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Triangolo Rossa PDF - Istituto Parri

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del quotidiano cattolico bolognese "L'Avvenire d'Italia", giunse una lettera<br />

anonima nella quale si affermava che a Marzabotto c'era «una certa dimestichezza<br />

con le armi» e che si sentivano «continuamente spari e anche di notte».<br />

Il 12 novembre Manzini inviò l'«appunto importantissimo» al segretario<br />

di Scelba e sollecitò un intervento «provvidenziale».<br />

Al termine di un'inchiesta, il comandante del Gruppo interno dei carabinieri<br />

assicurò che a Marzabotto «non vengono uditi spari di armi da guerra e<br />

nessun delitto è stato commesso in quella zona con impiego di armi, dalla liberazione<br />

a oggi». L'ufficiale aggiunse che, nel corso di ripetuti rastrellamenti,<br />

erano «state rinvenute soltanto due pistole» 33 .<br />

Chi, a differenza di D'Antoni, si trovò in perfetta sintonia con il nuovo<br />

corso politico fu Carmelo Marzano, nominato questore di Modena nell'ottobre<br />

del 1948. Questo vecchio esponente della polizia fascista si era salvato<br />

dall'epurazione e aveva riavuto un posto di comando perché, come si diceva,<br />

disponeva di un ricco dossier con i fascicoli personali di molti personaggi<br />

politici dell'epoca.<br />

Un mese dopo essere stato mandato a Modena da Scelba, Marzano gli inviò<br />

una dettagliata relazione, saltando tutte le vie gerarchiche. Scrisse che<br />

tutto il potere era nella mani del PCI; che «Circolano tuttora in Modena pericolosissimi<br />

attivisti, ex confinati politici (gli antifascisti condannati dalla dittatura,<br />

N.d.A.), fanatici ed intransigenti agit-prop, quasi tutti con le mani lorde di<br />

sangue che nulla tralasciano per riportare la città e la provincia nell'atmosfera<br />

di terrore del passato», mentre «gli altri partiti, D.C. compresa, le sezioni<br />

libere dei sindacati, dei partigiani, ecc. rette da persone di scarso coraggio,<br />

svolgono attività limitata e vivono nel compromesso».<br />

Dopo avere sostenuto che i delitti, fatti passare «sotto l'etichetta del movente<br />

politico», altro non erano stati che «lo sfogo di odi personali, di vendette<br />

e di bassa sete di sangue», comunicò al ministro che, in futuro, si sarebbe<br />

attenuto a questa linea di condotta:<br />

«Non permetto comizi o li faccio sospendere appena si oltraggia il Governo,<br />

i suoi membri o le forze dello Stato;<br />

«non consento l'uso di altoparlanti che al di fuori dei luoghi chiusi eluderebbero<br />

la legge trasformando le riunioni in comizi;<br />

«non autorizzo la diffusione di manifesti dal contenuto tendenzioso, irriguardoso<br />

per il Governo o, peggio, eccitanti all'odio di classe;<br />

«non consento per i comizi l'uso di piazze o ritrovi dove l'impiego delle<br />

forze di polizia sia difficoltoso o impossibile;<br />

«non concedo l'uso di uniformi ai partiti, né emblemi o bandiere che non<br />

siano quelle della Patria;<br />

33 ACS, MIG, 1948, b. 9, f. 11.114.<br />

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