Settembre/Ottobre 2011 - Pilo Albertelli
Settembre/Ottobre 2011 - Pilo Albertelli
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Il Giornale del <strong>Pilo</strong> <strong>Albertelli</strong> di Roma - Set/Ott <strong>2011</strong> - Numero 1 - Anno V<br />
Non senza una certa dose di<br />
orgoglio vado a presentare<br />
l’ultimo libro di Gioovanni Ricciardi, Il silenzio degli<br />
occhi, proprio all’inizio del nuovo<br />
anno scolastico, e di quest’ennesima<br />
avventura di OndanomalA.<br />
L’orgoglio, come si può ben intuire,<br />
è quello dell’allieva che<br />
intervista il suo insegnante del<br />
ginnasio, spesso presente come<br />
critico nella rubrica letteraria de<br />
“Il Venerdì di Repubblica”, e oggi<br />
nelle vesti – ben indossate – di<br />
scrittore, che si sta ritagliando uno<br />
spazio importante nel panorama<br />
della letteratura italiana<br />
contemporanea, per l’uscita del<br />
terzo episodio de<br />
, il cui titolo<br />
richiama alla mente un’alquanto<br />
suggestiva sinestesia.<br />
Giovanni Ricciardi ha presentato il<br />
volume, edito da Fazi, il 22 giugno<br />
Intelligenza naturale<br />
e artificiale pag. 6<br />
Ri-morte<br />
in silicone<br />
pag. 11<br />
Il Tevere, memoria della città...<br />
Intervista a Giovanni Ricciardi<br />
alle ore 18.30 presso la libreria Arion di<br />
via Cavour, proprio all’angolo con quella<br />
via dei Serpenti – che di certo Ponzetti<br />
avrebbe detto “arteria pulsante del Rione<br />
Io alla Apple<br />
non ho dato un<br />
soldo pag. 12<br />
Ruggine<br />
pag. 8<br />
Monti” – rinnovando così una piacevole<br />
consuetudine che dura fin<br />
dall’esordio de .<br />
Presenti, oltre ai docenti di letteratura<br />
italiana dell’Università di Tor<br />
Vergata, proff. Cristiana Lardo e Fabio<br />
Pierangeli, una nutrita folla di<br />
amici, conoscenti, insegnanti e<br />
alunni del Liceo <strong>Albertelli</strong> e di altri<br />
istituti, di anonimi ammiratori delle<br />
gesta del “Montalbano di Roma”,<br />
come ammicca in quarta di copertina<br />
la citazione di Antonia Arslan,<br />
celebrata autrice de<br />
e ,<br />
nonché amica personale di<br />
Ricciardi.<br />
L’incontro si è svolto in un’atmosfera<br />
calda e cordiale al termine<br />
della quale ho estorto al mio professore<br />
la promessa di una conversazione<br />
privata sul libro, sulla scuola,<br />
sul mondo e su di noi… Ecco il resoconto<br />
di quella chiacchierata. >>
<strong>Settembre</strong>/<strong>Ottobre</strong> <strong>2011</strong><br />
Sono ormai circa due anni che lei<br />
ha intrapreso il dottorato di ricerca<br />
in filologia classica? Come vede la<br />
scuola dal suo nuovo punto di viista? Le manca l’insegnamento? Riitornerà nuovamente all’<strong>Albertelli</strong><br />
dietro la cattedra dopo questa<br />
esperienza?<br />
La scuola mi appare dall’università<br />
come un mondo un po’ distante,<br />
anche se mi manca soprattutto il<br />
contatto con i ragazzi e la “vita”<br />
che in ogni momento si dona e si<br />
riceve nel mondo delle aule scolastiche.<br />
Nonostante la copertina “virata”<br />
in giallo, appare sempre più riiduttivo parlare del suo ultimo liibro come di un romanzo di<br />
genere, segno di una raggiunta<br />
maturità affabulatoria, ma anche<br />
della ricchezza di temi e motivi<br />
della contemporaneità ivi<br />
trattati. Che ne pensa?<br />
Qualcuno ha definito i miei libri,<br />
più che veri e propri gialli,<br />
come “romanzi d’indagine”.<br />
Questa definizione mi piace,<br />
perché alla fine nelle mie storie<br />
non si punta soltanto a presentare<br />
un caso e a portare la trama<br />
alla soluzione, ma contano<br />
molto gli ambienti, le metafore,<br />
le parole stesse che vengono<br />
usate dai personaggi o dal<br />
narratore.<br />
La figura del bambino presente<br />
nel racconto, evidente metafora<br />
della natalità cristiana, è frutto<br />
della sua fantasia, oppure è ispiirata a un fatto realmente accaaduto? Certo, il tema del Natale è presente<br />
evidentemente, anche<br />
attraverso le citazioni dei quadri<br />
di Caravaggio, in particolare<br />
quello della Fuga in Egitto, che<br />
rappresenta simbolicamente un<br />
po’ tutto il libro. Ma in realtà<br />
l’idea di questa storia è nata<br />
2<br />
dalla lettura di un fatto di cronaca del<br />
2009: un bambino che si era perduto<br />
sulla spiaggia di Ostia e con cui la polizia<br />
non sapeva cosa fare, perché si<br />
esprimeva in una lingua sconosciuta,<br />
per cui non c’erano interpreti a disposizione<br />
(non ricordo più se era armeno,<br />
o azero, insomma una cosa così).<br />
La piena del Tevere a Roma del diicembre 2008 possiede anche un eviidente significato simbolico. Può<br />
spiegarcelo?<br />
Il fiume è il tempo e la memoria di<br />
questa nostra città. Ma in questo caso<br />
si tratta di un fiume inquieto, in piena,<br />
che vorrebbe rompere gli argini, rovesciarsi<br />
giù, insomma rompere le acque,<br />
come si dice quando una donna è vicina<br />
al momento del parto. E nel libro ci<br />
sono due donne in attesa di partorire, e<br />
un uomo che deve “partorire” una soluzione<br />
da cui dipende la vita di un<br />
bambino…<br />
Anche questa volta il contributo<br />
dell’avvocato Galloni risulta decisivo<br />
per lo scioglimento del mistero come<br />
un personaggio “provvidenziale”, come<br />
una sorta di “deus ex machina”, o come<br />
l’indovino Tiresia…<br />
Direi stavolta come l’indovino Tiresia,<br />
che è cieco. E non a caso, il tema che<br />
Anno V - Numero 1<br />
ricorre nel dialogo tra Ponzetti e<br />
Galloni riguarda proprio i sensi, il<br />
vedere e il non vedere… come<br />
nel verso finale di una bellissima<br />
poesia di Borges, che descrive<br />
l’alba su Buenos Aires e alla fine<br />
dice: “La notte è rimasta impigliata<br />
negli occhi dei ciechi”.<br />
La seguente digressione di<br />
Ponzetti (pag 89) a proposito di<br />
Leo, personaggio chiave del roomanzo: “Ora era davvero un uoomo, perché aveva una storia da<br />
raccontare, diceva lui. E le storie<br />
cominciano quando ti accorgi che<br />
il ritorno è diventato impossibiile.”, ci rimanda a una riflessione<br />
narratologica. Perché le storie coominciano allora?<br />
La letteratura occidentale nasce<br />
dallo sguardo di Ulisse, fermo da<br />
anni nell’isola di Ogigia, che<br />
contempla il mare e piange,<br />
perché il suo ritorno gli appare<br />
impossibile. Ma il racconto di una<br />
storia serve anche a tornare, come<br />
accade sull’isola dei Feaci. Comunque,<br />
volevo solo dire che una<br />
storia da raccontare è matura<br />
quando non è più vita vissuta, ma<br />
fa parte del bagaglio della memoria.<br />
Allora riprende vita, ma in un<br />
altro modo.<br />
La contrapposizione tra i SUV e le<br />
biciclette nell’episodio decisivo, diiremo la spannung del romanzo, è<br />
frutto della sua coscienza ecologica<br />
oppure un richiamo alla coscienza di<br />
classe?<br />
Nessuna delle due cose. Diciamo<br />
che simpatizzo per le biciclette,<br />
che sono una presenza gentile,<br />
non un simbolo di forza e di autoaffermazione,<br />
come sono invece<br />
i SUV: anche Ponzetti incarna<br />
questa “gentilezza” del cuore,<br />
questo sapersi coinvolgere e<br />
commuovere, a volte, di fronte<br />
alla sofferenza degli altri.
<strong>Settembre</strong>/<strong>Ottobre</strong> <strong>2011</strong><br />
Leggera, la bellissima poesia di<br />
Paolo Mattei che introduce la seeconda parte del romanzo sembra<br />
adattarsi perfettamente alla viicenda di Romoletto. Può dirci due<br />
parole su questi versi e sull’autoore? Paolo Mattei è un caro amico, che<br />
scrive versi e canzoni secondo me<br />
bellissimi. Ho voluto trovare il<br />
modo di far conoscere a un<br />
pubblico più vasto queste sue opere<br />
che giacciono ancora nel cassetto<br />
e nei suoi taccuini. Ma spero<br />
che un giorno o l’altro riuscirà a<br />
pubblicarle, perché lo merita.<br />
Qualcuno ha notato che in queest’ultimo capitolo della trilogia vi<br />
siano meno citazioni dotte rii In questo terzo episodio, Il siilenzio degli occhi, il commissario<br />
Ponzetti, in una fredda sera<br />
di Dicembre, tornando da una passeggiata<br />
sul lungotevere,<br />
inspiegabilmente trova nella propria<br />
vettura un bambino<br />
3<br />
spetto ai libri precedenti. Eppure, a<br />
mio parere, ce ne sono forse di più,<br />
oppure bisogna riconoscere che esse<br />
Anno V - Numero 1<br />
sono meglio inserite nel ritmo<br />
della narrazione?<br />
Ho cercato di scrivere un romanzo<br />
con meno pause di riflessione e<br />
più avvenimenti, perché le citazioni<br />
“dotte”, se sono troppo scoperte,<br />
possono risultare pesanti. Spero di<br />
esserci riuscito senza togliere profondità<br />
alla scrittura.<br />
Continueranno le indagini del<br />
commissario Ponzetti, oppure stuupirà i lettori con una storia del<br />
tutto diversa?<br />
La mia idea è di provare a scrivere<br />
altri due episodi di Ponzetti. Poi si<br />
vedrà. Ma siccome in genere riesco<br />
a programmare molto poco,<br />
può darsi che alla fine uscirà fuori<br />
qualcosa di molto diverso…<br />
L’Osservatorio dei terremoti - La collina del Salvatore<br />
La fine del mondo è vicina. Una serie di eventi sismici<br />
stanno provocando grandi cataclismi sulla Terra, la ribellione<br />
della natura ai soprusi degli uomini sembra<br />
destinata a far soccombere l’intera umanità. Ad indagare su<br />
questi eventi vi sono due vulcanologi di fama mondiale, Ezio<br />
e Helen, ai quali si collegano numerosi personaggi che lottano<br />
per resistere alla furia di vari catastrofici fenomeni naturali.<br />
L’Osservatorio dei terremoti è un libro che sin<br />
dall’inizio prende il lettore trascinandolo nella serie di eventi<br />
che travolgono i protagonisti. E’ un libro apocalittico, ma<br />
anche un giallo, un libro ambientalistico, un romanzo<br />
d’avventura e un romanzo d’amore. La Chierego descrive gli<br />
ambienti come se stesse dipingendo un quadro, grazie a lei<br />
intraprenderete un viaggio che vi porterà dai suggestivi paesaggi<br />
del Kenya ai quartieri storici della nostra Napoli.<br />
Sinossi<br />
sordomuto, che affiderà temporaneamente<br />
all’inseparabile ispettore<br />
Iannotta. I due, durante le festività<br />
natalizie indagano sulla misteriosa<br />
“banda dei Suv”, responsabile di<br />
una serie di atti vandalici ai danni<br />
degli ingombranti fuoristrada. Nel<br />
corso della vicenda Ponzetti percepisce<br />
che dietro gli sguardi penetranti<br />
del piccolo abbandonato, si<br />
nasconde un mistero, e tentando di<br />
far emergere la verità metterà a repentaglio<br />
la propria credibilità professionale,<br />
e perfino la vita.<br />
Inoltre, con la sua scrittura scorrevole e lineare, rende<br />
comprensibili a tutti importanti questioni scientifiche.<br />
Consiglio questo libro ai romantici, che apprezzeranno sicuramente<br />
la storia d’amore tra i due protagonisti, agli appassionati<br />
del mistero, che si lasceranno coinvolgere nelle indagini<br />
dei vulcanologi e agli ecologisti, che rimarranno affascinati<br />
dai fenomeni naturali che in questo libro sono alla base della<br />
trama. In tutto questo si inseriscono azione, spionaggio e<br />
sparatorie che terranno il lettore col fiato sospeso fino alla fine<br />
del romanzo. Insomma L’Osservatorio dei terremoti è un<br />
libro talmente vario che non può non piacere! Spero inoltre<br />
che induca a riflettere su ciò che gli uomini devono fare per<br />
salvaguardare la salute del pianeta Terra, che è interesse di<br />
tutti noi. (L' osservatorio dei terremoti. La collina del<br />
Salvatore. Chierego Amelia M. € 12,00).
<strong>Settembre</strong>/<strong>Ottobre</strong> <strong>2011</strong><br />
Futuri studenti, sappiate che<br />
nel corso della vostra<br />
carriera scolastica nel <strong>Pilo</strong><br />
<strong>Albertelli</strong> potrete intervenire,<br />
insieme ai genitori e ai docenti,<br />
sulle questioni più importanti per<br />
la vostra classe. Questo sarà possibile<br />
tramite l'istituzione scolastica<br />
del consiglio di classe (organo<br />
collegiale); esso è composto da due<br />
rappresentanti degli studenti, il dirigente<br />
scolastico che lo presiede,<br />
il corpo docenti (l'insieme dei professori<br />
di una determinata classe),<br />
due rappresentanti eletti dai genitori,<br />
e infine dal coordinatore di<br />
classe, docente nominato dal dirigente<br />
scolastico. Le competenze di<br />
ognuna di queste figure sono le seguenti:<br />
il dirigente si occupa di<br />
come meglio sfruttare le risorse<br />
economiche che lo stato, tramite il<br />
Ministero dell'Istruzione,<br />
dell’Università, e della Ricerca<br />
(MIUR) mette a disposizione (come<br />
per le pulizie, per la manutenzione<br />
dell'edificio, la sicurezza<br />
e così via). Inoltre, è titolare nei<br />
Consiglio e assemblea di classe<br />
Assemblea d'Istituto<br />
(Articolo 12 del “Testo unico in materia di istruzione”)<br />
Per i nuovi arrivati innanzi tutto, ma<br />
non soltanto. Per assemblea di istituto<br />
si intende un incontro in cui si cerca<br />
di discutere e esaminare diversi temi<br />
sociali, con l’intervento talvolta di chi<br />
è stato a contatto con realtà diverse<br />
dalla nostra. Nel “testo unico” viene<br />
fissato il numero di studenti necessario<br />
alla concessione dell’assemblea: il<br />
10%. Gli anni scorsi il numero di stu-<br />
rapporti sindacali, dà le deleghe ai coordinatori<br />
di classe ed è rappresentante legale<br />
della scuola; gestisce il personale, è l’esecutore<br />
ed il direttore delle attività scolastiche in<br />
generale e guida la giunta del consiglio<br />
d'istituto (organo esecutivo). Il corpo docenti<br />
ha invece un ruolo più stretto con la<br />
classe e altri compiti, quali: stabilire l'orario<br />
interno delle materie; informare i genitori<br />
dell'andamento scolastico e del comportamento<br />
assunto dai ragazzi nel corso delle<br />
attività scolastiche; decidere le attività della<br />
classe e occuparsi della formazione degli studenti.<br />
I due rappresentanti dei genitori e degli<br />
alunni assolvono rispettivamente alla<br />
funzione di dare voce alle esigenze delle famiglie<br />
e degli studenti (quali orario interno,<br />
denti all’assemblea di istituto è stato<br />
in varie occasioni minimo. Il diritto<br />
alla convocazione dell’assemblea studentesca<br />
in Italia è stato ottenuto a<br />
causa di movimenti fortissimi. Il fatto<br />
di usufruirne non ci autorizza a darla<br />
come scontata: un’adesione insufficiente<br />
infatti rischia di condurre alla<br />
non concessione di essa. Si tratta di<br />
un’occasione di confronto democrati-<br />
4<br />
Anno V - Numero 1<br />
quantità di compiti, valutazione<br />
dell'insegnamento, problemi di relazione<br />
in classe e così via). Il<br />
coordinatore di classe, infine,<br />
coordina il corpo docenti ed è il<br />
principale interlocutore dei genitori.<br />
I rappresentanti sono eletti<br />
annualmente, mentre il dirigente<br />
scolastico viene nominato dal Ministero.<br />
Per quanto riguarda l'assemblea<br />
di classe, la cui durata è<br />
stabilita per legge, è necessario sapere<br />
che i rappresentanti hanno il<br />
diritto di chiedere ai professori<br />
una riunione in cui discutere dei<br />
problemi della classe da riferire al<br />
coordinatore mensilmente. Per<br />
poter eseguire l’assemblea di classe<br />
bisogna compilare un modulo che<br />
fornisca le seguenti informazioni:<br />
nome dei rappresentanti, firme dei<br />
professori e del dirigente scolastico<br />
e giorno stabilito. Sul verbale,<br />
compilato da un segretario nominato<br />
dall’assemblea, devono risultare<br />
tutti gli argomenti e la<br />
sintesi degli interventi effettuati<br />
nel corso della riunione.<br />
co circa cose da cui siamo toccati<br />
tutti: non è una mattinata di lezioni<br />
saltate inutilmente. Inoltre chi non<br />
interviene, in caso di votazione, rinuncia<br />
a fornire o meno il suo<br />
consenso. Per conto suo, si mette in<br />
condizione di subire decisioni altrui.<br />
La discussione non viene arricchita<br />
dai diversi interventi. Provate a venire:<br />
nessuno vi ci incatena.
<strong>Settembre</strong>/<strong>Ottobre</strong> <strong>2011</strong><br />
Il Consiglio d'Istituto è l'organo<br />
collegiale che riveste<br />
l'importanza maggiore<br />
all'interno dell'Istituto. Esso è costituito<br />
da 19 componenti, di cui 8<br />
rappresentanti del personale docente,<br />
2 rappresentanti del personale<br />
amministrativo, tecnico e<br />
ausiliario, 4 dei genitori degli<br />
alunni, 4 degli alunni, il dirigente<br />
scolastico. La presidenza spetta a<br />
uno dei membri, eletto in seno al<br />
consiglio tra i rappresentanti dei<br />
genitori degli alunni. La durata del<br />
mandato è triennale per i rappresentanti<br />
di tutte le componenti,<br />
eccezion fatta per gli alunni che<br />
durano in carica un solo anno.<br />
All'interno del consiglio si elegge<br />
anche una giunta esecutiva,<br />
composta da un docente, un<br />
impiegato amministrativo e due<br />
genitori. Ma vediamo su cosa siamo<br />
chiamati a decidere direttamente<br />
noi studenti. Fatta<br />
eccezione per le competenze specifiche<br />
del Collegio dei docenti e dei<br />
Consigli di classe, il Consiglio<br />
d'istituto ha potere decisionale<br />
"sull'organizzazione e la programmazione<br />
delle attività della<br />
scuola". Cosa vuol dire in pratica?<br />
Ha il potere di accettare o re-<br />
Consulta provinciale per gli studenti,<br />
questa sconosciuta<br />
Tra gli organi di rappresentanza<br />
studentesca la Consulta Proovinciale degli Studenti (CPS) è<br />
certamente quello più oscuro, i cui<br />
meccanismisonoignoti,ahimè,allastragrande<br />
maggioranza della popolazione<br />
scolastica. Ed è questo un freno negativo<br />
che noi studenti poniamo, colpevolmente,<br />
alla possibilità di un dialogo<br />
più ampio all'interno delle varie comunità<br />
scolastiche. Le CPS sono 110, tante<br />
quante le province. Ognuna si compo-<br />
Consiglio d'Istituto<br />
5<br />
spingere il Piano dell'offerta formativa (POF) che<br />
viene elaborato dal Collegio dei docenti, di adottare<br />
e modificare il regolamento di istituto, di determinare<br />
i criteri generali relativi alla formazione delle<br />
classi, di procedere all'acquisto o al rinnovo di tutti<br />
i beni necessari alla vita nella scuola (dai banchi<br />
alla carta igienica), di decidere in merito alla partecipazione<br />
dell'istituto ad attività o iniziative di carattere<br />
culturale, sportivo e assistenziale. Tutto ciò<br />
che prevede l’impiego di mezzi finanziari dipende<br />
però direttamente dalla delibera del bilancio preventivo,<br />
la quale non spetta al Consiglio tutto ma<br />
solo alla Giunta, dalla quale non studenti siamo<br />
esclusi. E' dunque la nostra una rappresentanza<br />
inutile? Niente di più sbagliato. Le nostre limitate<br />
possibilità decisionali possono costituire dei limiti<br />
solo per coloro i quali le vogliono veder come tali.<br />
Mi spiego. I rappresentanti degli studenti possono e<br />
devono portare ogni problema che riguarda la<br />
collettività scolastica all'interno del Consiglio, de-<br />
ne di due rappresentanti per ogni istituto<br />
secondario superiore della provincia.<br />
Questi vengono eletti da tutti i loro<br />
compagni della scuola di appartenenza<br />
e restano in carica per due anni. Al momento<br />
della prima seduta dell'Assemblea<br />
Plenaria della CPS si procede<br />
con l'elezione del Presidente della<br />
Consulta e del Consiglio di Presidenza<br />
(16 membri), cariche per le quali ogni<br />
rappresentante ha la facoltà di candidarsi.<br />
Si prosegue poi con l'individuazio-<br />
Anno V - Numero 1<br />
vono rappresentare un filo diretto<br />
tra la scuola e i suoi organi<br />
decisionali. Se le problematiche<br />
vengono affrontate nelle assemblee<br />
o con i singoli professori<br />
il più delle volte restano in<br />
sospeso. Portarle in sede di<br />
Consiglio significa rendere<br />
partecipi tutte le componenti<br />
della scuola, rendere la scuola<br />
ufficialmente a conoscenza di<br />
tali problematiche (attraverso<br />
la verbalizzazione delle discussioni)<br />
e lanciare dunque un<br />
confronto cui non è possibile<br />
sottrarsi. Dovete quindi considerare<br />
che il rappresentante d'<br />
istituto non è solo quel bel tomo<br />
che fomenta le folle da sopra<br />
i banchi durante le<br />
assemblee. E' una figura chiave<br />
che deve avere la maturità e le<br />
capacità per fare da mediatore<br />
fra le "alte sfere" e voi, comuni<br />
studenti. Votare a caso significa<br />
negarvi la rappresentanza. Non<br />
sapete proprio chi scegliere?<br />
Provate a proporvi proprio voi,<br />
insieme a qualche amico fidato.<br />
Ritirate il modulo, lo compilate<br />
(basta raccogliere 20 firme), lo<br />
depositate in segreteria e...la lista<br />
è fatta.<br />
ne di specifiche Commissioni di lavoro<br />
(il cui numero varia in base ai singoli<br />
casi) che si assumono il compito di<br />
discutere i metodi da adottare per il<br />
raggiungimento degli obiettivi che la<br />
Consulta si è proposti. E a questo punto<br />
il regolamento si dilunga su finalità vaghe<br />
o di dubbia realizzabilità. Un<br />
aspetto è particolarmente importante:<br />
progettare, organizzare e realizzare<br />
attività. Non è la solita favoletta, badate<br />
bene, perchè ogni provincia >>
<strong>Settembre</strong>/<strong>Ottobre</strong> <strong>2011</strong><br />
>> a disposizione della CPS il 7%<br />
circa dei fondi provinciali destinati alle<br />
attività nelle scuole. Il 7%! Un bel po' di<br />
quattrini. E c'è un altro fatto da prendere<br />
in considerazione: ogni rappresentante<br />
può, autonomamente,<br />
presentare un progetto. Questo dovrete<br />
considerare voi tutti quando, nella vostra<br />
vita da studenti, vi troverete a votare<br />
per la Consulta: posso affidare a<br />
queste persone la possibilità di decidere<br />
sul destino di cospicui fondi della provincia?<br />
Ripongo in loro la fiducia necessaria<br />
per poter credere che faranno<br />
tutto il possibile per assicurare il più<br />
ampio confronto fra gli studenti di tutte<br />
L’analogia fra computers e<br />
cervello ha affascinato l’umanità<br />
e gli scienziati fin dalla costruzione<br />
dei primi “cervelli<br />
elettronici”. Il padre della moderna<br />
intelligenza artificiale, Alan Turing,<br />
elaborò fin dal 1950 un ipotetico test<br />
cruciale in grado di definire il<br />
raggiungimento da parte di un<br />
computer di un livello di intelligenza,<br />
non solo computazionale, ma anche<br />
emozionale paragonabile a quella<br />
umana. Secondo il test di Turing tale<br />
raggiungimento potrebbe considerarsi<br />
tale quando l’intervistatore, non vedendo<br />
gli intervistati, non riesce a<br />
distinguere quale sia un computer e<br />
quale una persona. Accanto a computers<br />
sempre più potenti ma che utilizzano<br />
meccanismi computazionali<br />
non paragonabili a quelli celebrali, gli<br />
studiosi dell’intelligenza artificiale<br />
stanno sviluppando dei sistemi<br />
computazionali, quali le reti neurali,<br />
che partono dal principio fondamentale<br />
del funzionamento dei<br />
circuiti neurali della plasticità sinaptica<br />
e della capacità di modificare la<br />
propria attività sulla base<br />
dell’apprendimento e della precedente<br />
attività, proprio come è avvenuto<br />
per la nostra mente in milioni di<br />
anni. Così, i più entusiasti studiosi<br />
le scuole superiori? Va poi considerato<br />
che al di sopra della CPS c'è il Consiglio<br />
Nazionale dei Presidenti delle Consulte<br />
(CNPC): uno spazio di dibattito di livello,<br />
per l'appunto, nazionale che si riunisce<br />
direttamente alla presenza del<br />
Ministro dell'istruzione. Un organismo<br />
che nei dieci anni trascorsi è riuscito a<br />
realizzare, oltre a numerosi convegni e<br />
conferenze, la Giornata nazionale<br />
dell’Arte e della Creatività, che è ormai<br />
diventata un appuntamento annuale,<br />
ma soprattutto lo Statuto degli Studenti<br />
e delle Studentesse, testo fondamentale<br />
di tutela dei diritti di noi alunni. In<br />
conclusione: la Consulta non è uno<br />
6<br />
Intelligenza naturale e artificiale<br />
dell’intelligenza artificiale prevedono che<br />
nel corso del presente secolo non solo si<br />
avranno computers in grado di avere<br />
consapevolezza di sé e di sentire qualcosa<br />
di molto simile alle emozioni umane, ma<br />
ipotizzano addirittura una sempre più<br />
stretta simbiosi fra l’uomo e un computer<br />
che abbia raggiunto il livello evolutivo sia<br />
di una macchina intelligente sia addirittura<br />
di una macchina spirituale. Con il<br />
termine intelligenza artificiale si intende<br />
generalmente l’abilità di un computer di<br />
svolgere funzioni e ragionamenti tipici<br />
della mente umana. Nel suo aspetto puramente<br />
informatico, essa comprende la<br />
teoria e le tecniche per lo sviluppo di<br />
algoritmi che consentano alle macchine<br />
di mostrare un’abilità e/o un’ attività<br />
intelligente. La domanda al centro del di-<br />
Anno V - Numero 1<br />
scherzo, né un'istituzione mitica di cui<br />
si sono perse le tracce. Esiste e determina<br />
anno dopo anno aspetti importanti<br />
della nostra vita scolastica. I rappresentanti<br />
della Consulta non sono,<br />
quindi, le ultime ruote del carro... anzi!<br />
La loro importanza dovrebbe essere<br />
considerata addirittura maggiore di<br />
quella dei rappresentanti d'istituto.<br />
Pertanto, al momento di votare, non<br />
sbarrate il riquadrino di "quello figo" o<br />
semplicemente di quello con il nome<br />
più simpatico: fermatevi un attimo a<br />
pensare e consegnate la vostra preferenza<br />
a chi è davvero in grado di<br />
rappresentarvi.<br />
battito sull’intelligenza artificiale è<br />
fondamentalmente una sola: “I computers<br />
possono pensare?”<br />
Tenuto conto delle ipotesi scientificotecnologiche<br />
che tendono a umanizzare<br />
una macchina, quale appunto è il<br />
computer, è necessario soffermarsi a riflettere<br />
e chiedersi quanto possa essere<br />
vantaggioso per la nostra società creare<br />
strumenti che “imitano” la dimensione<br />
dell’uomo e in primo luogo ciò che di<br />
umano c’è nell’uomo, vale a dire la sua<br />
“anima”. Senza dubbio, seppure si sarà<br />
verificato il raggiungimento di un elevatissimo<br />
livello di tecnologie ingegneristiche<br />
e computazionali, creare<br />
computers capaci di emozioni non significherà<br />
mai – e mi auguro che questo<br />
mai si avveri – sostituire una<br />
macchina all’uomo. Infatti, se è vero<br />
che la nostra intelligenza nel corso degli<br />
anni, cresce, poi si mantiene costante<br />
e poi decresce, la nostra sfera<br />
spirituale è sempre in continua e costante<br />
evoluzione. Quello che viene<br />
definito “quoziente emotivo” è, nella<br />
linea, sempre in salita che non trova<br />
soluzioni di continuità. Se avremo dei<br />
computers in grado di provare emozioni,<br />
esse saranno comunque delle emozioni<br />
uguali nel tempo, una sorta di<br />
pacchetto preconfezionato che tale è e<br />
tale rimane.
<strong>Settembre</strong>/<strong>Ottobre</strong> <strong>2011</strong><br />
Una delle poche occasioni in<br />
cui potete vedere Batman e<br />
Joker, Ash Ketchum e il suo<br />
Pikachu, Sasuke e Naruto, Vegeta e<br />
Bulma e molti altri ancora tutti insieme,<br />
l’undicesima edizione del Romics<br />
si è tenuta alla fiera di Roma dal 29<br />
<strong>Settembre</strong> al 2 <strong>Ottobre</strong>. Tra gli ospiti<br />
speciali quest’anno, C.B. Cebulski, sceneggiatore,<br />
supervisore e talent scout<br />
della Marvel. Inoltre, si son tenuti<br />
molti eventi, tra cui il Gran Gala del<br />
Doppiaggio e, ovviamente, il Cosplay<br />
Romics Awards!<br />
Il Cosplayer è<br />
l’appassionato di un manga, fumetto,<br />
film o cartone animato che decide di<br />
impersonare il personaggio al quale si<br />
sente affine, è affezionato o semplicemente<br />
che più gli piace. Il Cosplay Romics<br />
Awards richiama giovani da tutta<br />
la penisola, ed ogni anno vengono selezionati<br />
coloro che rappresenteranno<br />
l’Italia al World Cosplay Summit, che<br />
si tiene ogni anno a Nagoya ed è la<br />
grande gara mondiale del Cosplay. Il<br />
Cosplay italiano ha sempre riscosso un<br />
gran successo, piazzandosi spesso ai<br />
Il credo e le rivelazioni<br />
Se dovessi provare a esercitarmi nell’improbabile compito di<br />
accostare i videogiochi alle macchine, quello di Assassin’s<br />
Creed è un brand che assocerei sicuramente a un diesel. La<br />
prestazione non sarà infatti quella di un motore a benzina, ma la<br />
spinta e la progressione sono tali da fare presto cessare qualsiasi<br />
diffidenza. Il titolo di punta di Ubisoft si è comportato allo stesso<br />
modo: dopo un avvio promettente ma comunque incerto, Assass- sin’s Creed è entrato in coppia col secondo episodio e ha conosciuto<br />
la consacrazione definitiva con Brotherhood, il più<br />
completo e ricco capitolo della serie. Sarà allora Revelations in<br />
grado di portare ancora più in alto il valore di un brand già di<br />
altissimo livello? Da quanto si è potuto vedere all’E3 e alla Gamescom<br />
sembra che, ancora una volta, i ragazzi di Ubisoft siano riusciti<br />
a perfezionare ancora di più il mitico gioco. La storia<br />
riprende da dove era finito Brotherhood: la perdita di conoscenza<br />
di Desmond dopo aver parlato direttamente con la dea; stavolta<br />
però, entrati nell’Animus incontreremo un Ezio cinquantenne<br />
giunto a Costantinopoli nei primi anni del ‘500 per evitare<br />
l’ennesimo complotto dei templari. Le novità sono notevoli come<br />
7<br />
ROMICS<br />
primissimi posti e vincendo per due<br />
volte. Inoltre al Romics viene selezionato<br />
il rappresentante italiano per l’Eurocosplay.<br />
Oltre al Cosplay Romics<br />
Awards, però, quest’anno ci son stati<br />
molti altri eventi speciali, come il<br />
concerto di Yu Kimura modella<br />
giapponese, regina della moda Kawaii e<br />
famosa cantante, i 25 anni di Dylan<br />
Dog, evento durante il quale i disegnatori<br />
hanno incontrato i fan<br />
dell’indagatore dell’incubo londinese,<br />
Anno V - Numero 1<br />
lo spettacolo "Lemuri il visionario" con<br />
musica, letteratura, teatro e videoarte e<br />
ancora la Festa dei Puffi, il "Cartoon<br />
Heroes", ( in cui sono state intonate le<br />
sigle dei cartoni con gli interpreti originali),<br />
"Gente di Cartoonia", talk<br />
show con fumettisti, doppiatori, animatori<br />
e illustratori. Infine, come ogni<br />
anno, videogames di ogni genere per<br />
tutti! Io e i miei amici ci siamo avviati<br />
la mattina del 2 <strong>Ottobre</strong> dalla stazione<br />
della metro Piramide, e, dopo il<br />
viaggio in treno e una considerevole fila<br />
all'ingresso siamo entrati nel cuore<br />
della Fiera. Articoli per collezionisti,<br />
fumetti e manga di ogni genere e<br />
prezzo, accessori fatti a mano, vestiti,<br />
dolci e ramen a parte, lo spettacolo vero<br />
sono stati i Cosplayer. A parte la<br />
ormai tradizionale sfilata hanno avuto<br />
luogo anche "combattimenti" e scenette<br />
di tutti i tipi, e ovviamente le foto<br />
con i migliori costumi sono state<br />
d’obbligo! Un’esperienza tanto divertente<br />
quanto estenuante, che ogni<br />
anno colora di fantasia la Nuova Fiera<br />
di Roma, il Romics resta sempre un<br />
evento amato e seguito.<br />
la creazione di un nuovo item lon "hookblade” una specie di<br />
rampino che ci permette di muoverci più velocemente per la<br />
città, ma anche di compiere uccisioni dall’alto tasso di spettacolarità.<br />
Avremo anche la possibilità di creare i tipi di esplosivi<br />
che più ci aggradano grazie alla nuova funzione di<br />
“crafting” che però ancora non è stata confermata dalla casa<br />
transalpina. L’occhio dell’aquila subirà un ulteriore potenziamento<br />
che ci permetterà di pianificare veri e propri attacchi<br />
strategici, ma aspettiamoci molto altro ancora…<br />
Il gioco uscirà in 3 versioni, una standard, una deluxe, ed una<br />
collector’s per i più appassionati alla saga, il 15 novembre per<br />
Pc, Ps3 e Xbox 360.
<strong>Settembre</strong>/<strong>Ottobre</strong> <strong>2011</strong><br />
Q<br />
uesto piccolo, toccante<br />
gioiellino è firmato da Daaniele Gaglianone, non<br />
proprio conosciutissimo a dir la verità.<br />
“Ruggine”, presentato al Festival<br />
di Venezia <strong>2011</strong>, è il titolo più<br />
azzeccato. Infatti non è solo l'elemento<br />
che caratterizza il castello,<br />
ovvero il rifugio dei ragazzini protagonisti<br />
formato da due grossi silos,<br />
ma è anche quella cosa che va<br />
formandosi col tempo proprio in<br />
questi bambini.<br />
E proprio di questo deperimento,<br />
da grandi, ne risentono: Carmine<br />
(Valerio Mastandrea), se prima era<br />
il capetto -il più forte, il più fico,<br />
l'invincibile- ora passa le sue<br />
giornate in uno squallido bar tra<br />
una birra e una slot machine,<br />
aspettando inesorabilmente l'arrivo<br />
dei suoi strozzini; Sandro (Stefano<br />
Accorsi), se prima era introverso<br />
ma anche coraggioso, ora è un padre<br />
separato che prova a nascondere<br />
una grande tristezza di fronte<br />
alla sua unica ragione di vita, il figlio;<br />
Cinzia (Valeria Solarino), se<br />
prima era la bambina forte e senza<br />
timori, adesso, diventata insegnante<br />
di arte e immagine in una<br />
scuola media, tenta in ogni modo,<br />
durante lo scrutinio di fine anno, di<br />
comprendere il comportamento di<br />
una sua alunna, molto probabilmente<br />
abusata sessualmente dal<br />
compagno della madre.<br />
Tutta questa tristezza è accompagnata<br />
da una buonissima fotografia:<br />
la luce che descrive i tre adulti è<br />
cupa, tetra, composta da colori<br />
freddi, proprio per sottolineare il<br />
momento che stanno attraversando<br />
da oramai troppo tempo. Tonalità<br />
che invece sono di tutt'altro tipo<br />
durante la loro infanzia. I colori ora<br />
sono caldi e forti, e delineano una<br />
cocente estate di fine anni' 70 e sicuramente<br />
la spensieratezza e la vivacità<br />
dei piccoli.<br />
8<br />
Ruggine<br />
E proprio in quell'estate succede l'impensabile:<br />
due bimbe vengono uccise brutalmente.<br />
Il quartiere di immigrati<br />
settentrionali e meridionali è sconvolto e<br />
cerca -anche se con timore e prudenza- di<br />
trovare conforto nel nuovo medico di famiglia<br />
arrivato da poco, il dottor Boldrini,<br />
interpretato magistralmente dal bravissimo<br />
Filippo Timi. Egli è visto da tutti quei genitori,<br />
che avranno sì e no il diploma di<br />
quinta elementare, quasi come un'entità<br />
superiore. Dopo la morte della prima<br />
bambina, i genitori sono convinti che il responsabile<br />
sia un senzatetto che si aggira da<br />
quelle parti, I bambini, influenzati da<br />
quelle voci, corrono subito a pestarlo, ma<br />
dopo la scoperta del secondo cadavere capiscono<br />
che dietro a tutto questo c'è qualcun<br />
altro. Così, un pomeriggio, vedono il dottore<br />
avere dei comportamenti strani, aggirarsi<br />
in mezzo ai campi e cantare a squarciagola<br />
con i pantaloni calati. E' l'inizio della fine,<br />
che vedrà questo dottore dalla doppia<br />
personalità (due frasi sono emblematiche:<br />
la prima è “voglio diventare primario, reparto<br />
pediatria” e la seconda, invece, dice<br />
“se avessero vinto i nazisti...se avessero<br />
vinto i nazisti, saremmo molti di meno”) ritrovarsi<br />
chiuso come un criceto in gabbia,<br />
Anno V - Numero 1<br />
nel castello. Castello che, dopo aver<br />
visto i ritrovi dei ragazzi, le<br />
azzuffate e anche una piccola<br />
guerriglia con un'altra banda (quasi<br />
fosse “I ragazzi della Via Pal”),<br />
crolla inesorabilmente su una storia,<br />
su delle speranze, sul male.<br />
Questo film è una vera e propria favola<br />
nera, raccontata in un modo<br />
che tiene lo spettatore attento a<br />
tutto il meccanismo che la compone:<br />
ci sono i piccoli protagonisti, i<br />
personaggi creduloni, lo scemo del<br />
villaggio e l'orco malvagio. Anche il<br />
finale, è logico, è da favola, naturalmente<br />
per esigenze di copione.<br />
Ma una domanda sorge spontanea:<br />
tutto quello che è narrato qui, è solo<br />
un film?<br />
E' chiaro che la risposta è no.<br />
Quanti neonati, bambini, adolescenti,<br />
abbiamo sentito, sono<br />
scomparsi in questi ultimi anni?<br />
Soprattutto di recente, dopo i decessi<br />
di Sara Scazzi e Yara Gambirasio,<br />
i media hanno alzato la voce su<br />
questo problema, la pedofilia.<br />
Media che però, oltre a massacrare<br />
anche da morte queste due povere<br />
ragazze, massacrano anche noi con<br />
continue supposizioni, alimentando<br />
possibili colpevoli e storpiando fatti,<br />
strumentalizzando le notizie.<br />
In molti, poi, hanno notato che<br />
tutto ciò è andato avanti fino all'inizio<br />
dell'estate, dove c'è stato un<br />
buio totale sulle notizie di cronaca<br />
nera. Ora che siamo tornati alle<br />
porte dell'inverno sono ricominciati<br />
vari programmi in tv, e con essi pure<br />
le continue inchieste pomeridiane.<br />
Con queste parole però non si<br />
vuole attaccare nessuno, si vuole<br />
solo sottolineare come problemi così<br />
gravi vengano spesso trattati in<br />
maniera troppo superficiale nei<br />
confronti di parenti e amici delle<br />
vittime, senza neanche pensare a<br />
cosa possono provare vedendo tutto<br />
ciò.
<strong>Settembre</strong>/<strong>Ottobre</strong> <strong>2011</strong><br />
Non sempre i protagonisti (ma soprattutto<br />
LE protagonistE) del<br />
progresso evolutivo del pensiero<br />
umano hanno goduto della notorietà che<br />
avrebbero meritato, e che certamente<br />
non viene negata ad altri più fortunati e<br />
illustri colleghi. I personaggi sconosciuti,<br />
o semplicemente dimenticati dalla storia,<br />
il cui contributo viene riconosciuto e reso<br />
noto dopo anni, decenni, o addirittura secoli,<br />
dalla loro morte, sono talvolta riportati<br />
alla luce anche grazie al cinema:<br />
un esempio recente è costituito da Agorà<br />
(2009), fortunata pellicola di Alejandro<br />
Amenabar che ha attirato l’attenzione del<br />
grande pubblico su Ipazia, astronoma e filosofa<br />
alessandrina, martire laica del<br />
pensiero scientifico (il primo saggio storicamente<br />
noto sulla studiosa risale all’Illuminismo).<br />
Del tutto trascurata dai biopic, invece,<br />
Rosalind Franklin (1920-1958), biologa<br />
londinese, fu ingiustamente ignorata dalla<br />
comunità scientifica e dai ben più noti<br />
Watson e Crick: le sue ricerche sul DNA,<br />
fondamenta delle conseguenti scoperte<br />
dei due bio-chimici, valsero a entrambi il<br />
premio Nobel per la Medicina (1962). Furono<br />
Anne Sayre, sua amica, e il movimento<br />
femminista, a far luce sul mancato<br />
riconoscimento dei meriti della<br />
scienziata.<br />
Anche a Sabina Sperlein è capitato di finire<br />
nel dimenticatoio. Difatti, l’ennesimo<br />
volto femminile temporaneamente<br />
rimosso dalla memoria storica, psichiatra<br />
russa contemporanea di Sigmund Freud e<br />
Carl Gustav Jung, “riemerse” dalle nebbie<br />
dell’oblio grazie al ritrovamento dei<br />
carteggi con i due celebri psicoanalisti.<br />
Dalla corrispondenza dei due padri della<br />
psicoanalisi, il regista David Cronenberg<br />
(History of violence, La promessa dell’assassino…)<br />
ha tratto un affresco delle relazioni<br />
emotive, sentimentali e<br />
professionali che li hanno vincolati l’uno<br />
all’altro, sottolineando il contributo di Sabina<br />
(Keira Knightley) al progresso del<br />
pensiero di entrambi gli studiosi. A<br />
Dangerous Method valorizza, finalmente,<br />
il ruolo svolto da Sabina, vera protagonista<br />
della vicenda, personaggio chiave e<br />
catalizzatore dello sviluppo dell’intreccio.<br />
9<br />
A Dangerous Method<br />
È proprio la giovane e intraprendente<br />
aspirante psichiatra, sottoposta da Jung<br />
(Michael Fassbender) alla “terapia delle<br />
parole”, trattamento sperimentale<br />
ideato e proposto da Freud (Viggo<br />
Mortensen), a fungere da anello di<br />
congiunzione fra i due massimi esponenti<br />
della psicoanalisi: i rapporti fra<br />
Freud e Jung, basati su una corrispondenza<br />
incentrata sullo scambio di<br />
opinioni realative all’osservazione<br />
dell’efficacia del trattamento su Sabina<br />
e, successivamente su Otto Gross<br />
(Vincent Cassel), psichiatra dalla dubbia<br />
moralità, si intensificano fino a quando<br />
in Jung si fa preponderante la componente<br />
mistica, che il suo mentore e<br />
collega non esita a definire “superstizione<br />
sciamanica”. Il dissidio fra l’ortodosso<br />
Freud e il suo aspirante “erede<br />
intellettuale”,divenutafratturainsanabile,<br />
fa da sfondo alla storia di Sabina, ritratta<br />
nel percorso di acquisizione della<br />
consapevolezza di sé, nella sua ascesa<br />
nello studio della psicoanalisi, nella sua<br />
carriera professionale, e durante la sua<br />
relazione illecita e tormentata con Jung.<br />
Cronenberg ne evidenzia l’insolita e<br />
inquietante componente sessuale, quasi<br />
a confermare l’attendibilità della teoria<br />
freudiana sul rapporto fra disordine<br />
emotivo e sfera sessuale, su cui gravita<br />
l’intero film. Secondo il neurologo e<br />
psicanalista austriaco, infatti, l’impulso<br />
istintuale e sessuale, responsabile<br />
Anno V - Numero 1<br />
dell’attitudine del comportamento<br />
individuale, accomunerebbe l’intero<br />
genere umano ancor prima della facoltà<br />
razionale. Il primato dell’inconscio non<br />
coincide, tuttavia, con lo sciamanesimo<br />
mistico-alchemico-religioso di Jung.<br />
Dalle teorie della Sperlein in merito al<br />
concetto di autodistruzione dell’Io individuale<br />
durante l’atto sessuale derivano<br />
la libido e l’istinto di morte freudiani.<br />
Analogamente, Sabina ispirò il pensiero<br />
del maestro, psichiatra e amante Carl<br />
Gustav Jung. Dunque, l’opera di Cronenberg,<br />
presentata con successo<br />
all’ultimo Festival di Venezia, si avvale<br />
di una sceneggiatura solida, di una messinscena<br />
precisa e funzionale, nonché<br />
di un cast assolutamente all’altezza<br />
della situazione. Confezionato come<br />
un’elegante biografia, A Dangerous<br />
Method si focalizza soprattutto sulla<br />
formazione, sulla collaborazione e sul<br />
successivo distacco dei tre protagonisti<br />
negli anni immediatamente precedenti<br />
la Prima Guerra Mondiale, sfiorando<br />
anche da un punto di vista filosofico e<br />
ideologico la complessa disciplina<br />
psicoanalitica, non ancora del tutto<br />
chiara e fruibile da tutti.<br />
Regia: David Cronenberg<br />
Cast: Viggo Mortensen, Michael<br />
Fassbender, Keira Knightley,<br />
Vincent Cassel, Sarah Gadon<br />
Distribuzione: BIM
<strong>Settembre</strong>/<strong>Ottobre</strong> <strong>2011</strong> 10 Anno V - Numero 1<br />
Gatta... ci cova!<br />
Oggi cominciamo<br />
dalla storia di un elefantino.<br />
No, non sto delirando, parlo dell'elefantino che sembra<br />
sorreggere l'obelisco di Piazza della Minerva. Il simpatico dumbo,<br />
anche detto maliziosamente ''il pulcino'' – deformazione di ''porcino'',<br />
piccolo porco, fu posto dal Bernini in modo del tutto casuale, senza un apposito<br />
scopo o allusione come volle invece intendere Monsignor Sergardi che scrisse un<br />
distico per palesare quello che a suo parere voleva veramente significare la posizione<br />
dell'elefante: "mostrare le terga alla chiesa sì da schernirla". Il pulcino fu poi, nel secondo dopo<br />
guerra, preso di mira da un turista americano che innamoratosi della scultura, progettò un piano<br />
accuratissimo per portarselo a casa a mo' di souvenir. Il proposito andò però in fumo grazie a un<br />
passante che insospettito alla vista di operai, autogru e camion chiamò le autorità, sicché scomparve<br />
immediatamente tutto il team. L'obelisco fu fatto porre da papa Alessandro VII che volle anche che fosse<br />
aggiunta un'epigrafe che diceva:<br />
Percorrendo via di Santa Chiara con l'obiettivo di arrivare alla chiesa di Sant'Eustachio, approdiamo prima nella<br />
piazzetta che ospita la chiesa di Santa Chiara del 1563 fatta erigere su ordine di Pio IV posta di fronte a un edificio dove<br />
nel 1380 morì Santa Caterina da Siena, come ricorda una lapide accanto al portone, indi a Piazza dei Caprettari. Bene,<br />
giunti qui alzate gli occhi verso la sommità della chiesa. No, non è né una renna né un alce. Non è neanche la chiesa<br />
di Babbo Natale (come io ho ingenuamente pensato), bensì si tratta di un cervo e della chiesa di Sant’Eustachio. La<br />
leggendaria conversione del generale Placido, copertosi di gloria nella guerra contro i barbari dell’Oriente al tempo di<br />
Traiano, narra che grande amante della caccia, durante una battuta ebbe la visione di un cervo con una fulgida croce tra<br />
le corna e udì una voce che lo spingeva ad abbandonare il paganesimo. Egli rimase così colpito dall’evento che si convertì<br />
insieme alla moglie Teopista e i due figli Agapito e Teopisto e si fece battezzare con il nome di Eustacchio. Morì poi, con<br />
tutta la famiglia durante le persecuzioni di Adriano (117-138) per essersi rifiutato di partecipare ad un rito in onore di<br />
Apollo. Continuando per via della Palombella (dove al n°32, fino ai primi del ‘900 esisteva una locanda dove si teneva la<br />
‘cicciata’ una sfida con il coltello durante la quale si poteva mirare solo alla pancia – ciccia) e subito dopo per via della<br />
Rotonda si arriva alla piazza omonima che all’inizio del secolo fu pavimentata con parallelepipedi lignei (un parquet gigante)<br />
dono del Municipio di Buenos Aires in onore delle tombe dei due primi re d’Italia. Inoltre sulla piazza nel ‘600<br />
due coniugi norcini vendevano delle salsicce che facevano gola a tutta Roma, ma che si scoprì essere così squisite grazie<br />
alla peculiarità della carne con la quale erano confezionate. Carne umana. Sì, molto Burtoniano. Attiravano,<br />
infatti, i clienti-potenziali vittime negli scantinati della loro bottega e poi ne facevano salsicce. Furono però sorpresi<br />
e condannati a morte sotto il pontificato di Urbano VIII (1623-1644). La piazza è però famosa per essere sede<br />
del Pantheon, grandioso monumento eretto nel 27 a.C. da Marco Vipsanio Agrippa che domò la Persia grazie<br />
a un sogno nel quale Cibele lo esortava a tornare vittorioso per innalzare un grande tempio a Roma. Un’altra<br />
leggenda invece nasce per il fossato che lo circonda: il mago Baialardo, infatti, aveva venduto l’anima al<br />
diavolo ma, pentitosi, entrò nel tempio per redimersi dopo aver detto di non voler più stare ai patti. Il<br />
diavolo infuriato assunse la forma di un fulmine che vorticò intorno al tempio creando il fossato. A<br />
destra, porgendo le spalle al Pantheon, s’imbocca via degli Orfani che sfocia in Piazza Capranica.<br />
[Piccolo consiglio per gli amanti del caffè, all’inizio di via degli Orfani si trova “La tazza<br />
d’oro” torrefazione celebre per le sue granite appunto al caffè e gli svariati tipi di chicchi].<br />
Di lì, sulla destra si trova vicolo della Spada d’Orlando. Nel vicoletto è posto un<br />
frammento di colonna, un macigno scalfito, la leggenda vuole, dalla durlindana<br />
di Orlando, di qui il nome del vicolo. Altre fonti invece citano l’intaglio<br />
come un semplice scolo per l’acqua, ma non sembra essere una giustificazione<br />
attendibile. D’altronde si sa, la spiegazione più<br />
fantasiosa sarà sempre la preferita.
<strong>Settembre</strong>/<strong>Ottobre</strong> <strong>2011</strong> 11<br />
Anno V - Numero 1<br />
Gunther von Hagens, 66 anni, è<br />
l’anatomopatologo e professore di<br />
anatomia tedesco che nel ’77 ha<br />
concepito e collaudato un metodo di<br />
conservazione dei corpi, la plastinazione: alla<br />
morte, tutti i liquidi corporei del cadavere<br />
vengono sostituiti con polimeri di silicone.<br />
Per effetto della procedura, il cadavere -<br />
scuoiato e minuziosamente liberato di ogni<br />
traccia di grasso - si rivela nel suo groviglio di<br />
ossa, tendini, organi e muscoli; conserva<br />
perfettamente i colori, ma acquista una rigidità<br />
plastica e così manifesta da rendere a chi<br />
guarda, inconcepibile l’idea di un passato<br />
organico per quel corpo ora pietrificato.<br />
Dopo aver praticamente fatto il giro del<br />
mondo, suscitando l’avvilente interesse di<br />
oltre 33 milioni di visitatori, dal 14 settembre<br />
è allestita, in Officine Farneto, la mostra Body<br />
Worlds, di Von Hagens:<br />
.<br />
In esposizione lo sfoggio immondo di centinaia<br />
di affabili mummie, colte in-motion in<br />
atteggiamenti di vita quotidiana: c’è il cadavere<br />
che va al galoppo su un cavallo plastinato,<br />
il cadavere che poltrisce fumando un<br />
buon sigaro, i cadaveri che giocano a carte,<br />
che fanno yoga, che si abbracciano affettuosamente;<br />
il cadavere di donna gravida pigramente<br />
distesa su un fianco, che mostra il<br />
piccolo feto plastinato da uno squarcio sul<br />
grembo, e tanti altri. Alla fine della mostra ci<br />
si affretta ad uscire, ma la fiera del ribrezzo<br />
continua: , si porgono moduli<br />
per la donazione del corpo all’associazione.<br />
In fin dei conti, allettante come prospettiva,<br />
no? Si muore, e tutti sono più o meno consapevoli<br />
dell’inesorabilità del proprio destino<br />
biologico. Finché un giorno non senti parlare<br />
della possibilità di tramutare il tuo corpo in<br />
plastica: liscia, pulita, colori vividi. Niente<br />
carni putrefatte, secrezioni, mocci, niente di<br />
tutto questo. E quasi niente di meno umano.<br />
Un vero e proprio restyling cadaverico in veri<br />
e propri "saloni di bellezza post mortem".<br />
Acquisti valore economico di 75.000 euro e<br />
magari, chissà, passerai il resto dei tuoi giorni<br />
di plastica a dare un calcio eterno a un pallone,<br />
a dondolarti per sempre su un’altalena o a<br />
copulare immobile con un corpo di scono-<br />
Ri-morte in silicone<br />
sciuto o sconosciuta.<br />
Un’ingenuità bambinesca perfettamente congegnata, quasi commovente,<br />
si dipinge sul volto di Von Hagens quando, intervistato, si proclama antesignano<br />
di questo nuovo, chimerico "ordine artistico": l’anatomia estetica,<br />
dichiarando di essere a metà tra l’anatomia e l’arte. Perché, con la plastinazione<br />
- la perpetuazione fisica - il corpo si caricherebbe del presunto<br />
ascendente artistico che gli permetterebbe il transito da cadavere a opera<br />
d’arte, senza perdere - sempre a suo dire - l’umanità. "Non ho mai disumanizzato<br />
una plastinazione", insiste Gunther, e ci tiene a precisare che,<br />
ad esempio, non ha mai usato una vescica umana come vaso. Infatti: si<br />
ferma ai posacenere fatti con fette di polmoni, in vendita online fino a<br />
qualche tempo fa.<br />
All’arte non c’è limite, né rimedio a volte. Ecco che diventa perversione.<br />
Non si può classificare in nessun altro modo l’agghiacciante bisogno di<br />
quest’uomo di mortificare la vita, sminuire la morte e tentare di<br />
confondere le due. "La morte è la normalità, la vita è l’eccezione". Il suo<br />
motto è questo, quindi: si vive provvisoriamente, en passant; >>
<strong>Settembre</strong>/<strong>Ottobre</strong> <strong>2011</strong> 12 Anno V - Numero 1<br />
per il resto del tempo di muore; si muore per giorni e<br />
giorni, molti più di quelli che si passano in vita, tutto qui.<br />
A Dalian (Repubblica Popolare Cinese), nella Von Haagens Plastination Ltd, i corpi se ne stanno appesi per la<br />
trasfusione di silicone. Cadaveri adulti, membra di ogni<br />
genere, feti e alcuni animali galleggiano nei liquidi che li<br />
conservano in attesa della plastinazione. Le centinaia di<br />
studenti di medicina della facoltà di Dalian si aggirano laboriosi<br />
tra le pareti luride della fabbrica. Scarnificano<br />
qua, infilzano questo, iniettano quest’altro. Guanti a mala<br />
pena, niente mascherine. I ventilatori ronzano ovunque.<br />
Intanto condannati a morte delle due carceri e il campo<br />
di lavoro di Dalian muoiono, talvolta scompaiono i corpi,<br />
pare; ma questa è un’altra storia.<br />
Io alla Apple non ho dato un soldo<br />
Io alla Apple non ho dato una lira.<br />
Mai. L'unico prodotto<br />
griffato mela smangiucchiata in<br />
casa è il mio sgangherato i-pod, regalatomi<br />
di seconda mano.<br />
Nient'altro. Un marchio come un<br />
altro, breve apparizione nella mia vita<br />
quotidiana. Anche iTunes, con le<br />
sue mille limitazioni, lo maledico di<br />
continuo, rimpiangendo le vecchie<br />
cartelle fai-da-te dei primi mp3. Non<br />
venero neppure il design asettico e<br />
ospedaliero dei gioiellini tecnologici<br />
di ultima generazione. Però stamattina<br />
(06/10) ci sono rimasto. Erano<br />
le sette, ascoltavo la radio e nel<br />
farfuglio insensato di risatine e<br />
sciocchezze uno degli speaker si lascia<br />
sfuggire la notizia, Steve Jobs è<br />
morto. Momento fulmineo di riflessione...<br />
e il chiacchiericcio riprende<br />
il suo corso col vento in poppa. Mi<br />
guardo un po' intorno, cerco qualcuno<br />
che faccia lo stesso, ma c'è solo<br />
mio fratello che si trascina assonnato<br />
verso la colazione. Non sono un fan<br />
della Apple. Quando Zucconi parla,<br />
in un video pubblicato sul sito de la<br />
Repubblica, di un'amicizia a<br />
distanza, una componente determinante<br />
della sua vita di tutti i giorni...<br />
non mi ci rivedo. E allora cos'era<br />
quello stordimento?<br />
Un anno fa mi è capitato sullo schermo<br />
il video di questo ometto, un po' ridicolo<br />
in quella che sembrava una toga di<br />
una qualche società massonica. Parlava<br />
ad una folla di ridanciani, e un po' idioti,<br />
laureandi americani. Parlava della<br />
sua esperienza, naufragata, in un college<br />
e della sua vita, condotta cercando<br />
sempre e solo quello che amava, niente<br />
di più, nessun tragitto predefinito. Una<br />
vita passata a considerarsi "già nudo",<br />
con nulla da perdere e tutte le possibilità<br />
per seguire il suo cuore. Con questa<br />
immagine, un po' classica, un po' ancestrale,<br />
di una Morte che ci potrebbe<br />
aspettare all'alba di ogni giorno. Ma in<br />
fondo non è così male, dice lui, anzi: "è<br />
la più grande invenzione della Vita.<br />
(...) Spazza via tutto il vecchio per fare<br />
spazio al nuovo". Un contrasto<br />
impressionante, un discorso d'altri<br />
tempi si alzava da questo uomosimbolo<br />
del progresso tecnologico.<br />
Sembrava tutto storto. Poi ho visto<br />
meglio. In fondo quella che avevo di<br />
lui era un'immagine deviata, distorta.<br />
L'immagine di una personalità, non di<br />
una persona, di un brillante<br />
informatico, quasi una figura di un<br />
altro mondo. E invece eccolo là: che<br />
parla di sogni, dei suoi, e di quelli che<br />
dovremmo avere noi, che siamo il<br />
nuovo che si sta immettendo nel<br />
mondo.<br />
Se fossi stato di un altro umore vi<br />
avrei cercato, puntigliosamente, tutte<br />
le tracce di una buonista retorica americana...<br />
ma così non è stato. Per<br />
quindici minuti mi sono innamorato<br />
delle sue parole, e ci ho creduto. Le ho<br />
sentite tutte, pesanti come macigni,<br />
come la mole impressionante della sua<br />
eredità... di uomo, non di imprenditore<br />
né di genio dell'informatica. Forse a<br />
questo pensavo, questa mattina. E a<br />
quell'invito spassionato, convinto, di<br />
uno che nella vita ha cercato sempre<br />
di darsi retta, di non prendersi mai<br />
sottogamba, di non porsi mai confini:
<strong>Settembre</strong>/<strong>Ottobre</strong> <strong>2011</strong> 13 Anno V - Numero 1<br />
Essere sicuri del fatto che,<br />
qualunque cosa accada,<br />
avremo sempre un<br />
piatto di minestra davanti è una<br />
bella spinta per un giovane che<br />
vuole fare il ricercatore.<br />
Sentirsi dire, alla veneranda età<br />
di dodici anni, da Leonard<br />
Bernstein che non diventeremo<br />
mai grandi pianisti è invece un<br />
bel colpo al cuore specialmente<br />
se il tuo cognome è Ricordi e la<br />
tua infanzia l’hai trascorsa a<br />
pranzo con la Callas o nei camerini<br />
dell’Opera con la Fracci.<br />
Camillo Ricordi, erede della<br />
grande fortuna Ricordi, ha però<br />
deciso nella sua vita di non rimanere<br />
nei solidi argini costruiti<br />
dalla famiglia ma di<br />
straripare e seguire la propria<br />
passione, la ricerca scientifica.<br />
Una tetra notte nel Missouri,<br />
quando ancora era borsista<br />
presso la Saint Louis University,<br />
il nostro uomo recupera<br />
dalla spazzatura un pancreas<br />
umano e con un macchinario<br />
assemblato alla bell’e meglio e<br />
con circa 30 dollari di materiale<br />
estrae le isole pancreatiche con<br />
rendimenti migliori e<br />
danneggiandole di meno rispetto<br />
alle precedenti tecnologie.<br />
Facciamo però qualche<br />
passo indietro. Anzitutto chiariamo<br />
che le isole pancreatiche<br />
o isole di Langerhans sono<br />
agglomerati di cellule, sferici<br />
concentrici, altamente vascolarizzati,<br />
situati nel pancreas e<br />
che producono principalmente<br />
glucagone e insulina, ormoni<br />
che vanno a regolare il livello<br />
di glucosio nel sangue. Una disfunzione,<br />
una mancanza o<br />
ancora un danneggiamento di<br />
queste cellule è la causa del diabete<br />
insulino-deficiente. Prima<br />
The Ricordi Chamber<br />
dell’invenzione di Ricordi per estrarre le isole<br />
pancreatiche si utilizzava una sorta di frullatore<br />
che però garantiva rendimenti bassissimi e una<br />
pessima qualità delle cellule prelevate. Camillo<br />
Ricordi, quella lontana notte nelle terre del Missouri,<br />
non fece altro che porre le basi per quella<br />
che poi sarebbe stata la “Camera di Ricordi”, ossia<br />
un macchinario che grazie a degli enzimi<br />
scioglie letteralmente il pancreas e permette di<br />
isolare un grande numero di cellule di alta qualità<br />
che poi possono essere trapiantate nel fegato<br />
dove attecchiscono e cominciano a produrre<br />
insulina.<br />
Nel 2009 in Afghanistan un soldato viene gravemente<br />
ferito. Il pancreas è danneggiato irreparabilmente<br />
tanto da dover richiederne<br />
l’asportazione. Ricordi , che si trova in America,<br />
viene contattato. L’università tuttavia, poiché<br />
non era stata ancora concessa l’autorizzazione<br />
per la sperimentazione clinica vieta a Ricordi di<br />
intervenire. Nonostante questo, il professore, cosciente<br />
del fatto che in poche ore il pancreas del<br />
soldato si sarebe potuto trovare nel suo laboratorio,<br />
decide di procedere ugualmente. Era la prima<br />
volta che si procedeva con un intervento di<br />
tal genere.<br />
Nel tempo impiegato dal soldato per raggiungere<br />
Washington, Ricordi isola le cellule pancreatiche<br />
e procede al trapianto. L’operazione riesce<br />
con successo evitando al malcapitato soldato una<br />
vita fatta di iniezioni di insulina e rinunce. Da<br />
un pancreas strappato alla spazzatura era nata<br />
una tecnica davvero interessante.<br />
Facciamo un salto al <strong>2011</strong> e vediamo<br />
Ricordi impegnato in una<br />
nuova ricerca clinica che cerca di<br />
sfruttare l’autotrapianto di cellule<br />
staminali per trovare una cura<br />
definitiva per il diabete. Il trapianto<br />
delle isole pancreatiche<br />
infatti, come tutti i trapianti, rischia<br />
di scatenare gravi fenomeni<br />
di rigetto che non si<br />
verificherebbero con un autotrapianto.<br />
Se per curare le malattie<br />
del sangue sono meglio le cellule<br />
provenienti dal cordone ombelicale<br />
e dal midollo osseo perché<br />
hanno un’origine comune con le<br />
cellule che andranno a<br />
rimpiazzare per ossa, cartilagini,<br />
fegato e isole pancreatiche è nel<br />
tessuto adiposo che si trova il tessuto<br />
migliore. E proprio da una<br />
liposuzione forse potrà nascere la<br />
cura per il diabete.<br />
Lo scopo della ricerca di Ricordi<br />
è infatti quello di isolare queste<br />
cellule staminali e di riportarle<br />
indietro ad uno stato similembrionale.<br />
E se questa può<br />
sembrare solo la storia di un<br />
grande cervello in fuga, ecco che<br />
arriva il bello. Cure Focus Reesearch Allianche (CureFoRAll),<br />
una no-profit sulla quale di basa<br />
un progetto di collaborazione su<br />
larga scala ideato da Ricordi che<br />
articola le sue attività su tre pilastri:<br />
ricerca scientifica, sviluppo<br />
di farmaci e comunicazione. In<br />
poche parole non si crea più un<br />
grande polo unico per la ricerca<br />
ma ci sono tanti piccoli poli<br />
sparsi per il mondo che collaborano<br />
insieme. Così si possono<br />
sfruttare le risorse degli States, il<br />
cervello degli Italiani, la voglia di<br />
puntare sul Biotech dei paesi non<br />
ancora sviluppati. Vincono tutti,<br />
nessuno escluso.
14<br />
<strong>Settembre</strong>/<strong>Ottobre</strong> <strong>2011</strong> Anno V - Numero 1<br />
Probabilmente il<br />
viaggio in Svezia<br />
del <strong>2011</strong> non è<br />
stato molto diverso dai<br />
precedenti, considerato il<br />
datato gemellaggio<br />
dell'<strong>Albertelli</strong> con la Vasaskolan<br />
di Gavle: ma le<br />
esperienze non si trasmettono<br />
e la Svezia ha<br />
dato a ognuno qualcosa di<br />
unico ed irripetibile. Credo<br />
che a prima vista, o meglio<br />
a prima pelle, la Svezia sia<br />
risultata a tutti come un<br />
paese molto freddo, con<br />
medie di 11 gradi alle 10<br />
del mattino, tuttavia le prime<br />
caratteristiche si notano<br />
facilmente se si fa il<br />
paragone con il nostro paese.<br />
La Svezia, o almeno la<br />
piccola porzione che noi<br />
abbiamo visitato, è senza<br />
dubbio un paese molto<br />
ordinato, dato derivante<br />
non solo dalla scarsa densità<br />
di popolazione ma<br />
anche dalla sensazionale<br />
sensibilità dei suoi abitanti<br />
nei confronti del loro paese,<br />
non a caso è il paese<br />
natale del cosiddetto Wellfare<br />
State. Per sensibilità<br />
intendo un grande rispetto<br />
per le istituzioni e per le<br />
strutture(nella scuola non<br />
c'era una carta per terra),<br />
unito a un sentimento che<br />
rasenta il nazionalismo,<br />
senza però sfociare<br />
nell'ostilità verso gli altri<br />
paesi (a parte la Danimarca,<br />
per motivi storici).<br />
Inutile dire quanto il sistema<br />
di istruzione svedese, e<br />
in particolare della Vasaskolan,<br />
sia evoluto, orga-<br />
Soggiorno a Gävle<br />
nizzato, efficiente ed elaborato: parlo di un singolo<br />
istituto dotato di una grandissima quantità di<br />
percorsi specializzati,dalle scienze di ogni tipo alla<br />
musica agli indirizzi umanistico-letterari . Inoltre<br />
la Vasaskolan gestisce anche un corso che insegna<br />
ai ragazzi interessati il mestiere di circense, dato<br />
molto interessante ed originale, ma non molto divertente<br />
per i nostri compagni italiani che si sono<br />
dovuti cimentare in esercizi a volte ben superiori<br />
alle loro possibilità fisiche. Aule cristalline, ognuna<br />
dotata di proiettore e di computer, studenti con un<br />
loro armadietto personale, una biblioteca sconfinata<br />
e un'ottima mensa;tutti questi dati delineano<br />
un'istruzione pubblica più che invidiabile. I professori<br />
si sono rivelati molto disponibili e affabili,cosi<br />
come gli studenti che ci hanno fatto sentire<br />
quasi come a casa nostra. Tuttavia, lo scambio vero<br />
e proprio è avvenuto con i nostri ospitanti svedesi<br />
la cui ospitalità (almeno nel mio caso), anche da<br />
parte delle loro famiglie, si è dimostrata eccezionale.<br />
La gioventù svedese non è diversa dalle altre, la<br />
si può forse considerare più assennata, più morigerata,<br />
(anche a causa delle rigidissime leggi su alcool<br />
e droga) e sicuramente più studiosa di tante<br />
altre.Tuttavia il carattere che<br />
mi ha colpito di più del popolo<br />
svedese in generale è la sua assoluta<br />
schiettezza e sincerità;<br />
siamo di fronte a persone che<br />
non si perdono troppo in<br />
complimenti o adulazioni, il<br />
che può suscitare fastidio<br />
all'inizio,per poi rendersi conto<br />
che è una qualità più che<br />
apprezzabile. Ovviamente non<br />
posso tralasciare la questione<br />
della presunta bellezza delle<br />
donne svedesi;ebbene le<br />
leggende sono per lo più vere.<br />
La permanenza a Gavle è stata<br />
divertente per tutti, e i nostri<br />
ospiti svedesi hanno dato il meglio<br />
di loro stessi per fornirci un<br />
soggiorno piacevole e spassoso.<br />
Molto differente dalla piccola<br />
cittadina di Gavle, dove tutti giravano<br />
in bici a qualsiasi ora e<br />
nel fiume si poteva addirittura<br />
pescare, si è presentata la capitale<br />
Stoccolma. Descriverei<br />
Stoccolma come una tipica città<br />
nordica, a mio avviso per molti<br />
versi somigliante a San Pietroburgo,<br />
è ovviamente una città<br />
enorme divisa in parte antica e<br />
parte moderna, con una grande<br />
passione per la cultura vichinga<br />
e per la carne di renna. Il palazzo<br />
reale così come il municipio<br />
si presentano come opere<br />
d'arte di rara bellezza, allo stesso<br />
modo il quartiere antico è un<br />
vero e proprio gioiello, ed è un<br />
vero piacere visitarlo. Non si<br />
può negare che sia una città costosa,<br />
e fortunatamente il nostro<br />
gruppo alloggiava su un<br />
battello attraccato sul lungomare,<br />
altrimenti il prezzo del<br />
soggiorno sarebbe stato molto<br />
più alto. In realtà il soggiorno a<br />
Stoccolma è stato più una visita
<strong>Settembre</strong>/<strong>Ottobre</strong> <strong>2011</strong> 15<br />
Anno V - Numero 1<br />
turistica che altro, quindi non abbiamo avuto l'occasione di comprendere a pieno l'essenza della città, che tuttavia si è<br />
presentata come multietnica e cosmopolita, senza il minimo accenno di razzismo, piena di fermento artistico e culturale.<br />
In conclusione, consiglio a tutti i neoiscritti dell'<strong>Albertelli</strong> di fare quest'esperienza il prima possibile, che sicuramente<br />
si dimostrerà molto più interessante dei comuni viaggi d'istruzione, in quanto avrete la possibilità di<br />
comprendere a pieno un meraviglioso paese.<br />
Sudati Sudoku<br />
Galeotti fu l’articolista e chi lo<br />
fece<br />
Zombies del IE svegliatevi!<br />
SFPS<br />
Vendolino Eretico<br />
Show me all of your power
<strong>Settembre</strong>/<strong>Ottobre</strong> <strong>2011</strong> 16<br />
Anno V - Numero 1<br />
Scatti da matti!<br />
I quarti ginnasi
<strong>Settembre</strong>/<strong>Ottobre</strong> <strong>2011</strong> 17<br />
Anno V - Numero 1
<strong>Settembre</strong>/<strong>Ottobre</strong> <strong>2011</strong> 18 Anno V - Numero 1
<strong>Settembre</strong>/<strong>Ottobre</strong> <strong>2011</strong> 19 Anno IV - Numero 5<br />
dialoghi filastrocca<br />
d'inizio scuola<br />
Quanto è faticoso studiare di notte.<br />
Ogni volta mi ripeto che non mi ridurrò all’ultimo<br />
minuto ma puntualmente lo faccio.<br />
E allora dedico questa notte a Basile, Tasso, Marino,<br />
Baudelaire e cerco di entrare dentro l’uomo che<br />
scrive.<br />
Sono in compagnia di Tasso e parliamo del più e del<br />
meno.<br />
Parliamo di una corte meravigliosa e ipocrita allo<br />
stesso tempo.<br />
Poi parliamo anche dell’amore.<br />
Allora io gli racconto della mia cotta e lui mi dice<br />
che l’amore è sofferenza.<br />
Quanto mi stressa quando fa così, per lui ogni cosa è<br />
un conflitto continuo.<br />
E due scatole con quest’amore ambivalente che da<br />
una parte ci rende felice e ci unisce e dall’altra è il<br />
canale privilegiato delle forze del male.<br />
Faccio finta di ascoltare, mi annoio troppo.<br />
Tuttavia mi affascina, questo Tasso.<br />
La vita è stata così crudele con lui.<br />
Provo compassione.<br />
Ripenso alle opere tarde, quelle scritte<br />
probabilmente sotto dettatura.<br />
Penso alla viltà dell’uomo che si approfitta delle<br />
sciagure altrui.<br />
Penso ad un Tasso vecchio e solo che cerca aiuto e<br />
compassione e invece trova solo persone pronte ad<br />
approfittarsi di lui.<br />
Povero Tasso.<br />
Ma nel nostro dialogo questo non glielo dico, non gli<br />
dico che mi fa pena.<br />
Penso di parlare con il Tasso giovane, con il Tasso<br />
sano.<br />
La malattia fa paura anche a me, allora la evito.<br />
Del resto sono le due di notte quasi, non ho voglia di<br />
affrontare l’inquietudine di una vita.<br />
Tuttavia mi dico che se Tasso avesse bussato alla mia<br />
porta l’avrei accolto a braccia aperte.<br />
Perché, nonostante tutto, sono fermamente convinto<br />
che l’affetto sia la panacea di tutti i mali.<br />
Beh, ora c’è il mio amico Marino che mi chiama, non<br />
lo faccio attendere.<br />
Si parla di seni di donna e di pidocchi.<br />
Vi pare che lo faccio aspettare?<br />
Al ritorno dalle ferie, tra<br />
quaderni e cose serie,<br />
siam di nuovo qui a studiare<br />
che possiamo dimenticare.<br />
Non c'è tempo, non c'è pace<br />
penna scrive eil libro giace;<br />
siam di nuovo tutti in classe<br />
a tradurre Saffoe Aiace.<br />
Eppure, alla man dati, su<br />
tre piani sì stipati,<br />
poi non siamo sfortunati<br />
ch'abbiam Roma su più lati.<br />
Grandi e piccoli studenti,<br />
distrattoni oppure attenti,<br />
l'<strong>Albertelli</strong> v'ha riaccolti;<br />
per quest'an stringete i denti.<br />
L'otto dunque è qui alle porte,<br />
vien veloce e incalza forte,<br />
si riaprono le scuole,<br />
ne trarremo premi e sole.
<strong>Settembre</strong>/<strong>Ottobre</strong> <strong>2011</strong><br />
20<br />
Alunno che viene,<br />
professore che va...<br />
Apochi mesi dalla chiusura dell’anno <strong>2011</strong> (solo quattro mesi al 31 dicembre)<br />
si apre un nuovo anno scolastico. Sono arrivati molti “quartini”,<br />
molti ginnasiali sono diventati liceali e molti liceali affronteranno<br />
l’ultimo anno per poi diventare universitari. Si inizia l’anno con i soliti buoni<br />
propositi, che poi solo i più caparbi riusciranno a mantenere. Come vanno via<br />
gli alunni, vanno via anche i professori, e io, facendo parte della sezione A,<br />
vorrei ricordare la professoressa Paparello (Italiano e Latino) e la professoressa<br />
Reggiani (Storia dell’Arte)della quale, personalmente, rimpiangerò i metodi di<br />
insegnamento, a volte un po’ strani, ma che mi hanno fatto amare la storia<br />
dell’arte. Inizia un nuovo anno con alcune materie nuove per tutti: i “quartini”<br />
dovranno approcciarsi alle “tanto amate” Greco e Latino; per i nuovi liceali ci<br />
saranno filosofia, biologia, chimica, storia dell’arte e la letteratura greca, latina e<br />
inglese; per coloro che, come me, affronteranno il secondo liceo si aggiungerà<br />
l’incubo della fisica, con le sue leggi e le sue formule tutt’altro che semplici; e ai<br />
terzi toccherà geografia astronomica. Oltretutto, per i nuovi liceali avrà inizio il<br />
tormento dei crediti che, credetemi, è veramente un incubo. Non mi rimane<br />
che dare un consiglio, soprattutto ai nuovi arrivati: studiate e fatelo per bene,<br />
altrimenti commetterete errori che hanno fatto in tanti prima di voi!<br />
Ondanomala cerca sponsor ed è<br />
interessata a offrire spazi pubblicitari!<br />
Sosteneteci anche voi!<br />
Ricordatevi di mandare i<br />
vostri lavori<br />
alla nostra e-mail<br />
OndanomalA WANTS YOU!<br />
Anno V - Numero 1<br />
Direttrice:<br />
Cecilia Lugi - III B<br />
Impaginazione e grafica:<br />
Cecilia Lugi - III B<br />
Redazione:<br />
Ilaria Catanzaro - II E<br />
Giorgio Colletti - III F<br />
Salvatore Diocaro - I E<br />
Davide Galeotti - I A<br />
Andreas Iacarella - III D<br />
Adriano Mamone - V A<br />
Gianmarco Perrone - III A<br />
Claudia Severa - II E<br />
Flavia Tiburzi - III B<br />
Arianna Turchini - I E<br />
Hanno collaborato:<br />
Paolo Bianchi - II A<br />
Serena Buti - V E<br />
Nicoletta D'Aprile - I E<br />
Caterina Gatta - II C<br />
Paola Guarneri - I E<br />
Alessio Magliari - III A<br />
Simone Marino - V C<br />
Giulia Parenti - I B<br />
Silvia Pellegrini - V E<br />
Maria Elena Pepi - V E<br />
Edoardo Serani - V C<br />
Fair Youth<br />
John Smith
<strong>Settembre</strong>/<strong>Ottobre</strong> <strong>2011</strong><br />
LA FAMA E<br />
LA GLORIA<br />
Io cerco la gloria?<br />
Io cerco la fama?<br />
Sono solo, chiuso nella rocca<br />
Appena evacuata dagli ultimi difensori…<br />
Il nemico avanza…<br />
È veloce…<br />
È sicuro di vincere…<br />
…e ha i numeri per farlo.<br />
Sono solo con il mio coraggio.<br />
Fuggiasco…<br />
Ramingo pellegrino…<br />
Lo sai che la redenzione non fa per te…<br />
Lo senti vero?<br />
Il fetore della disfatta…<br />
Corpi freddi e decadenti di gente stupida…<br />
Inutili perdite.<br />
Io cerco la morte?<br />
Io cerco la sconfitta?<br />
No…non sei pazzo…<br />
Imbracci le armi<br />
e spalanchi le porte e le finestre…<br />
Che vedano…<br />
che vedano tutti<br />
chi è che rimane nel bastione.<br />
Morirai…anche se non vuoi…<br />
Cerchi la gloria e cerchi la fama…<br />
Banchetteranno i corvi<br />
e libagioni di sangue si verseranno…<br />
Sulla terra antica che tutto conosce…<br />
Acciaio freddo che fende…<br />
Fuoco che brucia…<br />
Attacchi il tuo nemico…<br />
Scintille e urla…<br />
…silenzio.<br />
21<br />
Benvenuti<br />
all'<strong>Albertelli</strong><br />
Siete spaventati? Avete paura che i professori siano dei mostri?<br />
Temete di prendere un bel quattro ai primi compiti di latino<br />
e greco? Non vi preoccupate, all’inizio è sempre un po’<br />
difficile, ma piano piano ci si abitua a tutto! E poi, se si ha la voglia e<br />
la passione, non ci si deve arrendere perché i risultati prima o poi<br />
arrivano. Se si è convinti della scelta fatta, bisogna affrontare le<br />
proprie paure e insicurezze combattendole giorno dopo giorno.<br />
Come avrete notato, le classi del ginnasio sono state poste al terzo<br />
piano, quindi allenatevi e preparatevi ad affrontare la dura salita<br />
quotidiana. A ricreazione avete due possibilità: usare le<br />
macchinette che forniscono cibo e bevande, oppure scendere al<br />
piano terra o al secondo piano dove troverete i “paninari” e vi<br />
potrete comprare una sana merenda!<br />
Per noi, inoltre, è molto sentito l’orgoglio di frequentare questo<br />
istituto che ha ospitato personalità importanti come Enrico Fermi<br />
e che porta il nome di <strong>Pilo</strong> <strong>Albertelli</strong>, professore di questa scuola,<br />
coraggioso oppositore del fascismo e martire delle Fosse Ardeatine.<br />
In più, studiando materie che vi “apriranno la mente”, vi renderete<br />
conto di essere entrati in un mondo nuovo e "adulto" e che, quando<br />
ne uscirete non sarete più i bambini che eravate.<br />
IN BOCCA AL LUPO!<br />
La Redazione<br />
Anno V - Numero 1
<strong>Settembre</strong>/<strong>Ottobre</strong> <strong>2011</strong><br />
ne della ricreazione. Anche qui il perché filosofico della<br />
cosa esula dalle nostre competenze.<br />
Provare a non pensare al film “Una notte al Museo” facendo<br />
un giro al primo piano: anche se in effetti la<br />
splendida collezione di animali impagliati che il piano<br />
della direzione offre alla vista del visitatore si presta<br />
molto allo sviluppo di pensieri raminghi sull’argomento,<br />
possiamo assicurarvi che non è presente tra noi nessun<br />
parente stretto di Ben Stiller e che le teche della scuola<br />
non si popolano, di notte, né di scimmie urlanti né di sinuosi<br />
pitoni che invadono i corridoi. Molto utili però so<br />
le esposizioni per fare confronti tra i reperti e i propri<br />
compagni.<br />
Abituarsi a non chiedersi la ragione della presenza di due<br />
busti del Da Vinci vicino alla segreteria: questo paragrafo<br />
è piuttosto breve per mancanza di spiegazioni. Le due<br />
sculture raffiguranti Leonardo infatti, sono lì poste e<br />
tanto basta. Non è dato sapere il perché delle due diverse<br />
versioni.<br />
Avvalersi del contributo involontario di altri al proprio<br />
corso di studi: aggirandosi senza meta nella biblioteca<br />
<strong>Albertelli</strong>ana, lo studente può, aprendo a caso un cassetto<br />
di uno degli spaziosi tavoli da lettura, apprezzare, scavando<br />
tra cartacce e confezioni di noccioline, gli appunti<br />
abbandonati di qualche incauto collega seguente il proprio<br />
stesso programma. P.S.: oltre agli oggetti menzionati,<br />
negli scomparti degli “scriptoria” si possono rinvenire le<br />
cose più impensate.<br />
E con quest’ultimo, astratto consiglio termina la nostra<br />
rubrica munita di pseudo editoriale, pensata e redatta<br />
nella speranza che non solo vi sia utile, ma che vi dia<br />
anche, con la sua palese follia, l’ispirazione e la spigliatezza<br />
necessarie per farci pervenire anche i vostri<br />
pezzi più strani e contorti perché OndanomalA vive<br />
anche di FRIZZI, LAZZI, POESIE DA RIDERE, COMI-<br />
CITA’ DA PIANGERE, APPARENTI SCEMENZE,<br />
LATENTI GENIALITA’!<br />
22<br />
Anno V - Numero 1<br />
Un amico inaspettato<br />
Camminava per la strada un uomo molto triste, che<br />
dalla sua vita aveva avuto solo disgrazie. "E' ora di<br />
smetterla, sono stufo di vivere questa esistenza grama<br />
e senza ciaf, ciaf, ciaf ecco, anche la pioggia esprime il mio<br />
malessere! Basta, la soluzione per chi è stanco è la solita, voglio<br />
aprire la porta che mi porterà alla stanza!". Quest'uomo<br />
dopotutto aveva molte ragioni per sentirsi così: la madre era<br />
una diligente metalmeccanica morta sul lavoro mentre il padre<br />
era uno sfaticato e violento. Un mostro. "E' tutta colpa di<br />
quella bestia se io mi ritrovo in questa condizione, è sempre<br />
stato crudele con me ed era un disgustoso ipocrita! Mi<br />
riempiva di regali, quando sapeva che il mio desiderio era<br />
quello di fuggire e di urlare, urlare, urlare. La pioggia che cade,<br />
la gente che torna a casa dal lavoro. Un bar che trasmette<br />
da una radio ”Sally” una bellissima canzone, me la cantava<br />
sempre mia madre, con la sua voce dolce, prima di<br />
addormentarmi. Lì vicino c'era una galleria d'arte, ecco c 'è<br />
”Henry Ford hospital” di Frida Kahlo, grandissima pittrice,<br />
la dipingevo sempre quando ero all' accademia, quando ero<br />
il più bravo. C'era una ragazza, bellissima, con due occhi neri<br />
come il mantello di un puma e i capelli biondi; ci<br />
innamorammo, ma la nostra felicità non piaceva agli altri e<br />
così mi accusarono ingiustamente di aver rubato delle tele.<br />
Che stupidi invidiosi, ma in questo<br />
persi anche lei e la mia arte. Però c'è un negozio grigio, come<br />
il cimitero dove mi accompagnava mio padre per portare<br />
i fiori a mia madre, intriso dell'odore di lavanda e gigli<br />
morti.”Supermercato”, un coltello per il pesce in sconto. Lo<br />
compro, con i soldi che ho guadagnato con il mio lavoro di<br />
impiegato alle poste, porrò fine a questa agonia. C'è poca fila<br />
stavolta. Gentili le commesse. Nascosto sotto la giacca entro<br />
a casa mia, vicino al supermercato. Incontro la vicina che<br />
passeggia con il cane, guardandomi con il solito sguardo con<br />
cui tutti mi guardano dopo aver saputo del furto all'accademia,<br />
quasi fossi un insetto schifoso sul tavolo da cucina.<br />
Quanto vorrei sfilarlo dalla tasca per poterle assestare un<br />
colpo prima di andarmene! Ma niente. Salgo le rampe di scale<br />
che portano all'appartamento. Mi sporgo dalla finestra.<br />
Voglio farli sentire in colpa per la loro indifferenza, la<br />
mancanza di rispetto nei mie confronti per la mia maledetta<br />
mitezza. Sfilo l'arma, l'ho puntata sul petto, ma ,<br />
sento i vetri rompersi, e un uomo che mi sfila il coltello di<br />
mano e mi dà due schiaffi. Un<br />
barbone, un "clochard" come direbbe la gente per bene. Gli<br />
eroi sono ben vestiti e belli, non puzzano di alcool e non dipendono<br />
dall'amicizia del primo cretino. Piango. Sono uno<br />
schifoso codardo. Una stretta simile rincuora chiunque. Proposta<br />
per una partita di calcio con i suoi compagni di strada.<br />
Finalmente il mio animo e il mio corpo gracile, causa di<br />
tante umiliazioni e sofferenze, ha un amico per cui non morire<br />
e vivere una esistenza più serena. Mi sento finalmente<br />
felice.
<strong>Settembre</strong>/<strong>Ottobre</strong> <strong>2011</strong><br />
>> per evitare ingorghi e intralci (specie durante la ricreazione,<br />
quando la suddetta cade nel delirio più totale),<br />
è consigliabile rispettare questa semplice norma, sottratta<br />
in via eccezionale al codice della strada.<br />
Avere a disposizione diversi tagli di monetine: basandoci<br />
sulle celeberrime “leggi di Murphy” è più o<br />
meno scientificamente dimostrato che le macchinette<br />
possiedono coscienza propria e rifiuteranno categoricamente<br />
un tipo di moneta al giorno, secondo criteri che<br />
al momento ci sfuggono. Se dunque avete a cuore il<br />
caffè o la Fiesta, affidatevi ai tanto bistrattati centesimi<br />
e portatene con voi diversi tagli per rispondere alle<br />
inquietanti esigenze dei distributori. P.S.: sono sconsigliabili<br />
gli euro interi.<br />
Ricostruire equivoche conversazioni o motteggi attraverso<br />
attenta lettura delle porte: prestando attenzione<br />
agli interessanti graffiti apparentemente privi di senso<br />
che spesso appaiono sulle pareti dei bagni (vedi ultimo<br />
bagno non ancora ristrutturato del terzo piano) con<br />
grande irritazione del personale della scuola o, come<br />
ricordato in un articolo di un precedente numero, sulle<br />
23<br />
Anno V - Numero 1<br />
vecchie porte non ridipinte di alcune aule, potrete soddisfare<br />
la vostra perversa curiosità leggendo quasi per intero<br />
dialoghi e spiritosaggini di studenti di anni scolastici precedenti.<br />
P.S.: le scritte partigiane sono lì apposta per<br />
orientare politicamente.<br />
Ottenere la razione quotidiana di pizza: per conquistare la<br />
propria focaccia al banchetto del secondo piano evitando<br />
quasi del tutto la ressa che generalmente lo circonda nel<br />
corso della ricreazione, è consigliabile (anche se poi ognuno<br />
sviluppa un proprio metodo) spicciarsi dopo il suono<br />
della campanella che ne sancisce l’inizio, magari appostandosi<br />
al banco più vicino alla porta. P.S.: è raccomandabile,<br />
per la sanità vostra e del sistema nervoso del<br />
corpo docenti, non scatenare sommosse da piazza per<br />
accaparrarsi il suddetto posto.<br />
Comprendere gli occulti meccanismi dello spostamento<br />
delle cartine: come studenti di anni precedenti potranno<br />
tranquillamente confermarvi, alcune cartine topografiche,<br />
tra le quali una della massima estensione dell’Impero Romano<br />
ai tempi di Traiano ed un’altra, politica, della Grecia<br />
Classica si avvicendano misteriosamente all’interno della<br />
scuola. Finora se ne sono registrate svariate apparizioni in<br />
diverse aule, superiori in numero a quelle dei fuochi fatui<br />
nei cimiteri, ma non ancora sufficienti ad attrarre le troupes<br />
di programmi come Voyager o Mistero. Diverse sono<br />
le teorie che sono sorte sul fenomeno, ma ancora si nega<br />
l’implicazione della magia nera nei fatti in questione.<br />
Riuscire a trattenere l’inquietudine ai vari suoni di campanella:<br />
da ben distinguere invece dal campo delle prove di<br />
evacuazione sono invece i quattro squilli di campanella<br />
udibili da un orecchio accorto al cambio dell’ora. Come le<br />
macchinette infatti, i nostri bravi segnatempo interni<br />
sembrano in totale disaccordo fra loro e persistono nella<br />
snervante abitudine di suonare ad orari diversi ad ogni<br />
piano, creando panico e scompiglio all’avvicinarsi della fi-
Liber mente<br />
Il dark side del<br />
giornale del <strong>Pilo</strong><br />
<strong>Albertelli</strong> di Roma<br />
Caro, affezionato<br />
pubblico di<br />
Ondanomala,<br />
ma soprattutto cari neofiti<br />
del nostro giornale,<br />
anche quest’anno il nostro<br />
rotocalco scolastico<br />
di fiducia riprende la sua<br />
attività, come una bislacca<br />
fenice di carta e<br />
inchiostro (per buttarla<br />
sul mitologico) che si libra<br />
nel cielo delle nostre<br />
composizioni, da poco<br />
rinata dalle sue ceneri<br />
dell’anno passato. Fragili<br />
e traslucide sono però le<br />
ali cartacee del giornalino<br />
sinché ad impinguare<br />
il loro contenuto è una<br />
cerchia ristretta di<br />
persone. Ondanomala<br />
nacque cinque anni fa<br />
ed è cresciuto fino ad ora<br />
come giornale degli studenti<br />
dell’<strong>Albertelli</strong>, gli<br />
scritti vostri e quelli degli<br />
alunni degli anni passati<br />
sono, erano e<br />
saranno il fuoco della<br />
nostra ipotetica fenice,<br />
senza il quale essa cadrà<br />
inevitabilmente nel vuoto.<br />
Ogni vostro articolo<br />
scritto e pubblicato sul<br />
nostro bimestrale è indizio<br />
di creatività in più di<br />
Frizzi, lazzi, poesie da ridere, comicità da<br />
piangere. Apparenti scemenze, latenti<br />
genialità: liberate la mente!<br />
manuale di sopravvivenza<br />
cui voi, come la scuola stessa, potrete fregiarvi e un contributo<br />
della vostra opinione all’attrattiva ed al mezzo di comunicazione<br />
che queste pagine rappresentano nell’istituto;<br />
perciò la redazione vi invita ad inviare i vostri componimenti,<br />
anche i più svagati, al nostro indirizzo di posta<br />
elettronica: ondanomala@piloalbertelli.it, fiduciosi che, in<br />
un modo o nell’altro, cercheremo di farli apparire sulla<br />
prossima uscita. Ad ogni modo, tornando nelle mie vesti di<br />
reporter “della domenica” e smettendo i panni istituzionali<br />
che la responsabilità incombente del Primo Numero mi ha<br />
imposto di rivestire, nelle pagine precedenti vi abbiamo<br />
proposto una serie di articoli d’informazione “ufficiali”, atti<br />
a dare a voi dei primi anni una più chiara idea degli organi<br />
collegiali della scuola e della<br />
funzione dei vari rappresentanti,<br />
da quelli dei genitori<br />
ai vostri, due per classe,<br />
sicché possiate meglio districarvi<br />
tra le maglie della nostra<br />
burocrazia interna ed a<br />
rammentare agli studenti<br />
più sperimentati il funzionamento<br />
di questo nostro ordinamento.<br />
Qui invece, nei più reconditi<br />
recessi del giornalino, nella<br />
rubrica più “eretica” di<br />
Ondanomala (Liberamente),<br />
dove follia e genialità si mischiano,<br />
presenti in egual<br />
misura, vogliamo fornirvi<br />
un elenco di suggerimenti<br />
“sui generis” che possono risultare<br />
più o meno utili durante<br />
la permanenza al <strong>Pilo</strong><br />
che potrete commentare o<br />
integrare tra qualche tempo,<br />
in base alle vostre esperienze,<br />
scrivendoci:<br />
Tenere la destra sulle scale<br />
interne: se nei larghi spazi<br />
dello scalone centrale di<br />
Via dell’Esquilino ogni movimento<br />
riesce semplice, così<br />
non sarà nella nostra<br />
angusta via di comunicazione<br />
tra i piani che ruota<br />
intorno alla tromba<br />
dell’ascensore. Pertanto, >>