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Rassegna di documenti processuali concernenti le mafie pugliesi.

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politica e della assoluta mancanza <strong>di</strong> risposta giu<strong>di</strong>ziaria seguita alla entrata in vigore del nuovo<br />

co<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> procedura pena<strong>le</strong>.<br />

Non <strong>di</strong>versamente da ogni altro gruppo organizzato, quello capeggiato da ANNACONDIA,<br />

costruisce la rete del<strong>le</strong> sue relazioni con la società civi<strong>le</strong> e con <strong>le</strong> istituzioni attraverso un metodo<br />

che potremmo definire <strong>di</strong> doppio binario: da un lato approfitta del terrore assoluto che è capace <strong>di</strong><br />

incutere in chiunque e dall’altro al<strong>le</strong>tta politici e uomini del<strong>le</strong> istituzioni attraverso la sua indubbia<br />

attitu<strong>di</strong>ne a risolvere ogni tipo <strong>di</strong> prob<strong>le</strong>ma, da quello <strong>di</strong> raccogliere voti per una competizione<br />

e<strong>le</strong>ttora<strong>le</strong> a quello <strong>di</strong> riportare alla ragionevo<strong>le</strong>zza avversari riottosi, da quello <strong>di</strong> trovare il danaro<br />

per una speculazione e<strong>di</strong>zia a quello <strong>di</strong> ottenere dal<strong>le</strong> amministrazioni <strong>le</strong> autorizzazioni necessarie.<br />

Nessuno può negare che per almeno sei o sette anni il boss tranese è stato il vero padrone della<br />

città trovando l’unico serio ostacolo nel<strong>le</strong> forze dell’Or<strong>di</strong>ne che però, solo nel tempo, potevano<br />

apprezzare la <strong>di</strong>mensione effettiva del personaggio e, soprattutto, raccogliere prove a suo carico.<br />

In questo periodo si assiste inoltre alla vera e propria esplosione del mercato dell’eroina e della<br />

cocaina in provincia <strong>di</strong> Bari: anche il capoluogo veniva rifornito dal gruppo ANNACONDIA <strong>di</strong><br />

notevoli quantitativi <strong>di</strong> sostanza che inondavano in gran<strong>di</strong> quantità Andria,Trani e Bar<strong>le</strong>tta portando<br />

il fenomeno della tossico<strong>di</strong>pendenza a livelli <strong>di</strong> guar<strong>di</strong>a.<br />

Nel1994 l’operazione “Colonna”, coor<strong>di</strong>nata dalla Procura dellaRepubblica <strong>di</strong>Trani e frutto<br />

del<strong>le</strong> investigazioni dei Carabinieri e della Polizia <strong>di</strong> Stato, ha <strong>di</strong>mostrato non solo che persino la<br />

caduta dell’ANNACONDIA non ha sortito l’effetto <strong>di</strong> <strong>di</strong>minuire l’entità dello stupefacente<br />

spacciato in città, con ciò confermando la capacità del suo gruppo nell’ampliare al massimo, ed in<br />

modo duraturo, la domanda <strong>di</strong> eroina nel circondario <strong>di</strong> Trani, ma pure che <strong>le</strong> strutture organizzative<br />

dell’ANNACONDIA sono sopravvissute al suo promotore continuando imperterrite la propria<br />

attività.<br />

L’unica parte del<strong>le</strong> <strong>di</strong>chiarazioni dell’ANNACONDIA già utilizzate in giu<strong>di</strong>zio dalla D.D.A.<strong>di</strong><br />

Bari è quella relativa al<strong>le</strong> organizzazioni mafiose operanti nella provincia <strong>di</strong>Foggia, l’offensiva<br />

investigativa si è sviluppata con forza seguendo due principali <strong>di</strong>rettrici: l’una riferita<br />

all’associazione mafiosa operante inFoggia e SanSevero in precedenza guidata da Giosuè RIZZI e<br />

Rocco MORETTI, ed attualmente sotto la guida <strong>di</strong>Roberto SINESI,AgostinoCAMPANARO ed<br />

Antonio a San Severo e del<strong>le</strong> cui origini storiche si è sopra già detto; l’altra relativa all’associazione<br />

mafiosa operante inCerignola e Milano, convenzionalmente denominata clan PIARULLI-<br />

FERRARO. Con riferimento a quest’ultima occorre <strong>di</strong>re che la stessa è oggetto del proce<strong>di</strong>mento<br />

pena<strong>le</strong> n.13/95 R.G. notizie <strong>di</strong> reato (p.m. Carofiglio), che attualmente si trova nella fase<br />

<strong>di</strong>battimenta<strong>le</strong> <strong>di</strong>nnanzi alla Corte d’Assise <strong>di</strong>Foggia.<br />

L’originaria impostazione accusatoria proveniente dal<strong>le</strong> <strong>di</strong>chiarazioni dell’ANNACONDIA ha<br />

attualmente trovato conforto ed ampliamento alla luce del<strong>le</strong> <strong>di</strong>chiarazioni <strong>di</strong> altri collaboratori<br />

<strong>di</strong>Giustizia ed in particolare dei fratelli Pasqua<strong>le</strong> e Domenico RICCIARDI, <strong>di</strong> Miche<strong>le</strong><br />

STRAFEZZA, <strong>di</strong> VittorioFOSCHINI, <strong>di</strong> Roberto CIANNARELLA; ma sin dall’epoca in cui esse<br />

intervennero, <strong>le</strong> rivelazioni dell’ANNACONDIA costituirono pieno riscontro degli accertamenti<br />

del<strong>le</strong> forze <strong>di</strong> polizia locali che già avevano in<strong>di</strong>viduato vari gruppi delinquenziali denominandoli<br />

convenzionalmente con i nomi del<strong>le</strong> personalità che li guidavano.<br />

Furono così in<strong>di</strong>viduati il clan CAPUTO-FERRARO (operante inCerignola e dotato, tra gli<br />

altri, del maggiore potere crimina<strong>le</strong>, col<strong>le</strong>gato con la famiglia cerignolana dei PIARULLI e con<br />

quella canosina dei Pel<strong>le</strong>grino, operanti entrambe in Milano) ed il clan LAMONACA-VISAGGIO<br />

(operante a SanFer<strong>di</strong>nando <strong>di</strong>Puglia, ma strettamente <strong>le</strong>gato al clan CAPUTO-FERRARO).<br />

A partire dal1988-1989, in seguito al vuoto <strong>di</strong> potere determinato da una pesante offensiva<br />

investigativa subìta nel1989 dal clan CAPUTO-FERRARO, si e<strong>le</strong>vò il ruolo <strong>di</strong> due sottogruppi<br />

l’uno guidato dai fratelli Luigi ed Aldo STRAFILE e l’altro dai fratelli CUCCHIARIALE, entrambi<br />

dotati <strong>di</strong> una certa autonomia dal clan CAPUTO-FERRARO, comunque dominante nella zona<br />

territoria<strong>le</strong> in considerazione.<br />

Ta<strong>le</strong> mappa era stata quasi totalmente delineata già prima del<strong>le</strong> <strong>di</strong>chiarazioni<br />

dell’ANNACONDIA, nel rapporto n.414/7/1989 del 9 giugno1990 delReparto Operativo

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