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Rassegna di documenti processuali concernenti le mafie pugliesi.

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sino a quel momento insospettabili... che <strong>le</strong> rendevano imme<strong>di</strong>atamente utilizzabili e trasferibili<br />

altrove.<br />

Armamentario che... per <strong>le</strong> stesse caratteristiche qualitative e con<strong>di</strong>zioni in cui fu rinvenuto...<br />

non si presenta solo come “merce” destinata alla ven<strong>di</strong>ta sul mercato clandestino (pur sempre<br />

probabi<strong>le</strong>, anche in base a quanto <strong>di</strong>chiarato dal GAGLIARDI con riferimento ai contatti degli<br />

ANEMOLO con altri gruppi malavitosi), bensì come formidabi<strong>le</strong> “potenzia<strong>le</strong> bellico” in mano al<br />

gruppo e comunque come dotazione <strong>di</strong> mezzi destinati all’uso <strong>di</strong>retto nella commissione <strong>di</strong> azioni<br />

criminose (come evidenzia peraltro il rinvenimento anche <strong>di</strong> giubbotti antiproietti<strong>le</strong>, parrucche da<br />

donna, guanti etc.).<br />

...Ed anzi <strong>le</strong> caratteristiche, gli obiettivi e <strong>le</strong> modalità <strong>di</strong> alcune azioni criminose già descritte,<br />

quali soprattutto quel<strong>le</strong> attinenti ai due tentati omici<strong>di</strong> (il primo dei quali sfociato anche<br />

nell’omici<strong>di</strong>o <strong>di</strong> CASSANO Lorenzo) <strong>di</strong> DIOMEDE Biagio, noto esponente <strong>di</strong> un clan malavitoso<br />

barese, commessi nello stesso ambito territoria<strong>le</strong> (quartiere Carrassi, ad<strong>di</strong>rittura sempre nei pressi<br />

dell’abitazione del DIOMEDE) ed a pochi mesi <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza l’uno dall’altro, sono e<strong>le</strong>menti<br />

oltremodo in<strong>di</strong>cativi dell’esistenza, quantomeno a partire dal gennaio ’92, <strong>di</strong> una contrapposizione<br />

tra gruppi malavitosi e <strong>di</strong> un conseguente generico programma delinquenzia<strong>le</strong> da attuare anche<br />

attraverso l’eliminazione fisica <strong>di</strong> reali o potenziali concorrenti sul territorio” (63).<br />

Particolare rilievo, ai fini della riconduzione del gruppo ANEMOLO alla tra<strong>di</strong>zione mafiosa<br />

pugliese, assume la “quasi-prova” – ta<strong>le</strong> perché acquisita solo tramite <strong>le</strong> paro<strong>le</strong> <strong>di</strong> un collaboratore<br />

<strong>di</strong> Giustizia – in or<strong>di</strong>ne alla piena ritualizzazione del consorzio.<br />

“...la mancanza <strong>di</strong> pieni e sicuri riscontri a tutte <strong>le</strong> ulteriori circostanze riferite dal GAGLIARDI<br />

specialmente in or<strong>di</strong>ne a (invero ru<strong>di</strong>mentali) riti <strong>di</strong> iniziazione o <strong>di</strong> comparaggio (richiesta del<br />

“fiore” agli esponenti più importanti per <strong>di</strong>venire “figlioccio”) cui egli avrebbe partecipato<br />

personalmente, non esplicita alcuna efficacia (negativa) sulla ormai raggiunta prova certa ed<br />

autonoma dell’esistenza della societas sce<strong>le</strong>rum tra <strong>le</strong> persone sopra in<strong>di</strong>viduate” (64).<br />

Si noterà che gli ultimi due proce<strong>di</strong>menti penali dei quali si è detto (“San Paolo” ed<br />

“Anemolo”) confinano tra loro, al punto che avrebbero potuto essere riuniti ai sensi dell’art.17 <strong>le</strong>tt.<br />

d (casi in cui la prova <strong>di</strong> un reato o <strong>di</strong> una circostanza <strong>di</strong> esso influisce sulla prova <strong>di</strong> un altro reato o<br />

<strong>di</strong> una sua circostanza) quantomeno sotto il profilo del rafforzamento della prova della al<strong>le</strong>anza<br />

esistente tra il clan MONTANI ed il clan ANEMOLO, opposti entrambi al clan DIOMEDE.<br />

Ma non è la mancata riunione il punto do<strong>le</strong>nte, anzi.<br />

È invece la <strong>di</strong>sarticolazione tra <strong>le</strong> indagini della Polizia <strong>di</strong> Stato che ha organicamente<br />

investigato sui fatti oggetto del processo “San Paolo” e quel<strong>le</strong> dei Carabinieri che hanno in<strong>di</strong>viduato<br />

<strong>le</strong> prove a carico del clan ANEMOLO, emersa con chiarezza dalla <strong>le</strong>ttura del<strong>le</strong> sentenze conclusive<br />

dei rispettivi proce<strong>di</strong>menti, a preoccupare ed a far sorgere il dubbio che ta<strong>le</strong> frammentazione<br />

dell’indagine, peraltro, <strong>di</strong>retta da due <strong>di</strong>versi magistrati del pubblico ministero, abbia potuto influire<br />

negativamente sull’esito <strong>di</strong> entrambi e sulla qualificazione <strong>di</strong> tali organizzazioni neo-mafiose<br />

(MONTANI, DIOMEDE ed ANEMOLO) alla stregua del para<strong>di</strong>gma sanzionatorio dell’art.416-bis<br />

c.p..<br />

Nell’ambito <strong>di</strong> quanto sottoposto alla sua cognizione la Corte ha opportunamente evidenziato<br />

che “tutta questa oggettiva organizzazione e pre<strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> mezzi rivolta ad assicurare il<br />

predominio su una certa area territoria<strong>le</strong> (che, sia pure ancora in via <strong>di</strong> sviluppo e rafforzamento,<br />

non è esagerato definire paramilitare, in considerazione della più volte rimarcata efficienza e<br />

potenzialità del<strong>le</strong> armi rinvenute)” era chiaramente finalizzata ad agevolare l’attività del traffico<br />

degli stupefacenti.<br />

Tra <strong>le</strong> prove in<strong>di</strong>viduate in motivazione a sostegno <strong>di</strong> ta<strong>le</strong> assunto, la Corte inserisce un<br />

episo<strong>di</strong>o <strong>di</strong> particolare importanza per definire il rango dei rapporti esistenti tra il clan ANEMOLO<br />

e gli altri gruppi operanti nella città <strong>di</strong> Bari <strong>di</strong>versi dal clan DIOMEDE: “vi sono risultanze<br />

<strong>processuali</strong> che <strong>di</strong>mostrano abbondantemente come gli ANEMOLO fornissero droga ad un’altro<br />

gruppo <strong>di</strong> spacciatori operante in Ceglie del Campo (nell’area <strong>di</strong> un’organizzazione facente capo a<br />

ta<strong>le</strong> DICOSOLAAntonio, imputato in altro proce<strong>di</strong>mento)...” (65).

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