Triangolo Rossa PDF - Istituto Parri
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sulle fonti 74 . Anche Vinicio Araldi, in un saggio sul comunismo dell'Emilia-<br />
Romagna, trascura alcune città, mentre per le altre indica cifre delle quali<br />
non si sa cosa dire, dal momento che non è detta la fonte. A Ferrara, Ravenna<br />
e Forlì i morti sarebbero stati 2.000 e 7.000 a Bologna e Modena. Tutti,<br />
a suo dire, furono uccisi dai comunisti.<br />
Quelle morti — ha scritto Araldi, senza produrre un documento — «rientravano<br />
in un disegno politico del PCI, abilmente delineato fin dal periodo<br />
dell'occupazione tedesca», quando cercò «deliberatamente di coinvolgere il<br />
maggior numero possibile di persone (anche vecchi, anche donne, anche<br />
bambini), non tanto nelle operazioni, quanto nelle repressioni, senza badare<br />
alle vite umane per scavare un solco profondissimo di rancori tra gli occupati<br />
e gli occupanti, fascisti compresi 75 .<br />
Una grande confusione di nomi e di date — anche se avrebbe dovuto essere<br />
informato, essendo stato cappellano delle Brigate nere - ha fatto Fra Ginepro<br />
in un volume nel quale pubblica centinaia di nomi di fascisti morti<br />
nelle regioni settentrionali. Non sono citate le fonti, ma potrebbero essere<br />
usciti dalle associazioni degli ex combattenti di Salò.<br />
A Bologna, secondo Fra Ginepro, furono giustiziati 76 fascisti il 25 aprile<br />
(ma tace sul 21, 22, 23 e 24, i primi giorni della liberazione) e 53 il 26. Una<br />
ventina sarebbero morti il 27. Tra questi è annoverato Arpinati, che invece<br />
fu ucciso il 22. Altre cifre vengono indicate per i giorni successivi, ma senza<br />
un ordine logico. Molto probabilmente il frate ignorava che Bologna era stata<br />
liberata il 21 e non il 25, per cui ha fatto cominciare dal 25 il conto dei<br />
morti, con il risultato che tutto il quadro risulta errato.<br />
A Modena i morti sarebbero stati 25 il 25 aprile (e il 22, 23 e 24?), 19 il 26<br />
e 8 il 27. Fra Ginepro ha fatto morire il 27 Emilio Missere il quale scomparve<br />
il 3 giugno, a parte il fatto che era un partigiano della DC e non un fascista.<br />
A Reggio Emilia i morti sarebbero stati 49, 65 e 22; a Parma 7, 15 e 6; a<br />
Piacenza 6, 20 e 9. A Ferrara i morti sarebbero stati 16 il giorno 25 e 4 a Ravenna<br />
pure il 25, anche se quella città era libera da mesi. Fra Ginepro non<br />
fornisce totali 76 .<br />
Per Bologna, Colizzi ha assemblato ricordi personali, testimonianze orali<br />
e saggi presi da varie parti, ma non ha fatto totali né cercato di classificare i<br />
morti a seconda delle cause. Anche per questa autrice, tutti, sia quelli deceduti<br />
prima che dopo la Liberazione, sono vittime dei comunisti. Ha scritto<br />
che «Alcuni (fascisti) sicuramente colpevoli di qualche cosa» lo erano, anche<br />
se «animati dal desiderio di essere utili al loro Paese, servendolo». Ha co-<br />
74 P. Sérant, I Vinti della liberazione, Milano, Borghese, 1966, p. 266.<br />
75 V. Araldi, Emilia rossa, Bianco, Roma, 1964, pp. 21 e 25.<br />
76 Fra Ginepro, Martirologio italico, Siena, sd, Il Vol, pp. 1-199.<br />
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