit. frutti comm. del 20/07 (g) 1993b 2202b 2428a 2508a 1713c Grado rifrattometrico del 20/07 (° Brix) 14a 14.2a 13.5 13.7ab 13b ab Grado rifrattometrico del 03/08 (° Brix) 14.5a 14.6a 13.8a I3.6a I3.5a Grado rifrattometrtico sulla prod. tot. 14.3a 14.3a 13.6a 13.7a 13.2a I valori contrassegnati da lettere diverse differiscono statisticamente per P= 0.05 (lettere maiuscole) e per P= 0.05 (lettere minuscole) tutto il ciclo colturale. È da evidenziare inoltre che le radiazioni solari riflesse dai film trasparenti, soprattutto nelle prime fasi del ciclo colturale, quando il fogliame non ricopre la striscia pacciamante esercitano un'azione di disturbo nei riguardi degli afidi. Modalità d'impianto Tradizionalmente il melone veniva seminato a postarelle, effettuando con la zappa buche profonde tanto quanto bastava per raggiungere lo strato di suolo umido in cui si versava un pò di acqua prima di riporre 7-8 semi che venivano poi ricoperti con un strato di suolo spesso circa 3 cm ed avendo cura di pressarlo per farlo aderire al suolo sottostante. Seminatrici meccaniche, opportunamente studiate da artigiani della zona, hanno reso più agevole questa operazione. Tali macchine dotate di serbatoio sono capaci di far cadere sempre la stessa quantità di semi e di acqua a distanze preordinate, mentre la chiusura del solco viene assicurata da due vomeretti ricolmatori a cui fa seguito un piccolo rullo per fare ade- 25 rire il terreno ai semi. Tn ogni caso con le due tecniche l'impiego di semi rimane elevato e ciò è giustificato dal fatto che occorre favorire l'emergenza in modo che la forza esercitata da più plantule possa vincere la resistenza della "crosta" che spesso si forma nei suoli tendenzialmente argillosi. Ricerche sulla tecnica d'impianto hanno evidenziato gli effetti positivi del trapianto rispetto alla semina diretta, sopratutto impiegando film pacciamanti trasparenti. Infatti utilizzando le piantine in combinazione con la pacciamatura del suolo, specialmente se con film trasparente se ne determina un rapido affrancamento delle piantine ed una intensa attività vegetativa che influenza positivamente la precocità, la produttività complessiva e la qualità dei frutti (Caruso et All. 1992). Esperienze condotte sull'investimento unitario (0,25 e 0,50 piante /m2) nel 1986 a Palermo (Incalcaterra, Curatolo 1992) e nel 1990 a Camporeale utilizzando densità di 0,17 - 0,22 - 0,33 piante /m2 (Incalcaterra, Curatolo 1993) hanno dimostrato che le

26 rese più alte sono conseguibili con le densità più elevate, ma sono stati rilevati riflessi negativi sulla pezzatura dei frutti. Infatti la più alta densità d'investimento ha causato un minore peso unitario dei peponidi ed una incidenza percentuale dei frutti inferiore al Kg. sulla produzione totale vistosamente più elevata rispetto alla maggiore spaziatura delle piante. Esperienze condotte sulle epoche d'impianto hanno messo in evidenza che gli abbassamenti termici che si verificano nei giorni successivi alla semina - generalmente nella prima decade di aprile - compromettono gli impianti su suolo nudo. Al contrario un ritardo dell'avvio del ciclo colturale (prima decade di maggio) quando le temperature sono stabilmente crescenti, causa condizioni di stress nelle piantine trapiantate su suolo pacciamato con film trasparente a causa degli eccessi termici che si verificano per surriscaldamento dell'intercapedine suolo - film (Curatolo, Incalcaterra 1994). Irrigazione La possibilità di passare da una melonicoltura tipicamemte condotta in regime seccagno a quella irrigua ha posto la problematica sulle modalità e dosi dell'intervento irriguo al fine di mantenere elevato lo standard qualitativo dei frutti pur massimizzando le rese. Una ricerca biennale condotta a Palermo (Incalcaterra 1984) mettendo a confronto tre regimi irrigui (per l'intero ciclo - 2 irrigazioni fino a quando i frutti raggiungevano la dimensione di un cedro - una sola irrigazione fino alla dimensione di una noce ed utilizzando come test il controllo asciutto), ha dimostrato che il melone si avvantaggia dell'irrigazione fisiologica fornita durante tutto il ciclo colturale raggiungendo i massimi incrementi produttivi (18,3 t.ha-')• Interessante, sempre rispetto al controllo asciutto (8,3 t.ha-'), risulta la risposta della pianta all'irrigazione di soccorso fornita fino alle fasi fenologiche prestabilite. Se l'intervento irriguo viene praticato fino alla dimensione del frutto pari ad una noce (12 t.ha-') si ha un incremento produttivo più elevato senza compromettere significativamente la conservabilità (Incalcaterra 1986). Dalla ricerca è emerso anche che l'aumento di produzione non è stato dovuto soltanto all'incremento del peso medio dei frutti, ma anche ad un aumento del numero di frutti/pianta. Infatti la risposta all'irrigazione si estrinseca anche attraverso una più elevata allegagione dei frutti ed una minore cascola degli stessi. Un'altra ricerca condotta in territorio di Trapani (Caruso et All. 1993) su suoli caratterizzati da tessitura tendenzialmente argillosa e sufficientemente dotati di sostanza organica ed elementi nutritivi, ha messo a confronto diverse microdosi di acqua (10 -20 - 30 litri in un solo intervento e 20 e 30 litri rispettivamente in due interventi da 10 litri ciascuno e tre interventi da 10 litri), fornite a piante di melone allevate sia su terreno nudo che pacciamato, quando il primo frutto aveva raggiunto la dimensione di un cedro. La prova ha dimostrato una reattività positiva del- Tab. 4 - Produzione frutti commerciabili (t ha-') Effetti dell'interazione trattamenti al suolo x microdosi di acqua (Paceco 1993) Microdosi di acqua ( 1 ) Controllo asciutto 10 20 30 10+10 10+10+10 Nudo 9.28 9.56 10.66 12.55 12.00 12.20 Ff Ff Eef Dd Dde Dde Pacciamato 14.05 14.27 14.83 15.12 18.61 20.14 Cc Cc Cc Cc Bb Aa Medie 11.67 11.91 12.75 13.83 15.31 16.17 cE cE cD bC Bb Ac A lettere uguali corrispondono valori non statisticamente differenti per P=0,05 (lettere maiuscole) e per P = 0,01 (lettere minuscole)

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rese più alte sono conseguibili con le densità più elevate,<br />

ma sono stati rilevati riflessi negativi sulla pezzatura<br />

dei frutti. Infatti la più alta densità d'investimento<br />

ha causato un minore peso unitario dei peponidi<br />

ed una incidenza percentuale dei frutti inferiore<br />

al Kg. sulla produzione totale vistosamente più elevata<br />

rispetto alla maggiore spaziatura delle piante.<br />

Esperienze condotte sulle epoche d'impianto hanno<br />

messo in evidenza che gli abbassamenti termici<br />

che si verificano nei giorni successivi alla semina -<br />

generalmente nella prima decade di aprile - compromettono<br />

gli impianti su suolo nudo. Al contrario<br />

un ritardo dell'avvio del ciclo colturale (prima decade<br />

di maggio) quando le temperature sono stabilmente<br />

crescenti, causa condizioni di stress nelle piantine<br />

trapiantate su suolo pacciamato con film trasparente<br />

a causa degli eccessi termici che si verificano<br />

per surriscaldamento dell'intercapedine suolo - film<br />

(Curatolo, Incalcaterra 1994).<br />

Irrigazione<br />

La possibilità di passare da una melonicoltura tipicamemte<br />

condotta in regime seccagno a quella irrigua<br />

ha posto la problematica sulle modalità e dosi dell'intervento<br />

irriguo al fine di mantenere elevato lo standard<br />

qualitativo dei frutti pur massimizzando le rese.<br />

Una ricerca biennale condotta a Palermo (Incalcaterra<br />

1984) mettendo a confronto tre regimi irrigui<br />

(per l'intero ciclo - 2 irrigazioni fino a quando<br />

i frutti raggiungevano la dimensione di un cedro - una<br />

sola irrigazione fino alla dimensione di una noce ed<br />

utilizzando come test il controllo asciutto), ha dimostrato<br />

che il <strong>melone</strong> si avvantaggia dell'irrigazione<br />

fisiologica fornita durante tutto il ciclo colturale<br />

raggiungendo i massimi incrementi produttivi<br />

(18,3 t.ha-')• Interessante, sempre rispetto al controllo<br />

asciutto (8,3 t.ha-'), risulta la risposta della pianta<br />

all'irrigazione di soccorso fornita fino alle fasi fenologiche<br />

prestabilite. Se l'intervento irriguo viene<br />

praticato fino alla dimensione del frutto pari ad una<br />

noce (12 t.ha-') si ha un incremento produttivo più elevato<br />

senza compromettere significativamente la conservabilità<br />

(Incalcaterra 1986). Dalla ricerca è emerso<br />

anche che l'aumento di produzione non è stato dovuto<br />

soltanto all'incremento del peso medio dei frutti,<br />

ma anche ad un aumento del numero di frutti/pianta.<br />

Infatti la risposta all'irrigazione si estrinseca anche<br />

attraverso una più elevata allegagione dei frutti<br />

ed una minore cascola degli stessi.<br />

Un'altra ricerca condotta in territorio di Trapani<br />

(Caruso et All. 1993) su suoli caratterizzati da tessitura<br />

tendenzialmente argillosa e sufficientemente dotati<br />

di sostanza organica ed elementi nutritivi, ha messo<br />

a confronto diverse microdosi di acqua (10 -20 -<br />

30 litri in un solo intervento e 20 e 30 litri rispettivamente<br />

in due interventi da 10 litri ciascuno e tre interventi<br />

da 10 litri), fornite a piante di <strong>melone</strong> allevate<br />

sia su terreno nudo che pacciamato, quando il<br />

primo frutto aveva raggiunto la dimensione di un cedro.<br />

La prova ha dimostrato una reattività positiva del-<br />

Tab. 4 - Produzione frutti commerciabili (t ha-')<br />

Effetti dell'interazione trattamenti al suolo x microdosi di acqua (Paceco 1993)<br />

Microdosi di acqua ( 1 )<br />

Controllo<br />

asciutto 10 20 30 10+10 10+10+10<br />

Nudo 9.28 9.56 10.66 12.55 12.00 12.20<br />

Ff Ff Eef Dd Dde Dde<br />

Pacciamato 14.05 14.27 14.83 15.12 18.61 20.14<br />

Cc Cc Cc Cc Bb Aa<br />

Medie 11.67 11.91 12.75 13.83 15.31 16.17<br />

cE cE cD bC Bb Ac<br />

A lettere uguali corrispondono valori non statisticamente differenti per P=0,05 (lettere maiuscole) e per P = 0,01 (lettere minuscole)

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