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Rassegna di documenti processuali concernenti le mafie pugliesi.

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Le osservazioni che seguono hanno quin<strong>di</strong> lo scopo <strong>di</strong> vagliare, in rapida sintesi e senza alcuna<br />

pretesa <strong>di</strong> comp<strong>le</strong>tezza, <strong>le</strong> principali tappe della criminalità pugliese al fine <strong>di</strong> verificare gli assunti<br />

che precedono.<br />

Scorrere l’e<strong>le</strong>nco degli imputati del primo maxi processo della storia giu<strong>di</strong>ziaria pugliese<br />

istaurato dal Giu<strong>di</strong>ce Istruttore Alberto MARITATI, offre al <strong>le</strong>ttore esperto la misura dell’occasione<br />

perduta dalla sentenza del Tribuna<strong>le</strong> <strong>di</strong> Bari n. 1587 del 24 ottobre 1986.<br />

Decine <strong>di</strong> nomi corrispondono a quelli <strong>di</strong> coloro che da quel momento finiranno nel<strong>le</strong> cronache<br />

giornalistiche, o perché barbaramente uccisi, o perché nuovamente imputati nei successivi processi<br />

<strong>di</strong> criminalità organizzata ce<strong>le</strong>brati presso tutte <strong>le</strong> Corti <strong>di</strong> Puglia.<br />

Solo per citare quelli più importanti, facevano parte dell’e<strong>le</strong>nco degli imputati del processo<br />

alla Nuova Camorra Pugliese ed alla Sacra Corona Unita, già allora totalmente in<strong>di</strong>viduate,<br />

Giuseppe ROGOLI, ancora oggi considerato il capo della Sacra Corona Unita brin<strong>di</strong>sina,<br />

Oronzo ROMANO, già capo della organizzazione mafiosa denominata ‘la Rosa’ <strong>di</strong> cui si <strong>di</strong>rà<br />

in seguito, Giovanni DALENA, braccio destro del ROMANO attualmente a giu<strong>di</strong>zio davanti<br />

alla Corte d’Assise <strong>di</strong> Bari per associazione <strong>di</strong> stampo mafioso nel processo denominato<br />

“Conte Ugolino”, DENTICE Giuseppe, successivamente condannato anch’egli per<br />

appartenenza a ‘la Rosa’, catturato in Spagna pochi mesi fa, dopo anni <strong>di</strong> latitanza, Gerardo<br />

AGNELLI e Giosuè RIZZI, capi della mafia foggiana, il primo ucciso nei primi anni ’90 e<br />

l’altro condannato all’ergastolo qua<strong>le</strong> autore della strage c.d. “del Bacar<strong>di</strong>”, Francesco<br />

BIANCOLI, ancora oggi considerato uno dei capi della criminalità organizzata della città <strong>di</strong><br />

Bari, Giuseppe MERCANTE, anch’egli ai vertici della criminalità organizzata del capoluogo<br />

da oltre <strong>di</strong>eci anni, Antonio DI COSOLA, fondatore e capo della Sacra Corona Autonoma,<br />

organizzazione simi<strong>le</strong> alla Sacra Corona Unita, operante da molti anni nella periferia <strong>di</strong> Bari ed<br />

attualmente a giu<strong>di</strong>zio nel contesto del processo denominato “Conte Ugolino”, Giuseppe<br />

MUOLO, capo della organizzazione mafiosa che controlla il territorio <strong>di</strong> Monopoli, il più<br />

grande comune a sud <strong>di</strong> Bari, Savino PARISI, il boss dei boss della criminalità organizzata<br />

della città <strong>di</strong> Bari, mandante <strong>di</strong> numerosi omici<strong>di</strong>, assieme ad Antonio CAPRIATI ‘compare’ <strong>di</strong><br />

Francesco CAVALLARI, re della sanità privata nella strutturazione dell’associazione<br />

politico-sanitario-mafiosa accertata con sentenza passata in giu<strong>di</strong>cato, Giuseppe CAPUTO,<br />

capo storico della mafia <strong>di</strong> Cerignola, una del<strong>le</strong> più potenti e feroci della regione, Pasqua<strong>le</strong> DI<br />

TOMMASO capo del gruppo crimina<strong>le</strong> cerignolano opposto a quello guidato dal predetto<br />

CAPUTO Giuseppe, Antonio DODARO, già responsabi<strong>le</strong> per conto <strong>di</strong> Giuseppe ROGOLI<br />

della S.C.U. nella provincia <strong>di</strong> Lecce, anch’egli assassinato, Giovanni DONATIELLO,<br />

successivamente <strong>di</strong>venuto capo <strong>di</strong> uno dei quatto gran<strong>di</strong> gruppi della S.C.U. brin<strong>di</strong>sina, Donato<br />

LARASPATA, capo, assieme al fratello Raffae<strong>le</strong>, del clan delinquenzia<strong>le</strong> attualmente egemone<br />

nella città <strong>di</strong> Bari dopo il declino del gruppo facente capo ad Antonio CAPRIATI, boss della<br />

città vecchia, Antonio MUSIO, <strong>di</strong>venuto successivamente ‘responsabi<strong>le</strong>’ per conto del<br />

ROGOLI del comune <strong>di</strong> Torre Santa Susanna, nonché uno dei primi collaboratori <strong>di</strong> Giustizia<br />

della S.C.U. brin<strong>di</strong>sina, Bruno e Panta<strong>le</strong>o DE MATTEIS, <strong>le</strong>ccesi, fondatori della Famiglia<br />

Sa<strong>le</strong>ntina Libera assieme a Salvatore RIZZO, detto Totò, Romolo MORELLO, primo pentito<br />

della S.C.U. <strong>le</strong>ccese, successivamente costretto alla ritrattazione ed ucciso, Gianfranco<br />

PUGLIESE, ‘responsabi<strong>le</strong>’ della città <strong>di</strong> Brin<strong>di</strong>si per conto <strong>di</strong> Giuseppe ROGOLI, assassinato<br />

alla fine degli anni ’80, Aldo VUTO, condannato nel processo <strong>di</strong> Bari qua<strong>le</strong> appartenente alla<br />

N.C.O. <strong>di</strong> Raffae<strong>le</strong> CUTOLO e successivamente <strong>di</strong>venuto uno dei capi della criminalità<br />

organizzata tarantina, Vincenzo STRANIERI, responsabi<strong>le</strong> per conto <strong>di</strong> Giuseppe ROGOLI<br />

della provincia <strong>di</strong> Taranto, successivamente fondatore, assieme a Cosimo CIRFETA, pure ivi<br />

imputato, e già uomo affiliato a DODARO, della Rosa dei Venti, organizzazione <strong>di</strong> tipologia<br />

‘ndranghetista’, Antonio MODEO, detto il Messicano, boss a lungo incontrastato della<br />

malavita organizzata <strong>di</strong> Taranto, successivamente ucciso da Salvatore ANNACONDIA in<br />

Trani, Gianfranco e Clau<strong>di</strong>o MODEO, fratelli <strong>di</strong> Antonio successivamente <strong>di</strong>venuti suoi<br />

acerremi nemici da incaricare l’ANNACONDIA del suo omici<strong>di</strong>o e <strong>di</strong>venuti i capi della mafia

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