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Triangolo Rossa PDF - Istituto Parri

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di solito, le punte più acute nella curva dei reati». Il risultato, a suo parere,<br />

era lusinghiero se si considerava il grave stato di disorganizzazione in cui<br />

versavano polizia e carabinieri.<br />

Dopo avere elencato le misure principali che si imponevano per la riorganizzazione<br />

delle forze di polizia — con la preventiva esclusione degli ausiliari<br />

provenienti dalle formazioni partigiane — Ferrari riportò le cifre dei fatti criminosi<br />

nelle varie province della regione, dalle quali risultava che la tendenza<br />

era quella di un processo in via di esaurimento.<br />

«Questi dati, anche se non permettono di sperare in una rapida normalizzazione,<br />

inducono, tuttavia, a un relativo ottimismo e dimostrano comunque<br />

che le forze di polizia hanno fatto, anche in condizioni di grave disagio, tutto<br />

intero il loro dovere», concludeva Ferrari, non senza aggiungere di considerare<br />

«superfluo» l'invio di un ispettore «con il compito di approfondire le<br />

cause della delinquenza in Emilia» 6 .<br />

Nonostante il suo parere — contrario per motivi tecnici, non politici — il<br />

ministro dell'Interno inviò ugualmente un ispettore a Bologna. Non si conosce<br />

la reazione del capo della polizia che ebbe almeno il conforto di vedere<br />

la sua tesi confermata dai dati sulla criminalità relativi al 1946. Dalle relazioni<br />

del comandante dei carabinieri — anche se ne mancano alcune — risulta che<br />

nella regione si ebbero 3 omicidi politici e 8 comuni nel maggio 1946; 2 politici<br />

e 11 comuni in giugno; 3 politici e 13 comuni in agosto e 2 politici e 3<br />

comuni in settembre.<br />

Pur fornendo questi dati confortanti, il comandante dell'Arma non cessava<br />

però di insistere sul tasto della possibile insurrezione armata. Prendendo<br />

spunto da quanto era avvenuto ad Asti — dove alcuni partigiani erano risaliti<br />

in montagna per protestare contro il deterioramento della situazione politica<br />

— scrisse nella relazione d'agosto: «L'episodio, collegato ad altri fenomeni del<br />

tragico dopoguerra, va destando le più serie preoccupazioni perché dà corpo,<br />

in certo qual modo, al diffuso timore che si possa verificare da un momento<br />

all'altro una rivolta armata contro i poteri dello Stato, una nuova edizione<br />

della "Marcia su Roma" con la variante che, questa volta, ad agire sarebbero<br />

gli elementi più accesi della sinistra. Tutto ciò rende ancora più grave<br />

lo stato di trepidazione delle popolazioni dell'Emilia che vivono sotto<br />

l'assillo del terrore delle azioni delittuose commesse da elementi di estrema<br />

sinistra in connivenza con appartenenti alla polizia ausiliare. Si reclama<br />

un'energica azione di risanamento {della polizia, N.d.A.) da parte del governo».<br />

E perché non ci fossero dubbi ricordò il caso di Modena dove 250 agenti<br />

ausiliari «tengono il questore sotto l'imperio della loro volontà, ne controllano<br />

minutamente ogni attività e da lui pretendono perfino l'avallo alle<br />

6 ACS, MIG, 1944-46, b. 234, f. 23.675.<br />

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