AER 07_2011_1a_parte_1a Parte - Associazione Arma Aeronautica ...
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SCIENZA, SPAZIO, TECNICA E INDUSTRIA<br />
Il Dextre sarà sperimentato per il rifornimento dei satelliti<br />
Il braccio robotizzato canadese Dextre (costruito dalla Canadian Space Agency, conosciuto<br />
anche come Special Purpose Dexterous Manipulator (SPDM) e che fu portato sulla Stazione<br />
spaziale internazionale (ISS) con la missione STS-123 della NASA l’11 marzo 2008 (v.<br />
pag. 21 di <strong>Aeronautica</strong> n. 3/2008) verrà ora utilizzato per sperimentare nuove tecniche di<br />
rifornimento di satelliti spaziali.<br />
Un altro esemplare di questo operatore robotico, equipaggiato con due braccia lunghe 3 metri<br />
connesse ad un corpo principale lungo 3,5, progettato soprattutto per svolgere attività all’esterno<br />
della ISS, sarà infatti il protagonista dell’esperimento “Robotic Refueling Mission” (RRM).<br />
Dopo aver raggiunto la ISS stessa con la missione STS-135 svolta dall’Atlantis (v. altro articolo<br />
in questa rubrica) ed essere stato installato sulla piattaforma ELC-4 (Express Logistic<br />
Carrier 4) che giunse sulla stazione con la missione STS-133 partita il 24 febbraio <strong>2011</strong>, Dextre sarà impiegato in<br />
operazioni di precisione che, comandate a distanza da Houston, simuleranno il rifornimento in volo di satelliti spaziali<br />
e la sostituzione di loro particolari, operazioni che – in caso di successo – saranno il punto di <strong>parte</strong>nza per futuri<br />
esperimenti reali di questo genere.<br />
LʼATV-2 Kepler si è<br />
autodistrutta<br />
Il 21 giugno la navetta europea senza equipaggio<br />
Johannes Kepler dell’Agenzia spaziale<br />
europea (v. pag. 10 di <strong>Aeronautica</strong> n. 3/<strong>2011</strong>),<br />
dopo essersi sganciata dalla Stazione spaziale<br />
internazionale (ISS) ed accesi per l’ultima volta i<br />
suoi motori, si è diretta verso la Terra, bruciandosi<br />
poi alle 22,05 nell’impatto con l’atmosfera.<br />
Si è così conclusa la missione di questa navetta<br />
automatica (Authomatic Transfer Vehicle – ATV)<br />
che ha avuto il merito di avere inaugurato, nel<br />
febbraio scorso, un vero e proprio “servizio di linea”<br />
destinato in futuro a portare i rifornimenti<br />
sulla ISS.<br />
Ricordiamo che Kepler è stata la navetta spaziale<br />
più grande e complessa mai realizzata dall’Europa,<br />
costruita da un gruppo di aziende<br />
guidato dalla Eads Astrium e del quale l’Italia ha<br />
avuto un ruolo di primo piano con la Thales Alenia<br />
Space. Era il secondo ATV dell’ESA, dopo il<br />
volo di qualifica della ATV-1 Jules Verne, avvenuto<br />
nel 2008. La prossima sarà la navetta ATV-<br />
3 dedicata a Edoardo Amaldi, il cui lancio è<br />
previsto all’inizio del 2012, mentre l’ATV-4 dedicata<br />
ad Albert Einstein partirà nel 2013.<br />
Un detrito spaziale sfiora la ISS<br />
12<br />
Il progetto di ipersonico ZEHST<br />
Il progetto di un futuro sistema di<br />
trasporto ad alta velocità con un<br />
velivolo ipersonico, frutto di una<br />
cooperazione franco-giapponese,<br />
è stato presentato al Salone di Parigi<br />
da EADS, la grande azienda<br />
europea attiva nel settore aerospaziale<br />
e della difesa.<br />
Il velivolo, denominato ZEHST (Zero Emission High Supersonic<br />
Transport) e che include l’utilizzo di biocarburanti ed energia elettrica,<br />
potrà volare da Parigi a Tokyo e da Tokyo a Los Angeles in<br />
meno di due ore e mezza con un limitato impatto ambientale.<br />
Secondo quanto reso noto in proposito, il velivolo decollerà normalmente<br />
e, raggiunto Mach 0,8, utilizzerà per primi due piccoli<br />
booster alimentati ad idrogeno e quindi un motore più grande<br />
che lo porteranno a Mach 2,5 (circa 3.500 km/h) e a una quota di<br />
23.000 m dove due altri motori a idrogeno gli faranno raggiungere<br />
la velocità di Mach 4 (circa 5.000 km/h) e la quota di 32.000 m<br />
considerati ottimali in termini di consumi.<br />
Le accelerazioni per i passeggeri non supereranno mai gli 1,2 “g”.<br />
Per l’atterraggio ZEHST, dopo aver planato come un aliante,<br />
riaccenderà i suoi motori alla quota di 10.000 m, altezza che gli<br />
permetterà di avere ampi margini di manovra in caso di necessità<br />
di dover cambiare aeroporto di destinazione.<br />
I primi voli del prototipo sono previsti per il 2040 mentre quelli<br />
dell’aereo vero e proprio dieci anni dopo.<br />
Il 28 giugno la NASA ha reso noto che pochi giorni prima un detrito spaziale, uno delle migliaia di varie dimensioni<br />
che vagano incontrollati appena fuori dell’atmosfera terrestre (v. anche pag. 18 di <strong>Aeronautica</strong> n. 10/2009) ha costretto<br />
i sei astronauti dell’equipaggio fisso della Stazione spaziale internazionale (ISS) a rifugiarsi per circa 30 minuti,<br />
temendo una collisione, nelle due navicelle russe Soyuz che sono agganciate alla Stazione stessa quali mezzi<br />
di salvataggio in caso di emergenze.<br />
Sull’evento è da sottolineare che il detrito - non avvistato in tempo utile per poter effettuare una manovra evasiva della ISS<br />
e poi fortunatamente passato a circa 250 m da essa – ha destato serie preoccupazioni non tanto per le sue dimensioni,<br />
peraltro non calcolabili, ma per la velocità di 7,5 km/s con la quale si avvicinava alla ISS: una velocità che, sommata a<br />
quella della Stazione in caso di impatto, avrebbe certamente generato elevatissime energie distruttive.<br />
<strong>AER</strong>ONAUTICA 7/<strong>2011</strong>