Piano di utilizzo delle terre e rocce da scavo
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INDICE<br />
PIANO DI UTILIZZO TERRE E<br />
ROCCE DA SCAVO<br />
Co<strong>di</strong>ce<br />
Data creazione<br />
Data ultima mo<strong>di</strong>f.<br />
Revisione<br />
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1. PREMESSA ................................................................................................ 2<br />
2. NORMATIVA DI RIFERIMENTO .................................................................. 3<br />
3. GENERALITA’ DELL’INTERVENTO .............................................................. 4<br />
3.1. Inquadramento territoriale ............................................................................ 4<br />
3.2. Descrizione dell’intervento ............................................................................ 5<br />
3.3. Opere <strong>da</strong> eseguire........................................................................................ 6<br />
3.3.1. Fon<strong>da</strong>zioni Aerogeneratore...................................................................... 6<br />
3.3.2. Piazzole e area <strong>di</strong> assemblaggio ............................................................... 6<br />
3.3.3. Strade d’accesso e viabilità <strong>di</strong> servizio ...................................................... 7<br />
3.3.4. Cavidotto <strong>di</strong> collegamento ....................................................................... 7<br />
3.3.5. Mo<strong>da</strong>lità e tipologie <strong>di</strong> posa ..................................................................... 7<br />
3.4. Inquadramento urbanistico e vincolistico ........................................................ 8<br />
4. CARATTERIZZAZIONE AMBIENTALE ........................................................ 15<br />
4.1. In<strong>da</strong>gine conoscitiva.................................................................................... 15<br />
4.2. Inquadramento geologico ed idrologico .......................................................... 15<br />
4.3. <strong>Piano</strong> <strong>di</strong> campionamento ed analisi ................................................................ 17<br />
VOLUMI DI MATERIALE PROVENIENTE DA SCAVO E MODALITÀ DI<br />
RIUTILIZZO IN SITO ........................................................................................ 18
1. PREMESSA<br />
PIANO DI UTILIZZO<br />
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La presente relazione rappresenta il <strong>Piano</strong> <strong>di</strong> Utilizzo per la realizzazione <strong>di</strong> un impianto <strong>di</strong><br />
produzione <strong>di</strong> energia elettrica me<strong>di</strong>ante lo sfruttamento del vento costituito <strong>da</strong> 24<br />
aerogeneratori <strong>di</strong> potenza pari ad 3300 kW <strong>da</strong> ubicare nel Comune <strong>di</strong> Melfi in provincia <strong>di</strong><br />
Potenza, in località Isca della Ricotta.<br />
L’impianto è proposto <strong>da</strong>lla Società Breathe Energia in Movimento SRL che ha Sede<br />
Legale in Potenza alla via del Basento n. 112 (PZ).<br />
Il progetto è stato autorizzato con Autorizzazione Unica rilasciata con Determinazione del<br />
<strong>di</strong>rigente servizio energia. reti e infrastrutture materiali per lo sviluppo n. 584 del 23<br />
Novembre 2009 e relativa voltura effettuata con determinazione n. 181 del 3 agosto<br />
2010<br />
Oltre al progetto autorizzato, si è provveduto alla raccolta <strong>delle</strong> informazioni<br />
bibliografiche e derivanti <strong>da</strong> sopralluoghi in situ, nel corso dei quali è stato effettuato un<br />
esame visivo dei luoghi in correlazione alle tipologie <strong>di</strong> interventi previsti <strong>da</strong> progetto<br />
esecutivo.<br />
Si specifica che, in relazione alla caratterizzazione dei suoli e alla <strong>di</strong>sciplina<br />
dell’utilizzazione <strong>delle</strong> <strong>terre</strong> e <strong>rocce</strong> <strong>da</strong> <strong>scavo</strong>, nel caso in esame le mo<strong>da</strong>lità operative <strong>di</strong><br />
escavazione e <strong>di</strong> ri<strong>utilizzo</strong> del materiale escavato, come verranno descritte nel seguito,<br />
fanno si che si rientri nel campo <strong>di</strong> applicazione del DM 161/2012.<br />
In definitiva, il materiale escavato in situ e riutilizzato allo stato naturale nello stesso sito,<br />
come nel caso in esame, non si configura come un sottoprodotto ai sensi dell’art. 184 del<br />
D.lgs. 152/2006. Ciò trova una ulteriore giustificazione in considerazione anche dell’art.<br />
5, comma 4 del DM 161/2012: <strong>di</strong>fatti, anche in caso <strong>di</strong> superamento <strong>delle</strong> concentrazioni<br />
soglia <strong>di</strong> contaminazione <strong>di</strong> cui alle colonne A e B della tabella 1 dell’allegato 5 al D.lgs.<br />
152/2006 è <strong>da</strong>ta facoltà <strong>di</strong> utilizzare il materiale <strong>da</strong> <strong>scavo</strong> anche se esclusivamente<br />
nell’ambito dello stesso sito <strong>di</strong> produzione.<br />
Quin<strong>di</strong>, nel seguito della relazione si renderà il piano <strong>di</strong> <strong>utilizzo</strong> del materiale <strong>da</strong> <strong>scavo</strong> e<br />
ad esso la società proponente e le <strong>di</strong>tte esecutrici dovranno in ogni modo attenersi per<br />
concorrere alle finalità del DM 161/2012, ossia al miglioramento dell’uso <strong>delle</strong> risorse<br />
naturali e alla prevenzione della produzione <strong>di</strong> rifiuti.
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2. NORMATIVA DI RIFERIMENTO<br />
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Il DM Decreto del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare 10<br />
agosto 2012 n. 161 <strong>di</strong>sciplina l’utilizzazione <strong>delle</strong> <strong>terre</strong> e <strong>rocce</strong> <strong>da</strong> <strong>scavo</strong>.<br />
Al fine <strong>di</strong> migliorare l'uso <strong>delle</strong> risorse naturali e prevenire, nel rispetto dell'articolo 179,<br />
comma 1, del decreto legislativo n. 152 del 2006 e successive mo<strong>di</strong>ficazioni, la<br />
produzione <strong>di</strong> rifiuti, il citato decreto stabilisce, sulla base <strong>delle</strong> con<strong>di</strong>zioni previste al<br />
comma 1, dell'articolo 184-bis del decreto legislativo n. 152 del 2006 e successive<br />
mo<strong>di</strong>ficazioni, i criteri qualitativi <strong>da</strong> sod<strong>di</strong>sfare affinché i materiali <strong>di</strong> <strong>scavo</strong>, come definiti<br />
all'articolo 1, comma 1, lettera b) del presente regolamento, siano considerati<br />
sottoprodotti e non rifiuti ai sensi dell'articolo 183, comma 1, lettera qq) del decreto<br />
legislativo n. 152 del 2006 e successive mo<strong>di</strong>ficazioni.<br />
Lo stesso decreto stabilisce inoltre, le procedure e le mo<strong>da</strong>lità affinché la gestione e<br />
l'<strong>utilizzo</strong> dei materiali <strong>da</strong> <strong>scavo</strong> avvenga senza pericolo per la salute dell'uomo e senza<br />
recare pregiu<strong>di</strong>zio all'ambiente.<br />
Il Regolamento <strong>di</strong> cui al DM 161 del 10 agosto 2012 è entrato in vigore <strong>da</strong>l 6 ottobre<br />
2012 superando i riferimenti normativi nazionali e regionali precedenti in materia <strong>di</strong><br />
<strong>utilizzo</strong> <strong>di</strong> <strong>terre</strong> e <strong>rocce</strong> <strong>da</strong> <strong>scavo</strong>.<br />
Il Decreto Legislativo 152/2006 e smi nella parte quarta definisce le norme in materia <strong>di</strong><br />
gestione dei rifiuti. Il DM 161/2012 nella sua stesura è partito proprio <strong>da</strong> quanto<br />
<strong>di</strong>sciplinato e definito nel D.lgs. 152/2006; in particolare esso considera gli articoli 184-<br />
bis, 185 e 186. In premessa si è mostrato come il materiale escavato nel corso <strong>delle</strong><br />
attività <strong>di</strong> costruzione dell’impianto eolico essendo allo stato naturale e non ottenuto<br />
come sottoprodotto ed essendo <strong>di</strong> certo riutilizzato a fini <strong>di</strong> costruzione allo stato naturale<br />
nello stesso sito in cui è stato escavato rica<strong>da</strong> nel campo <strong>di</strong> applicazione dell’art. 185 del<br />
D.lgs. 152/2006, con particolare riferimento al comma 1 lettera c dello stesso. Pertanto<br />
in ottemperanza alla legge e alla ratio che sottende lo stesso DM 161/2012, il materiale<br />
escavato non è <strong>da</strong> considerarsi un rifiuto ma al fine <strong>di</strong> migliorare l’uso <strong>delle</strong> risorse<br />
naturali e prevenire la produzione stessa dei rifiuti se ne debba prevedere un suo riuso<br />
all’interno dello stesso sito in cui è stato escavato.
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3. GENERALITA’ DELL’INTERVENTO<br />
3.1. Inquadramento territoriale<br />
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Il territorio interessato <strong>da</strong>lle opere in progetto è situato nel contesto territoriale<br />
denominato Vulture-Alto Bra<strong>da</strong>no all’estrema propagine Nord della regione Basilicata<br />
nella zona ad Est del rilievo vulcanico del monte Vulture.<br />
La proposta progettuale che comprende ricade integralmente nel comune <strong>di</strong> Melfi (PZ).<br />
Melfi si colloca nell'estremo nord della Basilicata, al confine con la Puglia (provincia <strong>di</strong><br />
Foggia), in un territorio prettamente collinare con un'altitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> circa 530 metri sul<br />
livello del mare.<br />
Dista alcuni km <strong>da</strong>lle pen<strong>di</strong>ci del Monte Vulture, vulcano inattivo <strong>da</strong>ll'era protostorica,<br />
presenta una superficie <strong>di</strong> 205,15 km²e si affaccia sul fiume Ofanto, che <strong>di</strong>vide la<br />
Basilicata <strong>da</strong>lla Campania e <strong>da</strong>lla Puglia.<br />
Non essendo bagnata <strong>da</strong>l mare e <strong>da</strong>ta la sua altitu<strong>di</strong>ne, Melfi ha un clima temperato<br />
freddo, con piogge irregolari e presenti perlopiù nelle stagioni autunnali e invernali. Gli<br />
inverni sono rigi<strong>di</strong> con frequenti nevicate. Le estati sono piuttosto calde con un clima<br />
secco.<br />
Secondo i <strong>da</strong>ti me<strong>di</strong> del trentennio 1961-1990, la temperatura me<strong>di</strong>a del mese più<br />
freddo, gennaio, si attesta a +5,6 °C, mentre quella del mese più caldo, agosto, è <strong>di</strong><br />
+23,6 °C.<br />
Le aree scelte (con i criteri dettagliati nel capitolo 4 del presente stu<strong>di</strong>o) su cui si<br />
realizzeranno gli impianti sono ubicate a nord del territorio <strong>di</strong> Melfi in località “Isca della<br />
ricotta <strong>di</strong> sopra–Torre della Cisterna“ in area collinare con quote che variano <strong>da</strong> 321 mt. a<br />
614 mt. La stazione <strong>di</strong> consegna <strong>di</strong> futura realizzazione sarà invece posizionata in area<br />
pianeggiante in località Camar<strong>da</strong> in agro al comune <strong>di</strong> Melfi(PZ).<br />
L’area complessivamente ha una <strong>di</strong>stanza minima <strong>da</strong>l centro abitato pari a 6.2 km <strong>da</strong>l<br />
centro urbano <strong>di</strong> Melfi.<br />
Il progetto prevede <strong>di</strong> interessare i seguenti fogli catastali per <strong>di</strong>verse particelle:<br />
- Foglio 12,13,21,22,27,28,29,38,31,30,23,24,16;
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Figura 1: Inquadramento dell’area <strong>di</strong> impianto.<br />
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Dal punto <strong>di</strong> vista geologico e geotecnico, i <strong>terre</strong>ni possiedono buone caratteristiche, tali<br />
<strong>da</strong> non far prevedere particolari problemi riguardo alla realizzazione degli interventi <strong>di</strong><br />
progetto.<br />
3.2. Descrizione dell’intervento<br />
Il progetto prevede gli interventi <strong>di</strong> seguito descritti:<br />
1. l’istallazione <strong>di</strong> n. 24 aerogeneratori;<br />
2. la costruzione <strong>di</strong> cavidotto interrato che collega le torri alle cabine <strong>di</strong> raccolta e <strong>di</strong><br />
conseguenza alla SSE;<br />
Per la realizzazione dell’impianto sono previste, dunque, le seguenti tipologie <strong>di</strong> opere ed<br />
infrastrutture:<br />
Opere civili: Realizzazione <strong>di</strong> strade e piazzole, realizzazione dei cavidotti interrati<br />
per il collegamento degli aerogeneratori con il la sottostazione esistente e<br />
connessione. realizzazione <strong>di</strong> un nuovo sostegno MT e <strong>di</strong>smissione <strong>di</strong> uno esistente;<br />
Opere impiantistiche: installazione dell’aerogeneratore con relative apparecchiature<br />
<strong>di</strong> elevazione/trasformazione dell’energia prodotta; esecuzione dei collegamenti<br />
elettrici tra gli aerogeneratori e la sottostazione esistente.
3.3. Opere <strong>da</strong> eseguire<br />
3.3.1. Fon<strong>da</strong>zioni Aerogeneratore<br />
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Le fon<strong>da</strong>zioni degli aerogeneratori sono state previste <strong>di</strong> tipo profondo su pali <strong>di</strong><br />
lunghezza pari a m.20-25 e <strong>di</strong>ametro pari a m.1,20.<br />
Il plinto <strong>di</strong> fon<strong>da</strong>zione, che farà <strong>da</strong> collegamento alla testa dei pali, avrà forma circolare<br />
<strong>da</strong>l <strong>di</strong>ametro pari a m. 21,00 ed altezza pari a m. 3,00. Gli scavi non necessiteranno<br />
d’opere <strong>di</strong> contenimento perché la pendenza <strong>delle</strong> pareti <strong>di</strong> <strong>scavo</strong> prevista sarà adeguata<br />
all’autoportanza dei <strong>terre</strong>ni interessati. I pali <strong>di</strong> fon<strong>da</strong>zione saranno eseguiti con<br />
calcestruzzo armato <strong>di</strong> caratteristiche C25/30 ed acciaio <strong>di</strong> tipo B450C. I plinti <strong>di</strong><br />
fon<strong>da</strong>zione saranno realizzati con calcestruzzo armato <strong>di</strong> caratteristiche C30/37 ed<br />
acciaio <strong>di</strong> tipo B450C<br />
3.3.2. Piazzole e area <strong>di</strong> assemblaggio<br />
Per consentire il montaggio dell’ aerogeneratore sarà necessario utilizzare un’area totale<br />
<strong>di</strong> 3300 metri quadri, a cui si vanno ad aggiungere 2000 mq per la piazzola temporanea<br />
<strong>di</strong> montaggio dell’aerogeneratore e viabilità d’accesso e 975 mq per l’area <strong>di</strong> stoccaggio<br />
<strong>delle</strong> varie componenti dell’impianto.<br />
L’area <strong>di</strong> stoccaggio in fase <strong>di</strong> cantiere sarà costituita <strong>da</strong> <strong>terre</strong>no battuto e livellato<br />
ricoperto <strong>da</strong> circa misto granulare stabilizzato, mentre a impianto ultimato sarà<br />
completamente restituita ai precedenti usi agricoli.<br />
Negli elaborati del progetto esecutivo saranno rappresentati i particolari <strong>delle</strong> piazzole<br />
sopra descritte.<br />
La realizzazione della piazzola <strong>di</strong> montaggio avverrà secondo le seguenti fasi:<br />
1. asportazione <strong>di</strong> un primo strato <strong>di</strong> <strong>terre</strong>no vegetale;<br />
2. eventuale asportazione dello strato inferiore <strong>di</strong> <strong>terre</strong>no fino al raggiungimento<br />
della quota del piano <strong>di</strong> posa della massicciata stra<strong>da</strong>le;<br />
3. compattazione del piano <strong>di</strong> posa della massicciata;<br />
4. realizzazione dello strato <strong>di</strong> fon<strong>da</strong>zione o massicciata <strong>di</strong> tipo stra<strong>da</strong>le, costituito <strong>da</strong><br />
misto granulare <strong>di</strong> pezzatura compresa tra i 4 cm e i 15 cm, per uno spessore <strong>di</strong><br />
50 cm ed un ultimo strato <strong>di</strong> misto granulare stabilizzato, per uno spessore <strong>di</strong> 10<br />
cm. In tutto si otterrà in totale uno strato <strong>di</strong> 60 cm compattato e rullato.<br />
A montaggio ultimato, la una parte della superficie della piazzola <strong>di</strong> montaggio, circa il<br />
50%, sarà mantenuta in massicciata in modo <strong>da</strong> consentire le operazionei <strong>di</strong> controllo e/o<br />
manutenzione. La restante parte sarà <strong>di</strong>smessa e saranno rimodellate le scarpate <strong>di</strong><br />
<strong>scavo</strong> e riporto tramite il materiale derivante <strong>da</strong>lla loro stessa realizzazione. Le parti<br />
<strong>di</strong>smesse saranno rinaturalizzate con span<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> <strong>terre</strong>no vegetale.
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In analogia con quanto avviene all’estero non sarà realizzata nessuna opera <strong>di</strong> recinzione<br />
<strong>delle</strong> piazzole <strong>di</strong> macchina, né dell’area d’impianto. Ciò è possibile poiché gli accessi alla<br />
torre dell’ aerogeneratore sono adeguatamente protetti contro eventuali intromissioni <strong>di</strong><br />
personale non addetto.<br />
3.3.3. Strade d’accesso e viabilità <strong>di</strong> servizio<br />
L’accesso all’impianto è garantito <strong>da</strong> strade esistenti; sarà necessario realizzare opportuni<br />
bracci per il raggiungimento <strong>delle</strong> postazioni degli aerogeneratori.<br />
L’adeguamento e la costruzione ex-novo della viabilità <strong>di</strong> servizio devono saranno tali <strong>da</strong><br />
garantire il deflusso regolare <strong>delle</strong> acque.<br />
La mo<strong>da</strong>lità <strong>di</strong> costruzione della viabilità <strong>di</strong> servizio sono le seguenti:<br />
• Tracciamento stra<strong>da</strong>le: pulizia del <strong>terre</strong>no consistente nello scotico del <strong>terre</strong>no<br />
vegetale;<br />
• Formazione del sottofondo costituito <strong>da</strong>l <strong>terre</strong>no naturale o <strong>di</strong> riporto, sul quale sarà<br />
messa in opera la soprastruttura stra<strong>da</strong>le costituita <strong>da</strong>llo strato <strong>di</strong> fon<strong>da</strong>zione e <strong>da</strong>llo<br />
strato <strong>di</strong> finitura;<br />
• Realizzazione dello strato <strong>di</strong> fon<strong>da</strong>zione: è il primo livello della soprastruttura, ed ha<br />
la funzione <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuire i carichi sul sottofondo. Lo strato <strong>di</strong> fon<strong>da</strong>zione, costituito <strong>da</strong><br />
un opportuno misto granulare <strong>di</strong> pezzatura compresa tra i 4 cm e i 15 cm, deve<br />
essere messo in opera in modo tale <strong>da</strong> ottenere a costipamento avvenuto uno<br />
spessore <strong>di</strong> circa 50 cm.<br />
• Realizzazione dello strato <strong>di</strong> finitura: costituisce lo strato a <strong>di</strong>retto contatto con le<br />
ruote dei veicoli. Esso avrà uno spessore finito <strong>di</strong> circa 10 cm e sarà costituito <strong>da</strong><br />
misto granulare con pezzatura avente il <strong>di</strong>ametro massimo <strong>di</strong> 30mm.<br />
3.3.4. Cavidotto <strong>di</strong> collegamento<br />
Si dovranno realizzare le seguenti connessioni:<br />
• Collegamento in me<strong>di</strong>a tensione tra gli aerogeneratori;<br />
• Collegamento in me<strong>di</strong>a tensione tra gli aerogeneratori e la sottostazione esistente.<br />
3.3.5. Mo<strong>da</strong>lità e tipologie <strong>di</strong> posa<br />
La posa del cavo elettrico verrà eseguita ad una profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> 1,20-1,40 m in uno <strong>scavo</strong><br />
<strong>di</strong> profon<strong>di</strong>tà 1,20-1,50 m e larghezza massima fino a 1.50m.<br />
Si prevede la possibilità <strong>di</strong> utilizzare un cavo cosiddetto “air bag” che non necessità <strong>di</strong><br />
strati <strong>di</strong> sabbia a letto ed a tetto. In tal modo tutto il materiale <strong>di</strong> <strong>scavo</strong> sarà interamente<br />
utilizzato per il rinterro.
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3.4. Inquadramento urbanistico e vincolistico<br />
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Per la scelta del sito e per l’inserimento dell’impianto si è tenuto conto dei vincoli<br />
derivanti <strong>da</strong>gli strumenti urbanistici vigenti, della normativa regionale vigente in materia<br />
<strong>di</strong> impianti eolici, <strong>delle</strong> caratteristiche orografiche e della <strong>di</strong>stribuzione tipica del vento.<br />
<strong>Piano</strong> strutturale <strong>di</strong> Potenza<br />
Le innovazioni della pianificazione territoriale <strong>di</strong> area vasta (già contenute nella LR 23/99)<br />
hanno introdotto in Basilicata un modello <strong>di</strong> co-pianificazione partecipativo e <strong>di</strong>alogico tra<br />
i <strong>di</strong>versi livelli <strong>di</strong> governo del territorio: tra il livello regionale e quello provinciale per la<br />
definizione <strong>delle</strong> strategie <strong>di</strong> sviluppo e tra il livello provinciale e quello inter-comunale<br />
per la attuazione <strong>delle</strong> azioni <strong>di</strong> piano.<br />
La LR. n.23/1999 assegna alla Provincia un ruolo <strong>di</strong> soggetto della co-pianificazione<br />
regionale nella formulazione <strong>di</strong> proposte relative alle vocazioni prevalenti del suo<br />
territorio nell’ottica della qualità culturale e ambientale, della competitività economica,<br />
della coesione sociale e della efficienza infrastrutturale.<br />
Il <strong>Piano</strong> Strutturale Provinciale <strong>di</strong> Potenza (PSP), in particolare, è l’atto <strong>di</strong> pianificazione<br />
con il quale la Provincia esercita un “ruolo attivo” <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento programmatico e <strong>di</strong><br />
raccordo tra le politiche territoriali della Regione e la pianificazione urbanistica comunale,<br />
determinando in<strong>di</strong>rizzi generali <strong>di</strong> assetto del territorio provinciale intesi anche ad<br />
integrare le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> lavoro e <strong>di</strong> mobilità dei citta<strong>di</strong>ni nei vari cicli <strong>di</strong> vita, e ad<br />
organizzare sul territorio le attrezzature ed i servizi garantendone accessibilità e fruibilità.<br />
ll PSP ha valore <strong>di</strong> <strong>Piano</strong> <strong>di</strong> assetto del territorio con specifica considerazione dei valori<br />
paesistici, della protezione della natura, della tutela dell’ambiente, <strong>delle</strong> acque e <strong>delle</strong><br />
bellezze naturali e della <strong>di</strong>fesa del suolo, ma prefigura anche un ruolo <strong>di</strong> strumento<br />
strategico <strong>di</strong> governance multilivello.<br />
La definizione del PSP è stabilita <strong>da</strong>ll’art. 13 della Legge Regionale 23/99 :<br />
1.Il <strong>Piano</strong> Strutturale Provinciale (PSP) è l’atto <strong>di</strong> pianificazione con il quale la Provincia<br />
esercita, ai sensi della L. 142/90, nel governo del territorio un ruolo <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento<br />
programmatico e <strong>di</strong> raccordo tra le politiche territoriali della Regione e la pianificazione<br />
urbanistica comunale, determinando in<strong>di</strong>rizzi generali <strong>di</strong> assetto del territorio provinciale<br />
intesi anche ad integrare le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> lavoro e <strong>di</strong> mobilità dei citta<strong>di</strong>ni nei vari cicli <strong>di</strong><br />
vita, e ad organizzare sul territorio le attrezzature ed i servizi garantendone accessibilità<br />
e fruibilità.<br />
ll PSP per quanto riportato nella stessa legge n. 23/99 ha valore <strong>di</strong> <strong>Piano</strong> Urbanistico-<br />
Territoriale, con specifica considerazione dei valori paesistici, della protezione della<br />
natura, della tutela dell’ambiente, <strong>delle</strong> acque e <strong>delle</strong> bellezze naturali e della <strong>di</strong>fesa del
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suolo, salvo quanto previsto <strong>da</strong>ll’art. 57, 2° comma, del D.Lgs. 112/98; esso impone<br />
pertanto vincoli <strong>di</strong> natura ricognitiva e morfologica.<br />
Il presente strumento ha solo valore <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzo, pertanto la conformità del progetto<br />
verrà valutata con gli effettivi strumenti urbanistici e territoriali vigenti.<br />
Da un’osservazione dei principali tematismi, riportati negli elaborati cartografici del PSP<br />
<strong>di</strong> Potenza e in particolare <strong>da</strong>lla Carta dei Vincoli si osserva che l’ area d’impianto non<br />
ricade in aree naturali protette , non interessa aree parco e/o riserve naturali e/o<br />
regionali.<br />
Si osserva inoltre che gli aerogeneratori non sono posizionati lungo fiumi e/o corsi<br />
d’acqua (e relativa fascia <strong>di</strong> 150 mt) , e in ogni caso non interessano aree archeologiche,<br />
beni monumentali e o storici.<br />
Il tracciato del cavidotto esterno che comunque è interrato attraversa su stra<strong>da</strong> comunale<br />
il vallone Seminiello che comunque non risulta censito nell’elenco <strong>delle</strong> acque pubbliche.<br />
Regolamento Urbanistico <strong>di</strong> Melfi<br />
La legge urbanistica regionale della Basilicata (Legge n.23/99) prevede due strumenti<br />
urbanistici che vanno a sostituire il classico <strong>Piano</strong> Regolatore Generale ovvero :<br />
-<strong>Piano</strong> strutturale comunale.<br />
Non è un piano né vincolistico, né prescrittivo , ma definisce il grado <strong>di</strong> trasformabilità e<br />
uso del territorio.<br />
-Regolamento urbanistico.<br />
Disciplina gli inse<strong>di</strong>amenti esistenti sul territorio comunale e rappresenta uno strumento<br />
per tutelare, riqualificare e completare il territorio della città esistente oltre che regolare<br />
gli interventi in area agricola.<br />
Nel comune <strong>di</strong> Melfi è in fase d’attuazione tale strumento, si fa quin<strong>di</strong> riferimento al piano<br />
regolatore generale in vigore cheviene comunque ripreso <strong>da</strong>l regolamento urbanistico.<br />
In particolare l’ambito d’applicazione <strong>di</strong> tali strumenti resta comunque quello urbano,<br />
ovvero quella porzione <strong>di</strong> territorio e<strong>di</strong>ficata riconoscibile come unità inse<strong>di</strong>ativa<br />
urbanisticamente e socialmente organizzata.<br />
Dalle tavole <strong>di</strong> trasposizione e attuazione del PRG attualmente in vigore riportate negli<br />
elaborati grafici del regolamento Urbanistico del comune <strong>di</strong> Melfi (cfr. A.16.a.2.V<br />
elaborati grafici Stralcio dello strumento urbanistico generale ), si osservano le<br />
perimetrazioni che interessano l’ambito urbano e le relativa zonizzazione, si deduce che<br />
le aree in cui è previsto l’intervento non ricadono in esse, ovvero le aree interessate<br />
<strong>da</strong>ll’impianto ricadono in zona agricola, quin<strong>di</strong> compatibile per quanto prescritto <strong>da</strong>lla<br />
normativa nazionale, che rende autorizzabili gli impianti alimentati <strong>da</strong> fonti energetiche<br />
rinnovabili su tali aree (rif. DLgs 387/2003).
PIANO DI UTILIZZO<br />
Patrimonio floristico e faunistico e aree protette<br />
I principali riferimenti normativi sono:<br />
Co<strong>di</strong>ce<br />
Data creazione<br />
Data ultima mo<strong>di</strong>f.<br />
Revisione<br />
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• la legge n. 394 del 6 <strong>di</strong>cembre 1991 “Legge quadro sulle aree protette”;<br />
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• la legge regionale n.28 del 28/06/94 “In<strong>di</strong>viduazione, classificazione, istituzione,<br />
tutela e gestione <strong>delle</strong> aree naturali protette in Basilicata”;<br />
• il DPR n. 357 dell’8 settembre 1997 “Regolamento recante attuazione della<br />
<strong>di</strong>rettiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e<br />
seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche”;<br />
• il DM 3 aprile 2000 “Elenco dei siti <strong>di</strong> importanza comunitaria e <strong>delle</strong> zone <strong>di</strong><br />
protezione speciali”, in<strong>di</strong>viduati ai sensi <strong>delle</strong> <strong>di</strong>rettive 92/43/CEE e 79/409/CEE, e<br />
successivi aggiornamenti;<br />
• Programma IBA<br />
Aree Naturali Protette<br />
La Regione Basilicata con la L.R. n.28 del 28/06/94 “In<strong>di</strong>viduazione, classificazione,<br />
istituzione, tutela e gestione <strong>delle</strong> aree naturali protette in Basilicata” si è adeguata al<br />
dettato della legge n.394/91 “Legge quadro sulle aree protette”.<br />
Non sono presenti sulle aree parchi, riserve ed altre aree Naturali protette a carattere<br />
regionale e/o statale.<br />
Le aree più vicine risultano essere poste alla <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> circa 12 km, quin<strong>di</strong><br />
sufficientemente lontane <strong>da</strong>lle aree d’impianto e sono la riserva naturale statale <strong>di</strong><br />
“Grotticelle” e la riserva naturale regionale “Lago piccolo <strong>di</strong> Monticchio”.<br />
Con legge regionale n.28 del 1994, successivamente mo<strong>di</strong>ficata <strong>da</strong>lla LR/2005, è stato<br />
prevista l'istituzione del Parco Regionale del Vulture, ancora in fase <strong>di</strong> definizione. Sono<br />
state ipotizzate varie proposte <strong>di</strong> perimetrazione, passando <strong>da</strong> quattor<strong>di</strong>ci a cinque<br />
Comuni ed infine a nove: Atella, Barile, Ginestra, Melfi, Rapolla, Rionero in Vulture,<br />
Ripacan<strong>di</strong><strong>da</strong>, Ruvo del Monte e San Fele.<br />
L’area d’impianto è comunque esterna a tale perimetrazione.<br />
Rete Natura 2000<br />
Il progetto in esame ricade all’esterno del perimetro degli ambiti della Rete Natura 2000.<br />
Programma IBA<br />
Sul comune <strong>di</strong> Melfi non sono presenti aree IBA , il progetto dunque è esterno al<br />
perimetro <strong>di</strong> aree IBA. In particolar modo, l’area IBA più vicina ricade a circa 30 Km <strong>da</strong>l<br />
sito (IBA 209 “Fiumara <strong>di</strong> Atella”).<br />
Patrimonio culturale, ambientale e paesaggio
Il principale riferimento normativo è :<br />
PIANO DI UTILIZZO<br />
Co<strong>di</strong>ce<br />
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11 <strong>di</strong> 19<br />
• Il D.Lgs. n.42/2004 e ss.mm.ii recante il Co<strong>di</strong>ce dei Beni Culturali e del<br />
Paesaggio;<br />
Il "Co<strong>di</strong>ce dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell'articolo 10 della legge 6 luglio<br />
2002, n. 137", emanato con Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, tutela sia i beni<br />
culturali, comprendenti le cose immobili e mobili che presentano interesse artistico,<br />
storico, archeologico, etnoantropologico, archivistico e bibliografico, sia quelli<br />
paesaggistici, costituenti espressione dei valori storici, culturali, naturali, morfologici ed<br />
estetici del territorio. Il decreto legislativo 42/2004 è stato recensente aggiornato ed<br />
integrato <strong>da</strong>l DLgs 62/2008 e <strong>da</strong>l Dlgs 63/2008.<br />
In particolare per l’impianto in oggetto si precisa che l’aerogeneratore denominato A17<br />
sono prossimi ad aree boscate e in particolare il tratto <strong>di</strong> stra<strong>da</strong> <strong>di</strong> progetto che<br />
congiunge la torre A17 alla torri A16 attraversa un’area boscata seguendo tuttavia il<br />
tracciato <strong>di</strong> una stra<strong>da</strong> esistente, come evidenziato nelle immagini a seguire.<br />
Figura 2: Stra<strong>da</strong> esistente che attraversa area boscata.<br />
Per quanto appena esposto in fase <strong>di</strong> realizzazione dell’impianto sarà necessario<br />
prevedere il taglio <strong>di</strong> alberi in alcuni punti per poter consentire l’adeguamento della<br />
stra<strong>da</strong> per il trasporto <strong>delle</strong> turbine.
PAI<br />
PIANO DI UTILIZZO<br />
Figura 3- In<strong>di</strong>viduazione della stra<strong>da</strong> <strong>da</strong> adeguare.<br />
L’AdB Puglia – il <strong>Piano</strong> <strong>di</strong> Assetto Idrogeologico (PAI)<br />
Co<strong>di</strong>ce<br />
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Il progetto in esame ricade nel territorio <strong>di</strong> competenza dell’Autorità In<strong>terre</strong>gionale della<br />
Puglia che con delibera, con deliberazione n.25 del 15/12/2005 del Comitato<br />
Istituzionale, ha approvato il <strong>Piano</strong> stralcio per l’Assetto Idrogeologico (P.A.I.).<br />
Il <strong>Piano</strong> stralcio per l’Assetto Idrogeologico (P.A.I.) dell’Autorità <strong>di</strong> Bacino della Puglia,<br />
perimetra le aree a rischio idrogeologico e in<strong>di</strong>vidua le misure <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a per i bacini<br />
regionali e per il bacino in<strong>terre</strong>gionale del Fiume Ofanto. In particolare il PAI <strong>di</strong>vide il<br />
territorio in aree a pericolosità <strong>da</strong> frana, aree a pericolosità idraulica e stila, in base ai<br />
livelli <strong>di</strong> pericolosità, una carta del rischio.<br />
Per la pericolosità <strong>da</strong> frana il PAI prevede:<br />
PG3: aree a Pericolosità <strong>da</strong> frana molto elevata<br />
PG2: aree a Pericolosità <strong>da</strong> frana elevata<br />
PG1: aree a Pericolosità <strong>da</strong> frana me<strong>di</strong>a e moderata<br />
Per la pericolosità idraulica si <strong>di</strong>stinguono:<br />
AP: aree ad Alta Probabilità <strong>di</strong> inon<strong>da</strong>zione<br />
MP: aree a Moderata Probabilità <strong>di</strong> inon<strong>da</strong>zione<br />
BP: aree a Bassa Probabilità <strong>di</strong> inon<strong>da</strong>zione<br />
Le aree a rischio sono sud<strong>di</strong>vise in:<br />
R4: Aree a Rischio Molto Elelvato<br />
R3: Aree a Rischio Elevato<br />
R2: Aree a Rischio Me<strong>di</strong>o
R1: Aree a Rischio Moderato<br />
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Come evidente <strong>da</strong>gli elaborati grafici relativi alla vincolistica (cfr. A.16.a.4.V Elaborati<br />
grafici Carta dei Vincoli) l’impianto <strong>di</strong> progetto ricade all’esterno degli ambiti del<br />
PAI.<br />
Vincolo Idrogeologico<br />
Il Regio Decreto Legislativo 30 <strong>di</strong>cembre 1923, n. 3267, “Rior<strong>di</strong>namento e riforma della<br />
legislazione in materia <strong>di</strong> boschi e <strong>terre</strong>ni montani”, tuttora in vigore, sottopone a vincolo<br />
per scopi idrogeologici i <strong>terre</strong>ni <strong>di</strong> qualsiasi natura e destinazione che, per effetto <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>sso<strong>da</strong>menti, mo<strong>di</strong>ficazioni colturali ed esercizio <strong>di</strong> pascoli possono con <strong>da</strong>nno pubblico<br />
subire denu<strong>da</strong>zioni, perdere la stabilità o turbare il regime <strong>delle</strong> acque. Detto vincolo è<br />
rivolto a preservare l’ambiente fisico, evitando che irrazionali interventi possano<br />
innescare fenomeni erosivi, segnatamente nelle aree collinari e montane, tali <strong>da</strong><br />
compromettere la stabilità del territorio. La normativa in parola non esclude, peraltro, la<br />
possibilità <strong>di</strong> utilizzazione <strong>delle</strong> aree sottoposte a vincolo idrogeologico, che devono in<br />
ogni modo rimanere integre e fruibili nel rispetto dei valori paesaggistici dell’ambiente.<br />
L’impianto ricade parzialmente in aree soggette a vincolo idrogeologico, in<br />
particolare gli aerogeneratori A6,A18,A19,A17,A16,A15 ed A10 per cui si<br />
effettuerà richiesta <strong>di</strong> svincolo all’autorità competente (cfr.el. A.16.a.4.1.V)<br />
Tutela <strong>delle</strong> acque<br />
La normativa nazionale in tutela <strong>delle</strong> acque superficiali e profonde fa capo al D.Lgs.<br />
152/99 <strong>di</strong>sposto in recepimento della <strong>di</strong>rettiva 91/271/CEE concernente il trattamento<br />
<strong>delle</strong> acque reflue urbane e della <strong>di</strong>rettiva 91/676/CEE relativa alla protezione <strong>delle</strong> acque<br />
<strong>da</strong>ll'inquinamento provocato <strong>da</strong>i nitrati provenienti <strong>da</strong> fonti agricole.<br />
Il D.Lgs 152/99 definisce la <strong>di</strong>sciplina generale per la tutela <strong>delle</strong> acque superficiali,<br />
marine e sotterranee, perseguendo come obiettivi:<br />
• prevenire e ridurre l'inquinamento e attuare il risanamento dei corpi idrici<br />
inquinati;<br />
• conseguire il miglioramento dello stato <strong>delle</strong> acque ed adeguate protezioni <strong>di</strong><br />
quelle destinate a particolari usi;<br />
• perseguire usi sostenibili e durevoli <strong>delle</strong> risorse idriche, con priorità per quelle<br />
potabili;<br />
• mantenere la capacità naturale <strong>di</strong> autodepurazione dei corpi idrici, nonché la<br />
capacità <strong>di</strong> sostenere comunità animali e vegetali ampie e ben <strong>di</strong>versificate.<br />
Il D.Lgs 152/99 deman<strong>da</strong> alle Regioni a statuto or<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> regolamentare la materia<br />
<strong>di</strong>sciplinata <strong>da</strong>llo stesso decreto nel rispetto <strong>delle</strong> <strong>di</strong>sposizioni in esso contenute che, per<br />
la loro natura riformatrice, costituiscono principi fon<strong>da</strong>mentali della legislazione statale ai<br />
sensi dell'articolo 117, primo comma, della Costituzione. Alle Regioni a statuto speciale e
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le Province autonome <strong>di</strong> Trento e <strong>di</strong> Bolzano viene chiesto <strong>di</strong> adeguare la propria<br />
legislazione nel rispetto <strong>di</strong> quanto previsto <strong>da</strong>i rispettivi statuti e <strong>da</strong>lle relative norme <strong>di</strong><br />
attuazione.<br />
Il decreto D.Lgs 152/99 è stato integrato e mo<strong>di</strong>ficato <strong>da</strong>l successivo D.Lgs 258 del<br />
18_08_2000 e quin<strong>di</strong> <strong>da</strong>l D.Lgs 152/06.<br />
Il progetto in esame non rilascia scarichi idrici per cui non si prevedono forme <strong>di</strong><br />
contaminazione.<br />
Normativa <strong>di</strong> riferimento in materia <strong>di</strong> rifiuti<br />
I riferimenti normativi applicabili sono il D.Lgs n. 22/97 e successive mo<strong>di</strong>fiche e/o<br />
integrazioni per quanto riguar<strong>da</strong> i rifiuti in genere e, in particolare, il D.Lgs n. 95/92<br />
relativo agli aspetti <strong>di</strong> gestione degli oli minerali usati.<br />
In particolare la manutenzione del moltiplicatore <strong>di</strong> giri e della centralina idraulica <strong>di</strong><br />
comando, comporta la sostituzione, con cadenza all’incirca quinquennale, degli oli<br />
lubrificanti esausti ed il loro conseguente smaltimento secondo quanto previsto <strong>da</strong>lla<br />
normativa vigente (conferimento al Consorzio Oli Usati). Presso l’impianto non sarà<br />
inoltre realizzato alcuno stoccaggio <strong>di</strong> oli minerali vergini <strong>da</strong> utilizzare per il ricambio né,<br />
tanto meno, <strong>di</strong> quelli esausti.<br />
Altri componenti soggetti a perio<strong>di</strong>ca sostituzione sono le “batterie tampone” presenti<br />
all’interno degli aerogeneratori e nella cabina <strong>di</strong> centrale. All’atto della loro sostituzione le<br />
batterie verranno conferite, secondo quanto previsto <strong>da</strong>lla normativa vigente, al COBAT<br />
(Consorzio Obbligatorio Batterie al piombo esauste e rifiuti piombosi), senza alcuno<br />
stoccaggio in sito.<br />
Durante l’esecuzioni dei lavori e al termine degli stessi si prevedrà un accurato<br />
monitoraggio <strong>delle</strong> aree attraversate <strong>da</strong>gli automezzi al fine <strong>di</strong> verificare se si è avuto lo<br />
sversamento <strong>di</strong> carburante e la contaminazione <strong>di</strong> alcune aree. In tal caso si provvederà<br />
allo smaltimento dei <strong>di</strong>spersi e alla bonifica dei siti secondo le prescrizioni dell’art.242 e<br />
segg. del D.Lgs 152/2006.<br />
Per quanto riguar<strong>da</strong> la produzione <strong>di</strong> materiale <strong>di</strong> <strong>scavo</strong> prodotto in corso <strong>di</strong> realizzazione<br />
dell’impianto, ci si riferisce al <strong>Piano</strong> <strong>di</strong> ri<strong>utilizzo</strong> <strong>delle</strong> <strong>terre</strong> e <strong>rocce</strong> re<strong>da</strong>tto ai sensi del<br />
D.Lgs.n.161/2012 nel quale saranno opportunamente dettagliate le quantità <strong>di</strong> materiale<br />
riutilizzato.<br />
Vincolo sismico<br />
Il territorio <strong>di</strong> Melfi è classificato in Zona 1 (Zona con pericolosità sismica alta) secondo<br />
la classificazione sismica del territorio nazionale, stabilita in forza dell’Or<strong>di</strong>nanza della<br />
Presidenza del Consiglio dei Ministri del 20 marzo 2003, n. 3274, mo<strong>di</strong>ficata in un primo<br />
tempo <strong>da</strong>ll’O.P.C.M. 2 ottobre 2003, n. 3316 e successivamente <strong>da</strong>ll’O.P.C.M. 3 maggio
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2005, n. 3431 (tutte riguar<strong>da</strong>nti la classificazione sismica del territorio nazionale e le<br />
normative tecniche per le costruzioni in zona sismica).<br />
Nell’esecuzione dei calcoli strutturali si è tenuto conto dei parametri sismici del territorio<br />
<strong>di</strong> Melfi.<br />
4. CARATTERIZZAZIONE AMBIENTALE<br />
4.1. In<strong>da</strong>gine conoscitiva<br />
Le aree interessate <strong>da</strong>l progetto sono attualmente destinate ad uso agricolo. Dalle notizie<br />
acquisite è emerso che le stesse aree hanno avuto sempre destinazione agricola.<br />
Le opere <strong>di</strong> progetto sono ubicate in aree priva <strong>di</strong> abitazioni o impianti <strong>di</strong> tipo industriale-<br />
commerciale.<br />
Non si rilevano nell’area <strong>di</strong> impianto attività in corso o segni <strong>di</strong> attività pregresse che<br />
possano o abbiano potuto generare la presenza <strong>di</strong> sostanze specifiche.<br />
4.2. Inquadramento geologico ed idrologico<br />
Inquadramento Geologico Generale<br />
L'area interessata <strong>da</strong>l presente stu<strong>di</strong>o si colloca a quote superiori su un ampia fascia<br />
collinare che contorna il massiccio del Monte Vulture.<br />
Il comparto esaminato si colloca nel quadrante NO dell’abitato <strong>di</strong> Melfi ed è compreso tra<br />
il fiume Ofanto , la tratta ferroviaria Rocchetta-Lavello eil bosco Della Frasca.<br />
Il territorio presenta litologie riconoscibili nelle formazioni della Fossa Bra<strong>da</strong>nica e<br />
formazioni appenniniche.<br />
La morfologia del territorio presenta connotati del tutto singolari in considerazione <strong>di</strong> una<br />
numerosa presenza <strong>di</strong> rilievi collinari intervallati fa fasce a lieve pendenza sub-<br />
pianeggianti, nochè <strong>da</strong> linee <strong>di</strong> drenaggio superficiali e in certi casi accentuate con forre<br />
profonde.<br />
Caratteristiche geologiche<br />
Nella carta geologica sono rappresentate le formazioni più significative <strong>di</strong> seguito<br />
descritte.<br />
Si osserva l’esistenza <strong>di</strong> più complessi litologici , e specificatamente <strong>di</strong> facies della<br />
formazione miocenica e facies della formazione pliocenico-quaternaria.<br />
Le facies mioceniche comprendono prevalentemente le marne calcaree e le marne<br />
argilloso-siltose rossastre con brecciole calcaree, calcari bianche e arenaree giallo-<br />
ocracee a livelli <strong>di</strong> <strong>di</strong>aspro.<br />
Sono poi presenti litofacies arenaree quarzose cui si accompagnano sabbie e sabbie<br />
argillose del Miocene.
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Co<strong>di</strong>ce<br />
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Le marne calcaree ospitano inoltre vari blocchi <strong>di</strong> brecce, brecciole e calcareniti. Tutta la<br />
coltre superficiale è costituita <strong>da</strong> argille e sabbie plioceniche quaternarie.<br />
AREA DI IMPIANTO<br />
Figura 4: Carta geologica 1:100.000<br />
Caratteristiche morfologiche dell’area <strong>di</strong> impianto<br />
La morfologia del sito è caratterizzata <strong>da</strong> un versante con pendenze che me<strong>di</strong>amente<br />
sono non superiori al 15%. Solo localmente si raggiungono pendenze superiori.<br />
I versanti sono stabili sia allo stato attuale che a seguito della realizzazione dell’impianto.<br />
Caratteristiche idrogeologiche dell’area <strong>di</strong> impianto<br />
Le caratteristiche idrogeologiche in<strong>di</strong>cano che i <strong>terre</strong>ni affioranti presentano<br />
comportamenti tipici <strong>delle</strong> formazioni semipermeabili e impernmeabili.
PIANO DI UTILIZZO<br />
4.3. <strong>Piano</strong> <strong>di</strong> campionamento ed analisi<br />
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Si precisa che <strong>da</strong>ta la tipologia <strong>di</strong> opera e <strong>di</strong> uso del materiale <strong>di</strong> <strong>scavo</strong> (come meglio si<br />
descriverà oltre) lo stesso materiale si riutilizzerà allo stato naturale senza alcun<br />
trattamento.<br />
Si prevede la caratterizzazione in corso d’opera in accordo con l’allegato 8 del DM<br />
161/2012. In particolare si prevedono campionamenti puntuali sulle posizioni degli<br />
aerogeneratori e campionamenti lungo il tracciato del cavidotto dove si osservano<br />
significativi cambi litologici e comunque come stabilito <strong>da</strong> allegato.
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VOLUMI DI MATERIALE PROVENIENTE DA SCAVO E MODALITÀ DI<br />
RIUTILIZZO IN SITO<br />
La determinazione dei volumi <strong>di</strong> <strong>scavo</strong> è stata desunta <strong>da</strong>l computo metrico estimativo<br />
del progetto approvato.<br />
Nella tabella seguente sono elencati i volumi sbancati per categoria <strong>di</strong> lavorazione, la<br />
tipologia <strong>di</strong> <strong>terre</strong>no interessato ed il ri<strong>utilizzo</strong> in sito.<br />
Sbancamenti e rinterri Quantità<br />
Scavo per plinti <strong>di</strong><br />
fon<strong>da</strong>zione dei 24<br />
aerogeneratori<br />
(mc)<br />
Tipologia<br />
<strong>terre</strong>no<br />
22608 Vegetale<br />
Substrato<br />
Tipologia <strong>di</strong> <strong>utilizzo</strong><br />
Il Rinterro dei plinti avverrà con il <strong>terre</strong>no<br />
sbancato <strong>di</strong> cui lo strato superficiale sarà<br />
costituito <strong>da</strong>l <strong>terre</strong>no vegetale).<br />
I metri cubi in esubero saranno vagliati ed<br />
utilizzati per i raccordo <strong>delle</strong> stra<strong>da</strong> <strong>di</strong><br />
cantiere .<br />
Scavo per pali <strong>di</strong> fon<strong>da</strong>zione 10851 substrato Saranno vagliati ed utilizzati per i raccor<strong>di</strong><br />
Materiale risultante <strong>da</strong>l<br />
movimento terra per<br />
piazzole <strong>di</strong> stoccaggio e<br />
montaggio<br />
Materiale risultante <strong>da</strong>l<br />
movimento terra per strade<br />
Posa cavidotto (4 terne)<br />
Posa cavidotto (2 terne)<br />
Posa cavidotto (1 terna)<br />
Materiale proveniente <strong>da</strong>lla<br />
<strong>di</strong>smissione <strong>delle</strong> aree <strong>di</strong><br />
piazzola<br />
<strong>delle</strong> stra<strong>da</strong> <strong>di</strong> cantiere.<br />
116000 Vegetale-Sustrato Sten<strong>di</strong>mento in sito e <strong>utilizzo</strong> per raccor<strong>di</strong> e<br />
interventi su strade<br />
44540 Vegetale Utilizzo per raccor<strong>di</strong> e interventi su strade<br />
18000<br />
2880<br />
12000<br />
Vegetale +<br />
substrato<br />
58000 Massicciata stra<strong>da</strong>le<br />
costituita <strong>da</strong><br />
pietrame e misto<br />
stabilizzato<br />
Totale rinterro.<br />
Totalmente riutilizzato per ricarico <strong>delle</strong><br />
strade e <strong>delle</strong> piazzole ripristinate e per la<br />
formazione <strong>di</strong> massicciata stra<strong>da</strong>le<br />
Al fine <strong>di</strong> meglio specificare quanto esposto nella tabella riepilogativa precedente, <strong>di</strong><br />
seguito si specificano meglio le tipologie <strong>di</strong> ri<strong>utilizzo</strong> dei materiali.<br />
Per quanto riguar<strong>da</strong> il <strong>terre</strong>no risultante <strong>da</strong>llo <strong>scavo</strong> e rinterro plinto e <strong>da</strong>llo <strong>scavo</strong> dei<br />
pali, esso sarà vagliato per la separazione del materiale grossolano <strong>da</strong> quello. I grossi<br />
trovanti saranno utilizzato per piccole scogliere <strong>di</strong> rinfianco al raccordo <strong>delle</strong> strade.<br />
Il materiale più minuto sarà steso e compattato per eseguire il raccordo stesso.<br />
Per quanto riguar<strong>da</strong> la viabilità <strong>da</strong> realizzare, si fa presente che lo <strong>scavo</strong> interessa<br />
maggiormente il <strong>terre</strong>no superficiale pertanto il materiale <strong>di</strong> risulta è costituito<br />
essenzialmente <strong>da</strong> <strong>terre</strong>no vegetale.
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Co<strong>di</strong>ce<br />
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Il materiale proveniente <strong>da</strong>lla demolizione <strong>delle</strong> massicciate, sarà riutilizzato per il ricarico<br />
e l’appianamento della viabilità definitiva per tutta la superficie finale.<br />
I volumi provenienti <strong>da</strong>gli scavi verranno depositati temporaneamente nei pressi <strong>delle</strong><br />
aree <strong>di</strong> <strong>scavo</strong> per poi essere riutilizzati come sopra specificato.<br />
Ove necessario, prima dell’impiego del <strong>terre</strong>no <strong>da</strong> <strong>scavo</strong>, si provvederà in sito agli<br />
opportuni trattamenti finalizzati al miglioramento <strong>delle</strong> caratteristiche del <strong>terre</strong>no.<br />
In conclusione si prevede il totale ri<strong>utilizzo</strong> dei volumi <strong>di</strong> <strong>scavo</strong> nell’ambito dello stesso<br />
sito. Ove risulteranno dei volumi residui, qui non previsti, si provvederà allo smaltimento<br />
degli stessi come “rifiuto” presso <strong>di</strong>scariche autorizzate.