Triangolo Rossa PDF - Istituto Parri
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Secondo un nostro calcolo — dopo aver sommato le cifre avute dalle AN-<br />
PI (Associazione nazionale partigiani d'Italia) della regione — i partigiani<br />
dell'Emilia-Romagna caduti sarebbero 6.441 così divisi: Bologna 1.386, Modena<br />
1.214, Parma 768, Piacenza 778, Reggio Emilia 618, Ravenna 595, Forlì<br />
488 e Ferrara 434 33 .<br />
La maggior parte delle perdite, i partigiani le subirono nell'inverno 1944-<br />
45 quando, dopo essere scesi dalla montagna per partecipare alla liberazione<br />
delle città, vi restarono intrappolati. A Bologna, in quei sette mesi, si combattè<br />
una guerra terribile, senza tregua né pietà. La città era al freddo, alla<br />
fame e in condizioni igieniche inimmaginabili per la presenza di migliaia di<br />
famiglie contadine fuggite, con il bestiame, dai comuni dell'Appennino investiti<br />
dalla guerra 34 . Si sparava di giorno e di notte. Ogni mattina — ma il quotidiano<br />
"il Resto del Carlino" pubblicava solo una minima parte dei nomi,<br />
per non accreditare le grandi dimensioni dell'esercito partigiano — decine di<br />
morti, tra fascisti e patrioti, erano trovati nelle strade o sotto i portici.<br />
In novembre le perdite peggiori le subirono i partigiani, ancora disorientati<br />
per l'imprevisto arresto dell'avanzata alleata e incerti sulla tattica da adottare,<br />
dal momento che non potevano tornare sull'Appennino, ma neppure restare<br />
in città. Un insperato aiuto ai fascisti lo diedero i partigiani che si erano<br />
arresi, ai quali fu promessa la vita se avessero denunciato i compagni di lotta<br />
e indicato l'ubicazione delle basi segrete della Resistenza.<br />
A Bologna, a causa della delazione di una partigiana, il 12 dicembre le<br />
Brigate nere irruppero nell'infcrmeria clandestina del CLN, allestita in Via<br />
Duca d'Aosta 77 (oggi via Andrea Costa) nei pressi dello stadio comunale. I<br />
14 partigiani feriti che vi si trovavano e il medico austriaco che li curava — un<br />
disertore della Wehrmacht — furono torturati e fucilati.<br />
Uguale sorte, il 16 ottobre, era toccata a 10 partigiani feriti, a due medici -<br />
uno dei quali un altro ufficiale austriaco disertore — e a due infermieri. Catturati<br />
dai tedeschi nella chiesa di Cavina, a Fognano in provincia di Ravenna,<br />
erano stati risparmiati e ricoverati nell'ospedale di Brisighella. Con quel gesto<br />
i teutoni avevano inteso esprimere la loro riconoscenza, perché tra i feriti<br />
prile 1954. In questa statistica sono indicate 704 vittime civili, delle quali s'ignora tutto. Non<br />
si sa se morirono saltando su una mina o sotto un bombardamento o per mano tedesca.<br />
33 Non siamo in grado di spiegare la differenza tra i 6.084 caduti che figurano nelle liste ufficiali<br />
e i 6.441 frutto della nostra ricerca.<br />
34 Da un rapporto dei carabinieri, in data 23 maggio 1945, risulta che nei giorni della Liberazione<br />
a Bologna vi erano 144 mila sfollati, dei quali 14 mila ospitati nei centri comunali e gli<br />
altri in abitazioni private (ACS, MIG, 1944-46, b. 203, f. 11.066). Pare che invece fossero più<br />
numerosi. Da uno studio di Bergonzini risulta che nell'aprile 1945 vi erano 600 mila persone,<br />
mentre i residenti - secondo un dato del 1942 - erano 324.000. (L. Bergonzini, L'economia, la<br />
società, la vita quotidiana, in Bologna in guerra 1940-45, Studi e ricerche, a cura di B. Dalla Casa, A.<br />
Preti, Milano, Angeli, 1995, pp. 159-89).<br />
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