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Triangolo Rossa PDF - Istituto Parri

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maggiori, i partigiani vennero fatti sfilare in armi, con bandiere e musica, davanti<br />

a un ufficiale (quasi sempre io); al termine dell'itinerario della parata<br />

erano disposti diversi camion militari vuoti; là alcuni locali (nel senso di persone<br />

del luogo, N.d.A.) parlavano richiamando in continuazione l'esempio di Garibaldi<br />

che, finito il compito di soldato, aveva abbandonato le armi ed era<br />

tornato all'aratro.<br />

«Altri che avevamo attentamente istruito nelle prime file, gettavano le loro<br />

armi sui camion, e il resto faceva altrettanto; in precedenza era stato annunciato<br />

che per i veterani partigiani disarmati vi sarebbero stati rinfreschi e<br />

riconoscimenti. Dopo di ciò i partigiani disarmati, si riunivano nuovamente<br />

nella piazza dove i loro comandanti e alcuni eroi scelti ricevevano certificati,<br />

firmati personalmente dal maresciallo Alexander, che attestavano il loro valore<br />

ed esprimevano il ringraziamento angloamericano per il loro impegno».<br />

Questo piano funzionò sempre, ha scritto Bowman. Solo a Parma ci fu<br />

qualche problema quando «un ragazzo del banco di ristoro» — uno di quelli<br />

allestiti per dare una bottiglia e una tavoletta di cioccolata in cambio delle<br />

armi — avendo probabilmente «bevuto un bicchiere di troppo» in anticipo,<br />

«sparò un colpo in aria». Immediatamente «tutti i seimila partigiani della<br />

piazza, pigiati com'erano uno contro l'altro, spararono con le loro armi —<br />

mitragliatori, fucili, pistole - verso il cielo».<br />

Gli «attestati al valore, i rinfreschi gratuiti e gli altri riconoscimenti furono<br />

solo una parte della ragione per la pronta collaborazione che incontrammo»,<br />

conclude Bowman, ma il merito va anche a Stalin che «in quel momento aveva<br />

altra carne al fuoco e non voleva impelagarsi negli affari italiani» 9 .<br />

È probabile, ma poco credibile che Bowman sia riuscito a strumentalizzare<br />

alcuni partigiani, convincendoli a precipitarsi ai camion per deporre le armi<br />

e indurre, per contagio, gli altri a fare altrettanto. Ma quello che più stupisce<br />

è come sia riuscito a convincersi di avere giocato e piegato ai suoi voleri<br />

— con un sacchetto di caramelle e una Coca cola — uomini che avevano coraggio<br />

da vendere e una grande coscienza politica. Diversamente non avrebbero<br />

affrontato, quasi a mani nude, l'esercito più potente e spietato del<br />

mondo. Si aggiunga che la consegna delle armi — operazione alla quale intervennero<br />

i partigiani convinti e consapevoli di quell'atto, quindi non tutti - fu<br />

vissuta come un torto subito dagli alleati con i quali avevano condiviso la<br />

causa comune e combattuta la stessa battaglia 10 .<br />

9 Le citazioni sono tratte da I partigiani come i Vietcong (ma qui eravamo a favore), in "Bologna incontri",<br />

n. 3, 1985. La nota era stata ricavata da A.C. Bowman Zones of Strain. A. Memoir of the<br />

Early Cold War, Hoover Institution Press della Stanford University, 1982, pp. 175.<br />

10 Il disarmo fu vissuto in modo traumatico da tutti i partigiani italiani. Cfr. C. Pavone, Una<br />

guerra civile, cit., p. 439.<br />

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