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Rassegna di documenti processuali concernenti le mafie pugliesi.

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prova certa in merito all’attività <strong>di</strong> taglieggiamento... e quin<strong>di</strong> la prova circa il carattere<br />

“mafioso” dell’associazione” (25). Si vedrà come l’approccio interpretativo che rinvia al ‘modello<br />

mafioso’ che ispirò soggettivamente il <strong>le</strong>gislatore dell’art. 416-bis cod. pen., è ancora molto comune<br />

in alcune Corti <strong>di</strong> Puglia: esso parte dal presupposto, enuc<strong>le</strong>ato dal Tribuna<strong>le</strong> <strong>di</strong> Brin<strong>di</strong>si, che detta<br />

norma si applichi solo al<strong>le</strong> organizzazioni criminali che mostrano “i connotati propri del<strong>le</strong><br />

associazioni <strong>di</strong> stampo mafioso tenute presenti dal <strong>le</strong>gislatore nella formulazione della norma<br />

incriminatrice”, conseguendone che il Giu<strong>di</strong>ce dovrebbe limitarsi verificare se l’organizzazione che<br />

viene posta al suo giu<strong>di</strong>zio corrisponda sillogisticamente al ‘tipo’ mafioso tenuto presente dal<br />

<strong>le</strong>gislatore nella formulazione della norma, implicitamente escludendo la ricorrenza <strong>di</strong> ta<strong>le</strong><br />

fattispecie astratta ogni volta che quella concreta si <strong>di</strong>scosti sensibilmente (entro qua<strong>le</strong> limite poi<br />

non è mai ben chiaro!) dal<strong>le</strong> <strong>mafie</strong> storiche siciliana, campana e calabrese.<br />

L’evidente infondatezza criminologica <strong>di</strong> questo para<strong>di</strong>gma, impostato su somiglianze e<br />

<strong>di</strong>ssomiglianze <strong>di</strong> fenomeni comunque <strong>di</strong>versi, è stata apprezzabilmente colta da Giuliano<br />

TURONE (26) che ne ha contestato la esattezza anche sul piano della stretta interpretazione<br />

normativa, sostenendo che la <strong>le</strong>gge 13 settembre 1982 n. 646, introducendo la norma dell’art. 416bis<br />

cod. pen., non ha proceduto alla in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> uno schema organizzativo rigido ricalcolato<br />

dalla mafia siciliana e dalla camorra napo<strong>le</strong>tana, quanto piuttosto ha enuc<strong>le</strong>ato alcuni caratteri<br />

criminologici “costituiti dall’intimidazione sistematica e dal rapporto <strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenza persona<strong>le</strong><br />

(assoggettamento ed omertà), inseriti in un programma criminoso e finalizzati all’arricchimento<br />

il<strong>le</strong>cito ed al controllo <strong>di</strong> attività economiche e <strong>di</strong> settori della pubblica amministrazione: il tutto<br />

improntato ad una logica <strong>di</strong> dominio e <strong>di</strong> conquista il<strong>le</strong>ga<strong>le</strong> e vio<strong>le</strong>nta <strong>di</strong> spazi <strong>di</strong> potere rea<strong>le</strong>, a<br />

scapito del<strong>le</strong> componenti sociali non mafiose” (27) la cui positiva sussistenza impone <strong>di</strong> considerare<br />

mafioso “qualsiasi fenomeno gangsteristico impren<strong>di</strong>toria<strong>le</strong> “comunque localmente denominato”<br />

(28).<br />

Ta<strong>le</strong> opinione ha il merito <strong>di</strong> cogliere a contraris l’essenza del vizio contenuto nel sillogismo<br />

che determina la mafiosità <strong>di</strong> un’organizzazione solo laddove essa sia simi<strong>le</strong> alla mafia, alla<br />

camorra o alla ’Ndrangheta, affermando che “la forza intimidatrice del vincolo associativo, la<br />

con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> assoggettamento e la con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> omertà... ben possono manifestarsi anche in talune<br />

vaste organizzazioni criminali ed impren<strong>di</strong>torial-criminali <strong>di</strong> natura eterogenea... <strong>le</strong> quali possono<br />

non rispondere più ai canoni tra<strong>di</strong>zionali ed “etnografici” del fenomeno mafioso classico” ma che<br />

pur tuttavia “rispondono ai canoni giuri<strong>di</strong>ci dell’associazione <strong>di</strong> tipo mafioso, qua<strong>le</strong> descritta nel<br />

terzo comma dell’art. 416-bis c.p.” (29).<br />

E d’altra parte sin dal 1986 la Corte <strong>di</strong> Cassazione, con principio in seguito mai contraddetto,<br />

aveva già chiarito che “L’indo<strong>le</strong> mafiosa o meno <strong>di</strong> un’associazione delinquenzia<strong>le</strong> presuppone non<br />

la sua rispondenza ad uno schema rigido e prefissato del fenomeno criminoso oggetto del<br />

proce<strong>di</strong>mento, ma la sua conformità ad un modello o tipo <strong>di</strong> organizzazione nella qua<strong>le</strong> siano<br />

in<strong>di</strong>viduabili <strong>le</strong> caratteristiche richiamate dall’art 416-bis comma terzo c.p... L’estrema variabilità<br />

dei fenomeni criminosi quali la mafia, la camorra e similari, il loro adattamento al<strong>le</strong> più <strong>di</strong>verse<br />

confingenze e, oltre tutto, la tipica segretezza <strong>di</strong> tali organizzazioni esclude, infatti, ogni definizione<br />

come ta<strong>le</strong> e rende arbitraria ogni indagine che non abbia qua<strong>le</strong> obiettivo – ai fini che interessano – la<br />

verifica del modello o tipo cui si riferiscono <strong>le</strong> caratteristiche previste dall’art. 416-bis comma terzo<br />

c.p.” (30).<br />

Ta<strong>le</strong> impostazione genera<strong>le</strong> venne tenuta ben presente dalla Corte d’Appello <strong>di</strong> Lecce nella<br />

sentenza n. 878 del 1990 che ne fece intelligente applicazione alla realtà crimina<strong>le</strong> sottoposta al suo<br />

giu<strong>di</strong>zio affermando che “esistono sicuramente <strong>di</strong>versi tipi <strong>di</strong> mafia, a seconda del<strong>le</strong> regioni in cui il<br />

fenomeno si manifesta e si sviluppa, così che il concetto <strong>di</strong> mafia arcaica o vecchia o classica resta<br />

solo come creatrice storico-concettua<strong>le</strong> dei molteplici mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> atteggiarsi della nuova malavita<br />

organizzata, che <strong>di</strong> quella ha ere<strong>di</strong>tato l’idea guida dell’uso (“si avva<strong>le</strong>”) della forza <strong>di</strong><br />

intimidazione del vincolo associativo... e della conseguente con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> assoggettamento e <strong>di</strong><br />

omertà che ne deriva per commettere delitti... o per realizzare profitti o vantaggi ingiusti.

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