Triangolo Rossa PDF - Istituto Parri
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pi di concentramento ecc; b) - volontari patrioti o partigiani caduti, mutilati<br />
e feriti sia per le cause già accennate che per azioni belliche o di sabotaggio —<br />
». Nelle ultime righe si legge: «Le SS.LL, vorranno altresì disporre per la<br />
compilazione di elenchi degli ex fascisti uccisi», senza specificare se durante<br />
la lotta di liberazione o dopo. Erano inoltre chiesti i nomi dei fascisti internati<br />
alla fine del conflitto.<br />
Essendo andate disperse le carte della segreteria <strong>Parri</strong>, non si conosce il<br />
risultato dell'inchiesta che non pecca certo per chiarezza. Solo a Parma, tra<br />
le carte del gabinetto di prefettura, abbiamo trovato le rispose di una decina<br />
di comuni, ma non la relazione finale inviata a Roma. Dalle risposte si ricavano<br />
dati confusi e disomogenei, dai quali esce un quadro di nessuna utilità<br />
24 .<br />
Concludendo sulle tante cifre dei fascisti morti durante "l'aprile 1945", si<br />
deve dire che quella dei trecentomila, inventata da Giannini, è una bugia<br />
vergognosa per eccesso, ma che anche quella di Scelba di 1.732 o 2.344 è errata,<br />
sia pure per difetto. La cifra quasi esatta è quella di 8.197 calcolata al<br />
termine dell'inchiesta promossa da De Gasperi. Resta il mistero del perché<br />
De Gasperi non la diffuse nel 1946 e non mosse un dito nel 1952 per impedire<br />
a Scelba di dare dei numeri a caso e consentire così al MSI di continuare<br />
a parlare di trecentomila morti, scesi a centomila col passare degli anni.<br />
2. Il primato del Piemonte<br />
Le cifre elaborate dal governo De Gasperi nel 1946 — riprodotte negli allegati<br />
— ci permettono di fare due considerazioni di un certo interesse. Il<br />
Piemonte e non l'Emilia-Romagna — contrariamente a quanto si crede, perché<br />
così è stato scritto per mezzo secolo e si continua ancora a scrivere — è<br />
la regione dove nell'"aprile 1945" si è avuto il numero maggiore di fascisti<br />
morti. Questa la graduatoria: Piemonte 2.363 dei quali 2.216 sicuramente fascisti<br />
e 147 che potrebbero essere stati uccisi per altri motivi, Emilia-Romagna<br />
1.958 (1.535+423), Lombardia 1.481 (1.271+210), Liguria 1.360 (1.300<br />
+60), Veneto 907 (766+14), Friuli Venezia Giulia (meno Trieste, all'epoca<br />
sotto amministrazione alleata) 472 (391+81), Toscana 308 (196+112), Lazio<br />
136 (131+5), Valle d'Aosta 107, Marche 84, Umbria 17, Abruzzo 16 (15+1),<br />
Trentino Alto Adige 6, Campania 5, Basilicata 3 e Molise 1.<br />
Dalla seconda posizione nella graduatoria dei fascisti giustiziati, l'Emilia-<br />
Romagna scende nella terza in quella degli omicidi comunque commessi —<br />
24 ASPR, GP, c. 28, f. 4/2, "Presidenza consiglio dei ministri".<br />
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