da La rappresentazione dello spazio - Artleo.it
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6. <strong>La</strong> «prospettiva» quattrocentesca: una regola per la<br />
<strong>rappresentazione</strong> <strong>dello</strong> <strong>spazio</strong> e il recupero totale della<br />
realtà terrena.<br />
<strong>La</strong> nuova visione artistica diffusa <strong>da</strong> Piero della Francesca<br />
e <strong>da</strong> Donatello era quella elaborata a Firenze tra<br />
il secondo e il terzo decennio del Quattrocento, in una<br />
opposizione alla cultura artistica circostante molto piú<br />
netta di quanto non fosse la p<strong>it</strong>tura di Jan van Eyck, che<br />
per numerosi aspetti si richiamava al gotico internazionale<br />
e alla p<strong>it</strong>tura del Trecento. I punti di riferimento<br />
per i novatori fiorentini sono, semmai, l’antich<strong>it</strong>à classica<br />
e Giotto. Si torna a porsi, infatti, il ques<strong>it</strong>o giottesco<br />
di trasferire su una superficie a due dimensioni una<br />
realtà a tre dimensioni e se ne trova una soluzione non<br />
piú empirica, ma ormai perfettamente scientifica, con la<br />
scoperta delle regole matematiche della costruzione prospettica<br />
1 . È noto che tutto ciò si deve all’ingegno di<br />
Filippo Brunelleschi: difficile dire quale ne sia stato l’incentivo<br />
in un artista che aveva esord<strong>it</strong>o come orafo nel<br />
concorso del 1401 per una delle porte del Battistero con<br />
un rilievo in cui l’ara del Sacrificio di Isacco era ancora<br />
costru<strong>it</strong>a con le facce perpendicolari che recedevano<br />
verso la profond<strong>it</strong>à divergendo invece che convergendo.<br />
<strong>La</strong> sua genial<strong>it</strong>à si sviluppa per gradi, ma con una disponibil<strong>it</strong>à<br />
mentale del tutto eccezionale. Il suo rilievo per<br />
Storia dell’arte Einaudi 4