Triangolo Rossa PDF - Istituto Parri
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sta — che una battaglia politica era combattuta con le armi, anche se l'esercito<br />
rivoluzionario non aveva un capo, per non dire del programma e della<br />
strategia. Si trattava di piccolissimi gruppi isolati che operavano uno<br />
all'insaputa dell'altro, anche se avevano in comune la tecnica dell'eliminazione<br />
fisica dell'avversario di classe. Pur illudendosi di servire una nobile<br />
causa, i responsabili di quei crimini agirono per un malinteso senso rivoluzionario<br />
e, forse, nell'illusione di rinnovare il mito della vittoriosa insurrezione<br />
sovietica del 1917.<br />
Stupisce, oggi, il fatto che queste piccole frange rivoluzionarie abbiano<br />
operato per imitare un avvenimento storico che, nel 1945, aveva già mostrato<br />
i suoi limiti anche se avrebbe resistito ancora un quarantennio. Ma stupisce<br />
ancora di più che il PCI le abbia tollerate sin dall'inizio, nonostante Togliatti<br />
sapesse — ed era il solo — che in Italia non era possibile fare la rivoluzione<br />
dopo gli accordi di Jalta.<br />
Difficile se non impossibile tracciare un confine esatto tra la fine del breve<br />
prolungamento del conflitto in tempo di pace — cioè dell'eliminazione dei<br />
fascisti — e l'inizio del dopoguerra. Tra la metà e la fine di maggio diminuirono<br />
le eliminazioni dei fascisti, anche se il fenomeno ebbe qualche coda. In<br />
molte province si ebbero casi isolati in giugno e luglio, a mano a mano che<br />
rientravano quelli che si erano nascosti in qualche parte dell'Italia del nord.<br />
Le uccisioni non legate al moto insurrezionale, anche se favorite dal clima<br />
politico che si respirava, cominciarono a diventare un fenomeno non episodico,<br />
ma consistente e preoccupante tra giugno e luglio nel pieno della stagione<br />
agricola, anche se qualche caso si era già verificato in precedenza.<br />
Quanto, invece, alla delinquenza comune — compresa quella dei disertori degli<br />
eserciti alleati e degli sbandati dell'esercito tedesco — assunse dimensioni<br />
rilevanti nell'estate-autunno.<br />
Che tra la coda del conflitto e l'inizio del dopoguerra ci sia stato un sia<br />
pur breve intervallo è cosa certa. Lo dimostrano i rapporti delle forze di polizia,<br />
anche se in seguito - quando mutò il clima politico e cominciò a soffiare<br />
il vento della restaurazione, lo "scirocco del sud", com'era chiamato — si<br />
cercò di fare di ogni erba un fascio e i tre aspetti del problema furono considerati<br />
un unico fenomeno.<br />
Il 6 luglio 1945 il questore Michele Iantaffi scrisse al ministero<br />
dell'Interno che «La situazione politica della Provincia di Bologna non è diversa<br />
nell'insieme, da quella di tutte le altre provincie dell'Italia Settentrionale<br />
liberate»; che anche qui si erano avute «manifestazioni di violenza con uccisioni<br />
di numerose persone e prelevamento di molte altre che sono poi state<br />
trovate uccise o non ancora trovate affatto» e che «le uccisioni o i prelevamenti<br />
nel capoluogo sono cessati da qualche settimana», mentre prosegui-<br />
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