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Triangolo Rossa PDF - Istituto Parri

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Capitolo quarto<br />

LA CIFRA UFFICIALE: 8.197<br />

1. Guglielmo Giannini si inventa 300 mila morti fascisti<br />

Il balletto delle cifre — che i governi a guida DC avrebbero potuto interrompere<br />

in qualsiasi momento, pubblicando i dati ufficiali disponibili dal<br />

1946 - è durato oltre mezzo secolo. I saggisti neofasciti, ma anche quelli della<br />

DC e del mondo cattolico — e quelli dell'Emilia-Romagna in particolare —<br />

in questo lungo periodo hanno scritto di tutto, al solo scopo di dimostrare<br />

che la regione era la terra del terrore perché dominata dai comunisti. Gira e<br />

rigira le cifre erano sempre quelle sostenute dalla pubblicistica neofascista,<br />

anche se la grande menzogna dei trecentomila "martiri fascisti" non era stata<br />

inventata dai reduci di Salò. Loro, se mai, avevano avuto il torto o il merito<br />

di averla fatta propria, dopo che altri gliela avevano scodellata su un piatto<br />

d'argento. Poi ebbero il doppio merito di ripeterla giorno dopo giorno, anno<br />

dopo anno, sino a quando divenne credibile.<br />

Non per fare cessare questa campagna di stampa, ma per ristabilire i veri<br />

termini del problema sarebbe stato sufficiente rendere note le cifre esatte.<br />

Invece, nell'ultimo mezzo secolo solo una volta un rappresentante del governo<br />

ha rotto il silenzio su questo tema molto delicato. È stato quando il<br />

ministro dell'Interno Mario Scelba — il 19 febbraio e il 6, l'11 e il 24 giugno<br />

1952 — è intervenuto nella discussione parlamentare sulla legge contro il neofascismo.<br />

Nella seduta del 6 giugno negò ogni titolo di legittimità costituzionale<br />

al regime di Salò, affermando che il generale Rodolfo Graziani — il<br />

capo delle forze armate della RSI — era stato condannato dal Tribunale militare<br />

e degradato perché «venendo meno al giuramento di fedeltà prestato al<br />

suo Re si mise al servizio di un regime che era di ribellione alla legalità costituzionale<br />

mai venuta meno in Italia» 1 .<br />

1 Camera dei deputati, Atti parlamentari, Anno 1952, Discussioni, p. 35.586. Il 2 maggio 1951<br />

Graziani era stato condannato a 19 anni per collaborazionismo, degradato e radiato<br />

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