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Rassegna di documenti processuali concernenti le mafie pugliesi.

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Ma come vi sono <strong>mafie</strong> potentissime, ra<strong>di</strong>cate profondamente e <strong>di</strong>ffusamente in vasti territori...<br />

così si sono formate tante organizzazioni più giovani, riconducibili tuttavia al modello, alla<br />

tipologia, allo stampo mafioso sicuramente, quanto alla metodologia operativa cui si ispirano” (31).<br />

Ne consegue che l’erroneo sillogismo della sentenza del Tribuna<strong>le</strong> <strong>di</strong> Bari n. 1587 del 24<br />

ottobre 1986 e <strong>le</strong> incertezze del Tribuna<strong>le</strong> <strong>di</strong> Brin<strong>di</strong>si emergenti dalla sentenza n. 1566 del 10<br />

<strong>di</strong>cembre 1987, conseguenti alla ‘non sufficiente somiglianza’ della S.C.U. al<strong>le</strong> <strong>mafie</strong> classiche,<br />

costituisce, secondo noi – il rif<strong>le</strong>sso tecnico-giuri<strong>di</strong>co della minimizzazione del fenomeno mafioso<br />

pugliese, attuata non solo attraverso <strong>le</strong> sentenze, ma successivamente attraverso i mezzi <strong>di</strong><br />

comunicazione e gli atti dello Stato e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong>venuta comune modo <strong>di</strong> considerare i prob<strong>le</strong>mi<br />

criminali della Puglia.<br />

Un esempio molto grave del<strong>le</strong> conseguenze <strong>di</strong> questo atteggiamento loca<strong>le</strong>, derivò ad esempio<br />

dalla circostanza che nel<strong>le</strong> conferenze convocate per iniziativa del Presidente della Repubblica<br />

Cossiga <strong>di</strong> rappresentanti del Parlamento, del Governo e del Consiglio Superiore della Magistratura<br />

con i Magistrati del<strong>le</strong> zone particolarmente colpite dalla criminalità organizzata dal 12 al 20<br />

novembre 1990, tra queste ultime non fu ricompresa la Puglia, che proprio tra il 1989 ed il 1990<br />

aveva visto il più alto incremento <strong>di</strong> reati denunciati (da 164.761 a 200.940) e <strong>di</strong> omici<strong>di</strong> (da 118 a<br />

145) <strong>di</strong> tutta la sua storia.<br />

I danni provocati da questa sottovalutazione, consistiti essenzialmente nello straripamento della<br />

criminalità organizzata pugliese in ogni settore della vita pubblica regiona<strong>le</strong>, privata <strong>di</strong> un’autentica<br />

conoscenza del fenomeno, si sono immancabilmente verificati, e degli stessi è possibi<strong>le</strong> ancor’oggi<br />

avere contezza attraverso <strong>le</strong> sentenze dei giu<strong>di</strong>ci successive al 1990, con l’eccezione del<strong>le</strong> Corti del<br />

Distretto <strong>di</strong> Lecce la cui attività rimase avvantaggiata dal<strong>le</strong> intuizioni dei Magistrati requirenti e<br />

giu<strong>di</strong>canti impegnati nei procen<strong>di</strong>menti sopra citati.<br />

Sotto questo aspetto può senz’altro sostenersi che la oggettiva <strong>di</strong>varicazione <strong>di</strong> risultati<br />

investigativi conseguiti fino al 1993 nel Distretto <strong>di</strong> Bari, rispetto a quelli lusinghieri conseguiti nel<br />

Distretto <strong>di</strong> Lecce alla stessa data, sia stata precipuamente cagionata dalla predetta sottovalutazione.<br />

Invero, per quanto riguarda il Distretto <strong>di</strong> Bari, è doveroso evidenziare la apprezzabi<strong>le</strong><br />

eccezione, tanto più importante in considerazione del contesto nella qua<strong>le</strong> essa si verificava,<br />

costituita dalla sentenza n. 39 del 12 gennaio 1991 del Tribuna<strong>le</strong> <strong>di</strong> Bari (pres. D’Innella est.<br />

Gabrielli), che coglieva in pieno ta<strong>le</strong> ‘sindrome minimizzatrice’ al punto che serviva il bisogno <strong>di</strong><br />

precisare: “D’altra parte si è convinti che proprio <strong>le</strong> risultanze <strong>processuali</strong>, istituzione e<br />

<strong>di</strong>battimentali, escludono che si sia voluta fare mera politica crimina<strong>le</strong>, nell’intento, non si sa bene<br />

perseguito da chi e con quali scopi, <strong>di</strong> far apparire come esistente nella provincia <strong>di</strong> Bari una<br />

situazione <strong>di</strong> criminalità che in realtà non esiste; purtroppo i fatti emersi nel processo testimoniano<br />

invece <strong>di</strong> una realtà già ben ra<strong>di</strong>cata e <strong>di</strong> programmi delittuosi, pur mutuati da altra realtà, ma già<br />

ben definiti e chiari anche e sopratutto nel<strong>le</strong> modalità <strong>di</strong> attuazione”.<br />

Ta<strong>le</strong> sentenza riconobbe la matrice mafiosa dell’organizzazione criminosa denominata “la<br />

Rosa” guidata da quello stesso Oronzo ROMANO dal qua<strong>le</strong> aveva preso <strong>le</strong> mosse il proce<strong>di</strong>mento<br />

conclusosi con la sentenza del 24 ottobre 1986 del Tribuna<strong>le</strong> <strong>di</strong> Bari.<br />

A quel tempo fu Vincenzo CURCI uno dei primi pentiti <strong>di</strong> mafia <strong>pugliesi</strong> a riferire agli<br />

inquirenti che in Acquaviva del<strong>le</strong> Fonti, provincia <strong>di</strong> Bari, aveva assistito ad uno strano “rito<br />

battesima<strong>le</strong>” svoltosi nell’abitazione <strong>di</strong> tal LAERA durante il qua<strong>le</strong> Oronzo ROMANO, Giovanni<br />

D’ALENA e Giuseppe DENTICE, erano entrati a far parte <strong>di</strong> un sodalizio <strong>di</strong> tipo camorristico.<br />

Anche l’istruzione <strong>di</strong> questo secondo processo fu affidata al Giu<strong>di</strong>ce Istruttore <strong>di</strong> Bari Alberto<br />

MARITATI il qua<strong>le</strong> procedette alla emissione <strong>di</strong> numerosi mandati <strong>di</strong> cattura tra il febbraio ed il<br />

luglio del 1989.<br />

La sentenza del 12 gennaio 1991 del Tribuna<strong>le</strong> <strong>di</strong> Bari si <strong>di</strong>stingue nettamente dalla precedente<br />

per il particolare approccio criminologico della fenomenologia mafiosa totalmente scevro<br />

dall’intento <strong>di</strong> verificare similitu<strong>di</strong>ni o <strong>di</strong>ssimiglianze con <strong>le</strong> <strong>mafie</strong> classiche, e tutto proiettato ad<br />

acquisire gli e<strong>le</strong>menti originali del consorzio valutandoli alla stregua <strong>di</strong> un’interpretazione della

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