Triangolo Rossa PDF - Istituto Parri
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ganizzato il Fascio bolognese - nato nell'aprile 1919, ma rimasto sempre inattivo<br />
— il 20 settembre 1920 Leandro Arpinati guidò la prima spedizione<br />
punitiva contro il Bar Borsa, in Via Ugo Bassi, luogo di ritrovo dei socialisti.<br />
Senza essere stati provocati, i fascisti spararono contro il locale — dal quale<br />
fu risposto al fuoco — e uccisero l'operaio Guido Tibaldi. Quella fu la prima<br />
di una lunga serie di vittime del fascismo. Ma quello fu, soprattutto, il primo<br />
delitto politico premeditato 13 . Un genere che fu praticato per tutto il periodo<br />
della dittatura. A Bologna i fascisti erano soliti uccidere o tentare di uccidere<br />
tutti gli antifascisti condannati per la morte di uno squadrista, quando<br />
uscivano dal carcere, dopo aver scontato la pena.<br />
Il 27 novembre 1922 a Trebbo di Reno — una frazione del comune di Castel<br />
Maggiore, a pochi chilometri da Bologna - ci fu uno scontro a fuoco tra<br />
una squadra fascista e un gruppo di socialisti e comunisti. Si ebbero feriti da<br />
ambo le parti e il fascista Ernesto Cesari morì un mese dopo. Furono arrestati<br />
una ventina d'antifascisti, quattro dei quali condannati a pene non pesanti,<br />
essendo stata riconosciuta la legittima difesa: Amedeo Fantoni, Oliviero<br />
Zanardi, Guido Nuzzi e Duilio Montanari. Dopo avere scontato parte<br />
della pena, alla fine del 1923 furono amnistiati e liberati. L'anno seguente i<br />
fascisti di Castel Maggiore uccisero il Nuzzi a colpi di pistola, nel 1925 fu la<br />
volta di Zanardi e nel 1926 di Fantoni. Polizia e magistratura non intervennero.<br />
Un caso analogo avvenne a Sala Bolognese. Il 14 maggio 1921 in uno<br />
scontro a fuoco tra socialisti e fascisti restò ucciso lo squadrista Sebastiano<br />
Monari. Noè Bastia ed altri 13 socialisti furono arrestati e condannati a pene<br />
varie. Scarcerati alla fine del 1923, per amnistia, il Bastia si trasferì a Bologna.<br />
Nel 1928, essendo disoccupato, tornò ad abitare a Sala. Il 21 febbraio<br />
1928, mentre si trovava in un'osteria, fu affrontato da Cesarino e Nello Monari,<br />
fratelli di Sebastiano, e assassinato dal primo con tre colpi di rivoltella<br />
alla testa. Il tribunale assolse per legittima difesa il responsabile, anche se<br />
giudici e polizia sapevano che i fratelli Monari avevano tentato di uccidere<br />
altri due socialisti — che riportarono ferite non gravi — già condannati e amnistiati<br />
per lo scontro del 1921. 14<br />
La fine di Bastia avrebbe potuto farla Amedeo Barbari, se non fosse stato<br />
salvato dalla polizia. Il Barbari era un militante socialista di S. Benedetto Val<br />
di Sambro (un comune appenninico che all'epoca si chiamava Pian del Voglio),<br />
al quale i fascisti avevano assassinato la madre. Il 2 settembre 1922 uccise,<br />
a sua volta, il fascista Silvio Sammarchi durante una rissa. Per questo<br />
ebbe una condanna lieve. Rimesso in libertà alla fine del 1923, per amnistia,<br />
13 N. S. Onofri, Fu fascista la violenza nella provincia di Bologna tra il 1920 e il 1945, in "Resistenza<br />
oggi", n. 1, dicembre 2000, pp. 23-36.<br />
14 ACS, CPC, b. 399, f. Bastia Noè di Angelo.<br />
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