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Rassegna di documenti processuali concernenti le mafie pugliesi.

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Giuseppe RANA e Roberto LACALAMITA che può senza dubbio considerarsi l’unico sodalizio<br />

operante in Trani oppostosi alla straripante potenza militare ed economica del clan<br />

ANNACONDIA.<br />

Secondo il PIUMELLA ed il LACALAMITA il COSCHIERA fu detenuto presso il carcere <strong>di</strong><br />

Bari, congiuntamente allo stesso LACALAMITA, proprio nel periodo in cui ta<strong>le</strong> struttura detentiva<br />

nasceva e prosperava la Sacra Corona Unita <strong>di</strong> Giuseppe ROGOLI del qua<strong>le</strong> il COSCHIERA ed il<br />

LACALAMITA <strong>di</strong>vennero ‘figliocci’ (68).<br />

In merito a tali affiliazioni rivestono particolare importanza proprio <strong>le</strong> <strong>di</strong>chiarazioni del<br />

LACALAMITA il qua<strong>le</strong> ha narrato del<strong>le</strong> circostanze della morte del COSCHIERA secondo il punto<br />

<strong>di</strong> vista dei componenti del suo gruppo, sottolineando la percezione chiara da parte <strong>di</strong> costoro della<br />

responsabilità per ta<strong>le</strong> delitto <strong>di</strong> Salvatore ANNACONDIA che pure ha ammesso la propria<br />

responsabilità per l’uccisione del COSCHIERA da lui decisa sulla base <strong>di</strong> moventi del tutto<br />

compatibili con la ricostruzione del fatto operata dal LACALAMITA in sede <strong>di</strong> interrogatorio.<br />

Invero l’ANNACONDIA, nella sua ricostruzione dei fatti, non mostra <strong>di</strong> aver percepito<br />

all’epoca del delitto e neppure successivamente l’esistenza della organizzazione guidata dal<br />

COSCHIERA, rimasta in comp<strong>le</strong>ta clandestinità, e purtuttavia aveva deciso l’eliminazione <strong>di</strong><br />

quest’ultimo ritenendolo comunque un ostacolo per sua irresistibi<strong>le</strong> ascesa al vertice della<br />

criminalità tranese.<br />

La morte del COSCHIERA determinava l’assunzione del ruolo <strong>di</strong> capo della organizzazione<br />

antagonista a quella dell’ANNACONDIA, da parte <strong>di</strong>Giuseppe RANA e <strong>di</strong>Roberto<br />

LACALAMITA, questa volta detenuti presso il carcere <strong>di</strong>Trani nel qua<strong>le</strong> procedevano ad affiliare<br />

numerosi soggetti, secondo modalità rigorosamente clandestine al fine <strong>di</strong> non suscitare la reazione<br />

del boss tranese.<br />

L’arresto <strong>di</strong> Salvatore ANNACONDIA avvenuto il1° ottobre 1991, determinò un vuoto <strong>di</strong><br />

potere che fu imme<strong>di</strong>atamente colmato da un sodalizio promosso e <strong>di</strong>retto da Gaetano RANO che<br />

tentò <strong>di</strong> appropriarsi della rete <strong>di</strong> spaccio degli stupefacenti già organizzata dall’ANNACONDIA in<br />

Trani costituita dal<strong>le</strong> ‘famiglie’ tranesi ZECCHILLO, PATRUNO, ANCLER e DE VINCENZO<br />

battezzando <strong>di</strong>versi componenti <strong>di</strong> queste organizzazioni de<strong>di</strong>te al traffico <strong>di</strong> stupefacenti.<br />

La reazione <strong>di</strong> ANNACONDIA all’usurpazione del suo territorio non tardò a manifestarsi e fu<br />

rappresentata dalla comparsa inTrani <strong>di</strong> PALOMBELLA Emanue<strong>le</strong>, originario <strong>di</strong> S.Fer<strong>di</strong>nando <strong>di</strong><br />

Puglia (FG) che in quel periodo si trovò casualmente detenuto con l’ANNACONDIA presso il<br />

carcere <strong>di</strong>Foggia.<br />

Il boss tranese, che con il PALOMBELLA aveva stretto rapporti fiduciari anche attraverso Giosuè<br />

RIZZI (del qua<strong>le</strong> si <strong>di</strong>rà più avanti), ‘padrino’ del PALOMBELLA incaricò quest’ultimo <strong>di</strong> accre<strong>di</strong>tarsi<br />

in Trani ed in particolare nei confronti delRANO, qua<strong>le</strong> suo rappresentante.<br />

La circostanza è specificatamente narrata sia dalPiumella che dallo stesso PALOMBELLA e<br />

può pertanto ritenersi provata.<br />

Il possibi<strong>le</strong> conflitto tra il PALOMBELLA ed il RANO si stemperò in un accordo consistente<br />

nel versamento del50% degli introiti dei traffici <strong>di</strong> stupefacenti dell’organizzazione per così <strong>di</strong>re<br />

“concessionaria” dell’ANNACONDIA, ai congiunti <strong>di</strong> quest’ultimo rimasti in libertà ed in<br />

particolare al fratello Giuseppe.<br />

Il nuovo e<strong>le</strong>mento che intervenne su ta<strong>le</strong> assetto è costituito dalla collaborazione con la<br />

Giustizia <strong>di</strong>Salvatore ANNACONDIA iniziata nel gennaio 1993.<br />

Al verificarsi <strong>di</strong> ta<strong>le</strong> evento il fratello dell’ANNACONDIA liberò il RANO ed il<br />

PALOMBELLA dall’obbligo <strong>di</strong> “pagare il territorio” e ciò in conformità al<strong>le</strong> rego<strong>le</strong> mafiose che in<br />

tali eventualità prevedono la decadenza imme<strong>di</strong>ata <strong>di</strong> chi prenda a collaborare con lo Stato da ogni<br />

<strong>di</strong>ritto o privi<strong>le</strong>gio crimina<strong>le</strong>.<br />

Ta<strong>le</strong> emancipazione in realtà non determinò particolari variazioni nel modus operan<strong>di</strong> della<br />

organizzazione RANO-PALOMBELLA che pertanto proseguì la propria attività <strong>di</strong> rifornimento<br />

del<strong>le</strong> organizzazioni coincidenti con <strong>le</strong> famiglie ZECCHILLO, ANCLER, PATRUNO, e DE<br />

VINCENZO.

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