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Rassegna di documenti processuali concernenti le mafie pugliesi.

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tarantina attualmente processata <strong>di</strong>nanzi alla Corte d’Assise <strong>di</strong> Taranto nel processo<br />

denominato “El<strong>le</strong>sponto”.<br />

Le prove della mafiosità <strong>di</strong> questi soggetti raccolte dal Giu<strong>di</strong>ce Istruttore <strong>di</strong> Bari che non<br />

furono ritenute sufficienti a fondare una condanna per il reato <strong>di</strong> cui all’art. 416-bis c.p.,<br />

derubricato nell’ipotesi semplice <strong>di</strong> cui all’art. 416 cod. pen., sembra incre<strong>di</strong>bi<strong>le</strong> a <strong>di</strong>rsi erano<br />

essenzialmente documentali, poiché nel<strong>le</strong> carceri <strong>pugliesi</strong> furono rinvenuti un’infinità <strong>di</strong> scritti<br />

riportanti <strong>le</strong> formu<strong>le</strong> <strong>di</strong> giuramento al<strong>le</strong> associazioni così costituite, nonché copia dello statuto<br />

della S.C.U. con l’in<strong>di</strong>cazione del nome della organizzazione e <strong>di</strong> tutti i suoi membri. Fu pure<br />

sequestrata al ROGOLI un’agenda nella qua<strong>le</strong> era in<strong>di</strong>cata la data <strong>di</strong> fondazione<br />

dell’organizzazione (1° maggio 1983).<br />

Ma vi e <strong>di</strong> più: Giuseppe ROGOLI, intuito il clima <strong>di</strong> minimizzazione dei fatti con manovra<br />

spregiu<strong>di</strong>cata alla stregua del<strong>le</strong> stesse rego<strong>le</strong> mafiose, confessava al Giu<strong>di</strong>ce Istruttore <strong>di</strong> Bari che<br />

“la Sacra Corona Unita era stata creata solo per regolare e decidere <strong>le</strong> varie questioni insorgenti fra i<br />

detenuti”, in pratica una sorta <strong>di</strong> Tribuna<strong>le</strong> carcerario creato dai detenuti del qua<strong>le</strong> ROGOLI era il<br />

‘presidente’ al qua<strong>le</strong> si aderiva attraverso una cerimonia denominata ‘battesimo’ ed i cui<br />

componenti si <strong>di</strong>stinguevano per grado (17).<br />

Il Tribuna<strong>le</strong> <strong>di</strong> Bari ritenne <strong>di</strong> non considerare <strong>di</strong> tipo mafioso o camorristico ta<strong>le</strong> associazione<br />

stante “l’assenza <strong>di</strong> quella “capillarità” nella struttura organizzativa, da sempre “punto <strong>di</strong> forza”<br />

della camorra, sicché la stessa corrispondenza epistolare rinvenuta dagli inquirenti, per quanto<br />

copiosa nel suo comp<strong>le</strong>sso, non è certo assimilabi<strong>le</strong> per “contenuto” e per “funzione” a quella della<br />

camorra tra<strong>di</strong>ziona<strong>le</strong>” e perché “nell’ambito della realtà pugliese non si è trovata traccia <strong>di</strong><br />

conferimenti in danaro nei confronti degli imputati”.<br />

Era questa la conclusione <strong>di</strong> un ragionamento che intendeva pervenire alla in<strong>di</strong>viduazione della<br />

mafiosità della associazione pugliese attraverso la verifica dei caratteri comuni <strong>di</strong> quest’ultima<br />

rispetto alla camorra napo<strong>le</strong>tana, considerata apo<strong>di</strong>tticamente il para<strong>di</strong>gma autentico<br />

(alternativamente alla mafia siciliana) della associazione definita al comma terzo dell’art. 416-bis<br />

cod. pen.<br />

L’operazione era invero impossibi<strong>le</strong> perché i caratteri della ‘camorra napo<strong>le</strong>tana’, ritengo<br />

ancor’oggi <strong>di</strong> non faci<strong>le</strong> enuc<strong>le</strong>azione senza un’accurata analisi, erano a loro volta totalmente non<br />

provati in quel processo, se non attraverso qualche copia <strong>di</strong> atto giu<strong>di</strong>ziario.<br />

“Alla stregua <strong>di</strong> quanto innanzi <strong>le</strong> assimilazioni alla camorra napo<strong>le</strong>tana si riducono solo agli<br />

aspetti “liturgici” e “fascinosi” dei riti” (18) ed anzi il Tribuna<strong>le</strong> <strong>di</strong> Bari evidenziava che la Sacra<br />

Corona Unita doveva essere considerata, conformemente a quanto <strong>di</strong>chiarato dal ROGOLI in<br />

<strong>di</strong>battimento, una vera e propria istituzione anticamorrista “sorta allo scopo <strong>di</strong> impe<strong>di</strong>re che i<br />

detenuti fossero avvicinati dai napo<strong>le</strong>tani che in numero consistente nell’83 erano giunti nel carcere<br />

<strong>di</strong> Bari; si temeva che, in conseguenza degli approcci <strong>di</strong> questi ultimi, anche in Puglia si potesse<br />

<strong>di</strong>ffondere quel clima <strong>di</strong> intimidazione che già altrove avevano instaurato” (19).<br />

Per adoperare <strong>le</strong> paro<strong>le</strong> del Tribuna<strong>le</strong>, la Sacra Corona Unita non era potuta <strong>di</strong>venire<br />

un’associazione <strong>di</strong> tipo mafioso “perché l’attività del ROGOLI e dei suoi compari, (era stata<br />

interrotta) appena un<strong>di</strong>ci mesi dopo la nascita della S.C.U. (i primi mandati <strong>di</strong> cattura sono del 27<br />

apri<strong>le</strong> 1984), non (potendo superare) un generico proselitismo e coor<strong>di</strong>namento dei vari<br />

“movimenti” per l’affiliazione <strong>di</strong> nuovi adepti”.<br />

Per una singolare combinazione, la sentenza della Corte d’Assise <strong>di</strong> Lecce che nel maggio del<br />

1991 si occupò nuovamente della S.C.U., con riferimento all’epoca in cui il Tribuna<strong>le</strong> <strong>di</strong> Bari<br />

pronunziava la sua sentenza (24 ottobre 1986), concludeva “nel senso che nell’ottobre del 1986<br />

attorno al ROGOLI ruotava – con un’estensione territoria<strong>le</strong> che copriva almeno tre province della<br />

Puglia – un gruppo <strong>di</strong> persone che si de<strong>di</strong>cava stabilmente alla consumazione <strong>di</strong> attività il<strong>le</strong>cite”<br />

(20).<br />

Nel corpo della sentenza si colgono alcuni aspetti “ideologici”, all’epoca molto in voga, che<br />

vennero utilizzati per contestare al Giu<strong>di</strong>ce Istruttore che aveva rinvenuto la prova documenta<strong>le</strong><br />

della esistenza della associazione ed ottenuto l’unica confessione della storia giu<strong>di</strong>ziaria <strong>di</strong>

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