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Rassegna di documenti processuali concernenti le mafie pugliesi.

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Nella fase fina<strong>le</strong> del<strong>le</strong> indagini... si inseriva...la collaborazione offerta da<br />

DETOMMASODanie<strong>le</strong>... che consentiva agli organi inquirenti <strong>di</strong> poter videoregistrare una<br />

cerimonia <strong>di</strong> affiliazione, così ottenendo un riscontro <strong>di</strong> gran<strong>di</strong>ssimo valore probatorio...<br />

...De Tommaso non solo confermava la struttura organizzativa dell’associazione... facente capo<br />

al DICOSOLA, ma chiariva... il ruolo ricoperto dal clan... all’interno della più ampia<br />

organizzazione malavitosa barese... era in grado così <strong>di</strong> fornire un breve excursus storico della<br />

creazione della S.C.U. ad opera <strong>di</strong> Pino ROGOLI, nel1985-86, avvenuta nel carcere <strong>di</strong> Bari, al<strong>le</strong> sue<br />

<strong>di</strong>verse ramificazioni nel territorio con <strong>di</strong>verse denominazioni: La Rosa in terra <strong>di</strong> Bari, la Rosa dei<br />

Venti in terra <strong>di</strong> Lecce, l’asso <strong>di</strong> bastoni in terra <strong>di</strong> Taranto e così via... Infine ilDETOMMASO<br />

in<strong>di</strong>cava nel PARISI Savino il soggetto posto all’apice dell’organizzazione nel barese, al qua<strong>le</strong> era<br />

<strong>le</strong>gato e dal qua<strong>le</strong> <strong>di</strong>pendeva AntonioDICOSOLA ed il suo clan...<br />

...successivamente iniziava la sua collaborazione D’AMBROSIO Francesco, fratello<br />

<strong>di</strong>D’AMBROSIONata<strong>le</strong>... il qua<strong>le</strong>, nel <strong>di</strong>chiararsi affiliato ad una associazione mafiosa a seguito <strong>di</strong><br />

cerimonia avvenuta nel carcere <strong>di</strong> Bari... confermava la struttura organizzativa del sodalizio a cui<br />

aveva aderito e la sua operatività sul territorio <strong>di</strong> Bari e del Sud barese... chiariva la struttura<br />

<strong>di</strong>namica del sodalizio al culmine della qua<strong>le</strong> poneva PARISI Savino, in<strong>di</strong>cato come l’incontrastato<br />

capo <strong>di</strong> ogni cosca...<br />

... sia Mario CAPRIATI che Pasqua<strong>le</strong> DAMIANO offrivano in<strong>di</strong>cazioni che portavano a<br />

confermare quanto asserito dai precedenti collaboratori in or<strong>di</strong>ne alla associazione per delinquere<br />

operante in Bari e provincia ed alla sua organizzazione, al vertice della qua<strong>le</strong> entrambi ponevano il<br />

PARISI Savino, che aveva assunto un ruolo dominante, <strong>di</strong>venendo in pratica il capo <strong>di</strong> tutta la<br />

criminalità organizzata <strong>di</strong> Bari e <strong>di</strong>ntorni” (67).<br />

Sarà solo l’esito del <strong>di</strong>battimento a confermare l’esattezza <strong>di</strong> questa inquietante ipotesi che<br />

in<strong>di</strong>vidua in Savino PARISI il boss dei boss della criminalità mafiosa della provincia <strong>di</strong> Bari, ormai<br />

federata in un’unica struttura che vede riunite – sempre salvi gli inevitabili conflitti interni – tutte <strong>le</strong><br />

‘famiglie’ del<strong>le</strong> quali si è sin’ora detto (MONTANI/MANZARI, DI COSOLA, DIOMEDE,<br />

PARISI/BIANCOLI, CAPRIATI, ANEMOLO), approfittando <strong>di</strong> un connettivo <strong>di</strong> cultura<strong>le</strong> mafioso<br />

comune a tutte, consistente nella tra<strong>di</strong>zione camorristico-carceraria iniziata da Giuseppe ROGOLI il<br />

1° maggio 1983 e derivante dal suo progetto <strong>di</strong> organizzare la S.C.U. in un’unica struttura <strong>di</strong> ambito<br />

regiona<strong>le</strong>.<br />

Le centinaia o forse migliaia <strong>di</strong> semi della ‘corona’ (gli affiliati alla S.C.U. battezzati tra il 1983<br />

ed il1986) che avrebbe dovuto <strong>le</strong>gare tutta la Puglia sotto <strong>le</strong> rego<strong>le</strong> della ’Ndrangheta ed il dominio<br />

del ROGOLI, investito dal BELLOCCO del ‘fiore’ (facoltà <strong>di</strong> formare una ‘famiglia’), anche dopo<br />

il fallimento del progetto panregionalistico del boss mesagnese, hanno evidentemente continuato a<br />

conservarsi nel circuito carcerario ed a germogliare con continuità impressionante dando luogo ad<br />

entità purtuttavia riconducibili alla medesima ra<strong>di</strong>ce genetica.<br />

La ricostruzione della super-organizzazione guidata da Savino PARISI ed operante nel sud<br />

barese effettuata nel proce<strong>di</strong>mento “Conte Ugolino” corre paral<strong>le</strong>la, anche se con risultati nella lotta<br />

per l’egemonia crimina<strong>le</strong> esattamente inversi, a quella della storia del gruppo crimina<strong>le</strong> operante nel<br />

nord della provincia <strong>di</strong> Bari, storicamente antagonista della associazione crimina<strong>le</strong> guidata da<br />

Salvatore ANNACONDIA che in modo più o meno clandestino ha condotto nei confronti <strong>di</strong><br />

quest’ultima una vera e propria ‘resistenza’ culminata infine, dopo l’inizio della collaborazione con<br />

la Giustizia da parte dell’ANNACONDIA, in un breve e steri<strong>le</strong> periodo <strong>di</strong> supremazia subito<br />

stroncato dall’azione investigativa del<strong>le</strong> Forze dell’Or<strong>di</strong>ne.<br />

Tali e<strong>le</strong>menti consistono, e non poteva essere <strong>di</strong>versamente, nel<strong>le</strong> <strong>di</strong>chiarazioni <strong>di</strong> tre<br />

collaboratori <strong>di</strong>Giustizia, Vito PIUMELLA, Roberto LACALAMITA e Cosimo CIRFETA che<br />

secondo prospettive <strong>di</strong>verse, ma comp<strong>le</strong>mentari, hanno delineato l’esistenza, a partire dalla metà<br />

degli anni ’80, <strong>di</strong> un gruppo carcerario tranese e bar<strong>le</strong>ttano, strettamente <strong>le</strong>gato alla tra<strong>di</strong>zione<br />

mafiosa della Sacra Corona Unita.<br />

Le <strong>di</strong>chiarazioni dei predetti consentono <strong>di</strong> riagganciare al predetto filone mafioso il gruppo<br />

inizialmente guidato da Gregorio COSCHIERA e successivamente passato sotto la <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong>

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