Triangolo Rossa PDF - Istituto Parri
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1. La cattura dei fascisti<br />
Capitolo secondo<br />
L'EMILIA-ROMAGNA INSORGE<br />
Il 21 aprile 1945 a Bologna e nei giorni seguenti nelle altre città<br />
dell'Emilia-Romagna, a mano a mano che erano liberate dagli alleati o si liberavano<br />
da sole grazie all'insurrezione popolare, iniziò la cattura dei fascisti.<br />
Pochi si consegnarono spontaneamente alle forze della Resistenza - secondo<br />
le modalità del bando nazionale «Arrendersi o perire!» — mentre i più<br />
preferirono rinchiudersi in casa o nascondersi in rifugi di fortuna, presso<br />
amici e parenti. Erano rimasti — a Bologna come altrove — solo personaggi<br />
piccoli e medi ritenendo di avere modeste responsabilità. Ma molti non avevano<br />
potuto fuggire per vari motivi, in primo luogo quelli familiari.<br />
Al contrario, gli alti gradi del regime avevano preso il largo da tempo, dopo<br />
essersi procurati — potendo disporre di grandi mezzi finanziari — un rifugio<br />
sicuro in qualche città del nord, anche se andarono quasi tutti nel Bresciano<br />
e nell'alto Vicentino. Il morituro regime aveva provveduto per tempo<br />
a stanziare — a vario titolo — grosse somme prelevate dalle casse dello stato,<br />
per andare incontro alle esigenze dei gerarchi e dei militari. Dall'epistolario<br />
di Giorgio Pini risulta che i giornalisti avevano avuto la liquidazione e sovvenzioni<br />
— non dovute e, quindi, illecite — dall'istituto di previdenza della categoria1.<br />
Il piano d'evacuazione dei militi delle formazioni armate fasciste e dei loro<br />
familiari era stato predisposto da tempo con la circolare che Alessandro<br />
Pavolini, segretario nazionale del PFR, aveva inviato il 22 settembre 1944 ai<br />
prefetti ed ai segretari provinciali del PFR. Il documento era intestato «SE-<br />
GRETO. N. di Prot. 002328, S.P.C.». Le «presenti istruzioni», terminava,<br />
1 Per l'epistolario Pini, depositato all'Archivio centrale dello stato, cfr. N. S. Onofri, "il Resto<br />
del Carlino" durante l'occupazione tedesca. Le carte di Giorgio Pini, in "il Carrobbio", Edizioni Parma,<br />
Bologna 1991, p. 280.<br />
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