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Triangolo Rossa PDF - Istituto Parri

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munque riconosciuto che dopo il 25 luglio 1943 in Emilia-Romagna «vendette<br />

non ne vengono consumate», perché «forse si attendeva solo un segnale»<br />

77 . Ma non dice chi dovesse darlo e perché non fu dato.<br />

Almeno singolare l'atteggiamento del quotidiano cattolico bolognese<br />

"L'Avvenire d'Italia" che non affrontò compiutamente l'argomento, preferendo<br />

fare saltuari discorsi generici, senza tentare di individuare e descrivere<br />

i veri aspetti del fenomeno. Si è limitato a parlare di «prelevati», senza specificare<br />

le date — dal momento che i morti di prima del 21 aprile avevano un<br />

significato diverso da quelli del dopo liberazione - e senza precisare se erano<br />

o no fascisti. In una breve nota di cronaca apparsa il 28 luglio 1946, dal titolo<br />

Quanti ì "prelevati" di cui non sì conosce la sorte?, scrisse che i morti erano più<br />

di 190, senza indicare la fonte.<br />

In seguito non diede altri numeri, limitandosi a pubblicare una lettera del<br />

cardinale Nasalli Rocca al direttore perché intensificasse la campagna di<br />

stampa sull'"aprile 1945" 78 . Il 7 gennaio 1947 nella cronaca cittadina uscì un<br />

trafiletto dal titolo Dove sono iprelevati? e poi l'interesse cessò. La DC bolognese,<br />

a differenza di quella modenese, non si è mai impegnata su questo<br />

tema.<br />

Nella seconda metà del XX secolo molti giornali italiani hanno pubblicato<br />

note sui «prelevati» del 1945 a Bologna. Per tutti valga il caso de "l'Uomo<br />

qualunque" — il settimanale del movimento omonimo — che nel novembre<br />

1948 pubblicò sei elenchi con i nomi di poco più di duecento persone che<br />

sarebbero state uccise dopo la Liberazione. Di tutti fornì nome e cognome,<br />

di alcuni il mestiere e di altri l'età. Mai il luogo e la data esatta della morte<br />

per cui l'elenco è inservibile, a parte il fatto che da un esame sommario risulta<br />

che alcune persone elencate morirono durante la guerra e non dopo 79 .<br />

Molte le cifre fatte per Modena. Hanno, però, il difetto di essere una diversa<br />

dall'altra e non si capisce — perché gli autori non lo dicono — in base a<br />

quali calcoli sono state ottenute, cioè da quali fonti sono tratti gli addendi di<br />

quelle somme. «Dal 25 aprile '45 al luglio '46 in provincia di Modena sono<br />

state soppresse 893 persone: città esclusa». Questa cifra — molto lontana dalla<br />

realtà, come vedremo — la fornì nel 1949 Angiolo Silvio Ori, all'epoca vice<br />

segretario della DC di Modena e redattore della pagina modenese de "L'Avvenire<br />

d'Italia". La citazione è tratta da un saggio anonimo di Ori inserito in<br />

una pubblicazione collettanea curata dalla DC dell'Emilia-Romagna dal tito-<br />

77 I.R. Colizzi, J'accuse, cit., pp. 11 e 110.<br />

78 La sorte dei 'prelevati", in "L'Avvenire d'Italia", 25 agosto 1946.<br />

79 Gli scomparsi di San Pietro in Casale, in "l'Uomo qualunque", n. 38, 1948. Altri elenchi furono<br />

pubblicati nei numeri 41, 42, 43, 44.<br />

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