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Motivazione Studio del perché dell’agire umano “La motivazione è generalmente concepita dagli psicologi come un processo o un insieme di processi che inizia, guida, supporta e infine termina una sequenza di comportamento diretto ad uno scopo” (Taylor et al., 1982)
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- Page 30 and 31: Determinanti culturali del bisogno
- Page 32 and 33: Motivazione e prestazione Legge di
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Motivazione<br />
Stu<strong>di</strong>o del perché dell’agire umano<br />
“La <strong>motivazione</strong> è generalmente concepita<br />
dagli psicologi come un processo o un<br />
insieme <strong>di</strong> processi che inizia, guida,<br />
supporta e infine termina una sequenza <strong>di</strong><br />
comportamento <strong>di</strong>retto ad uno scopo” (Taylor<br />
et al., 1982)
La fame
Cibo e fame<br />
Para<strong>di</strong>gma<br />
dell’alimentazione fittizia<br />
(sham fee<strong>di</strong>ng)<br />
– Odore e gusto come<br />
imme<strong>di</strong>ata ricompensa<br />
anche quando il cibo viene<br />
asportato dallo stomaco <strong>di</strong><br />
ratti, scimmie o esseri<br />
umani<br />
– Sazietà come accumulo <strong>di</strong><br />
cibo nello stomaco<br />
– Segnali <strong>di</strong> sazietà e <strong>di</strong> fame<br />
modulano il valore <strong>di</strong><br />
ricompensa del cibo (es.,<br />
gusto e odore sono<br />
ricompense quando c’è il<br />
segnale <strong>di</strong> fame)<br />
Fattori<br />
orofaringei<br />
Fattori<br />
gastrici e<br />
intestinali<br />
Rinforzo Sazietà<br />
Sì No (anche se<br />
contribuiscon<br />
o alla sazietà<br />
sensoriale<br />
specifica)<br />
No Sì
Segnali <strong>di</strong> controllo fame-sazietà<br />
Sazietà sensoriale specifica:<br />
– La varietà stimola l’assunzione <strong>di</strong> cibo<br />
– Se si mangiano gran<strong>di</strong> quantità <strong>di</strong> un cibo il livello <strong>di</strong><br />
piacevolezza a questo associato scenderà progressivamente<br />
fino a <strong>di</strong>ventare neutrale (con una certa variabilità da cibo a<br />
cibo, in rapporto a gusto, odore, apparenza, consistenza…)<br />
Gonfiore gastrico<br />
– Chiusura dello sfintere pilorico e stimolazione<br />
dei chemiosensori e osmosensori duodenali<br />
Chemiosensori duodenali<br />
– Effetti <strong>della</strong> sazietà prodotta dal glucosio<br />
(attraverso il nervo vago) o dai grassi<br />
(attraverso la via ormonale)
Ipotesi glucostatica<br />
Gli esseri umani mangiano per mantenere la glucostasi<br />
– Quando la concentrazione arteriosa meno quella venosa <strong>di</strong> glucosio<br />
nel plasma si abbassa si avverte la fame<br />
– Abbassamento dei livelli <strong>di</strong> glucosio nei ratti prima dell’assunzione <strong>di</strong><br />
cibo<br />
– Insulina (ormone proteico) che regola l’assunzione del glucosio,<br />
riducendone la concentrazione e favorendone l’accumulo nelle cellule<br />
come grasso<br />
La regolazione dell’appetito e del peso corporeo a lungo termine è<br />
in funzione <strong>della</strong> proteina OB o leptina<br />
Appetito con<strong>di</strong>zionato e modelli <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento (associato con<br />
vista, gusto, odore e consistenza)<br />
– cibo energetico rilascia energie subito dopo il pasto l’in<strong>di</strong>viduo<br />
tende a mangiarne sempre meno<br />
– cibo non energetico rilascia poche energie subito dopo il pasto <br />
l’in<strong>di</strong>viduo tende a mangiarne sempre <strong>di</strong> più
Controllo cerebrale dell’alimentazione<br />
Ipotalamo ventro-me<strong>di</strong>ale: centro <strong>della</strong> sazietà<br />
– Più recentemente è stato mostrato come l’ipotalamo ventro-<br />
me<strong>di</strong>ale ha un’azione in<strong>di</strong>retta sull’alimentazione<br />
aumentandone il bisogno (lesioni a questa area aumentano<br />
la secrezione <strong>di</strong> insulina, con l’effetto <strong>di</strong> ridurre la<br />
concentrazione <strong>di</strong> glucosio e aumentare la necessità <strong>di</strong><br />
alimentarsi)<br />
Ipotalamo laterale: centro <strong>della</strong> fame<br />
– Effetto legato alla presenza <strong>di</strong> fibre che attraversano questa<br />
area, come il fascio dopaminergico nigro-striatale (strutture<br />
collegate a quelle dell’attivazione e controllo del movimento)
Ruolo dell’ipotalamo laterale<br />
Nell’ipotalamo laterale vi sono neuroni che rispondono alla vista e al<br />
gusto del cibo<br />
L’attivazione <strong>di</strong> questi neuroni avviene nelle scimmie solo quando<br />
queste hanno fame<br />
– Neuroni che rispondono tanto a stimolazioni del sistema autonomico<br />
quanto a stimolazioni comportamentali alla vista e al gusto del cibo<br />
Corteccia temporale inferiore (visiva) amigdala corteccia orbitofrontale<br />
ipotalamo laterale<br />
– La modulazione <strong>della</strong> fame interviene sulle risposte delle cellule <strong>della</strong><br />
corteccia temporale o dell’amigdala, ma solo quando l’elaborazione dello<br />
stimolo è in una fase più avanzata (corteccia orbito-frontale)<br />
La risposta delle cellule dell’ipotalamo è sensoriale-specifica;<br />
determinata dall’appren<strong>di</strong>mento (es., visione <strong>di</strong> un oggetto neutro<br />
come una siringa che produce attività nelle cellule dell’ipotalamo se<br />
l’animale ha appreso che attraverso la siringa viene nutrito)
Ipotalamo laterale e ricompensa<br />
Neuroni dell’ipotalamo laterale che rispondono tanto alla<br />
presentazione <strong>di</strong> cibi (se la scimmia è affamata), quando alla<br />
stimolazione o autostimolazione elettrica (quando la scimmia è<br />
affamata)<br />
Vie gustative<br />
– Parte rostrale del nucleo del tratto solitario<br />
– Corteccia (frontale, operculare, insulare): risposta ai 4 gusti<br />
fondamentali<br />
– Corteccia orbito-frontale: risposte ai 4 gusti, al gusto <strong>di</strong> sostanze<br />
proteiche (glutammato), ai cibi complessi<br />
– Interazione con l’ipotalamo<br />
I neuroni <strong>di</strong> quest’ultima area rispondono a cibi particolari<br />
finché non si raggiunge la sazietà modulazione<br />
motivazionale, sensoriale specifica
Principio <strong>generale</strong><br />
1. Prima si forma la rappresentazione sensoriale dello<br />
stimolo<br />
2. Successivamente viene costruito il suo valore<br />
motivazionale<br />
In effetti, non viene meno la rappresentazione dello stimolo una<br />
volta raggiunta la sazietà, ma viene meno il suo valore<br />
motivazionale<br />
I neuroni <strong>della</strong> corteccia orbito-frontale tendono ad abituarsi ad un<br />
intervallo <strong>di</strong> pochi minuti e conservano lo stato <strong>di</strong> abituazione per 1-<br />
2 ore (intervallo <strong>di</strong> tempo caratteristico per la sazietà sensorialespecifica)
Convergenza tra elaborazione olfattiva<br />
e gustativa<br />
Nella corteccia orbito-frontale: neuroni<br />
multimodali (che rispondono a stimoli olfattivi<br />
e gustativi) + neuroni unimodali (gusto,<br />
olfatto e vista) convergenza<br />
nell’elaborazione, modulazione <strong>della</strong> fame<br />
– Influenza del colore del cibo sul gusto
Alimentazione<br />
e appren<strong>di</strong>mento associativo<br />
Corteccia orbito-frontale responsabile dell’appren<strong>di</strong>mento delle<br />
associazioni tra stimoli visivi e gustativi gusto come<br />
ricompensa<br />
– Rovesciamento <strong>di</strong> associazioni (es., associazione <strong>di</strong> gusto dolce a<br />
un cibo e successiva associazione con gusto salato) <br />
appren<strong>di</strong>mento nuova risposta<br />
Amigdala: numerose connessioni (e somiglianze) con la<br />
corteccia orbito-frontale, ma minore velocità <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento<br />
specializzazione <strong>della</strong> corteccia orbito-frontale nei primati,<br />
amigdala presente nel cervello <strong>di</strong> rettili e uccelli<br />
– Sindrome <strong>di</strong> Klüver-Bucy (1939) danni all’amigdala che<br />
inducono le scimmie a portare alla bocca cibo commestibile e non<br />
commestibile
Alimentazione e appren<strong>di</strong>mento<br />
strumentale<br />
Connessioni <strong>della</strong> corteccia orbito-frontale e<br />
dell’amigdala con i sistemi <strong>di</strong> output<br />
– Ipotalamo risposte autonomiche durante<br />
l’alimentazione<br />
– Striato e ganglio basale danni in queste regioni<br />
provocano afagia e a<strong>di</strong>psia (nel quadro <strong>di</strong> una<br />
<strong>generale</strong> acinesia, es. malati <strong>di</strong> morbo <strong>di</strong><br />
Parkinson)<br />
Ruolo dello striato ventrale nei tipi <strong>di</strong> ricompensa <strong>di</strong>versi<br />
dal cibo (es., assunzione <strong>di</strong> anfetamine nei ratti)
Obesità
Obesità<br />
Fattori che contribuiscono allo sviluppo dell’obesità<br />
– Vita sedentaria<br />
– Massiccia assunzione <strong>di</strong> cibi ad alto contenuto energetico<br />
– Iperinsulinemia<br />
– Grande varietà <strong>di</strong> sapori e maggiore <strong>di</strong>fficoltà a indurre sazietà<br />
sensoriale specifica<br />
– Orari rigi<strong>di</strong> dei pasti e <strong>di</strong>fficoltà a regolare l’assunzione <strong>di</strong> cibo in<br />
rapporto al bisogno energetico (conseguente ad assunzioni <strong>di</strong><br />
sostanze più o meno energetiche)<br />
– Alimentazione in orari tar<strong>di</strong> e <strong>di</strong>fficoltà a bruciare i grassi che,<br />
pertanto, si accumulano<br />
– Stress che incide sul bisogno <strong>di</strong> gratificazione importante<br />
attraverso il cibo (es., ratti con una graffetta nella coda<br />
mostravano un’eccessiva assunzione <strong>di</strong> cibo e comportamenti<br />
vicini a quelli delle persone obese, riducibili con ansiolitici)
La sete
La sete<br />
Liquido intracellulare: 40% peso corporeo<br />
Liquido extracellulare: 20% peso corporeo<br />
– Plasma (5% peso corporeo)<br />
– Fluido interstiziale (non nel sistema vascolare; 15% peso corporeo)<br />
Riduzione <strong>di</strong> liquido intra- e extracellulare sete (stimolazione<br />
neuroni dell’area preottica)<br />
Riduzione <strong>di</strong> liquido extracellulare attivazione del sistema<br />
dell’angiotensina renale stimolazione <strong>di</strong> cellule dell’area<br />
preottica<br />
Successivo intervento <strong>di</strong> fattori orofaringei (es., sapore dell’acqua,<br />
ecc.) che fanno da rinforzo<br />
Si smette <strong>di</strong> bere per via <strong>di</strong> fattori orofaringei, tensione gastrica,<br />
stimolazione intestinale dell’acqua e <strong>di</strong>luizione sistemica
Sete e appren<strong>di</strong>mento<br />
Si beve prima che ci sia effettivo bisogno (si<br />
anticipa un bisogno che tra poco sarà<br />
urgente)<br />
Effetto <strong>della</strong> piacevolezza gustativa <strong>di</strong><br />
bevande come the, caffè, ecc.
Il comportamento sessuale
Il comportamento sessuale<br />
Approccio sociobiologico:<br />
– Geni “egoisti”: massimizzazione del patrimonio genetico<br />
<strong>di</strong>fferente per uomini e donne<br />
Es., <strong>di</strong>mensioni dei testicoli <strong>di</strong>verse per primati monogami (es.,<br />
babbuino) o poligami (es., scimpanzé, gorilla)<br />
– Non necessariamente processi espliciti (anche se nell’uomo<br />
esistono processi espliciti e impliciti)<br />
– Attrattività del partner (es., pavone) buono stato <strong>di</strong> salute,<br />
possibilità <strong>di</strong> produrre figli attrattivi per l’altro sesso<br />
– Infedeltà delle ron<strong>di</strong>ni (funzione del maschio <strong>di</strong> protezione <strong>di</strong><br />
una progenie che ha il migliore patrimonio genetico per<br />
scelta <strong>della</strong> femmina)
Regioni cerebrali implicate nel<br />
controllo del comportamento sessuale
Regioni cerebrali implicate nel<br />
controllo del comportamento sessuale<br />
Area preottica dell’ipotalamo: nell’uomo è coinvolta<br />
nel controllo del comportamento sessuale<br />
– Lesioni bloccano il comportamento sessuale maschile<br />
– Stimolazioni elettriche provocano attività <strong>di</strong> copulazione<br />
– Attività metaboliche e neuronali nell’area preottica durante<br />
la copulazione<br />
– Piccole iniezioni <strong>di</strong> testeosterone riattivano il<br />
comportamento sessuale nei ratti castrati<br />
Area preottica me<strong>di</strong>ale dell’ipotalamo: controllo del<br />
ciclo riproduttivo nella donna<br />
– Nucleo ventrome<strong>di</strong>ale ipotalamico: comportamento <strong>di</strong><br />
lordosi dei ro<strong>di</strong>tori
Regioni cerebrali implicate nel<br />
controllo del comportamento sessuale<br />
L’area preottica dell’ipotalamo riceve informazioni dall’amigdala<br />
e dalla corteccia orbito-frontale; successivamente dalla<br />
corteccia visuo-temporale inferiore, dalla corteccia associativa<br />
u<strong>di</strong>tiva temporale superiore, dal sistema olfattivo e<br />
somatosensoriale<br />
Il valore <strong>di</strong> ricompensa degli stimoli “sessuali” viene modulato<br />
dallo stato ormonale nel processamento che avviene a livello <strong>di</strong><br />
area preottica<br />
– Durata limitata del periodo <strong>di</strong> “sensibilità” agli stimoli (es. 4 giorni <strong>di</strong><br />
calore per i ratti; stagioni per l’accoppiamento <strong>di</strong> altri animali, ecc.)<br />
Lesioni nell’area preottica non escludono l’attrazione verso<br />
stimoli sessuali<br />
Proiezioni dell’amigdala e <strong>della</strong> corteccia orbito-frontale attraverso<br />
il ganglio basale
Motivi psicosociali
Scala dei bisogni <strong>di</strong> Maslow (1954; 1968)<br />
Bisogni <strong>di</strong> carenza<br />
(alla base)<br />
Bisogni <strong>di</strong> crescita<br />
(all’apice)
Bisogni primari e secondari<br />
Bisogni secondari perseguiti quando sono sod<strong>di</strong>sfatti quelli<br />
primari<br />
12 aspetti che caratterizzano la persona realizzata (Sugarman,<br />
1986):<br />
1. Percezione accurata degli altri<br />
2. Accettazione <strong>di</strong> sé e degli altri<br />
3. Spontaneità<br />
4. Capacità <strong>di</strong> porre l’attenzione su problemi esterni al sé, imparzialità<br />
5. Autonomia e resistenza al conformismo<br />
6. Capacità <strong>di</strong> apprezzare ciò che è bello e buono<br />
7. Capacità <strong>di</strong> vivere esperienze estreme con partecipazione emotiva<br />
8. Relazioni strette con poche persone<br />
9. Valori morali<br />
10. Creatività
Critiche alla teoria <strong>di</strong> Maslow (1954; 1968)<br />
Fenomenologia, <strong>di</strong>fficoltà nel test scientifico<br />
La nozione <strong>di</strong> autorealizzazione necessita <strong>di</strong><br />
essere specificata ed è <strong>di</strong>fficile da valutare<br />
Sottostima dei fattori sociali e contestuali (per<br />
Maslow l’autorealizzazione <strong>di</strong>pende solo da<br />
processi interni)<br />
I test empirici non confermano pienamente la<br />
teoria
Bisogno <strong>di</strong> affiliazione vs. intimità<br />
Bisogno <strong>di</strong> affiliazione<br />
– Ricerca <strong>di</strong> rapporti sociali influenzata da (Hill, 1987):<br />
Ridurre l’insicurezza in<strong>di</strong>viduale nel confronto con altri<br />
Ricevere sostegno emozionale<br />
Ricevere attenzione e elogi<br />
Essere stimolati nell’interazione sociale<br />
– Stu<strong>di</strong> classici sul bisogno <strong>di</strong> affiliazione (Schachter, 1959):<br />
Stu<strong>di</strong>o 1: 65% <strong>di</strong> ss. che avrebbero ricevuto scosse dolorose<br />
sceglievano <strong>di</strong> farlo in compagnia <strong>di</strong> altri vs. 33% <strong>di</strong> ss. che<br />
avrebbero ricevuto scosse lievi<br />
Stu<strong>di</strong>o 2: I ss. accettavano <strong>di</strong> attendere le scosse dolorose in<br />
compagnia <strong>di</strong> altre persone solo se queste ultime pure fossero state<br />
sottoposte a scosse dolorose
Effetti positivi dell’affiliazione<br />
Stu<strong>di</strong> sul supporto sociale e sugli effetti<br />
benefici <strong>di</strong> tale supporto:<br />
– Su insonnia e mal <strong>di</strong> testa indotto da stress (Cohen<br />
e Hoberman, 1983)<br />
– Sulla durata e qualità <strong>della</strong> vita (Atkins et al., 1991;<br />
Bekman e Syme, 1979)
Bisogno <strong>di</strong> affiliazione vs. intimità<br />
Bisogno <strong>di</strong> intimità<br />
– Differenze in<strong>di</strong>viduali<br />
– Modello <strong>di</strong> Knapp e Vangelisti (1992) sullo sviluppo e<br />
deterioramento dell’intimità:<br />
1. Inizio<br />
2. Sperimentazione<br />
3. Intensificazione<br />
4. Integrazione<br />
5. Legame<br />
6. Differenziazione<br />
7. Limitazione<br />
8. Stagnazione<br />
9. Evitamento<br />
10. conclusione
Determinanti culturali del bisogno <strong>di</strong><br />
intimità<br />
Società collettivistiche più orientate al<br />
sod<strong>di</strong>sfacimento del bisogno <strong>di</strong> intimità vs.<br />
società in<strong>di</strong>vidualistiche più centrate sul<br />
sod<strong>di</strong>sfacimento del bisogno <strong>di</strong> affiliazione<br />
(Trian<strong>di</strong>s et a., 1988)<br />
Hofstede (1980) ha trovato una correlazione<br />
dello 0,46 tra in<strong>di</strong>vidualismo culturale e<br />
bisogno <strong>di</strong> affiliazione
Bisogno <strong>di</strong> achievement (Murray, 1938)<br />
Desiderio <strong>di</strong> “portare a termine un’impresa <strong>di</strong>fficile;<br />
dominare; <strong>di</strong>rigere oppure organizzare… per<br />
superare ostacoli e raggiungere un livello alto; per<br />
superare se stessi” (p. 164)<br />
– In<strong>di</strong>vidui a alto achievement scelta <strong>di</strong> compiti <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà<br />
moderata<br />
– In<strong>di</strong>vidui a basso achievement scelta <strong>di</strong> compiti<br />
estremamente facili o estremamente <strong>di</strong>fficili (volontà <strong>di</strong> non<br />
esporsi ad una sfida reale) (Koestner e McClelland, 1990)<br />
Achievement come tratto?<br />
Ruolo dei fattori situazionali?
Motivazione e prestazione<br />
Legge <strong>di</strong> Yerkes-Dodson (1908)
Spiegazioni <strong>della</strong> legge <strong>di</strong> Yerkes-Dodson:<br />
Ipotesi <strong>di</strong> Easterbrook (1959)<br />
Alti livelli <strong>di</strong> <strong>motivazione</strong> (ansia, arousal) riducono<br />
l’attenzione e aumentano la selettività attentiva<br />
– Quando tutte le informazioni irrilevanti sono state escluse,<br />
l’eccessiva focalizzazione attentiva va a scapito delle<br />
informazioni rilevanti<br />
Confusione tra effetti <strong>di</strong> <strong>motivazione</strong> e ansia<br />
– L’ansia eccessiva ha un effetto peggiorativo per la<br />
performance, non la <strong>motivazione</strong><br />
– La selettività attentiva non è un processo puramente<br />
passivo, ma una risposta attiva <strong>di</strong> fronteggiamento in<br />
presenza <strong>di</strong> un sovraccarico <strong>di</strong> informazioni
Spiegazioni <strong>della</strong> legge <strong>di</strong> Yerkes-Dodson:<br />
Teoria dell’efficienza elaborativa<br />
(Eysenck e Calvo, 1992)<br />
Effetti dell’ansia sulla prestazione:<br />
– Motivazionali (effetti positivi): sforzo supplementare per<br />
incrementare la prestazione e gestire l’ansia<br />
– Emozionali (effetti negativi): carico sulla WM<br />
Efficacia <strong>della</strong> prestazione vs. efficienza dell’elaborazione<br />
– Efficacia <strong>della</strong> prestazione: qualità <strong>della</strong> prestazione in un<br />
compito<br />
– Efficienza dell’elaborazione: Efficacia rispetto allo sforzo<br />
Nessun effetto dell’ansia (<strong>di</strong> tratto) sulla prestazione quando il carico<br />
<strong>di</strong> WM è basso: l’efficienza è garantita da uno sforzo supplementare<br />
Effetto significativo dell’ansia quando il carico <strong>di</strong> WM è alto (MacLeod<br />
e Donnellan, 1993)
Teoria del goal setting<br />
(Locke e Latham, 1990)<br />
Scopi a breve vs. lungo termine negli esseri umani<br />
Obiettivi più <strong>di</strong>fficili conducono a livelli <strong>di</strong> prestazione più alti, spec. se<br />
l’in<strong>di</strong>viduo affida a sé il risultato <strong>di</strong> un obiettivo<br />
Applicazioni nella <strong>psicologia</strong> del lavoro per incrementare la<br />
produttività<br />
Con<strong>di</strong>zioni che favoriscono la performance per obiettivi <strong>di</strong>fficili (Locke<br />
et al., 1981):<br />
– Impegno nell’obiettivo (goal committment)<br />
– Feedback sui progressi ottenuti<br />
– Ricompensa per il raggiungimento dell’obiettivo<br />
– Abilità (skills) possedute<br />
– Sostegno<br />
Elementi critici:<br />
– Quantità piuttosto che qualità<br />
– Applicazione solo per spinte motivazionali <strong>di</strong> cui l’in<strong>di</strong>viduo è cosciente